Care Orchestra Divina Supreme
E' un periodo di continui arrivi di componenti, questo, e la cosa non può che farci piacere. Il mercato dell'alta fedeltà, sebbene di nicchia, non è certo statico. I produttori cercano di stimolare la domanda sfornando modelli nuovi, partecipando a manifestazioni di settore, mandando le loro novità alle riviste, perchè li recensiscano. Gli operatori più accorti continuano a muoversi bene malgrado i numeri non siano esaltanti. Come sempre e come in tutti i mercati, c'è un po' di spazio per tutti e chi lavora meglio, conquistando quote di mercato che erano della concorrenza, guarda al futuro con relativa fiducia.
A fronte di alcuni produttori che non riescono a vendere perchè ancorati a vecchi schemi di progettazione e marketing, altri sembrano venire allo scoperto di prepotenza, grazie ad innovative tecniche di penetrazione dei mercati o a progetti originali, lanciando messaggi nuovi ed interpretando i segnali che arrivano dal pubblico di tutto il mondo.
Come già detto in passato, noi di Audio-activity.com guadiamo con estremo interesse alle startup, così come alle aziende giovani che aprono nuove strade in un settore altrimenti vecchio e stantio.
Errato piangersi addosso nei forum dicendo che nulla cambia nell'alta fedeltà, quando basterebbe avere una mentalità un po' più aperta e guardarsi intorno senza l'atteggiamento un po' snob che porta a sospettare di ciò che non si conosce, mentre si resta ancorati a marchi e progetti spesso condannati dalla storia di questi ultimi 50 anni di riproduzione musicale. O, peggio, lanciare giudizi lapidari sul suono di un componente, sulla base di una fotografia che gira in rete.
I principali Paesi del mondo vedono la continua nascita di nuove aziende che si occupano di elettroniche e di diffusori. Alcune di loro hanno qualcosa di tecnicamente innovativo da dire, altre si concentrano sull'estetica e sul lifestyle, altre richiamano l'attenzione dei consumatori con prezzi estremamente elevati (o, per contro, estremamente bassi). L'importante, in quest'epoca, è fare in modo che i media parlino di un marchio e lo diffondano capillarmente. Internet, in questo, sta aiutando molto. Una volta l'informazione viaggiava solo tramite la carta stampata, che arrivava a dare una notizia, se tutto andava bene, con un mese di ritardo. Chi visitava regolarmente i negozi di hi-fi poteva vedere direttamente i prodotti che il titolare aveva deciso di trattare e null'altro. Chi desiderava saperne di più doveva aspettare le fiere di settore, una volta all'anno, per rendersi conto di cosa stesse succedendo. Il mondo è cambiato e sta cambiando ancora, ad una velocità alla quale noi “vecchi” fatichiamo ad abituarci. Le riviste on-line, tra le quali quella che state leggendo in questo momento, vi informano giorno per giorno di ciò che c'è di nuovo nel settore, rincorrono produttori ed operatori per portarvi la loro voce, spesso anche in video. I commercianti più accorti ci mandano comunicazioni non appena vi siano novità e noi ci precipitiamo a pubblicarle. Non ci sono più pause, neanche nei giorni di festa, e la dimensione del nostro lavoro è ormai diventata globale. Le news ci arrivano 24 ore su 24 dagli angoli più lontani della Terra e dobbiamo leggerle, vagliarle, impaginarle, segnalarle ai lettori.
A fronte di alcuni produttori che non riescono a vendere perchè ancorati a vecchi schemi di progettazione e marketing, altri sembrano venire allo scoperto di prepotenza, grazie ad innovative tecniche di penetrazione dei mercati o a progetti originali, lanciando messaggi nuovi ed interpretando i segnali che arrivano dal pubblico di tutto il mondo.
Come già detto in passato, noi di Audio-activity.com guadiamo con estremo interesse alle startup, così come alle aziende giovani che aprono nuove strade in un settore altrimenti vecchio e stantio.
Errato piangersi addosso nei forum dicendo che nulla cambia nell'alta fedeltà, quando basterebbe avere una mentalità un po' più aperta e guardarsi intorno senza l'atteggiamento un po' snob che porta a sospettare di ciò che non si conosce, mentre si resta ancorati a marchi e progetti spesso condannati dalla storia di questi ultimi 50 anni di riproduzione musicale. O, peggio, lanciare giudizi lapidari sul suono di un componente, sulla base di una fotografia che gira in rete.
I principali Paesi del mondo vedono la continua nascita di nuove aziende che si occupano di elettroniche e di diffusori. Alcune di loro hanno qualcosa di tecnicamente innovativo da dire, altre si concentrano sull'estetica e sul lifestyle, altre richiamano l'attenzione dei consumatori con prezzi estremamente elevati (o, per contro, estremamente bassi). L'importante, in quest'epoca, è fare in modo che i media parlino di un marchio e lo diffondano capillarmente. Internet, in questo, sta aiutando molto. Una volta l'informazione viaggiava solo tramite la carta stampata, che arrivava a dare una notizia, se tutto andava bene, con un mese di ritardo. Chi visitava regolarmente i negozi di hi-fi poteva vedere direttamente i prodotti che il titolare aveva deciso di trattare e null'altro. Chi desiderava saperne di più doveva aspettare le fiere di settore, una volta all'anno, per rendersi conto di cosa stesse succedendo. Il mondo è cambiato e sta cambiando ancora, ad una velocità alla quale noi “vecchi” fatichiamo ad abituarci. Le riviste on-line, tra le quali quella che state leggendo in questo momento, vi informano giorno per giorno di ciò che c'è di nuovo nel settore, rincorrono produttori ed operatori per portarvi la loro voce, spesso anche in video. I commercianti più accorti ci mandano comunicazioni non appena vi siano novità e noi ci precipitiamo a pubblicarle. Non ci sono più pause, neanche nei giorni di festa, e la dimensione del nostro lavoro è ormai diventata globale. Le news ci arrivano 24 ore su 24 dagli angoli più lontani della Terra e dobbiamo leggerle, vagliarle, impaginarle, segnalarle ai lettori.
Tra le aziende italiane che si stanno facendo notare in questo periodo, citiamo Care Orchestra, che per i nostri lettori non dovrebbe più essere una novità.
Eccoci alle prese col loro modello di maggior prestigio. Come ricorderete, abbiamo già parlato in un paio di occasioni di questa dinamica azienda milanese, che ama definirsi “Sartoria Acustica Italiana”, con una definizione piuttosto originale e che rende perfettamente l'idea di cosa si celi dietro l'apparenza di un'ennesima attività commerciale nel settore della riproduzione audio.
Gioverà ricordare, infatti, la possibilità di far realizzare i diffusori in un'infinita gamma di finiture o, addirittura, in disegni e progetti su misura, col solo vincolo della fantasia di chi commissiona il lavoro.
La linea Divina è formata da un diffusore da stand chiamato Minor (da noi già recensito in passato), e dal diffusore da pavimento Supreme, che è oggetto di queste righe.
Si tratta di un 3 vie dalla linea snella e curva nella parte superiore, dotato di pregiati altoparlanti Scan-Speak. Il woofer è un Revelator da 180 mm con cono in carta e caricato in Bass Reflex, il midrange è un Illuminator da 120 mm con magnete in Neodimio; il tweeter appartiene anch'esso alla linea Illuminator ed è un cupola morbida con magnete in Neodimio. Il diffusore ha una risposta in frequenza dichiarata di 36 – 38.000 Hz, per un'impedenza di 4 Ohm ed una sensibilità di 90 dB. Il crossover, un secondo ordine elettrico, prevede tagli a 400 e 2900 Hz. Il volume dedicato alla sezione bassi è di 39 litri, mentre quella separata del medio-alto è di 10 litri. Il peso è di 35 Kg per diffusore ed i soliti connettori di ottima qualità accettano cavo spellato anche di buon diametro, oltre ai connettori a banana. Il pannello frontale è asimmetrico e non parallelo rispetto a quello posteriore, così come non paralleli tra loro sono quelli inferiore e superiore, mentre il cablaggio interno è realizzato con cavo Van den Hul Hullyflex in rame OFC argentato.
Il crossover impiega condensatori audiophile ultra veloci con una tolleranza massima del 5%, resistenze ad ossido metallico al 2%, induttanze realizzate con rame OFC 99,99%.
Le Divina Supreme sono state inserite nel seguente impianto:
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Scan Tech Lyra Helikon, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD dCS Puccini+U-Clock Puccini, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, MIT cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
Eccoci alle prese col loro modello di maggior prestigio. Come ricorderete, abbiamo già parlato in un paio di occasioni di questa dinamica azienda milanese, che ama definirsi “Sartoria Acustica Italiana”, con una definizione piuttosto originale e che rende perfettamente l'idea di cosa si celi dietro l'apparenza di un'ennesima attività commerciale nel settore della riproduzione audio.
Gioverà ricordare, infatti, la possibilità di far realizzare i diffusori in un'infinita gamma di finiture o, addirittura, in disegni e progetti su misura, col solo vincolo della fantasia di chi commissiona il lavoro.
La linea Divina è formata da un diffusore da stand chiamato Minor (da noi già recensito in passato), e dal diffusore da pavimento Supreme, che è oggetto di queste righe.
Si tratta di un 3 vie dalla linea snella e curva nella parte superiore, dotato di pregiati altoparlanti Scan-Speak. Il woofer è un Revelator da 180 mm con cono in carta e caricato in Bass Reflex, il midrange è un Illuminator da 120 mm con magnete in Neodimio; il tweeter appartiene anch'esso alla linea Illuminator ed è un cupola morbida con magnete in Neodimio. Il diffusore ha una risposta in frequenza dichiarata di 36 – 38.000 Hz, per un'impedenza di 4 Ohm ed una sensibilità di 90 dB. Il crossover, un secondo ordine elettrico, prevede tagli a 400 e 2900 Hz. Il volume dedicato alla sezione bassi è di 39 litri, mentre quella separata del medio-alto è di 10 litri. Il peso è di 35 Kg per diffusore ed i soliti connettori di ottima qualità accettano cavo spellato anche di buon diametro, oltre ai connettori a banana. Il pannello frontale è asimmetrico e non parallelo rispetto a quello posteriore, così come non paralleli tra loro sono quelli inferiore e superiore, mentre il cablaggio interno è realizzato con cavo Van den Hul Hullyflex in rame OFC argentato.
Il crossover impiega condensatori audiophile ultra veloci con una tolleranza massima del 5%, resistenze ad ossido metallico al 2%, induttanze realizzate con rame OFC 99,99%.
Le Divina Supreme sono state inserite nel seguente impianto:
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Scan Tech Lyra Helikon, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD dCS Puccini+U-Clock Puccini, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, MIT cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
Comincio col vinile del Messiah di Handel (Philips), interpretato dalla London Symphony Orchestra & Choir diretta da Colin Davis. Il tenore in “Every Valley” esce con prepotenza e senso di spiccato realismo dai piccoli midrange. Anche il coro che segue è grande, imponente e perfettamente proporzionato allo scenario globale dell'orchestra. Quest'ultima ha il giusto peso previsto dal genere musicale in questione, non risultando troppo grande o preponderante sulle voci. C'è tanta aria tra gli strumenti e le note basse sono equilibrate e non coprono in nessun momento gli altri strumenti. L'orchestrazione (e la registrazione, ovviamente) più corretta per queste opere barocche, sembra ormai assodato, vede ensemble di dimensioni medie, così da lasciare che il basso continuo del clavicembalo risulti abbastanza udibile in sottofondo (ricordiamo che dal vivo, per udirlo, bisogna spesso concentrarsi sul suo suono, altrimenti il resto dell'orchestra lo copre facilmente) e le voci siano giuste protagoniste nell'esecuzione. Questa registrazione è decisamente equilibrata e viene trattata coi guanti, come si suol dire, da questi diffusori, che sembrano non aggiungere nulla. Una piccola curiosità su questo disco: la stampa è olandese ma io l'ho acquistato usato in un grande negozio di dischi in Tennessee, qualche anno fa. Credo che dopo poco abbia chiuso, purtroppo.
Passiamo al SACD “L'apprendista Stregone” (L'Apprenti Sorcier) di Paul Dukas (Pentatone), suonato dall'Orchestre Philharmonique de Strasbourg, diretta da Marc Albrecht. Si nota subito la buona capacità delle Care Orchestra di risolvere i micro contrasti ed i dettagli più minuti, quelli che fanno da sfondo al quadro musicale. La scena è larga e profonda a sufficienza per dare l'impressione di realismo, supponendo un ascolto abbastanza ravvicinato dell'originale. Il triangolo e le percussioni che insistono sul tweeter risultano materici ed ariosi, mentre i woofer scendono molto bene e con chiarezza anche agli elevati volumi d'ascolto normalmente richiesti alla musica per grande orchestra. L'ottima qualità degli altoparlanti impiegati è palese ed il progetto dell'intero diffusore la sfrutta appieno. L'atmosfera drammatica della “marcia dei mop” è resa molto bene sia nella prestazione dell'orchestra, che dalla riproduzione di questi diffusori.
Già che ci sono vi segnalo, sempre dallo stesso SACD, la composizione di Charles Koechlin dal titolo “Les Bandar-Log”, da ascoltare attentamente. E' ispirata al famoso “Libro della Giungla” di Kipling e si tratta di un brano musicalmente molto interessante, oltre che di una registrazione fantastica, seppure, come spesso accade con Pentatone, un po' esaltata in gamma bassa, così da risultare più impressionante all'ascolto, a scapito di un po' di naturalezza.
Passiamo al SACD “L'apprendista Stregone” (L'Apprenti Sorcier) di Paul Dukas (Pentatone), suonato dall'Orchestre Philharmonique de Strasbourg, diretta da Marc Albrecht. Si nota subito la buona capacità delle Care Orchestra di risolvere i micro contrasti ed i dettagli più minuti, quelli che fanno da sfondo al quadro musicale. La scena è larga e profonda a sufficienza per dare l'impressione di realismo, supponendo un ascolto abbastanza ravvicinato dell'originale. Il triangolo e le percussioni che insistono sul tweeter risultano materici ed ariosi, mentre i woofer scendono molto bene e con chiarezza anche agli elevati volumi d'ascolto normalmente richiesti alla musica per grande orchestra. L'ottima qualità degli altoparlanti impiegati è palese ed il progetto dell'intero diffusore la sfrutta appieno. L'atmosfera drammatica della “marcia dei mop” è resa molto bene sia nella prestazione dell'orchestra, che dalla riproduzione di questi diffusori.
Già che ci sono vi segnalo, sempre dallo stesso SACD, la composizione di Charles Koechlin dal titolo “Les Bandar-Log”, da ascoltare attentamente. E' ispirata al famoso “Libro della Giungla” di Kipling e si tratta di un brano musicalmente molto interessante, oltre che di una registrazione fantastica, seppure, come spesso accade con Pentatone, un po' esaltata in gamma bassa, così da risultare più impressionante all'ascolto, a scapito di un po' di naturalezza.
E' un vero piacere ascoltare il SACD “Lady in Satin” di Billie Holiday. La voce della cantante è commovente e carica di emozione e le Care Orchestra lasciano trasparire l'anima di questa registrazione. Il contrabbasso è ben controllato e le sue note non si allungano mai oltre il lecito. A livello generale, si apprezza la grande risoluzione del midrange, mentre i woofer lavorano con precisione, restituendo un basso profondo quanto basta ma sempre ben frenato. Non capita spesso, con coni di diametro piuttosto ridotto, come questo Revelator. L'impronta che i progettisti di Care Orchestra hanno voluto dare al suono di questo modello prevede una gamma acuta per niente affaticante, un po' in secondo piano rispetto alla gamma medio alta. Tutto ciò non guasta certo, soprattutto in vista di ascolti prolungati o mediati da elettroniche dal suono un po' brillante.
Buona la tenuta in potenza degli Scan Speak, mentre la sensibilità del diffusore è nella media e ne permette l'utilizzo anche con amplificazioni di potenza non troppo elevata sebbene, per ascolti a livelli realistici, almeno 100 W per canale sembrano utili. Malgrado il ridotto diametro degli altoparlanti dei medi e dei bassi, questi diffusori riescono a suonare anche abbastanza forte, prima di cominciare a distorcere, mantenendo un'ottima intelligibilità anche a livelli di ascolto sopra la media.
Ancora una volta, quindi, ci troviamo davanti ad un ottimo lavoro da parte di questa giovane azienda milanese, che continua per la sua strada senza rifarsi alla concorrenza né dal punto di vista del design, né da quello del suono.
La loro veste estetica è originale ma senza stravolgimenti o stravaganze che, alla lunga, potrebbero stancare chi le deve avere davanti agli occhi per anni, nel proprio salotto.
Il prezzo è apparentemente un po' elevato ma la qualità dei componenti impiegati e l'accuratezza della finitura lo giustificano, soprattutto se si tiene conto che si tratta di produzioni artigianali e non di massa e che la realizzazione è interamente italiana.
Vi consigliano un ascolto approfondito.
Angelo Jasparro
Produttore: Care Orchestra
Prezzo: 12,700 euro
Buona la tenuta in potenza degli Scan Speak, mentre la sensibilità del diffusore è nella media e ne permette l'utilizzo anche con amplificazioni di potenza non troppo elevata sebbene, per ascolti a livelli realistici, almeno 100 W per canale sembrano utili. Malgrado il ridotto diametro degli altoparlanti dei medi e dei bassi, questi diffusori riescono a suonare anche abbastanza forte, prima di cominciare a distorcere, mantenendo un'ottima intelligibilità anche a livelli di ascolto sopra la media.
Ancora una volta, quindi, ci troviamo davanti ad un ottimo lavoro da parte di questa giovane azienda milanese, che continua per la sua strada senza rifarsi alla concorrenza né dal punto di vista del design, né da quello del suono.
La loro veste estetica è originale ma senza stravolgimenti o stravaganze che, alla lunga, potrebbero stancare chi le deve avere davanti agli occhi per anni, nel proprio salotto.
Il prezzo è apparentemente un po' elevato ma la qualità dei componenti impiegati e l'accuratezza della finitura lo giustificano, soprattutto se si tiene conto che si tratta di produzioni artigianali e non di massa e che la realizzazione è interamente italiana.
Vi consigliano un ascolto approfondito.
Angelo Jasparro
Produttore: Care Orchestra
Prezzo: 12,700 euro