AUDITORIUM DI MILANO Concerto del 12 gennaio 2018 Dmitrij Šostakovič Sinfonia n. 7 in do magg. “Leningrado” Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi Direttore Robert Trevino
La fredda e asettica Milano, a volte regala emozioni forti. E Šostakovič le emozioni le sapeva trasferire nella sua musica.
La Settima è considerata la più popolare sinfonia di Dmitrij Šostakovič; sovente eseguita è una partitura di cui molto sappiamo, anche grazie a ciò che il compositore stesso comunicò mano a mano che la componeva.
Era il 1941 e Leningrado (l'odierna San Pietroburgo) veniva invasa dalle truppe tedesche che tentavano di distruggerne la vita tranquilla. L'intento, peraltro dichiarato dal compositore stesso, era quello di descrivere la tranquillità della vita cittadina, lo stupore per l'invasione tedesca che ha violentato la città, fino a giungere, attraverso diverse atmosfere (e la tonalità in do maggiore), all'eroico finale che simboleggia la certezza della vittoria finale.
Non ci dilunghiamo su altri aspetti; internet è prodigo di informazioni su questa sinfonia, comprese le dichiarazioni del compositore stesso che troverete in più siti.
Nell'interpretazione è quindi necessario cercare di riportare questi stati d'animo, di farli rivivere anche a chi non conosce le dichiarazioni di Šostakovič; ed in questo il M° Trevino ha centrato il segno. L'esposizione dei primi due temi del primo movimento ha offerto una reale sensazione di calma, di tranquillità, quasi di felicità (l'amore del compositore per la sua città è palese e lo sarebbe stato anche se lui non l'avesse dichiarato apertamente. E' la musica che parla); l'arrivo delle truppe tedesche (o, in senso più ampio, la deflagrazione della guerra) è stato esposto con precisione, partendo da un pianissimo la cui percezione era quasi al limite già per chi stava nella seconda metà della sala ed è poi proseguito con autentiche deflagrazioni. Gli altri movimenti non si sono discostati da questa visione, grandiosa ma sempre sostenuta da speranza sino a giungere al finale.
Il M° Trevino è già stato ospite dell'Auditorium; lo scorso anno diresse una bellissima Quarta di Mahler. Evidentemente, oltre alla felicità di far musica (le dichiarazioni del M° Trevino relative al suo amore per la Musica, ne sono un'ulteriore prova), ha l'attitudine a quelli che noi chiamiamo “i tempi giusti”. Non accelera inutilmente, non rallenta inutilmente; lascia semplicemente fluire la musica secondo il concetto da noi già espresso: “tra un tempo giusto ed un altro tempo giusto, ce n'è uno più giusto che lascia parlare la musica”. Non è usuale; il M° Trevino lo fa con naturalezza e il risultato, come per questa esecuzione della Settima, è che l'Orchestra lascia entrare in sé questa naturalezza e la restituire al pubblico; e l'Orchestra è stata al limite della perfezione, assolutamente partecipe anche emotivamente (sono cose che si vedono), oltre che eccellente dal punto di vista tecnico.
La prova della bellezza del concerto sono stati gli applausi finali e le chiamate, in numero superiore a quanto usuale e sono state interrotte dal Maestro stesso che a più riprese, non avvicinandosi del tutto al podio, ha tributato il suo omaggio alla bravura dell'orchestra.