Auditorium di Milano Concerto del 3 marzo 2017 S. Prokofiev, Sinfonia n. 6 N. Rimsky-Korsakov, Sheherazade Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi Direttore M° Zhang Xian Violino solo M° Luca Santaniello
Programma impegnativo, ambizioso e difficoltoso per l'orchestra, nel concerto del 3 marzo scorso; ma all'Auditorium ci hanno abituati bene e la qualità non può che aumentare.
Detto subito che il grande repertorio sinfonico è quello in cui l'orchestra Giuseppe Verdi dà il suo meglio, spenderò qualche parola in più sul concerto.
Nella Sinfonia di Prokofiev i timbri, i colori orchestrali erano saturi. La ricerca di una nuova estetica da parte del compositore è stata resa palese dall'orchestra e dalla direzione. Bravissimi tutti, in particolare le percussioni e più precisamente la parte affidata ai timpani, con passaggi di vero virtuosismo. In luogo della marzialità nella quale alcuni direttori confinano le composizioni di Prokofiev, quasi fosse Shostakovic, nell'esecuzione voluta dal M° Zhang Xian c'è stata quella leggerezza che connota molte composizioni di Prokofiev. Sia nella Prima sinfonia, come in buona parte delle composizioni pianistiche ma ancor più nelle tante composizioni per il pubblico più giovane, da Pierino e il Lupo alle varie marce e marcette per bimbi (una delle quali fu addirittura utilizzata per pubblicizzare un alimento per l'infanzia).
Bellissima la Sheherazade. Bellissima perché formalmente perfetta, senza nessuna sbavatura, ma bellissima anche perché ogni singolo brano è stato reso con il giusto “affetto” (mutuo il termine dal barocco, il periodo musicale che ho praticato come cantante). Con il continuo richiamo delle frasi affidate al violino primo (bravissimo, ma noi frequentatori dell'Auditorium conosciamo la cantabilità del violino per come suonato dal M° Santaniello), tutte le varie fasi della composizione si sono susseguite sino all'esplosivo finale. Ed infatti l'entusiasmo del pubblico ha dimostrato il gradimento del concerto.
Come solito l'orchestra ha confermato la sua ormai grande qualità e il M° Xian la sua attitudine per il repertorio più cromatico e nel quale l'orchestra deve essere “tenuta” con precisione.
E per fortuna questa volta la sala era decisamente piena. Menomale!