Guillaume BOUZIGNAC
Mottetti
Sächsiches Vocalensemble
direttore Matthias Jung
TACET S156
Inizio questo scritto con una esclamazione: caspita che coro!
Guillaume Bouzignac, attivo nella prima metà del XVII secolo in Francia (fu maestro di cappella in numerose cattedrali francesi) non è tra gli autori privilegiati dalle etichette discografiche e ben venga quindi questa registrazione che porta alla ribalta delle belle composizioni. Il gioco contrappuntistico è di qualità; l’inventiva del compositore è certa; il mestiere anche. Le composizioni sono tutte intrise di quel virtuosismo francese proprio dell’epoca di Luigi XIV, con una spettacolarizzazione anche del materiale spirituale (d’altro canto, non ci vuol molto a capire quale fosse l’aria che tirava nella Francia musicale del tempo; basta pensare a due dei Te Deum più famosi di sempre, quello di Charpentier e di Lully per aver contezza che in Francia il bello ed il fastoso erano di casa).
Il coro qui impiegato è bravissimo nel restituire la giusta espressività ad ogni brano; il bel mottetto Ego gaudebo in Domino è proprio “gaudente”, allegro; ricorda gli zampilli di una fontana, di quelle che ci sono a Versailles (mi piace tentare di trasferire certe sensazioni che dà la Musica in immagini che possano essere note a chiunque; ciò avvicina spesso alla musica più di mille parole). O lo Jubilate Deo che chiude il cd. E quando le note sono da tenere più a lungo, come nel Vulnerasti cor meum, il coro tira dritto per la sua strada senza mai cedere.
Qui sopra ho citato i Te Deum di Charpentier e Lully; anche in questo CD è compreso un mottetto sul Te Deum. Siamo in presenza di una composizione più liturgica rispetto allo spettacolo offerto dai due Musici di Corte, atta al canto in chiesa da parte di un buon coro e senza la necessità dell’accompagnamento orchestrale (tutte le composizioni qui presenti sono “a cappella”).
Insomma, musiche piacevolmente ricche il cui ascolto passa con facilità anche per le persone meno abituate a questo repertorio.
Il coro? Eccellente. Bravissimi tutti quanti e incantevoli le soprano che sanno salire sul pentagramma senza ai cedere in intonazione o con sonorità che siano meno che belle; il direttore Matthias Jung sa infondere il giusto spirito al coro che manifesta un piacere interiore che viene poi trasferito all’ascoltatore. Bellissime le voci favorite.
La registrazione è eccellente; forse leggermente ammorbidita nella parte più alta, dà un effetto “cattedrale” di grande spessore e piacevolezza. Timbricamente fedele e ampia nella scena, ci trasferisce al cospetto del coro senza tanti filtri.
Domenico Pizzamiglio
Mottetti
Sächsiches Vocalensemble
direttore Matthias Jung
TACET S156
Inizio questo scritto con una esclamazione: caspita che coro!
Guillaume Bouzignac, attivo nella prima metà del XVII secolo in Francia (fu maestro di cappella in numerose cattedrali francesi) non è tra gli autori privilegiati dalle etichette discografiche e ben venga quindi questa registrazione che porta alla ribalta delle belle composizioni. Il gioco contrappuntistico è di qualità; l’inventiva del compositore è certa; il mestiere anche. Le composizioni sono tutte intrise di quel virtuosismo francese proprio dell’epoca di Luigi XIV, con una spettacolarizzazione anche del materiale spirituale (d’altro canto, non ci vuol molto a capire quale fosse l’aria che tirava nella Francia musicale del tempo; basta pensare a due dei Te Deum più famosi di sempre, quello di Charpentier e di Lully per aver contezza che in Francia il bello ed il fastoso erano di casa).
Il coro qui impiegato è bravissimo nel restituire la giusta espressività ad ogni brano; il bel mottetto Ego gaudebo in Domino è proprio “gaudente”, allegro; ricorda gli zampilli di una fontana, di quelle che ci sono a Versailles (mi piace tentare di trasferire certe sensazioni che dà la Musica in immagini che possano essere note a chiunque; ciò avvicina spesso alla musica più di mille parole). O lo Jubilate Deo che chiude il cd. E quando le note sono da tenere più a lungo, come nel Vulnerasti cor meum, il coro tira dritto per la sua strada senza mai cedere.
Qui sopra ho citato i Te Deum di Charpentier e Lully; anche in questo CD è compreso un mottetto sul Te Deum. Siamo in presenza di una composizione più liturgica rispetto allo spettacolo offerto dai due Musici di Corte, atta al canto in chiesa da parte di un buon coro e senza la necessità dell’accompagnamento orchestrale (tutte le composizioni qui presenti sono “a cappella”).
Insomma, musiche piacevolmente ricche il cui ascolto passa con facilità anche per le persone meno abituate a questo repertorio.
Il coro? Eccellente. Bravissimi tutti quanti e incantevoli le soprano che sanno salire sul pentagramma senza ai cedere in intonazione o con sonorità che siano meno che belle; il direttore Matthias Jung sa infondere il giusto spirito al coro che manifesta un piacere interiore che viene poi trasferito all’ascoltatore. Bellissime le voci favorite.
La registrazione è eccellente; forse leggermente ammorbidita nella parte più alta, dà un effetto “cattedrale” di grande spessore e piacevolezza. Timbricamente fedele e ampia nella scena, ci trasferisce al cospetto del coro senza tanti filtri.
Domenico Pizzamiglio