Concerto Inti Illimani Historico 50 anni con l'Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi direttore Massimiliano Stefanelli
Quanti anni sono passati da quando ho comprato Viva Chile! (e poi gli altri) e dall'immagine che ho ancora nella mente di quando ero in pullman al rientro da una settimana bianca con la scuola ed ascoltavo la cassetta che mi ero registrato per poter portare con me i miei dischi. Non esisteva ancora neanche il Walkman, era un registratore portatile con la cuffia ed un rimorchio di batterie, che si consumavano ad una velocità stratosferica ...
Bando alla malinconia e pensiamo alla fortuna di essere qui, dopo 40 anni (gli Inti Illimani 50); a raccontarvi questo piccolo aneddoto il vostro umile servitore, a cantare le loro canzoni il gruppo cileno.
Mi scuso se salto a piè pari l'aspetto politico del quale è stata caricata la serata di ieri e che è prevedibile quando si parla degli Inti Illimani, ma mi sono da sempre ripromesso di non parlare di politica nei miei scritti e così sarà anche questa volta. Parliamo invece di musica e di cosa è successo negli ultimi 50 anni della vita di questo gruppo sudamericano.
Primo concerto in Italia: 1973, sebbene la fondazione del gruppo risalga al 1967. Successo immediato ed incisione dell'album Viva Chile!, che chiunque sia appassionato della loro musica conosce a memoria. Da lì in poi è storia: il colpo di stato in Chile e l'esilio degli Inti Illimani a Roma, durato 16 anni. 16 anni di successi, di dischi e di concerti.
Dopo 50 anni eccoli ancora tra noi, con 3 dei membri originali (Horacio Duràn, Horacio Salinas e José Seves) e 4 giovani ma talentuosi altri musicisti/cantanti a dar loro man forte. E l'orchestra? Una meraviglia, a conferire colore e forza ad arrangiamenti spesso nuovi ma mai sopra le righe, così da conservare sempre la freschezza ed il pathos delle composizioni originali.
Il concerto ha visto una parte di canzoni eseguite con l'orchestra, ed altre solo dal gruppo cileno. Abbiamo ascoltato alcune canzoni storiche ed altre nuove, due delle quali composte dal famoso autore napoletano Roberto De Simone.
Si diceva di quanto belli siano stati gli arrangiamenti orchestrali, con tre brani il cui finale in fortissimo ha scatenato vere e proprie ovazioni da parte del pubblico, fortunatamente piuttosto attento.
Molta varietà nei ritmi latini presentati, che hanno spaziato per tutto il Sudamerica.
Le voci dei "ragazzi" sono ancora belle come allora, e qualche incertezza su certe note non ha fatto che renderle più umane. Il sapiente uso delle percussioni del gruppo, con l'aggiunta dei 4 ottimi percussionisti dell'orchestra, ha reso perfettamente il clima Sudamericano che ci si attendeva.
Non rispettata alla lettera la scaletta riportata sul libretto ma non importa, è andata benissimo così. Tre bis, ultimo dei quali l'immancabile "El pueblo unido", hanno chiuso in bellezza l'ottimo concerto.
Permettetemi una piccola nota personale: il concerto è stato introdotto dall'On. Walter Veltroni, che tra i ricordi della dittatura cilena ha giustamente auspicato la fine di tutte le dittature, "di qualsiasi colore esse siano".
Ecco: se posso permettermi un umile suggerimento, la prossima volta mi piacerebbe che, chi ha scritto una splendida canzone qual è "Simòn Bolìvar", prima di eseguire "El pueblo unido", creata per una situazione fortunatamente risoltasi ormai 30 anni fa, guardi anche al presente e faccia almeno un accenno ed una fugace dedica al "pueblo venezolano", che sta adesso vivendo sulla propria pelle qualcosa di simile ...