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Serate Musicali
Concerto del 14 Novembre 2016
Duo violoncello e pianoforte: Steven Isserlis e Connie Shih
Musiche di C. Debussy, G. Fauré, F. Bridge e L. van Beethoven

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Col freddo, spesso passa la voglia di uscire per andare a concerto; ma poi vedi un nome, come quello di Steven Isserlis e ti dici “ma si, esco comunque” e ti trovi davanti ad un concerto assolutamente, innegabilmente splendido.
E’ quel che è accaduto ieri sera, con il concerto che Isserlis, insieme con la giovanissima pianista canadese Connie Shih, ha tenuto al Conservatorio di Milano, in Sala Verdi; una sala pressoché vuota rispetto alla sua reale capienza, ma che alla fine del concerto ha saputo tributare al duo Isserlis-Shih una vera ovazione.
Il programma era centrato su compositori che hanno lavorato a cavallo tra il XIX e il XX secolo, con un "bonus" finale di Beethoven
Molto interessante Debussy, originale nella scrittura e nella melodia, così come anche nel trattamento del violoncello che suona un pizzicato quasi ostinato per buona parte della partitura.

Magico, come spesso è, Fauré, con quel suo stile personale che fa si che le frasi musicali si allontanino per diventare quasi diseguali, per poi ricongiungersi magicamente, quasi giocassero ad uno zig-zag che magicamente ogni tanto fa si che i due partecipanti si incrocino.

Molto piacevole il brano del meno noto Frank Bridge, anch’esso molto giocato sul continuo dialogo tra violoncello e pianoforte.

Ed infine Beethoven, complesso, geniale, anticipatore dei tempi, che ha visto i due interpreti (ma più la pianista) impegnati in una difficile corsa sulla tastiera.
Che dire? Isserlis ottiene dal suo violoncello (uno Stradivari) una sonorità piena, suadente, con cavate sicure, velocità vertiginose tenute quasi fosse un gioco, abbarbicato sul suo strumento a far si che lui e violoncello siano un corpo unico; ma questo ce lo si aspettava.

Quel che non ci aspettava è la maturità interpretativa di Connie Shih che ad onta della giovane età, ha dimostrato che pur se giovani, si può avere la giusta sensibilità per ben interpretare. Dal lato tecnico era immaginabile che non avesse problemi, ma è stato proprio il duo, i due interpreti e la loro sensibilità che insieme hanno portato alla fine il pubblico a quella che si può e deve chiamare una ovazione.
Piccolo bis degli interpreti, composto dalla Morte del Cigno di Sains-Saëns, a suggellare la fine di un momento che per molti è stato magico.
Si ritiene, erroneamente, che la musica da camera sia noiosa; quando è eseguita come lo è stato ieri, spiace contraddire chi lo pensi, ma così non è stato. La concentrazione del pubblico è stata massima, il silenzio assoluto.
E la Musica, quella ben fatta, col cuore oltre che con la tecnica, ha regalato nuovi momenti di bellezza e di gioia.


Domenico Pizzamiglio

Nota: ci scusiamo per la scarsa qualità delle fotografie ma eravamo ad una certa distanza dal palco e non abbiamo voluto turbare l'atmosfera del concerto muovendoci per avvicinarci.
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