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laVerdi - Concerto del 14/10/16
de Falla, Albéniz

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Abbiamo assistito ad un concerto davvero entusiasmante, Venerdi sera (replica Domenica 16/10 alle 16) all'Auditorium di Milano.
Il programma prevedeva musiche spagnole; due composizioni di Manuel de Falla: Noches en los jardines de España e El sombrero de tres picos (Suite I e II), ed una di Isaac Albéniz, Cinque impressioni da Iberia.

​Diciamo subito che la presenza di pubblico è stata buona ma sarebbe potuta andare meglio. Abbiamo l'impressione che questi due autori spagnoli, pur essendo tutto sommato facilmente comprensibili anche per chi non sia particolarmente appassionato di musica classica, forse non richiamino l'audience che meriterebbero. Peggio per chi non c'era, quindi.


La prima composizione, per pianoforte ed orchestra, divisa in 3 movimenti, comunica immediatamente, come peraltro faranno anche le composizioni seguenti, il sapore della Terra da cui provengono gli autori che ascolteremo. Quel sapore di giornate pigre ed assolate, di tardes de toros (passateci la citazione, che non ce l'abbiamo coi poveri animali), che identificano la cultura spagnola nel mondo.

Le parti di pianoforte sono a tratti estremamente complesse ed il pianista Jorge Luis Prats è sembrato immediatamente a proprio agio nel suonarle. I 3 movimenti volano in un attimo, per lasciare il posto ai tre bis del Maestro Prats. Al primo, ci comunica che, essendo lui cubano ("Como yo soy cubano ..."), suonerà una fantasia di brani locali. Tecnica sopraffina e, contrariamente a tanti nomi noti, magari provenienti dall'estremo oriente e che calcano ultimamente i nostri palcoscenici, tanta anima ed allegria. Alla fine del brano, pubblico in piedi e ci godremo altri due esempi di virtuosismo e gioia di fare musica. 

Il "Cappello a tre punte" è invece una composizione più nota di de Falla, basata su un romanzo spagnolo. 
Le due suite prevedono un totale di 8 movimenti, quasi tutti veloci, scritti in forma di balletto.
Anche qui, richiami forti a ritmi e melodie spagnole, ma presentate in forma originale, che non danno mai l'impressione di già sentito. 

Infine le "Impressioni" di Albéniz, tratte dall'opera completa Iberia, per pianoforte, orchestrate da Enrique Fernàndez Arbòs. Riconoscibile immediatamente la cifra stilistica di Albéniz, pur se in una composizione più misurata, forse ispirata dal suo rapporto parigino con Debussy, rispetto alla celeberrima ed a volte pirotecnica Suite Española. 

Insomma, una bella escursione nel '900 spagnolo, con l'Orchestra Verdi in forma smagliante.

Due parole le merita il giovane, ma dal già invidiabile curriculum, Direttore José Antonio Montaño, da Madrid. La sua direzione è asciutta, senza le inutili leziosità che certe composizioni rischiano di ispirare. Molto apprezzabile la precisione dell'intera orchestra, difficile da ottenere quando si suonano musiche che prevedono ben 8 percussionisti che devono marciare all'unisono. Ci vogliono un'ottima orchestra ed un altrettanto valido direttore, altrimenti gli errori diventano inevitabili. Missione compiuta, con pieno merito.

Torniamo a quanto detto in apertura: concerto decisamente sopra la media, di nuovo peccato per chi non c'era.


Angelo Jasparro
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