Auditorium di Milano Concerto del 31 gennaio 2019 Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano Direttore Jader Bignamini Pianista Luca Buratto In programma: Alessandro Melchiorre, Dal Buio Maurice Ravel, Concerto per pf e orch. in sol maggiore Hector Berlioz, Sinfonia Fantastica
Nel concerto che si è tenuto il 31 gennaio scorso il pubblico de La Verdi ha salutato il M° Jader Bignamini che, cresciuto in seno all’Orchestra Giuseppe Verdi di Milano, è stato richiesto in numerosi e prestigiosi teatri stranieri, sino ad ottenere la prestigiosa carica di direttore artistico della Detroit Symphony Orchestra, già a suo tempo diretta da musicisti del calibro di Antal Dorati e Leonard Slatkin.
Audio-Activity è felice di questa nuova nomina per il M° Bignamini, persona di grandi umiltà e modestia, come avevamo potuto apprezzare durante l’intervista che il Maestro ci aveva concesso tempo addietro e che troverete sulle nostre pagine; e ci sentiamo in dovere di augurare al Maestro tante soddisfazioni, quante quelle che ha ricevuto in Auditorium, venerdì scorso compreso ed anche di più.
Ma veniamo al concerto. E partiamo dal fondo: la Fantastica di Berlioz. C’è ampia letteratura che racconta del delirio di Hector Berlioz che, sotto effetto di sostanze stupefacenti, compone la sua furiosa opera pensando ad un amore non corrisposto, che finisce con la sua (sognata) decapitazione (il finale del quarto movimento) e la successiva festa con streghe varie che è contenuta nel quinto e finale movimento. Prima di tutto è da dire che la scrittura della sinfonia è ardita, inusuale per la sua epoca; già il solo fatto di prevedere due gruppi di timpani e tre timpanisti per ottenere gli effetti tenebrosi voluti nel finale del terzo movimento, la dice lunga sulla “novità” della partitura. L’esecuzione offerta dal direttore e dall’orchestra è stata di gran livello tecnico, ma soprattutto ha palesato quello che è il programma voluto da Berlioz. Un primo movimento a tempo non troppo lento, un secondo movimento con un vero tempo di ballo, un terzo movimento lirico con la sola parte finale appena rallentata e molto espressiva, un quarto movimento in cui si percepiva l’inquietudine che termina con la decapitazione del protagonista ed il quinto e furioso movimento dove l’Animato scritto in partitura è stato interpretato anche come un “Accelerando” che non ha guastato l’esecuzione ma ha dato maggior espressività al concitato finale.
Nel concerto di Ravel l’insieme orchestra e solista è stato inappuntabile. Luca Buratto, sulle cui capacità tecniche c’è poco da dire, ha spesso suonato in modo intimo, quasi cameristico, senza mai eccedere nel suono, tranne che nei pochi momenti in cui questo è richiesto dalla partitura. Il M° Bignamini ha giocato molto sul colore orchestrale con un esito convincente.
I bis concessi da Luca Buratto, un brano di Ravel e uno di Mozart, hanno conquistato il pubblico non solo per le indubbie e già citate qualità tecniche, ma per una spiccata cantabilità che rende più fruibile ogni brano eseguito.
La Prima Assoluta con un brano espressamente commissionato da La Verdi, è stata molto piacevole. “Dal buio” è iniziata (nel senso che scenicamente sono state spente tutte le luci in teatro, tranne i leggii dei musicisti) e “al buio” è terminata. All’interno dei due episodi, un piacevole amalgama sonoro caratterizzato da un uso particolareggiato delle percussioni, a restituire un’aria fosca che stava nell’intenzione del compositore presente in sala ed omaggiato dal pubblico.
Sala piena, finalmente e ovvia standing ovation per il M° Bignamini che speriamo di rivedere presto sul podio, Detroit permettendo.