Fostex GX 100 MA
ovvero: nella botte piccola c'è il vino buono ...
Iniziano ad essere presenti nei negozi italiani queste piccole casse acustiche della giapponese Fostex, le GX 100 (MA è il modello più economico, ma ne esiste un modello ancor più accurato che costa circa il doppio, denominato “Limited”). Se n’era già letto in qualche reportage di fiere, con commenti sempre positivi; poi, un pomeriggio sono entrato nel punto vendita del mio negoziante di fiducia e ho visto queste casse piccole, rosse, che riproducevano un brano di musica pop/jazz con una voce femminile che risultava molto naturale. Ovviamente spinto da curiosità, mi sono seduto ed ho iniziato ad ascoltare con maggior attenzione; anche se è parso subito evidente che l’amplificazione scelta in quel momento, con le casse appena estratte dall’imballo, non fosse l’ideale per il sistema (si trattava di un amplificatore integrato della Leben, eccellente timbricamente, ma non abbastanza potente per le GX100), il suono della catena era molto interessante. Da lì è partito il solito “le voglio provare a casa” ed ecco qui quanto è emerso.
Una sommaria descrizione (peraltro nemmeno facile da dare, perché il manuale d’istruzioni è in giapponese, lingua che io non conosco) ci dice che le casse acustiche sono veramente molto piccole (26,2 cm di altezza, 16 di larghezza e 22 di profondità), pesanti (5,6 Kg ciascuna), sono a due vie con un woofer in alluminio che dichiara 10 cm di diametro e un tweeter con cupola in magnesio da 2 cm di diametro, con una (bassa) sensibilità di 82 dB, una risposta in frequenza dichiarata a - 10 dB da 55 a 45.000 Hz, un condotto reflex nella parte posteriore, una coppia di connettori (niente bi-wiring) e un controllo per il tweeter che prevede un range d’intervento da +1 a -3 dB. La finitura è molto curata; le casse sono poi dotate di una griglia di protezione che poco interagisce con il suono (anche se è opportuno toglierle, soprattutto se si opta per il posizionamento che in casa mia ha offerto il miglior risultato; tendo sempre a ricordare che ogni recensione deve essere contestualizzata non tanto tenendo conto del gusto di chi scrive – se si vuole, il gusto personale lo si sa anche lasciar da parte – quanto piuttosto perché nel mio ambiente e con i miei componenti quel che scrivo è quel che è accaduto; che poi, come in questo caso, l’esperienza sia replicabile, è solo la conferma che bene o male, in molti si giunge allo stesso risultato).
L’impianto nel quale le casse acustiche sono state inserite è il solito così composto: giradischi Bauer Audio DPS2, braccio Morch DP 6 con canna Precision Red (ho usato un cavo tra braccio e pre-fono della Nanotec, il PH 2/S del quale parlo qui sotto), pre-fono American Hybrid Technology –P, preamplificatore Lavardin 6.2, amplificatori finali lo Spectral DMA 50 e il Wyred 4 Sound ST 250, oltre ai cablaggi giù più volte citati in precedenti miei scritti.
Devo dire che Fostex dà delle indicazioni precise per il posizionamento in ambiente. Le casse devono stare a pochissima distanza dalla parete di fondo (5/10 cm) e con una angolazione di 15 gradi verso il punto d’ascolto. Ho provato? Certo, ma in casa mia quel posizionamento è stato buono ma non tanto quanto quello usato poi per tutta la prova. Nel posizionamento indicato da Fostex si ha una esaltazione della zona medio-bassa che però non aiuta a dare una sensazione di maggior peso del suono, quanto piuttosto un rigonfiamento di alcune frequenze; che poi la cassa possa risultare più grande di quanto è in realtà, è altra questione; per me resta il fatto che quel medio-basso in eccesso un po’ sporca un risultato che invece può essere eccellente.
Non posso certo nascondere il fatto che la gamma acuta la faccia da padrona un po’ in tutte le situazioni, ma penso che chi opti per questi sistemi di altoparlanti certo non si aspetti di ascoltarci al 100% Mahler o Bruckner, né gli AC/DC o i Judas Priests, quanto piuttosto generi più controllati, fermo restando che si possano ascoltare anche gli artisti/compositori qui sopra indicati, anche se si saprà in partenza che mancherà una parte del contenuto di frequenze. Ma la gamma acuta di questi altoparlanti, pur certamente presente, è molto nitida e quindi non disturba (ed anzi, con alcuni generi è una vera meraviglia).
Posizionamento, dunque. Sono partito con le indicazioni date dal produttore e ho già scritto qui sopra cosa è emerso. Ho iniziato quindi a spostare a poco a poco le casse per trovare un posizionamento che, senza utilizzare la correzione della gamma acuta, mi permettesse di ottenere il miglior risultato. Ho provato quella che era la tipica posizione per le vecchie BBC LS5/12, ovvero 1,20/1,50 tra di loro, senza nessun orientamento verso il punto d’ascolto e con almeno un metro di distanza dalla parete di fondo; non male, anche se il basso restava un po’ troppo indietro. Ho provato la tipica posizione che si usava per le BBC LS 3/5a e per le Sonus Faber Minima, ovvero puntate decisamente davanti al punto d’ascolto e anche in questo caso il risultato è stato buono, ma con un suono sempre molto leggero. Devo dire a onor del vero che a queste casse non fa mai difetto la capacità di ricreare un’eccellente scena; visto che anche timbricamente la cassa è ben dotata, era necessario trovare un posizionamento che aiutasse un po’ anche il medio-basso e il basso (fin dove arriva), senza renderli eccessivi. Mano a mano che ruotavo le casse acustiche perché incrociassero i punti di emissione sempre più lontano dal punto d’ascolto (prima erano i 50 cm, poi i 100 cm ecc.), mi sono trovato con le casse a tre metri l’una dall’altra, a poco meno di 30 cm dalle librerie laterali che sono piene di LP e di CD ed esattamente una di fronte all’altra; io ero a tre metri dalle casse acustiche a formare un triangolo equilatero quasi perfetto. Ho così raggiunto quello che è stato il miglior risultato nel mio ambiente e quando dico migliore, intendo che quando ho messo una registrazione di musiche per organo (Bach, concerti vari trascritti per organo, suonati da Edoardo Bellotti su etichetta Foné) mi è sorto spontaneo un sorriso compiaciuto perché anche se la gamma bassa profonda era assente, le canne dell’organo erano distribuite davanti a me e totalmente scollegate dalla presenza fisica delle casse acustiche; e qui posso iniziare a sottolineare che la gamma acuta ben aperta, che come ho scritto sopra è congeniale ad alcuni generi, ha iniziato a dare i suoi frutti: detto per inciso, il timbro delle canne, aiutato anche da una registrazione eccellente, era naturalissimo, al punto che dopo un po’ la mancanza del basso profondo diventava poco importante, anche perché queste Fostex sanno suonare forte e reggono molto bene la potenza.
Anche se spesso tocca di ripetere i titoli di alcune registrazioni perché fanno parte dei riferimenti di chi scrive, ecco che mi tocca di ripetere ancora il Messiah di Haendel nell’esecuzione Hogwood/Oiseau Lyre; ed anche in questo caso il trattamento riservato alle voci è stato di livello molto elevato. Emma Kirkby l’ho ascoltata tante volte dal vivo e quella caratteristica leggerezza della sua voce è qui ben preservata, così come preservate sono le voci bianche che finalmente mi hanno ricordato quanto ero solito ascoltare quando ai tempi condirigevo un coro polifonico nel quale le voci acute erano tutte “bianche”. Proprio con il Messiah ho voluto provare l’influenza del controllo di livello dei tweeter; l’intervento è molto deciso e non penso sia situato molto in alto perché quando ho attenuato di 2 dB entrambe le casse acustiche, le voci bianche sono arretrate in maniera udibile ed è stato necessario riportare il livello in “flat”, così da godere della giusta distribuzione tra le varie tessiture.
Analogamente è accaduto con il concerto n. 17 per pianoforte e orchestra di Mozart (Geza Anda, DGG) dove con il pianoforte (soprattutto la mano destra) le GX 100 hanno restituito un suono che mi ha ricordato le sonorità del pianoforte dal vivo; anzi, devo dire che sia nel Messiah che con Mozart, la mancanza del basso profondo non ha menomato la riproduzione più di tanto. E anche in questo caso c’era una distribuzione degli strumenti nello spazio totalmente svincolata dalle casse acustiche.
Dove risulta evidente che per quanto facciano le GX 100 non riescono ad essere complete (ma mi domando, chi le comprerà pensando che lo siano?) è con i generi in cui sono presenti anche strumenti che agiscono in gamma bassa profonda e che in quella regione di frequenze chiedono potenza; inutile negare che con il Miserere di Arvo Part (ECM) la pedaliera dell’organo sia praticamente assente, come assente è il peso delle percussioni nel Fratres dello stesso autore (ECM).
Con il jazz il risultato è stato comunque apprezzabile; evidentemente il contrabbasso non scende alle frequenze che ci sono dal vivo (certo che a volte è proprio faticoso dover ribadire quel che è ovvio), ma per il resto la piacevolezza dell’ascolto c’è.
Voglio infine ricordare che queste casse hanno un’efficienza bassa, molto bassa; quindi non si pensi di poterle amplificare con un valvolare da una manciata di watt. Qui di watt ce ne vogliono tanti e non solo quando si ha voglia di “fare casino”, ma anche per un normale ascolto domestico. Mi piace poi pensare che chi comprerà queste casse acustiche, partirà da loro per poi costruire l’impianto; hanno personalità, hanno carattere ed è un peccato rischiare di svilire il loro carattere inserendole in un impianto che potrebbe non essere quello che le valorizzerà. Ma è un discorso complesso e probabilmente questa non è la sede adatta per questo tipo di discorsi.
Ben tenendo presente che un sistema di piccole dimensioni non è un sistema a tromba né un sistema full-range, se siete orientati verso un prodotto di questo tipo, vi consiglio vivamente di ascoltare queste GX 100; esistono altri prodotti di pari dimensioni, anche meno costosi, ma ad un ascolto diretto non potrete non rendervi conto che le GX 100 sono di ben altro e più alto livello.
Domenico Pizzamiglio
Produttore Fostex www.fostex.com
Distributore Art Of Music www.artofmusic.it
Costo 1300,00 € la coppia
Devo dire che Fostex dà delle indicazioni precise per il posizionamento in ambiente. Le casse devono stare a pochissima distanza dalla parete di fondo (5/10 cm) e con una angolazione di 15 gradi verso il punto d’ascolto. Ho provato? Certo, ma in casa mia quel posizionamento è stato buono ma non tanto quanto quello usato poi per tutta la prova. Nel posizionamento indicato da Fostex si ha una esaltazione della zona medio-bassa che però non aiuta a dare una sensazione di maggior peso del suono, quanto piuttosto un rigonfiamento di alcune frequenze; che poi la cassa possa risultare più grande di quanto è in realtà, è altra questione; per me resta il fatto che quel medio-basso in eccesso un po’ sporca un risultato che invece può essere eccellente.
Non posso certo nascondere il fatto che la gamma acuta la faccia da padrona un po’ in tutte le situazioni, ma penso che chi opti per questi sistemi di altoparlanti certo non si aspetti di ascoltarci al 100% Mahler o Bruckner, né gli AC/DC o i Judas Priests, quanto piuttosto generi più controllati, fermo restando che si possano ascoltare anche gli artisti/compositori qui sopra indicati, anche se si saprà in partenza che mancherà una parte del contenuto di frequenze. Ma la gamma acuta di questi altoparlanti, pur certamente presente, è molto nitida e quindi non disturba (ed anzi, con alcuni generi è una vera meraviglia).
Posizionamento, dunque. Sono partito con le indicazioni date dal produttore e ho già scritto qui sopra cosa è emerso. Ho iniziato quindi a spostare a poco a poco le casse per trovare un posizionamento che, senza utilizzare la correzione della gamma acuta, mi permettesse di ottenere il miglior risultato. Ho provato quella che era la tipica posizione per le vecchie BBC LS5/12, ovvero 1,20/1,50 tra di loro, senza nessun orientamento verso il punto d’ascolto e con almeno un metro di distanza dalla parete di fondo; non male, anche se il basso restava un po’ troppo indietro. Ho provato la tipica posizione che si usava per le BBC LS 3/5a e per le Sonus Faber Minima, ovvero puntate decisamente davanti al punto d’ascolto e anche in questo caso il risultato è stato buono, ma con un suono sempre molto leggero. Devo dire a onor del vero che a queste casse non fa mai difetto la capacità di ricreare un’eccellente scena; visto che anche timbricamente la cassa è ben dotata, era necessario trovare un posizionamento che aiutasse un po’ anche il medio-basso e il basso (fin dove arriva), senza renderli eccessivi. Mano a mano che ruotavo le casse acustiche perché incrociassero i punti di emissione sempre più lontano dal punto d’ascolto (prima erano i 50 cm, poi i 100 cm ecc.), mi sono trovato con le casse a tre metri l’una dall’altra, a poco meno di 30 cm dalle librerie laterali che sono piene di LP e di CD ed esattamente una di fronte all’altra; io ero a tre metri dalle casse acustiche a formare un triangolo equilatero quasi perfetto. Ho così raggiunto quello che è stato il miglior risultato nel mio ambiente e quando dico migliore, intendo che quando ho messo una registrazione di musiche per organo (Bach, concerti vari trascritti per organo, suonati da Edoardo Bellotti su etichetta Foné) mi è sorto spontaneo un sorriso compiaciuto perché anche se la gamma bassa profonda era assente, le canne dell’organo erano distribuite davanti a me e totalmente scollegate dalla presenza fisica delle casse acustiche; e qui posso iniziare a sottolineare che la gamma acuta ben aperta, che come ho scritto sopra è congeniale ad alcuni generi, ha iniziato a dare i suoi frutti: detto per inciso, il timbro delle canne, aiutato anche da una registrazione eccellente, era naturalissimo, al punto che dopo un po’ la mancanza del basso profondo diventava poco importante, anche perché queste Fostex sanno suonare forte e reggono molto bene la potenza.
Anche se spesso tocca di ripetere i titoli di alcune registrazioni perché fanno parte dei riferimenti di chi scrive, ecco che mi tocca di ripetere ancora il Messiah di Haendel nell’esecuzione Hogwood/Oiseau Lyre; ed anche in questo caso il trattamento riservato alle voci è stato di livello molto elevato. Emma Kirkby l’ho ascoltata tante volte dal vivo e quella caratteristica leggerezza della sua voce è qui ben preservata, così come preservate sono le voci bianche che finalmente mi hanno ricordato quanto ero solito ascoltare quando ai tempi condirigevo un coro polifonico nel quale le voci acute erano tutte “bianche”. Proprio con il Messiah ho voluto provare l’influenza del controllo di livello dei tweeter; l’intervento è molto deciso e non penso sia situato molto in alto perché quando ho attenuato di 2 dB entrambe le casse acustiche, le voci bianche sono arretrate in maniera udibile ed è stato necessario riportare il livello in “flat”, così da godere della giusta distribuzione tra le varie tessiture.
Analogamente è accaduto con il concerto n. 17 per pianoforte e orchestra di Mozart (Geza Anda, DGG) dove con il pianoforte (soprattutto la mano destra) le GX 100 hanno restituito un suono che mi ha ricordato le sonorità del pianoforte dal vivo; anzi, devo dire che sia nel Messiah che con Mozart, la mancanza del basso profondo non ha menomato la riproduzione più di tanto. E anche in questo caso c’era una distribuzione degli strumenti nello spazio totalmente svincolata dalle casse acustiche.
Dove risulta evidente che per quanto facciano le GX 100 non riescono ad essere complete (ma mi domando, chi le comprerà pensando che lo siano?) è con i generi in cui sono presenti anche strumenti che agiscono in gamma bassa profonda e che in quella regione di frequenze chiedono potenza; inutile negare che con il Miserere di Arvo Part (ECM) la pedaliera dell’organo sia praticamente assente, come assente è il peso delle percussioni nel Fratres dello stesso autore (ECM).
Con il jazz il risultato è stato comunque apprezzabile; evidentemente il contrabbasso non scende alle frequenze che ci sono dal vivo (certo che a volte è proprio faticoso dover ribadire quel che è ovvio), ma per il resto la piacevolezza dell’ascolto c’è.
Voglio infine ricordare che queste casse hanno un’efficienza bassa, molto bassa; quindi non si pensi di poterle amplificare con un valvolare da una manciata di watt. Qui di watt ce ne vogliono tanti e non solo quando si ha voglia di “fare casino”, ma anche per un normale ascolto domestico. Mi piace poi pensare che chi comprerà queste casse acustiche, partirà da loro per poi costruire l’impianto; hanno personalità, hanno carattere ed è un peccato rischiare di svilire il loro carattere inserendole in un impianto che potrebbe non essere quello che le valorizzerà. Ma è un discorso complesso e probabilmente questa non è la sede adatta per questo tipo di discorsi.
Ben tenendo presente che un sistema di piccole dimensioni non è un sistema a tromba né un sistema full-range, se siete orientati verso un prodotto di questo tipo, vi consiglio vivamente di ascoltare queste GX 100; esistono altri prodotti di pari dimensioni, anche meno costosi, ma ad un ascolto diretto non potrete non rendervi conto che le GX 100 sono di ben altro e più alto livello.
Domenico Pizzamiglio
Produttore Fostex www.fostex.com
Distributore Art Of Music www.artofmusic.it
Costo 1300,00 € la coppia