Avalon Idea
E’ curioso
come anche nel nostro settore, il mercato vada soggetto a mode. Non dovrebbe
essere così, il suono corretto resta tale anche a distanza di anni ed
indipendentemente dai concorrenti che nascono (o muoiono). Eppure capita che
alcuni marchi restino sulla cresta dell’onda per qualche anno, per poi
appannarsi per un certo periodo di tempo, in attesa di tornare ai fasti
precedenti. La mia impressione è che ad Avalon sia successo qualcosa di simile.
Fino a pochissimi anni fa i suoi diffusori erano continuamente portati ad
esempio della massima tecnologia elettroacustica, ora meno. Il motivo è
inspiegabile, dal nostro punto di vista, visto che la qualità dei prodotti e le
loro prestazioni continuano ad essere al top della produzione mondiale. Alcuni
marchi che, per un certo periodo, sono sembrati in condizione di “oscurare”
Avalon, sono già scomparsi, di altri potremo dire con certezza solo in futuro.
Noi di Audio-activity non seguiamo le mode, ci sembra sbagliato. Preferiamo
fare presente ai nostri lettori che alcuni marchi ci sono ancora e che lavorano
seriamente e su basi solide, proseguendo per una strada ben battuta ed
affidabile. La storia dell’alta fedeltà è costellata di meteore che sembravano
aver scoperto l’acqua calda e che, dopo pochi anni, sono finite nel
dimenticatoio. Evidentemente, non avevano scoperto niente più di un buon
marketing manager.
Riascoltare un diffusore Avalon è per chi vi scrive, sempre un piacere. Nella mia storia di appassionato di audio ho posseduto, dopo averle recensite, i modelli Ascendant ed Opus Ceramique. Ho inoltre recensito anche le Mixing Monitor ed ascoltato praticamente tutti i modelli Avalon di questi ultimi anni. Le Idea, che oggi abbiamo in prova, sono attualmente il modello più piccolo della linea da pavimento di Avalon e direi che prendono il posto delle Symbol, se non fosse che le Idea sono di livello decisamente superiore, sia come resa sonora, che come costruzione. Sono infatti delle vere Avalon e come tali immediatamente identificabili al primo sguardo. A circa un anno dalla loro introduzione sul mercato, mi è sembrato interessante rinfrescare la memoria su queste creature di Neil Patel, prodotte a Boulder, Colorado. Il nome mi sembra azzeccato, così come l’idea (ecco, appunto …) di creare un modello facilmente percepito come Avalon, come detto poco sopra. Ecco quindi la linea tipica del marchio, visto che Idea è identica esternamente ad Ascendant, dalla quale si distingue per dimensioni e peso leggermente inferiori, oltre che per un diverso tweeter. Abbiamo quindi per le mani un diffusore dalla finitura particolarmente curata, ordinabile in 6 diverse impiallacciature, e dalla forma classica di Avalon, che tende a ridurre la dimensione del baffle attorno al tweeter. Ottimi i connettori Cardas, che hanno ormai su vari modelli sostituito gli scomodissimi morsetti a vite posti sotto la base del diffusore, che obbligavano a contorsioni per connettere i cavi, se non si aveva una seconda persona che aiutasse a svolgere l’operazione. Anche la griglia ha la classica forma di quelle delle sorelle maggiori e deve essere sempre lasciata montata, avendo la funzione di annullare le riflessioni del baffle, essendo dotata di uno spesso strato di feltro, sagomato in modo da non ostacolare l’uscita del suono diretto. Il diffusore è a 2 vie e dispone di 2 woofer da 7” realizzati in composito Nomex-Kevlar e di 1 tweeter al neodimio con cupola dichiarata in composito proprietario, che alla vista sembra ceramica e che ha l‘aria di essere prodotto da Eton, come i woofer. La sensibilità dichiarata è di 88 dB, e l’impedenza è di 4 Ohm. Risposta in frequenza: 28-22000 Hz, potenza consigliata 50-300 W. Il peso è di 27 Kg cad. Il carico è in bass-reflex, con tubo d’accordo posizionato sul fondo del diffusore. Al fine di fornire il carico corretto rispetto al pavimento, vengono fornite le solite 3 punte, chiamate APEX Couplers, da posizionare sotto il diffusore e che daranno all’accordo la misura prevista in fase di progetto.
Vediamo quindi se Neil Patel è riuscito a produrre un’Avalon adatta ad ambienti non troppo spaziosi e che conservi il suono della Casa, a differenza dei modelli precedenti ed ora fuori produzione che, pur avendo ottime caratteristiche (soprattutto la Symbol, secondo me), sembravano provenire da progetti che avevano poco in comune coi modelli superiori. Il posizionamento in ambiente è quello classico per Avalon: almeno un metro dalla parete di fondo ed 80 cm da quella laterale, parallele alla parete di fondo, per ottenere lo strepitoso soundstage del quale sono capaci questi diffusori. Gli spostamenti fini dipenderanno dai modi risonanti del vostro ambiente d’ascolto, in modo da ottenere una gamma bassa corretta, e niente di più. Al resto pensano le Idea. Quanto bene ci pensino, è ciò che andiamo a verificare, dopo averle collegate al seguente impianto: giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Scan Tech Lyra Helikon, cavo phono: LAT International XLR, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, cavo tra pre phono e preamplificatore: Transparent Super XLR, lettore CD/SACD dCS Puccini+U-Clock Puccini, cavo tra lettore digitale e preamplificatore: MIT Oracle MA Proline, preamplificatore: MBL 4006, cavo tra pre e finali: MIT Oracle MA-X Proline, finali: Bryston 7B ST, cavi di potenza: Precide, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, filtro di rete: Black Noise 2500.
Il primo vinile sul piatto è “La Luna”, di Angelo Branduardi (RCA). La registrazione è inaspettatamente buona, sebbene chi conosca Branduardi sappia quanto tenga alla qualità delle riprese audio. Certo, ci sono svariati effetti su voce e strumenti ma ciò non incide sulla qualità di ciò che si ascolta. Il primo brano è suonato con vari strumenti a corda, piazzati brutalmente nei due canali ma ciò non fa alcuna paura alle Avalon che hanno, come caratteristica precipua, quella di scomparire dalla scena. Una volta che il cospicuo addebito per il loro acquisto sarà passato sul vostro conto corrente, le dimenticherete. Il suono si sviluppa abbondantemente alle loro spalle e si viene catapultati in un teatro, qualche fila dietro le prime, di solito riservate a politici, amici degli amici, parenti ed affini. In “Donna mia”, il duetto voce/pianoforte rispecchia esattamente ciò che si chiede (o si dovrebbe chiedere) ad un impianto hi-fi: correttezza timbrica, equilibrio tonale e restituzione naturale dei dettagli. Il disco “Milva e dintorni” (LP Ricordi) è, oltre che un disco di interessanti composizioni di Franco Battiato, un’ottima registrazione. Anche qui le Idea ci ricordano quanto vogliano tenersi lontane dai suoni “sparati in faccia”, sebbene la gamma media non sia certo carente in alcun aspetto. La gamma alta è leggermente arretrata, mentre il basso elettrico assume il corretto ruolo da protagonista, come richiesto da questa registrazione, risultando un po’ monocorde solo in rari frangenti. Come già accennato, la coerenza tra le varie gamme è esente da critiche. Che i crossover che escono dalle mani di Neil Patel siano particolarmente buoni, non è una novità. Il suono è omogeneo e giunge alle orecchie con naturalezza e notevole piacere d’ascolto. Stiamo parlando di parametri più facilmente raggiungibili con diffusori a due vie, peraltro. D’altra parte, questi ultimi soffrono della tendenza a “sporcare” la gamma media, quando si richiede al midwoofer di riprodurre, a pressioni elevate, suoni gravi, magari prolungati nel tempo, forieri di distorsioni piuttosto apprezzabili. Questa criticità è quasi inavvertibile nelle Idea, ma sempre in relazione alla pressione sonora richiesta. Il vinile “Live in Paris, April 23rd, 1966” del quintetto di Julian “Cannonball” Adderley è il classico disco di jazz registrato utilizzando male la tecnica stereofonica, ammassando gli strumenti nei due canali e lasciando il classico “buco” centrale. Le Avalon stemperano molto questo difetto, grazie alla loro ampia dispersione orizzontale, e rendono più gradevole l‘ascolto del concerto.
Nel Piano Concerto n.2 di Brahms diretto da Bernard Haitink (vinile London Digital), il pianoforte suonato da Vladimir Ashkenazy è corposo e stupendo, mentre la dinamica della Vienna Philharmonic è molto ben descritta nel mio ambiente d’ascolto. Quasi incredibile se si valutano le ridotte dimensioni di questi diffusori. Ottima è, come sempre, la ricostruzione del soundstage, anche per merito della buona discesa in frequenza della riproduzione di contrabbassi e timpani, riprodotti con basse distorsioni e giusta forza. Gli archi non sono affaticanti, seppure ben presenti. Anche quando le registrazioni prevedono quel basso “pesante” che spesso manda in crisi impianto e risonanze ambientali, le Idea restano padrone della situazione, senza nasconderlo ma controllandolo a dovere. Molto buona la capacità delle Avalon di reggere le elevate pressioni sonore che impongo loro durante l’ascolto di “The Division Bell” dei Pink Floyd (CD EMI). Il suono comincia ad apparire confuso a livelli davvero elevati per una normale stanza d’ascolto, soprattutto se all’interno di un condominio. Anche in questo caso, riscontriamo un lieve arretramento delle voci ed una gamma bassa ben presente. I suoni di frequenza più elevata sono sempre leggermente addolciti, col risultato di non stancare neanche dopo molte ore di ascolti a volumi elevati, ma il suono è dotato dell’aria che ci si aspetta da una riproduzione degna di nota. Ogni particolare delle registrazioni è sviscerato a fondo ma senza protagonismo e con la delicatezza di chi, perfetto ospite a casa vostra, tenderà sempre a cullare le vostre orecchie con abilità, senza strapazzarle. Beninteso: non è un suono “ruffiano”, né evidentemente colorato. E’ semplicemente dolce e morbido, estremamente gradevole. Potremmo paragonarlo ad una donna un po’ formosa, magari con qualche imperfezione, piuttosto che ad una modella taglia 38, tanto per capirci. Certo, la chitarra di Gilmour non ha il suono lancinante che esce dai miei grossi monitor e che, probabilmente, non piacerebbe alla maggior parte degli audiofili, spesso poco avvezzi ad ascoltare questi concerti dal vivo. Chi ha assistito a performance live dei Pink Floyd (ma non solo) può capire esattamente a cosa faccio riferimento. Se il suono che avete in mente, invece, è quello che ho appena descritto nel paragone con l’altra metà del cielo, le Idea sono caldamente consigliate. E quando avrete la solita tentazione di cambiare i diffusori perché tutti cerchiamo sempre di migliorare, con elevata probabilità vi rivolgerete ai modelli superiori di Avalon, senza cambiare sonorità. E’ un suono che non si dimentica e che, per qualche settimana, mi ha fatto tornare indietro di qualche anno con grande piacere. Inoltre, le Idea hanno dimensioni molto ridotte (cm 90x22x25) e possono essere facilmente collocate anche in ambienti non particolarmente spaziosi. Quando le tirerete fuori dal loro imballo, mentre cominciate il lungo rodaggio (200 ore consigliate), leggete molto attentamente il manuale d’istruzioni, pieno di ottimi consigli sull’acustica degli ambienti d’ascolto e sul posizionamento ideale dei diffusori. Un servizio che sarebbe bello facessero tutti i produttori di apparecchi hi-fi. Il prezzo, quando si tratta di Avalon, non è mai basso ma un confronto a memoria tra gli omologhi di pari prezzo, mi farebbe preferire le Idea a buona parte di loro. Cercate di ascoltarle con attenzione. Angelo Jasparro Video: How to Create a MasterpiecePrezzo: € 9.950,00
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