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Johannes Brahms
Le Quattro Sinfonie
Auditorium di Milano
​Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano Direttore Robert Trevino

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Ogni tanto il nostro Auditorium ci fa un regalo in più, rispetto ai tanti di cui ci fa omaggio durante le varie stagioni. Questa volta si è trattato dall’integrale delle Sinfonie di Johannes Brahms.

La direzione è stata affidata ad un direttore che già aveva dato prova di saper sviluppare con garbo ed eleganza il discorso musicale, tipicamente in Mahler del quale in tempi recenti il M° Trevino aveva diretto la Quarta e la Sesta.

Johannes Brahms, l’ultimo sinfonista classico, sviluppa un discorso musicalmente complesso, fatto di stili che lo rendono riconoscibile rispetto ai colleghi, fatto di sonorità piene, liriche, eleganti, di una espressività spinta e di una grande intensità; gli interventi dei legni, immediatamente seguiti dagli archi, tempi mai troppo lenti, sono tutte caratteristiche di Brahms che si è avvicinato alle sinfonie in età non proprio acerba, posto che la Prima Sinfonia fu terminata quando Brahms aveva superato i quarant'anni.

L’esecuzione delle prime due sinfonie, la sera del 12 aprile scorso, ha lasciato qualche perplessità perché l’orchestra ha commesso alcune imprecisioni che hanno sporcato l’esecuzione, soprattutto nell’incastro tra i vari strumenti, con gli archi spesso in ritardo; si è quindi in parte persa la piacevolezza e l’intensità delle composizioni che hanno visto mancare quella sorta di “canto” che è insito nella musica di Brahms.

Differente il discorso per la Terza e la Quarta, eseguite la sera del 17 maggio. In questo caso l’orchestra è stata molto più precisa; unica lievissima incertezza, l’attacco del primo movimento della Quarta sinfonia. Per il resto tutto è andato bene, servendo al meglio la musica di Brahms; in particolare molto belli ed intensi gli ultimi due movimenti della Quarta. La direzione è stata molto attenta ai tempi, con solo il terzo movimento della Terza sinfonia affrontato a un tempo più lento di quanto solitamente si ascolta e comunque non proprio “poco allegretto”.
Purtroppo è da dire che il pubblico è stato poco sensibile all’evento. La sala, soprattutto nella seconda sera, quando sono state eseguite Terza e Quarta, era vuota per almeno un terzo dei posti a sedere; forse perché Prima e Seconda hanno presentato i problemi qui sopra indicati? Difficile dirlo. Quel che è certo è che se nell’esecuzione di Prima e Seconda poteva apparire una sorta di superficialità, dovuta agli errori, in quella della Terza e della Quarta è stato l’opposto, come ha dimostrato l’entusiasmo del pubblico presente.

Le esecuzioni integrali delle sinfonie di determinati autori hanno sempre e comunque un pregio. Chi scrive ha assistito a non meno di cinque esecuzioni della Seconda (tra le quali Mehta a la Scala negli anni 90 e Maazel alla Gasteig di Monaco un paio di mesi prima della sua scomparsa), ma mai della Quarta o della Terza. Finalmente questa volta è stato possibile ascoltarle tutte; e non è poco.


Domenico Pizzamiglio
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