Cinque registrazioni di ... Pianoforte di Domenico Pizzamiglio
Riprende la rubrica “cinque registrazioni di …”, nella quale noi di Audio-activity.com segnaliamo quelle registrazioni che, a nostro avviso, pur non appartenendo alla categoria di quelle “speciali”, sono di eccellente qualità tanto tecnica che musicale. Cosicché chi le acquisterà, non lo farà solo per il buon suono, ma anche per la bellezza e piacevolezza dell’esecuzione. D’altro canto Audio-activity.com non si occupa solo di audio, ma i numerosi scritti di concerti, evidenziano che a noi la musica vera, quella dal vivo, piace e piace assai. Peraltro, anche leggendo i nostri scritti di audio, è possibile trovare segnalazioni di buone registrazioni per genere di appartenenza, ovvero il cosiddetto repertorio classico per me e il repertorio più curioso nei generi più recenti da parte di Angelo che non manca di parlare spesso anche di cantautorato o gruppi italiani e non. Ecco comunque l’oggetto di questo scritto.
Johannes Brahms: Intermezzi op. 117, Rapsodie op. 79, Intermezzo op. 118 n. 2, Capriccio op. 76 n. 1 DGG 437 360-2 pianista Ivo Pogorelic
Splendido disco. L’esecuzione è vibrante, potente, ma anche delicata. Pogorelic lavora di fino sulla tastiera e il risultato è molto piacevole ed appagante. Il CD si ascolta con grande facilità e sembra addirittura durare poco.
Quanto alla registrazione, è di eccellente livello. Il pianoforte si concretizza davanti all’ascoltatore, non già come se lo si avesse in casa, ma come se l’ascoltatore stesse a pochi metri dallo strumento, in una sala da concerto moderna e lucente.
Nella Rapsodia op. 79 n. 2, poi, sembra che la dinamica non si esaurisca mai (potere di Pogorelic e dei suoi possenti polsi, ma anche dei tecnici DGG che hanno mantenuto uno standard di registrazione molto elevato). Quindi fatevi un primo ascolto ad un volume più normale e aggiustatelo poi, per ottenere il volume desiderato.
Wolfgang Amadeus Mozart, Sonate per pianoforte KV 283 e KV 331, Fantasia KV 397 DGG 437 763-2 pianista Ivo Pogorelic
Ancora Pogorelic; ma non è un caso che le sue registrazioni (sin dai tempi del Gaspard de la Nuit registrato in gioventù) siano di eccellente qualità. Il suono di Pogorelic è sanguigno, maschio, per alcuni forse a volte eccessivo (anche se in Scarlatti o nel poco Bach che ha registrato, c’è anche molta eleganza, dovuta al fatto che non mancando le doti tecniche, può fare proprio tutto quello che gli pare).
Il suo Mozart poi è lontano anche dai grandi classici, come Ingrid Häbler o Wilhelm Kempff che sembrano addirittura dei pre-filologi e non musicisti appartenenti ad un’epoca passata. Pogorelic medita sui tempi, gioca con le dinamiche, rende le note “grandi”, che quasi rimangono sospese nell’aria; tutto sommato ci offre un Mozart che potrebbe essere credibile se trasposto ai giorni nostri.
In questo caso la registrazione è più sul versante “ti porto il pianoforte in casa”; registrazione eccellente, si sentono anche gli scricchiolii del seggiolino, i respiri di Pogorelic, si sente l’effetto del feltro dei martelletti che poggia sulle corde. Ma la sorpresa è la Marcia Turca che ci si potrebbe aspettare affrontata con tempi esasperati e che invece è piuttosto “normale” e quasi classica.
Friederick Chopin, Notturni, Impromptus, Ballate e Polacca Eroica Velut Luna CVLD 271 pianista Massimo Gon
In una recente recensione audio (che apparirà più avanti) ho definito questa registrazione un must-have.
Lo Chopin voluto dal Maestro Gon poco lascia alla leziosità, ma punta invece su un suono concreto, materico. L’iconografia classica vuole Chopin come essere leggero, con piccole mani esili (come conferma il calco che si trova a La Scala), ma questo non vuol dire che dalle sue composizioni non fosse in grado di trarre non solo agilità, ma anche potenza ed in questo pare meritoria l’esecuzione del Maestro Gon, che peraltro gioca col “rubato” e con il pedale in modo piacevole ed equilibrato.
Quanto alla registrazione, se avete l’impianto e l’ambiente giusti, il pianoforte lo avete lì a pochi metri. Splendida la possanza della gamma bassa, splendida la legatura del timbro su tutta la tastiera, splendida la dinamica che la registrazione restituisce. Il suono del pianoforte utilizzato non è lucidissimo; tuttavia quanto il Maestro Gon insiste con la potenza della mano destra, il suono si apre e la sensazione di verità inganna bene l’orecchio (mentre gli occhi e la mente si chiedono, si ma dov’è il pianoforte che qui davanti non lo vedo?).
Claude Débussy, 12 Etudes Philips pianista Mitsuko Uchida
Questa registrazione è disponibile anche nella versione economica nella serie “The Originals”. Il pianoforte qui registrato è forse solo leggermente carente nella parte mediobassa, ma non manca né di estensione, né di dinamica; la grandezza delle registrazioni, quando sono naturali, passa per un effetto automatico in ognuno di noi, ovvero il continuo aumentare il volume.
E questo accade anche con questa registrazione, portando facilmente al limite soprattutto i sistemi di altoparlanti di più piccolo litraggio (con sistemi grandi ed efficienti, come quelli utilizzati da Angelo e da me, aumentano solo il piacere e … le lamentele del vicinato). L’esecuzione di Mitsuko Uchida è brillante, pronta a sottolineare tutti i repentini cambiamenti di tempo e di “intenzione” voluti dal compositore francese. Piacevolissima registrazione, anche se mi rendo conto che i repertori degli altri compositori, come Mozart, Brahms e Chopin, siano senz’altro più alla portata del grande pubblico.
Ma i lettori di Audio-activity.com amano la buona musica e non mancheranno di trovare bello (non interessante; proprio bello) anche questo CD. Sulle qualità di interprete di Mitsuko Uchida penso oggi ci siano ben poche riserve; agli inizi, il solo fatto che fosse giapponese, faceva storcere il naso. Ma la Uchida è anche direttore d’orchestra (come nei concerti di Mozart, ad esempio) e non lascia nulla al caso; eccellente la tecnica della signora che non fa perdere nessuna delle note suonate, neppure le più repentine.
Sergej Pròkofiev, Musica per pianoforte, Romeo e Giulietta – Cenerentola Hmf Classical 3957150 pianista Frederic Chiu
Frederic Chiu è un pianista di origini cinesi, ma cresciuto negli Stati Uniti. Molti pianisti cinesi stanno assurgendo al ruolo di “stars”, come Yuya Wang e ovviamente Lang Lang; spesso ci sono atteggiamenti un po’ gigioni (soprattutto quando il non certo esiguo cachet lo richiede; vedi la Marcia Turca suonata da Lang Lang per l’inaugurazione dell’Expo, qui a Milano), ma non è questo il caso.
Lo spirito giocoso e a tratti infantile di Prokofiev (che ritroviamo non solo in Pierino il Lupo, ma in tanti pezzi scritti a scopo didattico o per far divertire i bambini, come la Marcetta Op. 99, ma anche nella Prima Sinfonia) qui emerge benissimo; la totale mancanza di problemi tecnici da parte dell’esecutore, gli permette di spingersi ai limiti, come nel Romeo e Giulietta, giocando con i colori che estrae dalla tastiera, giocando con le dinamiche ed offrendo così una esecuzione molto piacevole all’ascolto.
La registrazione, anche se non recentissima, è di eccellente livello; non ci sono evidenziazioni di particolari porzioni della tastiera; la dinamica è adeguata ed anche in questo caso la voglia di alzare il volume è costante (e infatti ieri sera la signora che abita sotto di me, quando mi ha incontrato sulle scale, mi ha detto, in dialetto milanese “la musica per piano mi piace, ma prima tremava tutto”).
I dischi qui indicati sono tutti normalmente reperibili sia nei negozi che sui principali siti online. Buoni ascolti.
Domenico Pizzamiglio
Cinque registrazioni di ... musica barocca per piccoli gruppi di Domenico Pizzamiglio
Riprendiamo il percorso delle “Cinque registrazioni di …” con un altro repertorio a me caro, ovvero la musica barocca, solitamente, come in questi casi, eseguita su strumenti originali e con prassi esecutiva cosiddetta “filologica”. In realtà si tratta di registrazioni che attraverso l’invenzione, o la sottolineatura dell’invenzione stessa, tendono a rinnovare le esecuzioni dei tempi andati, cercando nuovi effetti e nuova piacevolezza. Ai tempi del barocco pare si usasse stupire e in queste registrazioni, parlando del lato artistico, lo stupore per chi ascolta certo non latita.
DIVOX CDX-70006 (CD) GIORNO E NOTTE Concerti per flauto di Antonio Vivaldi Conrad Steinmann + altri
Un cd da avere assolutamente (non mi sbilancio quasi mai, ma qui lo faccio). L’esecuzione è piena d’invenzioni e di trovate che portano ad una piena piacevolezza dell’ascolto. Alcune soluzioni esecutive sono quanto mai efficaci e paiono essere anche più piacevoli di quanto scritto in partitura; provate, ad esempio, ad ascoltare il movimento centrale del concerto “Il Cardellino” (o Gardellino, come si diceva nella Venezia dei tempi), ove il consueto accompagnamento di archi in pizzicato viene sostituito dal liuto in unione con il clavicembalo; un effetto nuovo ed assolutamente piacevole. Ma è solo uno degli episodi che troverete in questa registrazione, dietro e dentro la quale c’è nientemeno che la violinista Chiara Banchini. Evidentemente il tutto è possibile grazie elle capacità tecniche del flautista Conrad Steinmann che è in grado di estrarre dal suo flauto a becco sia lo stridio, come il sibilo, fino alla nota tenuta alla perfezione, per non parlare dell’estrema agilità (i tempi sono tenuti spesso molto veloci). La registrazione? In una parola sola, splendida; di quelle che si vorrebbero sempre avere. Chiarezza del timbro, fedeltà al suono dello strumento (bellissimi tutti, ma a me colpisce sempre il suono del violoncello che sembra trasposto in casa tanto è fedele nelle sue mille piccole sfumature), dinamica e scena credibile, con tante risonanze dietro e intorno agli strumenti. Veramente una registrazione di quelle “to die for”. Se poi siete dei gourmands della musica barocca, di quelli che non si fermano alle esecuzioni degli anni 50 e 60 ma che amano anche una certa vena di “follia”, non potrete che restare appagati da questa produzione Divox che invero cito poco quanto recensisco, ma che di fatto è una delle più gettonate per gli ascolti domestici. State attenti al volume; quando le registrazioni sono naturali e dinamiche, facilmente si raggiungono volumi molto elevati, che avvicinino agli strumentisti. Reperibile per l’acquisto online sul sito del produttore.
BIS CD 290 (CD) Antonio Vivaldi – Integrale delle composizioni per Liuto Jacob Lindberg, liuto – Drottningholm Baroque Ensemble
Qualcuno, vedendo la foto di questo CD, potrà dire “sai che novità!”. Vero, non è una nuova produzione e non è nemmeno uno di quei cd che passano inosservati. Ha avuto una grande diffusione ad inizio anni 90 (ai tempi – ma ancora oggi - BIS era sempre e comunque sopra agli altri per qualità di registrazione e anche per qualità di interpreti, molti meno noti di altri, ma altrettanto -se non più - validi), ma poi è finita un po’ nel dimenticatoio. Anche in questo caso una registrazione di rara piacevolezza, con il ritmo molto ben sottolineato, quasi a trasformare la composizione antica in qualcosa di moderno e a noi contemporaneo. Ne e’ prova il secondo movimento del concerto RV 93, ove addirittura si respira un’aria un po’ stile “country”. L’esecuzione è comunque di rara piacevolezza perché si capisce chiaramente che gli strumentisti si sono divertiti a suonare insieme. E’ da dire che questa registrazione, malgrado i tanti anni sulle spalle, è eccellente ancora oggi; mi diverto spesso a “destabilizzare” gli amici più giovani, quelli che non hanno vissuto gli anni ottanta e novanta, facendo loro ascoltare registrazioni che “passo” come prodotti di piccole etichette alternative e di qualità straordinaria, fatto salvo che poi svelo che si tratta di registrazioni di un paio di decenni fa e vedo mascelle che restano “appese”, come si dice a Napoli. Comunque anche in questo caso ottima dinamica, eccellente fedeltà timbrica, buona disposizione nello spazio, per un cd che dopo il primo ascolto spesso viene passato per il secondo consecutivo. Ovviamente nulla da dire sul Drottningholm che ha siglato una delle migliori registrazioni (e a mio parere anche esecuzioni) delle Quattro Stagioni di Vivaldi, sempre su BIS (avevo pensato di inserirla in questa rubrica, ma ora della fine ho preferito segnalare il cd con le musiche per liuto; se trovata anche le Quattro Stagioni, acquistatele e non ve ne pentirete); così come non c’è nulla da aggiungere su Jacob Lindberg, universalmente riconosciuto come uno dei più grandi virtuosi del panorama mondiale (ed aggiungerei che era uno capace di essere anche meditabondo quel tanto che basta a dare sempre un’aria impegnata ad ogni esecuzione, anche la più rilassata, come dà prova l’integrale delle composizioni per liuto di Bach, sempre su BIS). Il CD è regolarmente distribuito.
HYPERION CDH55347 (CD) Johann Sebastian BACH, Concerti per violino Catherine McIntosh, violino - The King’s Consort, direttore Robert King
Tra le tante esecuzioni baroqueuses dei concerti per violino di J.S. Bach (adorando Bach, non posso esimermi dal segnalare una registrazione di sue composizioni) ho scelto questa non più recente produzione della Hypérion. Perché? Perché mi sembra sempre e comunque la più equilibrata, quella eseguita con maggior semplicità ed alla fine quella che lascia più piacere dopo averla ascoltata. Il gruppo, che suona strumenti antichi, è molto ben affiatato; non ci sono particolari “vette” esecutive, ma proprio per questo l’esecuzione risulta rispettosa della tradizione, pur andando a recuperare quelle che si pensa fossero le sonorità originali. Ma soprattutto è già al di fuori della filologia un po’ isterica che ha caratterizzato molta produzione anni 70 e 90; qui la musica “canta”. La registrazione è di livello molto elevato; forse rispetto a quelle segnalate prima, lascia indietro qualcosa in termini di dinamica complessiva, ma non fa difetto in nessun altro parametro e alla fine anche la dinamica risulta più che adeguata. Se vi riuscisse di trovarla e se ovviamente avete un giradischi, la versione in LP era anch’essa estremamente valida dal punto di vista tecnico ed il vinile (per la mia copia è così) era molto silenzioso. Il CD è regolarmente distribuito.
Come alternativa delle stesse composizioni, posso segnalare questa:
DECCA (precedentemente realizzato come Oiseau-Lyre) Jaap Schroder, violin - Academy of Ancient Music, direttore Christopher Hogwood
Questa edizione dovrete cercarla, perché non risulta più nel catalogo di Decca. L’esecuzione è meno rilassata rispetto a quella del King’s Consort; bellissimo però (e sicuramente più piacevole da ascoltare) il movimento centrale del concerto BWV 1041, con il tempo più e meglio cadenzato. La registrazione lascia un’oncia di naturalezza perché gli archi sono particolarmente aperti; resta comunque una delle registrazioni che, soprattutto in vinile (se ne trovate una copia intonsa, acquistatela e non ve ne pentirete), ha fatto la fortuna di Oiseau-Lyre.
ARCHIV 0289 413 7882 8 Georg Philipp TELEMANN, WASSERMUSIK Musica Antiqua Köln, Reinhard Göbel
Anche questa non è una realizzazione recentissima. L’acquistai, più per curiosità che per altro, qualche anno addietro, diciamo una ventina d’anni fa. Malgrado gli anni passati, la registrazione tiene bene ancora oggi. Il gruppo strumentale è un po’ proiettato all’interno della stanza e forse la sezione bassa è un po’ depressa, ma resta il fatto che anche con questa registrazione vien voglia di alzare costantemente il volume e questo è sintomo che la registrazione è di qualità e tutto sommato equilibrata. Quanto alla piacevolezza della musica, nulla da dire; l’ascolto volta in un soffio ed anche in questo caso si ha spesso la tendenza a ripete l’ascolto. La registrazione è regolarmente in commercio.
AUDITE, SACD ECHO & RISPOSTA Les Cornets Noirs
Il gruppo svizzero Les Cornets Noirs ha tenuto un concerto a Milano, nel 2011, nell’ambito della rassegna Milano ArteMusica. Sono molto bravi e la loro caratteristica è quella di suonare a due cori, ovvero in due gruppi separati che si chiamano e si rispondono da una parte all’altra della chiesa (nel caso di Milano, la scelta è caduta su Santa Maria della Passioni che ha due organi, uno contrapposto all’altro, proprio per i concerti “a due cori” – o “a doi cori”, come si diceva all’epoca). Le composizioni qui presenti, a parte alcuni brani per organo solo, sono tutte molto piacevoli ed il gruppo certo non stenta ad eseguire senza alcuna sbavatura; d’altro canto furono perfetti nel concerto milanese e quindi non possono che apparirlo in disco. La registrazione è di quelle che tendono a portare il suono un po’ in avanti, lasciando indietro le risonanze dell’ambiente in cui è stata fatta la ripresa. In questo caso, posto che la registrazione è tonalmente bilanciata e anche timbricamente è di notevole livello, quell’attitudine non guasta. Mi piace comunque segnalare questa registrazione perché lo merita dal punto di vista tecnico, ma ancor più da quello artistico; è un peccato che certi gruppi musicali passino in secondo piano, quando invece meriterebbero più spesso gli onori della ribalta.
Cinque CD ... in ordine sparso di Angelo Jasparro
Vi presento 5 CD che spesso uso come riferimento per valutare il suono degli impianti. Non sono solo questi, né sono sempre utilizzati perché sono convinto che non si debbano usare dei veri e propri CD test, per due semplici motivi: il primo è quello dello sfruttamento esagerato di un disco, che porta col tempo al suo rifiuto totale. Ho troppo rispetto per la musica per permettere che ciò avvenga. Il secondo motivo è che un impianto dev’essere valutato per la sua capacità di riprodurre i suoni nel modo più simile a quello reale. Quindi trovo inopportuno confrontare i suoni che si stanno ascoltando, con quelli del proprio impianto. Utilizzare sempre gli stessi dischi che si conoscono troppo bene, porta ad inevitabili quanto errati confronti con un riferimento che, in certi casi, potrebbe persino cessare di essere tale. Certo, i dischi conosciuti devono passare, anche velocemente, per capire se con un determinato componente audio, si sta ottenendo qualcosa in più del solito. I dischi che qui sono elencati sono esempi di ottime realizzazioni musicali e tecniche, anche se non sempre sono citati nelle mie recensioni.
Bruce Springsteen, The Ghost of Tom Joad, Columbia CD 1995
Un disco atipico per il Boss, che si rifà in qualche modo a “Nebraska”, pubblicato oltre dieci anni prima. E’ composto da 12 ballate folk, eseguite con molti strumenti acustici, accompagnati dalle tastiere del compianto Danny Federici. Credo che sia già stato detto molto sulla validità artistica di questo disco, che ci racconta della disperazione degli emigrati messicani, della classe operaia nelle fonderie americane, dei veterani del Vietnam. Descritto così, mi rendo conto che possa apparire un’accozzaglia di brani retorici ma vi assicuro che non è così. I testi sono, come nelle abitudini di Springsteen, molto originali e ben scritti, a volte complessi da interpretare, indipendentemente dall’ostacolo della lingua. Come mai questo disco è tra le mie scelte, durante le prove degli impianti? Perché, semplicemente e contrariamente alle pessime registrazioni “rocchettare” del Boss è realizzato in modo impeccabile. La voce di Bruce è poco elaborata e gli strumenti hanno una buona naturalezza. Un disco da ascoltare al buio, concentrati su parole e musica e che, dopo tanti anni e tanti ascolti, presenta sempre qualcosa di nuovo.
London Symphony Orchestra, John Williams, The Hollywood Sound CD Sony
E’ uno di quei dischi di genere indefinito, che non sai se mettere nello scaffale della Classica o tra il pop. L’etichetta è “Sony Classical” ma i brani sono musiche da film. E’ un bellissimo disco, che ci presenta 16 musiche immortali, spesso vincitrici dell’Oscar per la colonna sonora. 70 minuti di brani stupendi, eseguiti da una delle orchestre migliori del mondo, diretta da uno che di musiche da film se ne intende, visto che 3 dei brani sono composti proprio da John Williams. L’Ouverture di Lawrence d’Arabia, il tema principale de “La mia Africa”, "Il Padrino II” o “Balla coi lupi”, sono eseguiti alla perfezione. La registrazione fa parte delle serie migliori di Sony ed è una 20 bit. Il CD riporta anche il marchio “Dolby Surround” e chi disponga di un impianto multicanale può sfruttare anche questa caratteristica. L’estensione in bassa frequenza sui colpi di timpano è eccezionale e se avete diffusori in grado di riprodurre questo disco a volumi “live” (ma non necessariamente) non vi pentirete di averlo acquistato. Dinamica ottima e abbondante. Incredibile anche la ripresa del soundstage. Un fantastico lavoro, che vi permetterà di sfruttare appieno le caratteristiche del vostro sistema audio, senza obbligarvi alla solita lagna dei dischi audiofili realizzati con vocina e contrabbasso. Se non volete farvi dei nemici, non portatelo agli show audio, che potreste mettere in crisi più di un impianto. Io non vi ho detto niente, eh …
Gianluigi Trovesi Nonet, Round About a Midsummer’s Dream, Enja CD 2000
Atipiche le sonorità delle composizioni di questo musicista bergamasco, ufficialmente musicista jazz ma anche raffinato compositore di brani folk, che si rifanno, in questo caso, al barocco o al folk italiano, così come a ritmi Afro-americani, in una mescola di sensazioni capaci di trasportare l’ascoltatore in un mondo incantato e sconosciuto, che in nessun modo ricorda strade già percorse o luoghi già visti, con alcuni spunti melodici di livello estremamente alto. L’ispirazione per queste composizioni arriva dall’opera di Shakespeare “Sogno di una notte di mezza estate” (e da qui il titolo del CD). Le registrazioni sono state effettuate parzialmente dal vivo a Karlsruhe ed in studio a Monaco (Germania). La scelta dei musicisti appare inappuntabile, visti i risultati. La musica pare suonata da un’unica persona, tanto sono integrati e ben diretti tutti gli esecutori. La registrazione è davvero degna di nota per naturalezza, dinamica ed estensione in frequenza. Anche qui, sarebbe consigliabile (e quando no?) un impianto senza troppe limitazioni nel riprodurre buone pressioni sonore ed ampia risposta in frequenza. Brani come “Orobop”, ricchi di percussioni ed intrecci strumentali da ascoltare a volume congruo (ma anche da dipanare senza esitazioni), guadagneranno enormemente da una riproduzione accurata e con la “spinta” giusta. Anche questo è un CD che non dovrebbe mancare nella vostra discoteca.
AAVV - Buena Vista Social Club, World Circuit CD 1997
Un disco di composizioni varie, tutte cubane, eseguite da alcuni inarrivabili artisti del Paese centramericano, che erano stati dimenticati e “pensionati” anticipatamente. Un grande Ry Cooder li ha riscoperti ed ha prodotto questo disco/documentario, appena in tempo, prima che alcuni di loro, già piuttosto avanti con l’età, lasciassero questo mondo. Nomi come quello di Compay Segundo, Ibrahim Ferrer, Omara Portuondo, Rubén Gonzales, “Puntillita” Licea, “Cachaito” Lopez, Eliades Ochoa, non potevano essere così facilmente cadere in un ingiusto oblìo. E qui sta il lavoro di Cooder; la loro riscoperta, i nuovi arrangiamenti a cura dello stesso Ry e del figlio Joachim, estremamente rispettosi della cultura originale cubana che, come tutti saprete, è fucina di ritmi e composizioni che da due secoli girano il mondo. Salsa, Son, Danzòn, Bolero, Tumbao, sono originari del piccolo Paese centramericano, che ha profondamente assimilato gli antichi ritmi tribali portati in America dagli schiavi africani ed adattato splendidamente alla cultura india. Nessun altro Paese dell’America Latina ha dato tanto alla musica, probabilmente. Ecco quindi un CD che porta esempi di musica cubana raffinata ed elegante, che non scade mai negli eccessi di certi ritmi moderni provenienti da Paesi vicini, che in nome della ballabilità a tutti i costi, hanno involgarito ciò che era nato nobile. Realizzazione tecnica molto buona. Il basso molto presente, tipico delle registrazioni e del gusto latinoamericano, va controllato bene da un impianto messo a punto, per evitare di sporcare la gamma media.
Pink Floyd, Wish You Were Here - EMI CD/SACD 2011
Dire qualcosa su questo disco che non sia già stato detto in passato, è pressoché impossibile. Ci limitiamo quindi a ribadire l’elevata qualità artistica, riconosciuta dalla critica (e da molti fan dei Pink Floyd) con un ritardo di qualche anno. Ricordo (ahimè, c’ero ed ero già in grado di leggere ed assimilare ciò che mi circondava) che a suo tempo il disco fu criticato perché ritenuto troppo “commerciale” dai fan più “alternativi” del gruppo inglese e dai critici tromboni. Si diceva non fosse all’altezza del predecessore “The Dark Side od The Moon”. Oggi sappiamo che forse era meno innovativo a livello di composizione ma la realizzazione appare più matura, “professionale”, se così possiamo esprimerci. In più, il livello tecnico della ripresa del suono, è decisamente un passo in avanti rispetto al disco del prisma. Utilizzare l’immortale “Shine on You Crazy Diamond” per valutare in un solo colpo la trasparenza in gamma media ed acuta dell’impianto, oltre al controllo del basso, con un brano che ancora non stanca all’ascolto, ci obbliga a consigliare a tutti gli amanti della musica e dell’alta fedeltà, di averlo in casa. Ne sono uscite molte versioni, a seguito di infinite rimasterizzazioni, non tutte dello stesso livello tecnico. Per conoscenza personale, possiamo consigliarvi l’edizione in LP originale e le successive rimasterizzazioni su vinile, mentre per i CD la situazione è meno allegra. Se potete, regalatevi l’edizione in SACD della quale stiamo parlando qui, che non ha niente da invidiare alle edizioni analogiche.
Cinque registrazioni di musica vocale di Domenico Pizzamiglio
Inizia una piccola sequenza di registrazioni per così dire "consigliate", registrazioni artisticamente valide, ma anche caratterizzate da buone qualità tecniche che noi stessi spesso utilizziamo nelle nostre prove d'ascolto. In questo caso si tratta di musica vocale, repertorio che io stesso ho praticato per lungo tempo e che conosco abbastanza bene non solo per averlo cantato, ma anche per averne fatto tanti ascolti dal vivo nel corso di miei oltre cinquant'anni di vita. Con questa iniziativa, noi di Audio-Activity.com speriamo di farvi cosa utile e gradita nel segnalare alcune registrazioni che riteniamo valide. Questa è una prima uscita e seguiranno poi altri repertori.
AA.VV., Puer Natus Est, Stile Antico, Harmonia Mundi HMU807517 SACD/CD Composizioni del XVI secolo (Tallis, Byrd, Sheppard, Taverner e altri)
Il gruppo Stile Antico è di recente formazione; tuttavia è già artisticamente maturo. Composto da giovani di bella voce e ottima capacità d’insieme, nel 2011 è stato protagonista di un bellissimo concerto nella chiesa di Santa Maria della Passione, a Milano. Rimarchevole è la capacità delle soprano di salire sul pentagramma senza il benché minimo segnale di fatica, di suono di gola, ma sempre con una sonorità piena, ricca e limpida. In questo cd si ritrova molto di quella sonorità percepita dal vivo e solo la prospettiva della scena è ovviamente un po’ schiacciata (un impianto in una stanza domestica non vale la seconda chiesa di Milano per ampiezza). Lo strato CD è senz’altro ottimo, ma ancor più lo è lo strato SACD che mi portò, quando davo il mio contributo alle critiche musicali per Audiophile Sound ad attribuire un “ottimo” che mi son sentito onestamente di dare (anche dal punto di vista artistico). Il repertorio è quello classico d’elezione del gruppo che pur essendosi formato per accompagnare Sting nei suoi concerti, ha saputo affermarsi come autentico “competitor” dei Tallis Scholars. Esperienza di vita: acquistato il cd, ricordo di averlo aperto durante una dimostrazione in un negozio di hi-fi milanese. Dopo le prime battute, poche invero, tutti i presenti han voluto sapere di che cd si trattasse e ne anno appuntato il nome. Ed anche al Milano Hi-End 2012 la situazione non è stata diversa.
Gregorio Allegri, Miserere, The Tallis Scholars, Gimell (anno 2008) CD (prima metà XVII secolo)
L’ultima registrazione del Miserere ad opera del notissimo gruppo inglese dei Tallis Scholars, avvenuta nel 2007. Questa esecuzione è diversa rispetto alle altre precedentemente registrate dai Tallis perché diversa è la linea del secondo coro e perché in questo caso la soprano primo canta degli “abbellimenti” come si pensa venissero eseguiti all’epoca alla vaticana Cappella Sistina. Sulle qualità del gruppo nulla da dire, com’è ovvio. La capacità di questo coro di lavorare in assoluta coesione e di ricercare sonorità chiare, pulite, cosicché chi ascolta non perda alcun intervento, è ormai nota. Per quanto riguarda la registrazione, posso affermare che timbricamente è molto vicina alla sonorità del gruppo come ascoltato nel 2011, sempre a Milano e sempre in Santa Maria della Passione (fu il concerto successivo a quello degli Stile Antico, nel cartellone della rassegna Milano ArteMusica). Ci sono ovviamente delle differenze tra un ascolto dal vivo ed uno riprodotto. Ambienza a parte, le differenze sono rappresentate dal secondo coro (un tenore solo) che nella registrazione canta davanti all’ascoltatore, mentre in Santa Maria della Passione era posto dietro agli ascoltatori – e nel mio caso, che stavo in ultima fila, era a meno di un metro dalle mie orecchie - e poi la soprano primo che quando “spinge” per cantare i do sopra il rigo del terzo coro, nella registrazione la si percepisce bene ma piuttosto lontana, mentre dal vivo, aiutata dall’abside della chiesa che fungeva da tromba esponenziale, pur se lontana assordava gli ascoltatori. Il Miserere contenuto nel cofanetto n. 3 dell’edizione che comprende le migliori registrazioni dei Tallis. L’acquisto non è particolarmente impegnativo perché i cofanetti sono “nice price” ed nel caso del volume 3 si tratta di musica principalmente del XVI secolo, con un’incursione nel XVII costituita proprio dal Miserere.
AA.VV, Hear My Words, Choir Of Saint John College, Chandos CHSA5085 SACD/CD Composizioni di Gries, Frank, Tallis, Allegri, Rutter e altri (dal XVI al XXI secolo)
CD già noto ai lettori perché ne ha scritto Angelo Jasparro. Un coro inglese, con bambini al posto delle donne nella parte dei soprano. Beelle esecuzioni, accurate ma morbide. Anche qui è presente il Miserere di Allegri, in una esecuzione con pause più accentuate rispetto a quella dei Tallis; un miserere molto meditato, che dà un senso di benessere e di rilassamento (non per altro, il papa Urbano VII ne impedì la divulgazione ritenendo la partitura addirittura “sensuale”). L’intonazione dei bambini è ottima, contrariamente a quanto accade con certi cori tedeschi (le Cantate di Bach nell’esecuzione Harnoncourt ne sono un esempio) ed il coro tutto ha un eccellente gioco d’insieme. La registrazione è molto ben curata, ottima nello strato CD e ancor meglio in quello SACD. Cattura la sensazione di ambienza, che è calibrata al punto giusto, come dà prova l’accompagnamento del violoncello nel Panis Angelicus di César Franck con un suono che dà l’idea di grandi risonanze. Acquistato per curiosità, è diventato uno dei nostri riferimenti fissi.
Arvo Pårt, Passio Secundum Johannes, Hilliard Ensemble, ECM New Serie 1370 CD Musica contemporanea (seconda metà XX secolo)
Gioie e dolori della musica di Arvo Pårt (o lo si ama, o si tende ad odiarlo). Altro gruppo di fama mondiale, l’Hilliard Ensemble ha una lunghissima collaborazione con Pårt che gli ha dedicato svariate composizioni. La Passio non è un’opera propriamente facile. E’ una composizione lenta, meditabonda, fatta di frasi ripetute in modo quasi ossessivo, che rimanda in parte alla tradizione gregoriana. Può senz’altro non piacere, pur se porta in sé qualcosa di affascinante ce dopo lo stordimento del primo ascolto, potrebbe portare verso un vero piacere. Le capacità tecniche dell’Hilliard sono invidiabili e la Passio è una prova ardua per qualsiasi gruppo, superata benissimo dagli inglesi. Sono richieste intonazione, capacità di cantare in pianissimo, di tenere le note, di saper variare dinamicamente la voce, passando dal pianissimo, al mezzo-forte e poi ridiscendere verso il pianissimo. Loro non hanno alcun problema; e non in sede di registrazione, ma proprio dal vivo, come abbiamo potuto ascoltare l’agosto scorso, sempre nella solita rassegna e chiesa già citate sopra (abbiamo perché c’era anche Angelo Jasparro). Timbricamente la registrazione è fedele e le voci sono ben riconoscibili; in questo caso, poi, c’è una buona dose d’ambienza che riporta alle sonorità ascoltate in concerto. Eccellente anche la capacità di restituire le pur minime variazioni dell’emissione vocale.
AA VV, STORIES, Theatre Of Voices, Paul Hillier Harmonia Mundi HMU 807527 SACD/CD Azioni sceniche e musiche della seconda metà del XX secolo
Le avanguardie della seconda metà del 900. Disco divertentissimo, molto particolare, che passa dal sacro al profano con grande facilità. Evidentemente non sono composizioni immediate; vanno ascoltate tenendo ben in evidenza il testo per capire cosa accade. Le composizioni passano dall’irriverente al serissimo e dando prova che le avanguardie tanto bistrattate avevano invece una base culturale assolutamente non disprezzabile. In alcuni brani pare echeggiare Palestrina. La registrazione è di livello eccellente, anche se è stata eseguita in modo da privilegiare la lettura dell’azione scenica che non il lato puramente audiofilo. La separazione stereo pare eccessiva, così come pochissima è l’ambienza; ma quell’effetto di destro/sinistro permette di meglio comprendere gli interventi degli artisti (bravissimi, precisissimi) e soprattutto permette a volte di sobbalzare sulla sedia perché pare che da un altoparlante sia uscito un esecutore in carne ed ossa. Consigliato; prima di tutto perché rappresenta un arricchimento culturale in ragione di un repertorio poco eseguito anche dal vivo (almeno qui in Italia) e consigliato perché la registrazione è ben fatta e diverte.