ASUS Xonar Essence One Muses Edition
Nell’immaginario collettivo Asus significa computer. Ma questo lo si poteva dire sino a poco tempo fa. Ora si deve riconoscere alla dinamica Asus di essere diventata anche sinonimo di musica. E d’altro canto risulta difficile pensare che chi si occupa di studiare, progettare e costruire computer, prima o poi non arrivi anche a produrre dei DAC esterni per la cosiddetta musica liquida, che io, imperterrito, preferisco chiamare musica semplicemente digitale. Liquida mi dà una sensazione di disagio, come se qualcosa di liquido fuoriuscisse dalle casse acustiche; è un’immagine un po’ folle, ma mi si ripete alla mente ogni volta che sento quella definizione.
Qualche tempo addietro, la prefazione alla recensione del DAC MSB fatta da Angelo provocò qualche mal di pancia; qualcuno la giudicò corretta e condivisibile ma troppo diretta, troppo esacerbata nella sua schiettezza. Ma Angelo è un musicista e quindi per lui molte cose hanno il tratto dell’usurpazione, della violenza nei confronti della musica. La mia posizione non è affatto diversa; e forse anche più dura della sua. Anch’io con la musica ho avuto incontri molto ravvicinati (ho cantato repertorio barocco e rinascimentale sino a poco tempo fa) e francamente, vedere interi hard-disk carichi di “Arte” (perché la musica è Arte) che vagano in giro senza nessun rispetto, mi da’ sui nervi. Come poi la questione dello scarico libero da Internet; non si capisce perché un Lucio Fontana lo si paghi anche 200.000,00 Euro e una Quinta di Beethoven invece sia gratuita.
Ciò detto, in tutto questo discorso non c’entrano i produttori di apparecchi audio che giustamente mettono a disposizione del pubblico un dispositivo e quindi non sono coinvolti da questioni di mero costume che invece devono riguardare il singolo fruitore.
Qualche tempo addietro, la prefazione alla recensione del DAC MSB fatta da Angelo provocò qualche mal di pancia; qualcuno la giudicò corretta e condivisibile ma troppo diretta, troppo esacerbata nella sua schiettezza. Ma Angelo è un musicista e quindi per lui molte cose hanno il tratto dell’usurpazione, della violenza nei confronti della musica. La mia posizione non è affatto diversa; e forse anche più dura della sua. Anch’io con la musica ho avuto incontri molto ravvicinati (ho cantato repertorio barocco e rinascimentale sino a poco tempo fa) e francamente, vedere interi hard-disk carichi di “Arte” (perché la musica è Arte) che vagano in giro senza nessun rispetto, mi da’ sui nervi. Come poi la questione dello scarico libero da Internet; non si capisce perché un Lucio Fontana lo si paghi anche 200.000,00 Euro e una Quinta di Beethoven invece sia gratuita.
Ciò detto, in tutto questo discorso non c’entrano i produttori di apparecchi audio che giustamente mettono a disposizione del pubblico un dispositivo e quindi non sono coinvolti da questioni di mero costume che invece devono riguardare il singolo fruitore.
Molto carino questo DAC. Piccolo e molto pesante. Con tutta una serie di funzioni che lo danno già per apparecchio maturo; non ci sono solo le uscite sbilanciate, ma anche bilanciate; una eccellente amplificazione interna per cuffia; la capacità di gestire tutti i formati; oversampling; mute; e la possibilità di lavorare come preamplificatore. Quindi, per chi sceglierà di ascoltare solo con musica liquida, non resterà che avere un PC (anche con S.O. Windows, posto che viene dato in dotazione un cd che permette l’uso non solo con MAC) scegliere delle casse, magari amplificate, magari wireless e si potrà godere della musica nel proprio ambiente d’ascolto con ben poco ingombro di spazio. E forse, in questa visione futurista del mondo, è anche sbagliato fare un esame troppo approfondito per andare alla ricerca del pelo nell’uovo (cosa che comunque farò) perché pare fin troppo chiaro l’intento di portare la musica a tutti quanti, anche con i sistemi più avanzati che certi dinosauri dell’audio (io sono il primo) faticano a comprendere e sfruttare appieno e forse con ricerche meno spasmodiche di qualità assolute che connotano gli audiofili esteti del suono perfetto.
Come già anticipato, l’apparecchio è molto completo. Funziona sia come pre, che come eventuale semplice DAC, con l’aggiunta del volume in uscita, però, perché non c’è un’uscita “direct”. Sul retro troviamo la presa IEC per l’alimentazione, la presa USB, la presa ottica e coassiale digitale e le uscite sia sbilanciate che bilanciate. Sul davanti ci sono il pulsante d’accensione, di mute, di scelta dei tre ingressi, dell’oversampling, la manopola del volume (coronata dai display dei formati disponibili) e la presa cuffia con il relativo comando di volume.
I DAC interni sono sviluppati da ASUS (C-Media CM6631 High-Definition Sound Processor) e sono il meglio attualmente prodotto (anche se questa affermazione lascia il tempo che trova; gli aggiornamenti in campo digitale sono quasi giornalieri, ormai).
Scaricata la piattaforma Foobar, il DAC, pronto per l’ascolto, è stato inserito nel mio impianto composto dal preamplificatore Spectral DMC 12, dall’amplificatore finale Wyred4Sound ST 250 (scelto in questo contesto perché in classe D e quindi in qualche modo digitale) e le casse acustiche Audio Note AN E SPx.
Come già anticipato, l’apparecchio è molto completo. Funziona sia come pre, che come eventuale semplice DAC, con l’aggiunta del volume in uscita, però, perché non c’è un’uscita “direct”. Sul retro troviamo la presa IEC per l’alimentazione, la presa USB, la presa ottica e coassiale digitale e le uscite sia sbilanciate che bilanciate. Sul davanti ci sono il pulsante d’accensione, di mute, di scelta dei tre ingressi, dell’oversampling, la manopola del volume (coronata dai display dei formati disponibili) e la presa cuffia con il relativo comando di volume.
I DAC interni sono sviluppati da ASUS (C-Media CM6631 High-Definition Sound Processor) e sono il meglio attualmente prodotto (anche se questa affermazione lascia il tempo che trova; gli aggiornamenti in campo digitale sono quasi giornalieri, ormai).
Scaricata la piattaforma Foobar, il DAC, pronto per l’ascolto, è stato inserito nel mio impianto composto dal preamplificatore Spectral DMC 12, dall’amplificatore finale Wyred4Sound ST 250 (scelto in questo contesto perché in classe D e quindi in qualche modo digitale) e le casse acustiche Audio Note AN E SPx.
Quindi, alla resa dei conti e dopo tutta la tecnologia racchiusa nell’apparecchio, come suona il nostro DAC? Bene, anche se devo dire che è meglio usarlo come preamplificatore tout-court piuttosto che farlo passare attraverso un ulteriore stadio di preamplificazione. Forse l’uscita massima non è adatta a tutti i finali; non ho avuto particolari problemi con il Wyred4Sound, ma devo dire che la manopola del DAC virava spesso verso il massimo. In ogni caso, non sono mai stato in debito di SPL perché l’impianto ha saputo essere esplosivo con i generi che lo richiedevano.
L’ASUS suona ovviamente bene. Velocissimo nella scelta dei formati, ripropone un suono riposante che al momento giusto sa anche essere dinamico quanto basta. Come detto avrei preferito che fosse dotato di una uscita fissa, ma anche passando attraverso la preamplificazione Spectral, il carattere non si è modificato più di tanto.
All’arrivo del DAC, la prima cosa che ho fatto è stata semplicemente il collegare l’uscita digitale del lettore di CD utilizzando quindi il DAC Asus come un semplice DAC esterno con il consueto standard CD. Rispetto al lettore di CD integrato, il suono con il DAC Asus è risultato immediatamente più morbido nella parte alta; il che non vuol dire che sia sottrattivo, ma solo che le frequenze acute sono porte con maggior delicatezza. Non manca nulla del segnale, anche perché la gamma media e quella bassa sono ben restituite. Semmai sembra che manchi un po’ di dinamica, ma solo perché il segnale trattato dal DAC Asus risulta meno colorato nella regione medio-bassa rispetto al DAC interno del mio lettore (Pioneer); alla resa dei conti si capisce perfettamente che il DAC Asus non manca per nulla di dinamica e che la fugace sensazione che portava in leggero vantaggio il lettore CD altro non era che una sonorità forse più comunicativa del DAC del lettore. Devo dire che qui ho avuto una netta sensazione di quanto cambino i risultati cambiando il cavo digitale coassiale; so che molti sono scettici, ma per certe prove chiedo ausilio a terzi, che cambino i cavi in modo tale che io non veda e se su dieci tentativi ci azzecco dieci volte, vuol dire che evidentemente qualche differenza c’è (e poi io non sono mica un mago …). Il cavo che mi è stato dato in prestito, un XLO top, ha manifestato una miglior definizione di tutto lo spettro audio, ma in particolare ha posto in leggera evidenza la gamma acuta, riportando aria alla riproduzione rispetto al cavetto da computer che ho sempre usato, così come rispetto al vecchio cavo della Audioquest che ai tempi costava uno sproposito (non che l’XLO avuto in prestito costasse come un pacchetto di patatine! Anche lui ha il suo bel costo).
Poi, ovviamente, dopo aver opportunamente configurato il PC, ho iniziato ad ascoltare musica da quella sorgente. Anche qui, il cambio del cavo USB qualcosa ha modificato, pur di poco, ma il cavo DCS prestatomi da Angelo (Jasparro) ha reso più definito il suono rispetto al cavetto standard fornito da Asus. Certo è che quanto ci si spinge sui formati più performanti, il suono inizia ad assumere sembianze umane che attraggono sempre più. E’ il caso di alcuni brani della norvegese 2L ed in particolare del Concerto Fantastico di Annar Follosø dove non solo non si soffre di alcuna costrizione dinamica, ma c’è una ricchezza timbrica che restituisce un’orchestra completa, anche nelle grandi percussioni (in particolare la grancassa che ha un sapore vero, come praticamente mai m’era capitato di ascoltare) e dotata dei tanti colori orchestrali ai quali non si può restare indifferenti.
Come detto la sonorità è ambrata; il che non vuol dire che l’apparecchio sia semplicemente scuro, perché in tal caso verrebbero a mancare alcune parti del messaggio audio, ma solo che la parte alta è leggermente arretrata e ciò all’atto pratico comporta solo una maggiore profondità della scena sonora, con alcuni strumenti che sembrano arretrati. Forse al primo momento il suono sembra meno vivace che con altri apparecchi, ma le vere caratteristiche di un apparecchio le si percepiscono sulla lunga distanza e spesso gli ascolti veloci, magari comparativi in un negozio, finiscono per fuorviare. Personalmente ritengo importante che un apparecchio manifesti la maggior quantità di differenze tra una registrazione e l’altra e l’Asus questo lo fa bene. Con certi files veramente la sensazione di concretezza del suono è stata della massima soddisfazione.
Quindi, un DAC da lunghi ascolti ed anche benevolo nei confronti di certe registrazioni un po’ “caciarone” che altrimenti risulterebbero fastidiose, soprattutto ad alti volumi.
Il costo dell’apparecchio è stimato intorno ai 900,00 €; quindi questo Asus non è propriamente un apparecchio nato tanto “per iniziare”, ma si propone come un apparecchio grazioso esteticamente, ben costruito e molto curato, che ha la pretesa di essere compagno per un lungo periodo e se il suono vi piace (sull’operatività non c’è nulla da dire) il DAC è il vostro.
Sicuramente non è da considerare di secondaria importanza la garanzia di un marchio come Asus, anche in termini di garanzia e di assistenza.
Domenico Pizzamiglio
Produttore: ASUSTeK
Prezzo: euro 899,00
L’ASUS suona ovviamente bene. Velocissimo nella scelta dei formati, ripropone un suono riposante che al momento giusto sa anche essere dinamico quanto basta. Come detto avrei preferito che fosse dotato di una uscita fissa, ma anche passando attraverso la preamplificazione Spectral, il carattere non si è modificato più di tanto.
All’arrivo del DAC, la prima cosa che ho fatto è stata semplicemente il collegare l’uscita digitale del lettore di CD utilizzando quindi il DAC Asus come un semplice DAC esterno con il consueto standard CD. Rispetto al lettore di CD integrato, il suono con il DAC Asus è risultato immediatamente più morbido nella parte alta; il che non vuol dire che sia sottrattivo, ma solo che le frequenze acute sono porte con maggior delicatezza. Non manca nulla del segnale, anche perché la gamma media e quella bassa sono ben restituite. Semmai sembra che manchi un po’ di dinamica, ma solo perché il segnale trattato dal DAC Asus risulta meno colorato nella regione medio-bassa rispetto al DAC interno del mio lettore (Pioneer); alla resa dei conti si capisce perfettamente che il DAC Asus non manca per nulla di dinamica e che la fugace sensazione che portava in leggero vantaggio il lettore CD altro non era che una sonorità forse più comunicativa del DAC del lettore. Devo dire che qui ho avuto una netta sensazione di quanto cambino i risultati cambiando il cavo digitale coassiale; so che molti sono scettici, ma per certe prove chiedo ausilio a terzi, che cambino i cavi in modo tale che io non veda e se su dieci tentativi ci azzecco dieci volte, vuol dire che evidentemente qualche differenza c’è (e poi io non sono mica un mago …). Il cavo che mi è stato dato in prestito, un XLO top, ha manifestato una miglior definizione di tutto lo spettro audio, ma in particolare ha posto in leggera evidenza la gamma acuta, riportando aria alla riproduzione rispetto al cavetto da computer che ho sempre usato, così come rispetto al vecchio cavo della Audioquest che ai tempi costava uno sproposito (non che l’XLO avuto in prestito costasse come un pacchetto di patatine! Anche lui ha il suo bel costo).
Poi, ovviamente, dopo aver opportunamente configurato il PC, ho iniziato ad ascoltare musica da quella sorgente. Anche qui, il cambio del cavo USB qualcosa ha modificato, pur di poco, ma il cavo DCS prestatomi da Angelo (Jasparro) ha reso più definito il suono rispetto al cavetto standard fornito da Asus. Certo è che quanto ci si spinge sui formati più performanti, il suono inizia ad assumere sembianze umane che attraggono sempre più. E’ il caso di alcuni brani della norvegese 2L ed in particolare del Concerto Fantastico di Annar Follosø dove non solo non si soffre di alcuna costrizione dinamica, ma c’è una ricchezza timbrica che restituisce un’orchestra completa, anche nelle grandi percussioni (in particolare la grancassa che ha un sapore vero, come praticamente mai m’era capitato di ascoltare) e dotata dei tanti colori orchestrali ai quali non si può restare indifferenti.
Come detto la sonorità è ambrata; il che non vuol dire che l’apparecchio sia semplicemente scuro, perché in tal caso verrebbero a mancare alcune parti del messaggio audio, ma solo che la parte alta è leggermente arretrata e ciò all’atto pratico comporta solo una maggiore profondità della scena sonora, con alcuni strumenti che sembrano arretrati. Forse al primo momento il suono sembra meno vivace che con altri apparecchi, ma le vere caratteristiche di un apparecchio le si percepiscono sulla lunga distanza e spesso gli ascolti veloci, magari comparativi in un negozio, finiscono per fuorviare. Personalmente ritengo importante che un apparecchio manifesti la maggior quantità di differenze tra una registrazione e l’altra e l’Asus questo lo fa bene. Con certi files veramente la sensazione di concretezza del suono è stata della massima soddisfazione.
Quindi, un DAC da lunghi ascolti ed anche benevolo nei confronti di certe registrazioni un po’ “caciarone” che altrimenti risulterebbero fastidiose, soprattutto ad alti volumi.
Il costo dell’apparecchio è stimato intorno ai 900,00 €; quindi questo Asus non è propriamente un apparecchio nato tanto “per iniziare”, ma si propone come un apparecchio grazioso esteticamente, ben costruito e molto curato, che ha la pretesa di essere compagno per un lungo periodo e se il suono vi piace (sull’operatività non c’è nulla da dire) il DAC è il vostro.
Sicuramente non è da considerare di secondaria importanza la garanzia di un marchio come Asus, anche in termini di garanzia e di assistenza.
Domenico Pizzamiglio
Produttore: ASUSTeK
Prezzo: euro 899,00