ASSOCIAZIONE MOZART MILANO Concerto del 14 febbraio 2018 Chiesa di San Marco, Milano W.A. Mozart: Sinfonia n. 38 in Re Magg. K 504 “Praga” (Adagio – Allegro; Andante; Finale - Presto) L.van Beethoven: Sinfonia n. 7 in La Magg. Op. 92 (Poco sostenuto – vivace; Allegretto; Scherzo: presto – Trio: assai meno presto; allegro con brio) Orchestra dell'Associazione Mozart di Milano Direttore Aldo Bernardi
Interessante concerto, lo scorso 14 febbraio, nell'ambito della stagione dell'Associazione Mozart Milano.
In programma due sinfonie; una spesso eseguita e molto famosa, la Settima di Beethoven ed una meno nota e purtroppo anche meno eseguita rispetto ad altre dello stesso compositore, ovvero la Sinfonia “Praga” di Mozart.
Più caratteristiche comuni contraddistinguono queste due composizioni. La tonalità maggiore; il fatto che strutturalmente entrambe le sinfonie inizino con un movimento diviso in due parti, con un attacco lento seguito da un tempo più veloce (la sequenza dei movimenti è indicata nel titolo di questo scritto); ma soprattutto entrambe sono contraddistinte da un ostinato senso del ritmo, tanto che Wagner definì la Settima “apoteosi della danza” (e certo alla danza si sarebbe riferito se avesse fatto riferimento alla Praga di Mozart). D'altro canto il ritmo scandisce la vita di noi tutti; tutto ciò che facciamo è connotato da quella cadenza temporale che chiamiamo ritmo; dal ritmo cosmico al ritmo cardiaco, tutto ha una cadenza regolare.
Nell'esecuzione della Settima il senso del ritmo si è percepito chiaramente, sia nel ben eseguito primo, come nell'altrettanto ben eseguito quarto movimento. Bellissimo il secondo movimento, il più “magico”, una della pagine più belle del Beethoven sinfonista, eseguito con un tempo di “allegretto” finalmente corretto e non invece tetro come spesso viene eseguito per caricarlo di una espressività che risulta invece più evidente con il solo rispetto dell'indicazione scritta da Beethoven stesso; piuttosto accentuato – ed inusuale – il rallentamento del tempo nel terzo movimento che tuttavia rispettava le indicazioni di Beethoven (da presto a molto meno presto). Se proprio un appunto lo si deve fare, riguarda gli archi che avrebbero dovuto essere in numero maggiore, ma è anche vero che l'Associazione Mozart Milano vive con i proventi dei concerti che organizza ed i mezzi non possono pertanto essere illimitati. Tuttavia l'equilibrio timbrico era buono anche se poco scintillante e anche un numero ridotto di archi rispetto a quanto solitamente accade, non ha creato problemi.
Diverso il discorso per quanto riguarda la Praga; l'esecuzione era monolitica, stilisticamente più verso Beethoven che verso Mozart, sia nel primo che nel terzo movimento. Il fraseggio è risultato troppo legato, così sottraendo in parte bellezza a quei due movimenti ai quali un tempo più serrato avrebbe giovato. Molto bello invece il secondo movimento, ben contrastato e carico di espressività. Tuttavia è stato difficile apprezzare più di tanto il lavoro dell'insieme, soprattutto per il terzo movimento, a causa degli interventi delle trombe e dei timpani, cui il compito di segnare il ritmo è assegnato, che sono stati spesso in ben percepibile ritardo.
In ogni caso l'affluenza di pubblico è stata buona; val sempre la pena ricordare che i concerti dell'Associazione Mozart Italia si avvalgono di una sola prova, posto che l'Associazione non gode né dei fondi né della visibilità che hanno altre istituzioni concertistiche milanesi.
Prossimo appuntamento con la Messa da Requiem di Verdi, sempre nella Chiesa di San Marco, la sera del 18 aprile.