Ludwig van BEETHOVEN
Sinfonie n. 7 op. 92 ed Ottava op. 93
Polish Chamber Philharmonic Orchestra, direttore Wojciech Rajski
TACET S149
La Settima di Beethoven per molti avrebbe dovuto essere l’ultima Sinfonia di Beethoven, posto che per molti l’Ottava è un piccolo cameo messo semplicemente tra Settima e Nona, mentre la Nona è un eccesso compositivo; come a dire che l’ultima sinfonia veramente compiuta sarebbe proprio la Settima.
Non sono personalmente di questa opinione, perché penso che malgrado tutto l’Ottava sia compiuta, eccome e che sia forse uno dei pochi esempi di “divertimento” interiore del tribolato Beethoven.
Comunque per chi fosse appassionato alla questione, consiglio di vedere il film di Baricco “Lezione 21” che proprio di quella presunta sopravvalutazione della Nona parla.
L’esecuzione qui offerta delle due sinfonie è molto danzante; i tempi molto scanditi danno questa sensazione. Il suono è potente (in questo supportata anche dalla registrazione) e l’orchestra è molto precisa.
Nella Settima pare a volte che questo virtuosismo prenda un po’ la mano al direttore e alcuni particolari, tipo i repentini interventi di flauto e ottavino nel primo movimento siano un po’ poco curati, come fossero meno influenti rispetto al discorso complessivo della composizione. Il secondo movimento non indugia sul tempo, come spesso accade e il tempo indicato in partitura, Allegretto, è finalmente rispettato; il gioco contrappuntistico nella fuga degli archi che rappresenta il primo tema del movimento è ben scandito. Molto veloce il terzo tempo; ma visto che l’orchestra non fatica a tenere quella velocità, non ci sono problemi anche perché qui, contrariamente al primo movimento, non ci sono mai sensazioni di minor attenzione da parte di nessuna delle compagini orchestrali; d’altro canto il tempo indicato in partita è “presto”. Che l’ultimo movimento sia un “allegro con brio” non c’è alcun dubbio; il brio non manca e l’orchestra non si scompagina mai. Bella esecuzione. Tra le tante Settime, non una qualunque Settima, ma “un’altra Settima” che può essere interessante avere.
Non dissimile il risultato dell’Ottava. Anche in questo caso i tempi sono rispettati (e non si pensi che sia sempre così). A molti potrà apparire molto veloce, ma i tempi decisi da Beethoven sono lì in partitura e non si può mentire. L’orchestra qui pare sempre molto precisa; ottimo lavoro di preparazione ma anche tanto mestiere offrono un risultato eccellente. Personalmente avrei tenuto più lento l’Allegretto del secondo movimento, qui un po’ destabilizzante per chi è abituato ad ascoltare i grandi classici, da Karajan in giù. Ed anche il tempo di minuetto del terzo movimento pare poco “danzabile” (il minuetto, in quanto tempo di danza, dovrebbe rimandare al ballo stesso che qui pare un po’ impossibile proprio in ragione della velocità tenuta). L’Allegro Vivace finale è anch’esso tenuto molto serrato; ma anche qui il tutto porta verso il compimento della Sinfonia che, dal vivo, strapperebbe senz’altro l’applauso e la richiesta di “bis”.
Registrazione anche in questo caso di grande livello; anche qui forse leggermente indietro nella parte più alta dello spettro, ma sempre di grande ampiezza della scena sonora e di grande dinamica.
Domenico Pizzamiglio