AUDITORIUM DI MILANO Concerto del 29 marzo 2019 Johannes Brahms, Concerto per violino ed orchestra op. 77 Anton Bruckner, Sinfonia n. 4 "Romantica" Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano Violino Liza Ferschtman Direttore Claus Peter Flor
Un programma molto interessante ci attendeva per questa serata e l'Auditorium quasi gremito, malgrado lo stesso concerto si ripetesse per 3 volte, era lì a testimoniarlo.
Il Concerto 77 di Brahms, che in più di un frangente pare essere stato d'ispirazione ad Andrew Lloyd Webber per "Don't Cry for me Argentina", è tanto bello quanto tecnicamente difficile da eseguire, per il violino solista. Previsto inizialmente in 4 movimenti, uscì in versione definitiva senza lo "Scherzo", che fu poi utilizzato per un altro lavoro. Un'opera davvero notevole, eseguita molto bene dall'orchestra e diretta coi giusti tempi dal M° Flor. Il violino, suonato magistralmente da Liza Ferschtman, ha un compito davvero arduo, risolto brillantemente dalla solista olandese. Unica pecca che abbiamo riscontrato è stata l'imprecisione negli attacchi. Il violino solita tendeva infatti ad un leggero anticipo quando doveva suonare con l'orchestra ed in questo Concerto, di attacchi simultanei di violino ed orchestra ce ne sono svariati, soprattutto nel primo e nel terzo movimento. Ciò non ha comunque inficiato l'esecuzione nel suo complesso, che è risultata ottima.
Poco c'è da dire sulla 4 di Bruckner che non si conosca già. Questa Sinfonia è conosciutissima ovunque, piena di grandi contrasti dinamici che improvvisamente passano dal quasi silenzio ai fortissimo degli imponenti ottoni. Il famoso Scherzo (di struttura simile a quello della 5) sta a testimoniare la potenza della scrittura di Bruckner. Esecuzione quasi perfetta, ad ennesima riprova di quanto il M° Flor abbia nel sangue questo autore. Se spesso il Maestro tende a dilatare i tempi, soprattutto nei pianissimo, in questo caso nulla di ciò abbiamo sentito. Anzi, abbiamo esempi di durata ben superiore della stessa composizione, ad opera di altri direttori. Ottoni perfetti, una meraviglia.
Il pathos creato da Flor e dall'orchestra con questa Sinfonia, è stato tale che l'applauso è partito con un certo ritardo, che tutti sentivamo l'esigenza di prendere fiato prima di battere le mani.