EMMESpeakers New Beta
“The times they are a-changin’ “, cantava Bob Dylan ed anche oggi, dopo 50 anni, dobbiamo dire che si, i tempi stanno decisamente cambiando. Chi ha vissuto l’alta fedeltà degli anni ‘70 ricorda, con più o meno nostalgia, le pessime finiture di molti diffusori dell’epoca. Due nomi per tutti: Advent e AR. Se toglievate le griglie ai loro diffusori, vi toccava sopportare la vista di un pannello frontale senza neanche uno straccio di finitura e sul quale sembrava che gli altoparlanti fossero stati buttati lì giusto perché altrove non avrebbero suonato bene. Anche gli altoparlanti, soprattutto i tweeter, non si potevano guardare. Ma suonavano, a volte anche molto bene, e tanto bastava agli entusiasti clienti. Allora il ventunesimo Secolo era il miraggio delle automobili volanti, dell’Uomo che si trasferiva su improbabili basi lunari o marziane e chi più ne ha, più ne metta. Bene, siamo nel ventunesimo Secolo da 13 anni, possiamo tranquillamente affermare che buona parte delle previsioni di allora erano campate in aria (non nasce un Jules Verne tutti i Secoli) ed il mondo ha preso direzioni diverse, smentendo molti profeti e sorprendendoci per altri versi. In tutto questo, tra le cose sopravvissute senza grandi stravolgimenti, v’è la nostra amata alta fedeltà, sempre lì a cercare di farci ascoltare la musica (questa sì, davvero immortale) nel modo più simile all’originale. Il suo mercato, però, è cambiato sensibilmente. Se una volta si badava quasi solo alla sostanza (il minimalismo degli apparecchi British lo testimoniava con chiarezza), ora gli architetti d’interni hanno acquistato importanza e tra i requisiti dei componenti dei nostri impianti, quello dell’estetica è spesso imprescindibile. Forma e funzione sembrano essere ormai strettamente connessi, anche o soprattutto in quelli che usiamo definire con una brutta espressione “Paesi emergenti“, che ormai sono molto “emersi” e fanno tranquillamente shopping nei Paesi che prima li guardavano con un po’ di sufficienza. Ecco, per conquistare questi mercati, ci vuole qualcosa di diverso. Un diffusore con la classica forma di parallelepipedo, impiallacciato di economico legno, non basta più. Bisogna che gli ospiti entrino nelle nostre sale e siano colpiti dal nostro ultimo acquisto. E’ quindi cominciata da non molto la gara a chi produce oggetti di design originali, quasi di “rottura” rispetto ai canoni tradizionali, sempre compatibilmente con la funzione principale dell’oggetto che deve essere, nel nostro caso, la riproduzione della musica. Designer che in passato si sarebbero, loro malgrado, dovuti occupare di altro, ora trovano abbondante spazio anche nel nostro settore. Devo ricordare ai nostri affezionati lettori, che uno dei primi esempi del genere, riconosciuto in tutto il mondo, è stata la produzione di Sonus Faber che, grazie al talento di Franco Serblin, già nei primi anni ‘80 ha stupito il mondo per le sue linee originali e l’impiego di materiali pregiati per i cabinet. Oggi sembra aumentare la richiesta di prodotti esclusivi e l’Italia, che per vocazione è patria di design, lancia in tutto il mondo “schegge” di inventiva ed innovazione. La cosa non è semplice, intendiamoci; gli apparecchi per la riproduzione della musica, se vogliono fregiarsi dell’appellativo di “Hi-Fi”, “Hi-End”, “High Performance Audio” e via discorrendo, devono sottostare ad alcune regole imposte dalla fisica. I cubetti da nascondere tra i libri, con un subwoofer messo nell’armadio, possono proporre un surrogato della musica ma un impianto ad alta fedeltà è, ovviamente, altro. Ci sono persone che hanno capito questa cosa e, da anni, lavorano per progettare, realizzare e promuovere i loro prodotti nel mondo.
Audio-activity è una rivista che parla di alta fedeltà e, avendo la possibilità di pubblicare gli articoli anche in lingua inglese, siamo letti in tutto il mondo (e ne siamo orgogliosi, davvero). Quindi accade che i produttori italiani - e non solo - più all’avanguardia in questo campo tendano a farci recensire le loro novità, che tramite noi possono ottenere una risonanza molto ampia. Noi, dal nostro punto di vista, non possiamo né vogliamo opporci a questa tendenza, sebbene continuiamo anche a provare prodotti di impostazione più classica, magari rivolti al mercato degli appassionati “incorruttibili”, quelli ancora convinti che più un apparecchio è brutto e mal rifinito, meglio debba suonare. Il mondo è grande, fortunatamente c’è spazio per tutti e noi facciamo la nostra parte per diffondere le nostre esperienze presso chi ha la bontà di seguirci.
Oggi parleremo di EMMESpeakers, un’azienda milanese della quale ho avuto occasione di occuparmi personalmente già all’atto della sua nascita, svariati anni addietro. Per una volta lasciatemelo dire: li ho scoperti io. Il loro primo modello si chiamava anch’esso Beta, esteticamente somigliava molto all’attuale, che è stato ampiamente rivisitato. Altoparlanti e crossover sono completamente diversi, così come diverso è il risultato sonoro, del quale parleremo dopo. EMMESpeakers è il frutto del coraggio imprenditoriale di due fratelli milanesi: Lorenzo e Paolo Martinelli, che hanno creduto fermamente in un progetto nato quasi per gioco circa 5 anni fa e sviluppatosi fino a proporre una produzione di livello elevato, distribuita ormai nei principali Paesi (emergenti ed emersi) del mondo. Basta seguirli su Facebook o sul loro sito per vedere fotografie di impianti che sfoggiano diffusori EMMESpeakers nei più remoti angoli del globo. Pensandoci bene, dev’essere una bella soddisfazione. Peraltro, in un Paese nel quale i consumi interni sono in forte contrazione, sono le esportazioni a tenerci in piedi e tutti i nostri imprenditori che hanno la capacità e la forza di esportare oggetti progettati e realizzati in Italia, non possono che meritare il plauso di tutti. Tra gli imprenditori del mercato dell’alta fedeltà, i Martinelli sono particolarmente attivi e mostrano creatività ed originalità nei loro progetti. Il loro ultimo modello di diffusore, chiamato Da Vinci, per esempio, ha una forma innovativa e non ricorda nulla di già visto in precedenza. Ma non è di questo modello che parleremo oggi, visto che abbiamo ricevuto la nuova versione della Beta, diffusore storico e probabilmente prima creazione della storia di EMMESpeakers. Come dicevamo prima, del modello originale resta solo la forma del mobile, mentre tutto il resto è nuovo.
Apriamo una parentesi riportando la documentazione tecnica fornitaci dallo stesso progettista:
Oggi parleremo di EMMESpeakers, un’azienda milanese della quale ho avuto occasione di occuparmi personalmente già all’atto della sua nascita, svariati anni addietro. Per una volta lasciatemelo dire: li ho scoperti io. Il loro primo modello si chiamava anch’esso Beta, esteticamente somigliava molto all’attuale, che è stato ampiamente rivisitato. Altoparlanti e crossover sono completamente diversi, così come diverso è il risultato sonoro, del quale parleremo dopo. EMMESpeakers è il frutto del coraggio imprenditoriale di due fratelli milanesi: Lorenzo e Paolo Martinelli, che hanno creduto fermamente in un progetto nato quasi per gioco circa 5 anni fa e sviluppatosi fino a proporre una produzione di livello elevato, distribuita ormai nei principali Paesi (emergenti ed emersi) del mondo. Basta seguirli su Facebook o sul loro sito per vedere fotografie di impianti che sfoggiano diffusori EMMESpeakers nei più remoti angoli del globo. Pensandoci bene, dev’essere una bella soddisfazione. Peraltro, in un Paese nel quale i consumi interni sono in forte contrazione, sono le esportazioni a tenerci in piedi e tutti i nostri imprenditori che hanno la capacità e la forza di esportare oggetti progettati e realizzati in Italia, non possono che meritare il plauso di tutti. Tra gli imprenditori del mercato dell’alta fedeltà, i Martinelli sono particolarmente attivi e mostrano creatività ed originalità nei loro progetti. Il loro ultimo modello di diffusore, chiamato Da Vinci, per esempio, ha una forma innovativa e non ricorda nulla di già visto in precedenza. Ma non è di questo modello che parleremo oggi, visto che abbiamo ricevuto la nuova versione della Beta, diffusore storico e probabilmente prima creazione della storia di EMMESpeakers. Come dicevamo prima, del modello originale resta solo la forma del mobile, mentre tutto il resto è nuovo.
Apriamo una parentesi riportando la documentazione tecnica fornitaci dallo stesso progettista:
Il diffusore acustico EMMESpeakers modello NEW BETA ad un primo sguardo può essere facilmente confuso con sistema a tre vie. Nonostante il suo aspetto però è più simile a un 2 vie e mezzo, sebbene in una configurazione non convenzionale.
I requisiti di progetto iniziali miravano al raggiungimento di un suolo tipico di un 2 vie in cassa chiusa, ma con la più ampia risposta in frequenza e la maggiore tenuta in potenza tipica di un diffusore multi-via. Per ottenere l’obiettivo prefissato al veloce Mid Woofer da 5 “ è stato affiancato, nel solo range di funzionamento a bassa frequenza, da un Woofer da 8”, collegati tra loro da una rete ‘quasi’ serie. Analizzando il crossover della NEW BETA, si ha evidenza di diversi circuiti. Il Tweeter è governato da un convenzionale filtro del terzo ordine elettrico, mentre il Mid Woofer da 5” e il Woofer da 8" sono collegati, come già detto, in serie e governati da una rete del terzo ordine elettrico (L2, C4, L3). Un ulteriore condensatore (C6) by-passa il Woofer 8" oltre le basse frequenze, lasciando al solo Mid Woofer l’incrocio con il Tweeter, che avviene a 1,3 kHz.
La rete Zobel C5-R4 è tarata per allineare la risposta in fase del Mid Woofer da 5” al valore desiderato. Il grafico mostra la fase relativa tra il Tweeter e Mid Woofer, che nella regione di incrocio assume un valore di 45 gradi.
Le nostre ricerche hanno evidenziato che la relativa fase di 45 gradi fornisce scena acustica e riproduzione spaziale più stabili ed ampie. R3 ha l’importante funzione di “distribuire la potenza” fornita dall'amplificatore tra Woofer e Mid Woofer, in funzione delle singole capacità di tenuta.
L’impedenza della NEW BETA risulta essere un carico facile per ogni tipo di amplificatore, garantendo la più ampia compatibilità elettrica . Tuttavia sono consigliati almeno 20 watt di pilotaggio.
La risposta in frequenza della NEW BETA è il frutto di nostri accurati studi e risponde alle iniziali specifiche di progetto, che richiedevano un diffusore di facile collocamento in ambienti domestici “standard”, non trattati e altamente riflettenti.
Ogni componente del diffusore (altoparlanti ,crossover, forma del cabinet) è stato selezionato o progettato per raggiungere questo obiettivo.
Allo scopo si può apprezzare come la risposta in frequenza delle NEW BETA riprenda la curva isofonica della sensibilità dell’orecchio umano.
Ciò garantisce una riproduzione molto naturale e realistica, timbricamente fedele, e ascolti prolungati esenti da fatica.
Per la NEW BETA si è impiegato il miglior materiale disponibile nella sua classe:
• Altoparlanti SB Acoustic
• Componentistica del crossover Mundorf
• Cablaggio interno Van den Hul & Sommer Cable
• Connettori Furutech
• Viteria in NERINOX
• Parti in Inox in acciaio AISI 304
• Cabinet in MDF a densità customizzata
• Finiture a 7 mani di vernice poliestere per uno spessore finale di 500-600 micron.
Il cabinet della NEW BETA è realizzato con le più moderne tecnologie e le competenze artigianali italiane.
La sua struttura a sandwich è stata ideata per fornire un eccellente smorzamento delle risonanze, grazie discontinuità di materiale tra un pannello e l’altro e dalla forma a goccia delle camere ricavate internamente.
Il cabinet ottenuto presenta poi caratteristiche di robustezza molto elevate, a garanzia di durata nel tempo.
Il suo eccellente design, infine, non rimane un un esercizio fine a se stesso, in un meraviglioso gioco di curve e spigoli dalle molteplici prospettive, ma assume un ruolo attivo nella riproduzione sonora, “sintonizzando” il campo riverberato all’emissione in asse.
Il diffusore NEW BETA, grazie alle sue caratteristiche, è ottimizzato per lavorare in ambienti domestici solitamente condivisi con altre attività familiari, ad esempio soggiorni, e così tipicamente arredati. E’ pertanto progettato per fornire una corretta riproduzione in bassa frequenza anche quando collocato a soli 50 centimetri dalla parete posteriore.
I requisiti di progetto iniziali miravano al raggiungimento di un suolo tipico di un 2 vie in cassa chiusa, ma con la più ampia risposta in frequenza e la maggiore tenuta in potenza tipica di un diffusore multi-via. Per ottenere l’obiettivo prefissato al veloce Mid Woofer da 5 “ è stato affiancato, nel solo range di funzionamento a bassa frequenza, da un Woofer da 8”, collegati tra loro da una rete ‘quasi’ serie. Analizzando il crossover della NEW BETA, si ha evidenza di diversi circuiti. Il Tweeter è governato da un convenzionale filtro del terzo ordine elettrico, mentre il Mid Woofer da 5” e il Woofer da 8" sono collegati, come già detto, in serie e governati da una rete del terzo ordine elettrico (L2, C4, L3). Un ulteriore condensatore (C6) by-passa il Woofer 8" oltre le basse frequenze, lasciando al solo Mid Woofer l’incrocio con il Tweeter, che avviene a 1,3 kHz.
La rete Zobel C5-R4 è tarata per allineare la risposta in fase del Mid Woofer da 5” al valore desiderato. Il grafico mostra la fase relativa tra il Tweeter e Mid Woofer, che nella regione di incrocio assume un valore di 45 gradi.
Le nostre ricerche hanno evidenziato che la relativa fase di 45 gradi fornisce scena acustica e riproduzione spaziale più stabili ed ampie. R3 ha l’importante funzione di “distribuire la potenza” fornita dall'amplificatore tra Woofer e Mid Woofer, in funzione delle singole capacità di tenuta.
L’impedenza della NEW BETA risulta essere un carico facile per ogni tipo di amplificatore, garantendo la più ampia compatibilità elettrica . Tuttavia sono consigliati almeno 20 watt di pilotaggio.
La risposta in frequenza della NEW BETA è il frutto di nostri accurati studi e risponde alle iniziali specifiche di progetto, che richiedevano un diffusore di facile collocamento in ambienti domestici “standard”, non trattati e altamente riflettenti.
Ogni componente del diffusore (altoparlanti ,crossover, forma del cabinet) è stato selezionato o progettato per raggiungere questo obiettivo.
Allo scopo si può apprezzare come la risposta in frequenza delle NEW BETA riprenda la curva isofonica della sensibilità dell’orecchio umano.
Ciò garantisce una riproduzione molto naturale e realistica, timbricamente fedele, e ascolti prolungati esenti da fatica.
Per la NEW BETA si è impiegato il miglior materiale disponibile nella sua classe:
• Altoparlanti SB Acoustic
• Componentistica del crossover Mundorf
• Cablaggio interno Van den Hul & Sommer Cable
• Connettori Furutech
• Viteria in NERINOX
• Parti in Inox in acciaio AISI 304
• Cabinet in MDF a densità customizzata
• Finiture a 7 mani di vernice poliestere per uno spessore finale di 500-600 micron.
Il cabinet della NEW BETA è realizzato con le più moderne tecnologie e le competenze artigianali italiane.
La sua struttura a sandwich è stata ideata per fornire un eccellente smorzamento delle risonanze, grazie discontinuità di materiale tra un pannello e l’altro e dalla forma a goccia delle camere ricavate internamente.
Il cabinet ottenuto presenta poi caratteristiche di robustezza molto elevate, a garanzia di durata nel tempo.
Il suo eccellente design, infine, non rimane un un esercizio fine a se stesso, in un meraviglioso gioco di curve e spigoli dalle molteplici prospettive, ma assume un ruolo attivo nella riproduzione sonora, “sintonizzando” il campo riverberato all’emissione in asse.
Il diffusore NEW BETA, grazie alle sue caratteristiche, è ottimizzato per lavorare in ambienti domestici solitamente condivisi con altre attività familiari, ad esempio soggiorni, e così tipicamente arredati. E’ pertanto progettato per fornire una corretta riproduzione in bassa frequenza anche quando collocato a soli 50 centimetri dalla parete posteriore.
Veniamo ora all’ascolto di queste Beta, inserite nel seguente impianto:
Giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Scan Tech Lyra Helikon, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD dCS Puccini+U-Clock Puccini, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, MIT cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
I diffusori sono praticamente nuovi, con pochissime ore di funzionamento alle spalle e lo si nota anche all’ascolto. Si presentano infatti piuttosto “duri” nel loro modo di esprimere il suono.
Dopo un paio di giorni di sintonizzatore e qualche ora con un CD di “burn in”, decido di strapazzare gli altoparlanti con un disco di mia figlia: “Des Visages et Des Figures” dei francesi Noir Desir (Carosello/Warner Music). E’ un CD di musica essenzialmente elettronica e con note basse profonde e violente, che grazie alle Beta sono riprodotte senza incertezze, anche a volumi piuttosto sostenuti. Godibile anche l’ascolto del SACD “Trespass” dei Genesis. Gli strumenti sono corretti e la voce di Peter Gabriel appare in ottima forma, presente e fusa alla perfezione con la musica del gruppo inglese.
Lo splendido “Allegretto” della 7° Sinfonia di Beethoven (Osmo Vänskä - Minnesota Orchestra - SACD BIS), ci fornisce un soundstage largo e ben sviluppato in profondità. Il rispetto delle variazioni dinamiche è una caratteristica di queste EMMESpeakers che, pur non potendo aspirare a livelli che non appartengono loro, per categoria economica, rendono correttamente il senso e l’emozione di ciò che si ascolta. Il fatto che siano caricate in cassa chiusa facilita abbastanza il loro posizionamento in ambiente, che dovrà in ogni caso essere curato con attenzione per ottenere il meglio delle loro prestazioni. Difficile dare una descrizione del loro suono, che è poco colorato e caratterizzato dall’ottima prestazione in gamma bassa, priva di code e sufficientemente precisa. Le Beta vanno pilotate da amplificatori di buona potenza, se si vuole estrarre la dinamica della quale sono capaci. Non hanno la pretesa di sonorizzare ambienti vasti a volumi elevati e non lo faranno, a causa del superlavoro che il midrange sarebbe chiamato a compiere. Se non abitate in una discoteca, probabilmente questa cosa non preoccuperà più di tanto.
D’altra parte, la loro impronta a terra è minima e la loro forma snella è quasi per niente intrusiva in ambiente. Insomma, un prodotto di successo che, ora lo sappiamo per certo, merita la diffusione mondiale che sta avendo. Il prezzo è un po’ superiore a quello dei concorrenti di prestazioni assimilabili (sempre che sia possibile stabilire con certezza quali siano) ma il valore aggiunto della personalizzazione delle finiture, fino ad ottenere un prodotto su misura, è intuibile, se non quantificabile con precisione ragionieristica. Un’azienda sana ed un prodotto affidabile, per chi non si accontenta di produzioni di massa e desidera una fuoriserie.
Giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Scan Tech Lyra Helikon, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD dCS Puccini+U-Clock Puccini, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, MIT cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
I diffusori sono praticamente nuovi, con pochissime ore di funzionamento alle spalle e lo si nota anche all’ascolto. Si presentano infatti piuttosto “duri” nel loro modo di esprimere il suono.
Dopo un paio di giorni di sintonizzatore e qualche ora con un CD di “burn in”, decido di strapazzare gli altoparlanti con un disco di mia figlia: “Des Visages et Des Figures” dei francesi Noir Desir (Carosello/Warner Music). E’ un CD di musica essenzialmente elettronica e con note basse profonde e violente, che grazie alle Beta sono riprodotte senza incertezze, anche a volumi piuttosto sostenuti. Godibile anche l’ascolto del SACD “Trespass” dei Genesis. Gli strumenti sono corretti e la voce di Peter Gabriel appare in ottima forma, presente e fusa alla perfezione con la musica del gruppo inglese.
Lo splendido “Allegretto” della 7° Sinfonia di Beethoven (Osmo Vänskä - Minnesota Orchestra - SACD BIS), ci fornisce un soundstage largo e ben sviluppato in profondità. Il rispetto delle variazioni dinamiche è una caratteristica di queste EMMESpeakers che, pur non potendo aspirare a livelli che non appartengono loro, per categoria economica, rendono correttamente il senso e l’emozione di ciò che si ascolta. Il fatto che siano caricate in cassa chiusa facilita abbastanza il loro posizionamento in ambiente, che dovrà in ogni caso essere curato con attenzione per ottenere il meglio delle loro prestazioni. Difficile dare una descrizione del loro suono, che è poco colorato e caratterizzato dall’ottima prestazione in gamma bassa, priva di code e sufficientemente precisa. Le Beta vanno pilotate da amplificatori di buona potenza, se si vuole estrarre la dinamica della quale sono capaci. Non hanno la pretesa di sonorizzare ambienti vasti a volumi elevati e non lo faranno, a causa del superlavoro che il midrange sarebbe chiamato a compiere. Se non abitate in una discoteca, probabilmente questa cosa non preoccuperà più di tanto.
D’altra parte, la loro impronta a terra è minima e la loro forma snella è quasi per niente intrusiva in ambiente. Insomma, un prodotto di successo che, ora lo sappiamo per certo, merita la diffusione mondiale che sta avendo. Il prezzo è un po’ superiore a quello dei concorrenti di prestazioni assimilabili (sempre che sia possibile stabilire con certezza quali siano) ma il valore aggiunto della personalizzazione delle finiture, fino ad ottenere un prodotto su misura, è intuibile, se non quantificabile con precisione ragionieristica. Un’azienda sana ed un prodotto affidabile, per chi non si accontenta di produzioni di massa e desidera una fuoriserie.
Tavolino EMMERack Smart
Insieme coi diffusori, ci è arrivato il tavolino EMMERack Smart, che ci siamo affrettati a montare e fotografare prima che gli apparecchi lo nascondessero alla vista. L’impatto estetico è notevole e la funzionalità fuori discussione. Il sistema SRS (Smart Rack System) permette un ottimo smorzamento delle vibrazioni grazie ai silent block interposti tra i ripiani, la cui frequenza può essere accordata semplicemente stringendo o allentando le barre portanti. La finitura dei ripiani in nostre mani è di un sobrio nero opaco ma, come potete vedere dal sito del costruttore, vi sono un’infinità di possibilità di personalizzazione, per tutti i gusti. Il rack è componibile e prevede fino a 3 ripiani, la cui distanza è a scelta dell’utilizzatore, per il massimo della flessibilità possibile.
Angelo Jasparro
Angelo Jasparro
Produttore: EMMESpeakers Snc
Prezzo listino diffusori: euro 9.000,00 la coppia in finitura standard Prezzo listino rack: euro 1.895,00 in finitura standard |