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Le fiere di audio, viste dall'altra parte della barricata
All'indomani dell'ennesima manifestazione audio alla quale partecipo in prima persona come espositore, e dopo aver letto i commenti del pubblico, sento l'esigenza di comunicare le ragioni dall'altra parte della barricata, come si suol dire, e cioè con l'ottica dell'espositore.
Credo, immodestamente, di avere una visione a 360 gradi di questo genere di eventi, avendone visitati centinaia, prima come semplice appassionato e, da almeno 20 anni, come reporter incaricato da varie riviste., e da qualche anno anche come espositore del marchio di diffusori polacchi che distribuisco in Italia. Ho quindi vissuto tutte le esperienze, ho parlato con migliaia di persone, ho letto di tutto e di più sui forum e sui vari social nati nel frattempo. Mi piacerebbe, con queste due righe, sfatare le leggende metropolitane e, ancora più difficile, i pregiudizi di molti visitatori, che sembrano inscalfibili anche davanti ai fatti più chiari. Faccio una specie di decalogo dei sentimenti più comuni e poi provo a spiegarvi per quale motivo sono (almeno a volte) errati. - "Alle fiere di audio si ascolta sempre la stessa musichetta per audiofili, che suona bene e "non fa male" ad alcun impianto" Solo parzialmente vero. Qualche dimostratore prova a fare un po' il furbo, ma non sono tutti così. Essendo sempre costretto nella mia sala, non riesco a visitare quelle degli altri, come nell'ultima manifestazione alla quale ho appena partecipato, ma posso farvi un parziale elenco dei dischi che si ascoltavano da me: Dvorak -L'integrale delle 9 Sinfonie, Tchaikovsky - Lo Schiaccianoci, Dave Weckl - Master Plan, Daft Punk - Random Access Memories, Janacek - Taras Bulba, Sagra della Primavera, Youssou n'Dour, le Sinfonie di Beethoven dirette da Rattle, la Rapsodia in Blue di Gershwin, Bruce Springsteen, Coltrane. E poi Battiato, Fossati, Serrat... Insomma, di tutto un po' e certamente non brani sempre facili da riprodurre. Invece vorrei raccontarvi ciò che succede quando sono io a chiedere al pubblico cosa vuole ascoltare, cosa che accade spessissimo. Al 90% le risposte sono : un trio Jazz, un quartetto d'archi, una voce (di solito di donna). E cioè esattamente le musichette che poi si criticano sui forum. Bisognerebbe mettersi d'accordo con sé stessi. - "I dimostratori hanno paura di far sentire i dischi portati dai visitatori" Anche in questo caso, solo parzialmente vero. So per certo che molti miei colleghi non si fanno problemi, come non me li faccio io. Confesso che una paura c'è, ed è quella che il disco sia talmente loffio (artisticamente e tecnicamente) da far scappare le persone in sala. In tal caso, si può sempre sfumare il brano prima della fine. - "Gli allestitori dovrebbero curare meglio le sale espositive" Vi faccio presente che generalmente si dispone di un solo giorno per allestire il tutto. Si arriva al parcheggio (spesso disgraziato) del luogo all'apertura alle 9 del mattino, si scaricano quintali (o tonnellate) di merce a mano, che di carrelli elevatori manco a parlarne, si fa la fila all'unico ascensore che porta ai piani e se tutto va bene dopo 2 ore ci si ritrova in saletta a sballare gli apparecchi. Si monta il tutto (sempre che sia già arrivato il produttore del rack dove dovete mettere gli apparecchi), dopo aver imprecato perché le prese non sono dove si vorrebbe ed i cavi di alimentazione sono sempre troppo corti. Nel pomeriggio, dopo aver saltato il pranzo e magari con ore di guida sul groppone, si cerca di rilassarsi per poter "fare il suono". Naturalmente, la stanza fa schifo. L'ultima dove sono stato aveva un tempo di riverbero superiore a 3 secondi. Una cattedrale, in pratica. Allora pensi che in zona hai l'amico di un amico che potrebbe prestarti (o venderti) dei pannelli fonoassorbenti ma poi guardi attorno e realizzi che i pannelli da 120 x 120 non servono a nulla, visto che il soffitto è alto oltre 4 metri, e non puoi attaccare nulla alle pareti. Se li metti a terra, essendo la stanza lunga e stretta, non ci sta più il pubblico. Alla fine rinunci, confidi nella comprensione dei visitatori, ma per l'ennesima volta ti sei illuso invano. Arrivi a sera con le mani doloranti a furia di batterle per dimostrare ai presenti quanto pessimo sia il locale, ma a poco serve davanti ai giudizi inappellabili di coloro che da anni cercano di ottimizzare impianti ed ambiente d'ascolto, ma da te pretendono lo stesso lavoro in 2 ore. - "Ci sono solo apparecchi da nababbi, non si può continuare così" E tu che dimostri diffusori da 3.000 euro (ma ho anche portato impianti completi da poco più di 2.000 euro, in altre occasioni), ci resti un po' male, perché sembri trasparente. Ti viene incontro l'esperienza, e sai che quando qualcuno passa davanti alla tua stanza, magari in quel momento vuota e con la porta aperta, vede che hai componenti dall'apparenza abbordabile, fa un'espressione di disgusto e si ferma sulla porta manco ci fosse un recinto elettrificato, hai trovato uno di quelli che scriveranno che nessuno espone componenti (relativamente) economici. Perché altrimenti non mi spiego come uno che si è seduto anche solo per 3 minuti ad ascoltare, si dimentichi tutto appena esce dalla porta della mia sala. C'è poco da fare: ci si lamenta ma poi si entra solo nelle sale più grandi e con impianti costosissimi. Comprensibile, peraltro. E siccome gli espositori, contrariamente a quello che comunemente si pensa, non sono dei cretini, vi portano gli "effetti speciali", così voi potete pure criticarli, ma almeno hanno la vostra attenzione. Facile dimostrare quanto dico: si fotografano principalmente gli impianti da sogno e si parla quasi esclusivamente di quelli. Anche qui toccherebbe mettersi d'accordo con sé stessi. Potrei proseguire, ma gli argomenti principali, se non mi sfugge qualcosa, sono questi. Provate a rifletterci un pochino, la prossima volta che racconterete le vostre esperienze dalle fiere. Vi aspetto... alla prossima fiera. Angelo Jasparro |