DALI ZENSOR 1
Dali è un’azienda danese che ormai da tempo produce svariate linee di diffusori acustici, dalle più economiche a quelle di costo più elevato. Ricordo che un mio editore lamentava che i “recensori” provenienti dal web dicevano poco o nulla dei produttori; ma è anche vero che chi sta leggendo questo scritto è connesso ad un computer e quindi non avrà difficoltà ad avere ogni informazione su Dali collegandosi al suo sito web. Quindi passerei direttamente alla descrizione del prodotto: ovvero un ben rifinito – visto il costo – parallelepipedo di piccole dimensioni che nasce sia per l’uso audio che per l’uso audio-video. Prima di tutto due parole per quanto riguarda il posizionamento: si possono montare su stand, su una mensola, escluderei una libreria, oppure appenderle direttamente al muro, come dà prova l’apposito incavo sul retro. Sul retro c’è anche il condotto del reflex ed i connettori che non prevedono il bi-wiring (e visto il costo, direi che è anche normale). Davanti un bel pannello lucido, stile pianoforte, incollato al resto del box in nero opaco. Sul pannello anteriore un woofer da 13 cm di diametro e un tweeter con cupola in tessuto da 2,5 cm di diametro. La frequenza d’incrocio è fissata a 2900 Hz e la sensibilità è dichiarata in 86.5 db con un SPL massimo di 106 db con 100 Watt in ingresso.
Val la pena scrivere subito il prezzo: 300,00 € la coppia. Così capiamo immediatamente che siamo in ambito di hi-fi economica. Qualche riga sul posizionamento. E’ opportuno ricordare che la cassa è progettata per suonare anche appoggiata al muro; in caso di uso su piedestallo è quindi utile sfruttare il rinforzo della parete posteriore. Infatti nel mio ambiente il risultato migliore è stato ottenuto con una distanza massima di 30 cm dalla parete posteriore, mentre l’allontanamento a 1.40 mt dalla parete posteriore ha portato il basso ad essere un po’ troppo leggero e anche un po’ confuso. I piedistalli erano dei GM Audio alti 75 cm, cosicché i tweeter fossero ad altezza d’orecchie, come specificato da Dali stessa. Orientamento abbastanza deciso verso il punto di ascolto. Quando si ascolta questo sistema di altoparlanti se ne deve sempre ricordare il costo qui sopra indicato. Questo perché in caso di ascolto in termini assoluti si trovano alcune caratterizzazioni ben individuabili; ma se uno pensa prima di tutto al prezzo, si domanda come sia possibile ottenere certi risultati spendendo una cifra così bassa.
La risposta in frequenza privilegia gli estremi di banda. La gamma acuta tende ad essere piuttosto aperta, anche se è accurata e può risultare dura solo a volume molto elevato. La gamma media tende ad essere in leggero secondo piano. La gamma bassa dipende dal posizionamento in ambiente, ma una volta trovata la corretta collocazione è veloce, credibile ed anche discretamente potente e insospettabilmente profonda (almeno in relazione alle dimensioni reali della cassa acustica che misura 27 x 16 x 22 cm). Sconsiglierei, poi, di togliere la griglia di protezione; a parte il fatto che la cassa chiusa è esteticamente gradevole e tende quasi a sparire dalla vista, è la risposta in frequenza ad apparire più lineare con la griglia in sede. Ho ascoltato molta musica con queste piccole casse, sia collegate al full Spectral (inusuale per loro) che al buon vecchio NAD 3020 e devo dire che se usate a volumi condominiali, che non possono essere mai particolarmente elevati, si fanno apprezzare perché comunque le colorazioni presenti sono accettabilissime in relazione al prezzo. Ma è soprattutto la sera, quando si fa tardi e si vuole ascoltare musica in sottofondo, che le Zensor 1 si fanno ancor più apprezzare: la chiarezza del tweeter permette di non perdere nessun particolare neppure a volumi infimi; il basso, non afflitto dalla classica gobba sul medio-basso che all’inizio piace, ma poi stufa, rifinisce bene il messaggio sonoro. Bello l’ascolto delle suites per liuto di Bach nell’esecuzione di Hopkinson Smith su Astrée, con uno strumento ben delineato “là in fondo” ed anche ricco timbricamente. Ma pure ascoltando partiture più complesse, come la Messa in Si Minore, sempre di Bach, sotto la direzione di Minkoski, le piccole Zensor 1 non fanno mai confusione e reggono anche volumi di un certo impegno, volumi che possono peraltro apparire impensabili alla sola vista delle casse acustiche. Le comprensibili difficoltà sono iniziate nella gestione di materiale particolarmente complesso, come la Settima di Beethoven diretta da Kleiber, o quando ho deciso di ascoltare Children of Sanchez di Mangione. Effettivamente in quel caso, soprattutto se si spinge col volume, le casse dimostrano il loro affaticamento, particolarmente in basso, dove il woofer stenta a restituire la necessaria pressione; ma a che volume! Peraltro il basso, aumentando molto il volume, si fa molto asciutto, mentre a volumi medi mantiene una bella rotondità. Viene invece voglia di “tirare” il volume quando si ascoltano i generi moderni, magari con anche suoni elettronici; in questo caso il basso, ad alto volume tende a farsi asciutto ed aumenta il senso di velocità e si inizia ad alzare il volume sino ai limiti di tolleranza degli altoparlanti. Devo dire che il dato di efficienza dichiarato mi sembra un po’ basso. Il buon vecchio NAD 3020 è riuscito a farle suonare comunque molto forte, anche se lo Spectral ha ovviamente fatto di meglio. Ma, lo ripeto, la piacevolezza di questi diffusori è proprio negli ascolti “da mezza sala”, anche con strumenti come il pianoforte (Brahms, Pogorelic) che risulta solo appena più leggero di quanto dovrebbe. Come diceva il tale “300 euro e passa la paura”. Un buon amplificatore non troppo costoso e dal timbro non troppo argentino, un buon lettore di cd (per chi vuole, anche un buon giradischi) e si ascolta musica senza tanti problemi. Adatte certamente a chi incomincia ma anche sufficientemente trasparenti per chi vuole crescere pian piano perché soddisfatto dal loro suono, a 300 euro non vedo grande concorrenza in giro. Un prodotto centrato che merita l’ascolto anche dell’audiofilo scafato, giusto per capire l’evoluzione dell’audio anche nei prodotti di fascia più economica. E’pure bello da vedere; cosa volere di più? Domenico Pizzamiglio Video: Dali factory tour |
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