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Gold Note PH-1000
Tu sei lì che vai, bello tranquillo e facendo lo slalom tra i colori della tua Regione, a trovare il Dimitri Toniolo nel suo negozio MADFORMUSIC di Milano, e mentre chiacchieri del più e del meno, costui se ne esce con: "Mi è appena arrivato il primo esemplare del nuovissimo pre phono di Gold Note, il PH-1000. A giudicare dalle caratteristiche, dev'essere uno spettacolo ... lo vuoi recensire?". Ora, dico io: voi al mio posto cos'avreste risposto? Ecco, appunto, me lo sono messo del baule dell'auto e l'ho portato a casa senza pensarci due volte. Anzi, neanche una, che ormai s'era fatta l'ora di pranzo, lo stomaco borbottava ma i ristoranti erano chiusi per i noti motivi.
Non è la prima volta che provo un apparecchio di Gold Note, anzi. Se fate una ricerca tramite l'apposita casella col nome Gold Note o col vecchio nome Goldenote, trovate varie recensioni. E' un marchio al quale mi sto lentamente affezionando, perché dà soddisfazione. Macchine di sostanza, senza fronzoli, senza "effetti speciali", ma progettati per essere flessibilissimi, grazie a tutte le opzioni fornite, e ben suonanti. Inoltre, la loro costruzione è decisamente professionale. Niente cablaggi da ripensamenti dell'ultim'ora, componenti che sembrano messi lì perché fanno scena o sono avanzati da una produzione precedente ... Insomma, cari i miei lettori, roba seria, senza voli pindarici a complicare le cose o, peggio, a fare danno. Gold Note lavora moltissimo con e per l'analogico, ormai lo saprete. Produce 5 modelli di giradischi, 2 bracci, 7 testine, 3 pre phono con possibili superalimentazioni, stadi d'uscita a valvole esterni, ecc. Oltre, ovviamente, ad amplificatori e diffusori. Il PH-1000, dicevo, è una macchina estremamente versatile, con pochi omologhi sul mercato mondiale, addirittura. Una bestiolina dallo spesso frontale in alluminio e dal peso non indifferente di 12 kg. Cominciamo a descriverlo e poi passiamo alle caratteristiche, che richiederanno un po' di spazio per essere sviscerate. L'apparecchio è disponibile in 3 colori a scelta: nero, argento e oro. Lo spesso frontale in alluminio è ingentilito da una doppia scanalatura verticale, nella quale sono ospitati il marchio e l'uscita cuffia, mentre verso il centro (ma non al centro esatto) troviamo il display di dimensioni sufficienti ad essere letto a distanza non eccessiva. Alla destra troviamo una manopola multifunzione, con la quale possiamo fare tutto ciò che il software del preamplificatore ci permette. C'è anche un telecomando, per i più pigri, o anche solo per effettuare qualsiasi regolazione al volo, senza alzarsi dalla poltrona.
Il retro è molto affollato, per la tipologia di apparecchio della quale stiamo parlando. Ci sono 3 ingressi RCA sbilanciati, 2 bilanciati, un'uscita sbilanciata ed una bilanciata, le uscite per lo stadio esterno a valvole, l'ingresso per la superalimentazione esterna, anche questa opzionale, l'ingresso IEC e l'interruttore master di accensione. L'intero telaio, compreso il pesante coperchio superiore, contribuisce alla sensazione di trovarci di fronte ad un apparecchio di qualità, costruito senza risparmi. Le possibilità che il PH-1000 offre, sono, come dicevo, molto ampie. Le elenco in ordine sparso, ricordandovi che sono tutte visualizzabili sull'ampio display, del quale potete regolare la luminosità o, se del caso, spegnerlo completamente. 20 curve di equalizzazione, che raddoppiano se si utilizza la modalità "Enhanced", filtro subsonico, guadagno regolabile sia in MM che MC, tra +9 e -9 dB (guadagno preimpostato nelle due opzioni: 40 e 65 dB), 12 opzioni di carico per le testine MC che vanno da 10 a 100 kOhm in 12 step, regolazione della capacità per le MM da 100 a 1000 pF in 6 step, volume in uscita regolabile, uscita cuffia, possibilità di uscita in mono e di inversione di polarità di 180°, inversione dei canali L/R, super alimentazione opzionale. Insomma, se siete degli "smanettoni" o anche solo dei perfezionisti, questo pre phono vi accontenta senza difficoltà. Sperando di non aver dimenticato nulla di rilevante, passo alle note d'ascolto, che si sono svolte dopo un congruo periodo di rodaggio e col seguente impianto: giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, lettore CD/SACD Yamaha CD-S3000, lettore multimediale: Oppo 105 D, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B³, diffusori: JBL 4350B, subwoofer Velodyne SPL-1200, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, cavo phono Cammino PH B 2.2 Ref XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500. Il PH-1000 è stato utilizzato in bilanciato, così da avere tutto l'impianto cablato nella stessa modalità. "Sei introduttioni teatrali Op. 4", di Pietro Antonio Locatelli, eseguito dall'Orchestra da Camera del Festival Internazionale di Brescia e Bergamo, diretta da Agostino Orizio (AudioReview), è il primo vinile che ascolto. Si tratta di una delle registrazioni di musica da camera più naturali che si possano reperire sul mercato. Dalle prime note, Giulio Cesare Ricci di Foné ci trasporta nel Palazzo Grande di Brescia e ci inchioda letteralmente alla poltrona, mentre la musica ci rapisce. Non esistono bassi, medi o alti; esistono dei musicisti che suonano insieme gli strumenti ad arco e producono musica di altissimo livello. Cosa chiedere di più al nostro impianto? La scansione degli strumenti nei vari piani sonori che questo Gold Note è in grado di restituire, impressiona. Il clavicembalo, quando interviene, è discreto ma contemporaneamente autorevole, col giusto peso e mai confuso nel tappeto musicale. I violini non sono mai più stridenti di quanto siano in natura, e sono dotati del giusto corpo. Quest'ultima caratteristica si trova poco spesso nelle registrazioni, che tendono a privilegiare lo sfregamento dell'archetto sulle corde, tralasciando la cassa armonica dello strumento. Se poi la registrazione e la riproduzione vanno entrambe nella direzione di questo "errore", ecco che spegniamo l'impianto o cambiamo genere musicale. Infine: mi sono goduto interamente questo doppio vinile, come poche volte è accaduto. Passo a "The Gifted One" - Dizzie Gillespie, Count Basie, Ray Brown, Mickey Roker (Pablo Records). I nomi dei componenti del quartetto predispongono bene, ed infatti il disco è stupendo. La registrazione è quella classica della Pablo anni '70 ed '80: naturalezza al di sopra di ogni sospetto, dinamica ed equilibrio, sono i primi aggettivi che mi vengono in mente pensando a questo disco, suonato da questo incredibile quartetto di veri Maestri del Jazz. Il PH-1000 come si comporta? Preciso e discreto nel suo lavoro, che ti viene da pensare: "9.600 euro spesi per cosa?" Ecco, appunto, missione compiuta; quando vi chiedete dove siano finiti i vostri sudati denari, il vostro l'acquisto ha raggiunto l'obbiettivo. Produrre componenti che abbiano questo livello di trasparenza ed assenza di timbro sonoro, comporta costi notevoli, a partire dal progetto, per arrivare all'impiego della giusta componentistica. Mentre scrivo questi appunti il piatto ride che marca lo swing, accompagnato dal charleston, mi manda messaggi subliminali del genere: "senti che armonici escono dal mio suono". Intanto, al centro della scena, il piano di Count Basie è protagonista indiscusso, per poi cedere il posto al contrabbasso di Ray Brown, che si esibisce in uno dei suoi tipici "solo". Il fiato resta sospeso, perché sappiamo che sta per arrivare la Regina: la tromba di quel mattacchione di Dizzie Gillespie, mentre tutto il quartetto suona in "forte" qualche misura, per poi lasciare di nuovo la scena alla tromba solista. Che spettacolo, cari lettori! Cambio genere e passo ad Albèniz, Suite Española, eseguita dalla New Philharmonia Orchestra diretta da Rafael Frühbeck de Burgos (Decca, ristampa giapponese The Super Analogue Disc). Amo molto la musica spagnola, e non solo la classica. Questa suite è un insieme di composizioni dedicate a città o regioni della Penisola Iberica ed è decisamente evocativa. Ha la capacità di catapultarci in quelle straordinarie terre, che purtroppo conosco solo in parte. Musica bellissima, orchestrazione sopraffina ed incisione inappuntabile. Il PH-1000 tratta con la massima delicatezza i pianissimo, ma è pronto allo scatto improvviso quando si presentano i salti dinamici. Il suo suono è pieno, dolce e risoluto al tempo stesso, cangiante a seconda delle richieste del programma musicale, e non distoglie mai dall'ascolto. La gamma bassa è potentissima e profonda, ma sempre controllata come si deve, così da non sovrapporsi in nessun momento al resto del messaggio sonoro. Il decadimento dei colpi di grancassa è lento e graduale, là in fondo, dietro agli ottoni e di fianco ai timpani ed alle altre piccole percussioni dell'orchestra, che emergono lucide e perfettamente scandite, con le nacchere scolpite in rilievo nell'aria, appena un pochino sulla sinistra. Ogni tanto, l'intervento della marimba riporta la concentrazione sui toni acuti, che sono luminosi e carichi di armoniche. "The Modern Jazz Quartet" è un doppio vinile WDR, della collana "The Cologne Broadcasts". Gran bella musica, registrazione più che all'altezza, ottima stampa. La ripresa del vibrafono è superlativa ed è una gioia riascoltare questo disco. Il contrabbasso è un pelo invadente, che così è stato voluto in sede di ripresa, ma resta sempre pulito ed esente da cenni di distorsione. La prestazione del pre phono Gold Note è di livello molto, molto elevato; non si smetterebbe mai di ascoltare musica. Prima di sottopormi alla tortura della necessaria (per motivi squisitamente economici) restituzione del PH-1000, provo una diversa equalizzazione, "per vedere l'effetto che fa". Mi spiego: la mia idea è quella di toccare il meno possibile il segnale musicale, ma bisogna sapere che una certa parte di dischi, soprattutto fino agli anni '60, era incisa con equalizzazioni diverse dallo standard RIAA, indipendentemente dal fatto che il marchio dell'Associazione sia riportato sulla copertina del disco. Sono quindi andato a ripescare un vecchio Capitol Records di Nat King Cole, un vinile usato che ho acquistato durante uno dei miei viaggi negli USA, come mi ricorda l'etichetta applicata sulla copertina. Indovinate che equalizzazione ho scelto? Bravi, la Capitol! E quindi? E quindi, il suono è tornato a nuova vita. Vi faccio un esempio concreto. Se ascoltate questo disco con la classica RIAA, è come se aggiungeste un equalizzatore al vostro impianto e ne muoveste i cursori così, a sentimento. Potete immaginare il risultato. Poi cambiate l'equalizzazione, usate quella corretta ed il suono diventa "giusto", si torna alla realtà. "... e questo è tutto ciò che ho da dire su questa faccenda" (cit.) Adesso concludo raccomandandovi caldamente di ascoltare il Gold Note PH-1000, perché, pur essendo un apparecchio di costo non indifferente, non ha paura di nessuno. E voi sapete bene a che cifre si può arrivare, nel mercato dell'audio, quando si cerca il meglio. Io lo restituisco semplicemente perché non me lo posso permettere, altrimenti si sarebbe fermato qui. Pazienza, non si può avere tutto, dai. Auguro a tutti un 2021 migliore del 2020, che si comincia ad essere stufi di tutti questi guai. Angelo Jasparro Produttore: Gold Note Distributore per l'Italia: Tecnofuturo Prezzo di listino a gennaio 2021: euro 9.600,00 |