AUDITORIUM DI MILANO Concerto del 15 marzo 2019 Paul Dukas, L’Apprendista Stregone Igor Stravinskij, Petrushka Rimskij-Korsakov, Sheherazade Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano Direttore Jader Bignamini
C’è chi divide la musica tra popolare e colta. I tre brani in esecuzione il giorno 15 marzo possono classificarsi tra i brani più popolari, ma certo non possono non considerarsi colti per il solo fatto che sono noti al volgo più di quanto non lo sia, ad esempio, la Sinfonia n. 0 di Alfred Schnittke.
Che la musica descrittiva, o a programma (se il lettore preferisce), passi per musica più semplice è ormai una consuetudine; tuttavia chi quella musica ha composto, non aveva certo l’idea di aver composto qualcosa di serie B (penso ad esempio all’Also sprach Zarathustra e a Richard Strauss, piuttosto che a Franz Liszt e ai suoi Préludes).
Quanto sui sopra scritto è per rispondere ad alcuni commenti ascoltati in foyer, secondo i quali l’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano va bene per quel repertorio. Errore gravissimo perché l’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi, che pure negli ultimi tempi spesso commette qualche sbaglio, ci ha abituati a performance splendide (giusto per citare solo due titoli, ma altri ce ne sarebbero, sono rimaste nella memoria di chi scrive una Quarta di Mahler e una Sesta dello stesso autore con Robert Trevino sul podio).
Qualche piccolo errore che ha sporcato lievemente l’esecuzione del primo brano in programma, ovvero l’Apprendista Stregone di Dukas. Le percussioni in particolare non sono state perfette; il che è strano perché solitamente quella sezione eccelle. In ogni caso il M° Bignamini ha colto l’intento spiritoso della composizione, pur con una orchestrazione complessa; è quell’intento è stato restituito al pubblico attraverso un suono levigato, chiaro e dinamico.
Idem è accaduto per Sheherazade di Rimsky-Korsakov, dove il M° Bignamini ha saputo instillare la giusta veemenza o la giusta languidezza, a seconda del tema suonato. La storia del Re di Persia che per lungo tempo ascolta le storie raccontate da Sheherazade che alla fine dovrebbe essere uccisa dal sultano e che invece viene risparmiata ed anzi dal Re amata, è stata resa dall’Orchestra e da Bignamini con una piacevolezza rara, fatta di tempi corretti, di leggeri crescendo e accenti dinamici in una piacevolissima tavolozza cromatica. Peccato solo la generale non precisa intonazione del violino solista, non proprio al livello del resto della compagine orchestrale, soprattutto nel suo intervento finale.
Infine la marionetta Petrushka di Stravinski, nell’orchestrazione “americana” di fine anni Quaranta, affrontata con un tempo risoluto che ha reso ancor più veemente l’inizio della composizione; per il resto ogni episodio è stato correttamente differenziato ed anche in questo caso l’orchestra ha offerto una prestazione veramente piacevole, soprattutto i legni e gli strani cinguettii scritti in partitura e a loro affidati.
Un concerto molto gradito al pubblico.
Resta da dire che il M° Bignamini ha un innato gusto per il bel suono e per i tempi “corretti”, mai troppo veloci e soprattutto mai troppo lenti; così come instilla nell’orchestra una forte voglia di cantabilità che rende godibile ogni sua direzione alla Verdi.