Care Orchestra Deep Breath
Il mondo è bello perchè è vario, si usa
dire. Anche il nostro mondo, quello più ristretto che si occupa di alta
fedeltà, non fa eccezione. Vi sono alcuni pregiudizi duri a morire ma il tempo
è galantuomo e, prima o poi, aiuta a demolirli. Vi ricordate l'epoca del “se è
brutto suona per forza bene, se é bello non sarà granché”? Con questa scusa,
molti furbetti, negli anni, ci hanno rifilato orrendi apparecchi, spesso anche
assemblati con scarsa professionalità, a prezzi improponibili. I tempi sono
cambiati, purtroppo o per fortuna, e le cose ora stanno diversamente. A parte
gli amanti della linea “tecnica e professionale” a tutti i costi, ora c'è una
larga parte di pubblico che guarda all'estetica degli apparecchi, che spesso
devono essere inseriti in ambienti eleganti. L'occhio mi cade sulle 4350B che
ho di fronte (e che vedete in foto a fare da sfondo alle Care Orchestra) e mi
scappa un po' da ridere se provo ad immaginarle nel salotto di una qualsiasi
casa del mondo. Aziende come quella della quale stiamo per occuparci, fanno del
design una vera e propria guida per la realizzazione dei propri prodotti, senza
trascurare la qualità del risultato acustico che sono chiamati a fornire. Tra
l'altro, il confronto in fotografia dovrebbe ben chiarire quale sia la mia
opinione sulle dimensioni dei diffusori che prediligo. Malgrado ciò e per il
lavoro che svolgo in questa sede, non rifiuto mai di provare diffusori piccoli,
nei quali si possono trovare spesso spunti interessanti, sebbene a discapito
della completezza del messaggio sonoro che componenti di maggiori dimensioni
possono garantire (non sempre, attenzione). E, guarda caso, proprio di
diffusori piccoli e medi ci stiamo spesso occupando su Audio-activity, negli
ultimi tempi, con risultati generalmente molto lusinghieri. Se da una parte é
vero che le leggi della Fisica non possono essere eluse, dall'altra bisogna
riconoscere che la tecnologia degli altoparlanti, malgrado gli “esperti da
forum” non lo riconoscano, continua ad avanzare a larghi passi. Tenuta in
potenza e distorsione migliorano sensibilmente e le prestazioni che può
garantire oggi un piccolo mid woofer da 18 cm, come quello del quale parleremo
tra poco, erano impensabili solo pochi anni fa.
Veniamo ora al diffusore in prova, che é il secondo modello di Care Orchestra, appartenente ad una serie più economica, rispetto a quella della quale vi abbiamo parlato in passato, chiamata “Celestial”. Come per la linea Divina, i modelli sono due: il Cathedral, da pavimento, ed il Deep Breath, da supporto, in prova oggi. Inevitabile il confronto con ciò che abbiamo già ascoltato ed inevitabile la curiosità di verificare come mai un diffusore di dimensioni quasi doppie, sia posto sul mercato alla metà del prezzo, rispetto al Minor. Possiamo affermare con la massima tranquillità che questo modello si colloca in una fascia di prezzo più comprensibile da parte del tipico appassionato di alta fedeltà, mentre la precedente Minor si rivolgeva ad un mercato più orientato al lifestyle, ma garantendo un suono di elevatissimo livello. Una veloce scorsa alle caratteristiche
costruttive ci permette di verificare che gli altoparlanti impiegati sono gli
Scan-Speak Discovery, decisamente più economici dei trasduttori montati nella
linea più nobile. Torniamo brevemente a parlare dell'Azienda milanese, che
negli ultimi mesi si è mossa molto bene finalmente anche nel mercato italiano,
stringendo accordi con alcuni
rivenditori, presso i quali si possono ascoltare i loro prodotti. Di
recente abbiamo dato notizia del nuovo modello da pavimento “Cathedral”, della
stessa serie alla quale appartengono i diffusori in prova. La linea delle Deep
Breath ricorda molto quella della Minor, dalla quale differisce, oltre che per
le dimensioni più cospicue, per la griglia magnetica di protezione, più
sviluppata e con un disegno piuttosto accattivante, anche grazie alla bordatura
in vera pelle, il cui colore è a scelta del cliente. Anche questo modello può
essere configurato secondo il gusto dell'acquirente, per ciò che concerne la
finitura del mobile (verniciato o rivestito in pelle) e colore. Se non bastano
i colori proposti da Care Orchestra, basterà fornire il numero di RAL ed il
gioco è fatto. Riportiamo le principali caratteristiche tecniche fornite dal
produttore:Diffusore: 2 vie bass reflex, Impedenza
4 Ohm, Risposta in Frequenza: 48 - 40.000 Hz, Sensibilità 91,5 dB, Volume 15
litri, peso 11 Kg cad.
Gli altoparlanti, come già accennato,
son Scan Speak Serie Discovery. Il woofer ha un cono in fibra di vetro da 180
mm, mentre il tweeter è a cupola in tessuto. Il filtro crossover è un 2°
ordine, con frequenza di taglio a 1.900 Hz, realizzato con componenti di alta
qualità. I lussuosi connettori accettano terminazioni a banana o scavo spellato.
Le Deep Breath sono state collocate nel seguente impianto:giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Scan Tech Lyra Helikon, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD dCS Puccini+U-Clock Puccini, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, MIT cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
Comincio col solito
“disco di riscaldamento”, “Disco Inferno” (Warner Fonit), che immediatamente mi
riporta alle discoteche che, a suo tempo, ogni tanto frequentavo, per motivi
comprensibili ai più, pur non amandole neanche un po'. Si parte quindi col
piede giusto, con la capacità di evocare correttamente suoni già ascoltati,
come un impianto audio di buona qualità deve fare. Gli ascolti critici
cominciano con un SACD: “Oscar Peterson Vol. II – Girl Talk (MPS). Si tratta di
una serie di registrazioni effettuate nella casa del Produttore Hans Georg
Brunner-Schwer. Se non ci si sofferma troppo sul fatto che basso e batteria
sono relegati sul lato sinistro, si apprezza la notevole naturalezza del
timbro. Il pianoforte, largo tra i diffusori, trasmette senza fatica la
maestria del pianista canadese, protagonista assoluto di queste session,
seppure accompagnato da musicisti di riconosciuto valore, quali Ray Brown e
Louis Hayes, per esempio. I diffusori fanno esattamente il loro lavoro, che è
quello di sparire dalla stanza e lasciare il posto alla musica. Alzo ancora un
po' il volume e poso il blocco degli appunti, per poter godere a fondo del bel
suono.
“Milonga en Re”, dal SACD “Astor Piazzolla – Oblivion”, suonato da Salvatore Accardo (Fonè), mostra subito il violino del Maestro napoletano posizionato in alto, un po' spostato sulla sinistra, mentre l'Orchestra da Camera Italiana accompagna con discrezione questo brano, scritto dal genio argentino, espressamente per il volino di Accardo. I bianchi diffusori non paiono per nulla intimoriti dal compito da affrontare ed emettono suoni armonici e credibili, anche grazie all'ottima registrazione di Giulio Cesare Ricci. Decido di continuare con la musica di Piazzolla, ma questa volta col CD “The Central Park Concert” (Chesky Records), nel quale lui ed il suo gruppo si esibiscono in un concerto memorabile. Il suono che scaturisce dai diffusori é sufficientemente pieno e le percussioni ben in evidenza, mentre bandoneon e violino dialogano, supportati da un contrabbasso puntuale e mai ridondante. Il CD scorre tra emozione, senso di realismo e piacere d'ascolto. In nessun momento si identificano i diffusori quale sorgente del messaggio musicale. Insospettabilmente estesa é la risposta in basso, così da rendere credibili – seppure un po' leggeri – i timpani in “Lawrence of Arabia”, dal CD “The Hollywood Sound” (Sony), del quale abbiamo parlato qui. L'orchestra si presenta di dimensioni discretamente ampie ma, soprattutto, molto ben descritta in profondità. Anche la gamma acuta, pur non godendo di un'enorme estensione, ha l'indubbio vantaggio di non affaticare mai durante gli ascolti, anche a volume piuttosto elevato; le Deep Breath non strillano mai. Provo ad ascoltare la voce di Jacintha, col doppio LP a 45 giri “Jacintha Is Her Name”. Valuto così una gamma media equilibrata, sia col sax di Harry Allen che, in modo particolare, con la voce della cantante di Singapore. Ogni sfumatura è delineata con cura e le sibilanti non vanno mai oltre il lecito. Il contrabbasso in “The Thrill Is Gone” ha una notevole presenza all'estremo inferiore, tanto che mi ritrovo vicino al subwoofer per controllare che sia effettivamente spento. Ne approfitto per valutare ad occhio l'escursione dei midwoofer, che appare piuttosto contenuta, con conseguente probabile beneficio per la distorsione. La registrazione contiene salti dinamici piuttosto interessanti e nell'intervallo tra 65 e 95 dB, che rappresenta il livello al quale sto ascoltando, non avverto distorsioni apprezzabili, né altri problemi di emissione. Ottima prestazione, soprattutto considerando le dimensioni, ancora limitate, di questi diffusori. Nessuno, guardando queste Care Orchestra, le consiglierebbe al più truce rockettaro ma noi siamo qui anche per mettere alla corda i prodotti in prova. “Going For The One” degli Yes (LP Atlantic) potrebbe fare al caso nostro? Vediamo un po' … Il brano che dà il titolo all'album viaggia, nel punto d'ascolto a circa 2,5 metri dai diffusori, tra i 90 ed i 100 dB (non possiamo certo chiedere troppa dinamica a questo genere musicale). Le cose, a questi livelli, si fanno un pochino confuse e la batteria non ha l'autorevolezza che si desidererebbe. Ci rifletto su e penso che dopo un paio di brani a questo volume, chi ha vicini di casa potrebbe cominciare a vedersela brutta. A livello inferiore, le cose vanno un po' meglio ma il genere non è certamente quello preferito da queste Care Orchestra, che prediligono la precisione, godendo di strumenti ben registrati. In ogni caso, arrivo alla fine del disco senza nessun sacrificio. In conclusione, stiamo parlando di una coppia di diffusori da 3.300 euro. Un prezzo non basso in assoluto ma che colloca queste Deep Breath in una fascia di mercato affollata e meno esclusiva rispetto alle sorelle più piccole (e più costose, ricordo). Il suono non é certamente al livello delle Minor, che mi hanno decisamente incantato. Questi diffusori sono più ”normali”, seppur dotati di un suono al quale pochi appunti possono essere mossi. La maggiore estensione in gamma bassa della Deep Breath, rispetto alle Minor, risulta utile in più di un'occasione ma la precisione e la prestazione in tutta la gamma audio di queste ultime é decisamente inarrivabile. Ai lettori interessati la scelta. Noi possiamo solo dirvi che il diffusore di questa prova non ci ha assolutamente deluso, malgrado la prima Care Orchestra che abbiamo provato sia una fuoriclasse che aveva creato aspettative molto alte anche per questo modello. Mi piacerebbe che anche voi aveste la possibilità di ascoltare i due diffusori a confronto, per poi farci conoscere la vostra opinione. Intanto sono sempre più convinto che il giovane team di Care Orchestra sia entrato col piede giusto nel mercato audio internazionale e se continua così ne sentiremo parlare ancora in futuro. Nel frattempo, buona musica a tutti. Angelo Jasparro Prodotti da: Care Orchestra
Prezzo: euro 3.300,00 |
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