Ludwig van Beethoven Sinfonie n. 4 e n. 7 - MDG 937 1995-6 Sinfonia n. 3, ouvertures Di Weihe des Hauses op. 124 König Stephan op. 117 – MDG 1996-6 Beethoven Orchester Bonn Direttore Stefan Blunier CD/SACD
Nei giorni scorsi, Sound & Music di Lucca, ovvero Alfredo Gallacci, ci ha inviato alcuni titoli del suo considerevole catalogo e volentieri ne parliamo su Audio-activity.com
Iniziamo da questi CD/SACD della tedesca MDG che in Italia aveva già avuto larga diffusione a cura della Jupiter di Mauro Primon, che ha purtroppo chiuso i battenti. Tuttavia, Gallacci, da buon “naso” qual è, ha preso quel catalogo e lo distribuisce nel nostro territorio.
Che dire di questo dischetti argentati? Prima di tutto che le esecuzioni qui registrate sono molto belle perché il Beethoven voluto dal M° Blunier è un Beethoven timbricamente lucido, dinamicamente intenso, corretto nei tempi e perché le tre sinfonie sono entrambe figlie di eccellenti concertazione e fraseggio. Non sono “le solite” esecuzioni tanto per riempire il catalogo, ma sono tre esecuzioni che meritano attenzione per tanto sono rigorose, eppure cantabili e piacevoli da ascoltare sino alla fine.
E' un Beethoven ben conscio delle sue capacità ed il direttore e l'eccellente orchestra cercano di restituirlo con la giusta tensione e con la giusta brillantezza per mettere in evidenza la bellezza delle partiture.
Per quanto riguarda il suono, la ripresa è eccellente. Già con lo strato CD, dinamica, contrasto, ampiezza della scena, timbro, sono tutti parametri in cui questo dischetto eccelle; e finalmente, sia concesso dirlo, violoncelli e contrabbassi sono sì profondi, ma mai gonfi, al di là del fatto che ogni compagine mantiene un timbro riconoscibilissimo. La riproduzione è caratterizzata da una appena accennata morbidezza in gamma alta.
In ogni caso, visto che proprio nei giorni in cui sono arrivati questi dischetti eravamo all'Auditorium di Milano ad ascoltare l'intero ciclo di Beethoven diretto dal M° Claus Peter Flor, l'orecchio era parecchio allenato proprio su queste partiture e l'ascolto di questi CD è stato foriero di ottime e sane sensazioni, soprattutto per la grande libertà del suono.
Un veloce inciso da parte mia (AJ) per parlare della versione in SACD di questi due dischi.
Se nell'anno 2000, all'avvento del SACD, mi avessero detto che 17 anni dopo sarebbe stato ancora necessario, o forse solo utile, spiegare le differenze di suono rispetto alla risoluzione Red Book, non ci avrei creduto. Eppure c'è ancora qualcuno che va dicendo e scrivendo che tra i due formati non ci siano differenze o che, addirittura, il secondo suoni meglio del primo.
Evito accuratamente di entrare in polemica con coloro che negano l'evidenza, teorica e pratica, e mi limito a parlarvi delle differenze nei due casi in oggetto.
Parliamoci chiaro: se fate il confronto a casa vostra cercando differenze tra il giorno e la notte, siete fuori strada. Il SACD non inventa niente, non presenta di solito una dinamica superiore a quella di un CD (salvo compressioni diverse in sede di masterizzazione), chè la dinamica di un CD è più che sufficiente per le registrazioni odierne, né una facilmente percepibile maggiore risposta in frequenza. Semplicemente, passando allo strato SACD, si nota immediatamente un'apertura della scena sonora, come se l'orchestra fosse più grande, una maggior precisione in gamma bassa (le basse frequenze sono la croce dei CD, solitamente) ed una naturalezza di suono che avvicina all'analogico. Analogico, in questo caso, non vuole significare vinile o nastro, bensì il suono in natura, che non nasce certo digitale, se si parla di strumenti acustici.
L'ascolto si fa in qualche modo più rilassato, meno isterico (malgrado questa registrazione di isterico non abbia proprio nulla). Non vi basta questo per scegliere i Super Audio CD, quando li si trova? Per me si. Chiosa a cura di Domenico:
Se tutte le Sinfonie sono eseguite con questo piglio, ci troviamo davanti ad una integrale interessante da affiancare a quelle più classiche.