Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano Direttrice Karen Kamensek In programma: Silvia Colasanti, "Dove si disperde, infine spento, il canto della Morte?" Soprano: Valentina Varriale W.A. Mozart, Ouverture da "Il Flauto Magico" Antonin Dvořák, Sinfonia n. 7 in re minore op. 70
E' il secondo concerto in presenza di pubblico della stagione, per laVerdi, ed il primo che riusciamo a seguire anche noi. Dopo tanti mesi di esecuzioni in streaming, finalmente possiamo tornare a vedere facce conosciute di persone con le quali magari non abbiamo mai scambiato neanche un saluto, ma che ci sembrano amiche dopo tanti anni di comune frequentazione dell'Auditorium. E le ricordiamo così bene, che neanche le mascherine riescono a renderle irriconoscibili.
La prima impressione che ci ha colto, all'ingresso nella piazza Mahler, dove si trova l'Auditorium, è stato lo scarso affollamento. Una fila ordinata all'esterno del teatro, per evitare assembramenti nel salone d'ingresso, procedeva speditamente verso il controllo dei biglietti. All'ingresso in sala ci ha subito colpito la distanza tra le file di poltroncine, doppia rispetto al solito. A file alternate, infatti, sono state rimosse, per lasciare più spazio tra il pubblico. E, naturalmente, avrete qualcuno a fianco solo se è arrivato con voi, altrimenti c'è abbondante spazio a separarvi dalle altre persone. Inizialmente il clima è sembrato un po' surreale, e non siamo riusciti a capire se il teatro fosse al completo compatibilmente con le normative, o meno. Ma poco dopo è iniziato il concerto e già dalle prime note la razionalità del cronista ha lasciato spazio all'emozione dell'appassionato ascoltatore di musica.
Il primo brano è una composizione di Silvia Colasanti, basata su una tragedia greca. Molto interessante la musica, che viaggia su vette di lirismo piuttosto atipiche per le composizioni contemporanee. Chi vi scrive non ama particolarmente la musica Classica contemporanea, trova che spesso vi siano forzature alla ricerca di qualcosa di originale a tutti i costi, che però in qualche modo spezzano l'atmosfera, distraendo l'ascoltatore dalle emozioni che sono l'essenza stessa della musica. Nel caso di questa composizione, la musica arriva dritta al cuore, e sembra terminare sin troppo presto. Complimenti, il messaggio è arrivato in pieno.
Il resto del programma è ben conosciuto, non ci soffermeremo. Mozart è sempre una delizia, l'ascolto delle sue musiche riconcilia con la vita, anche in periodi come questo, nel quale le brutte notizie si susseguono con troppa frequenza.
E cosa dire della Settima di Dvořák, col suo Scherzo sospeso tra valzer e musica gitana? Un piacere per le orecchie, all'interno di una Sinfonia movimentata e molto bella.
Un paio di cose: la direzione dell'americana Kamensek è parsa sempre piuttosto sicura, con l'orchestra che seguiva bene i suoi gesti. Solo qualche veniale sbavatura negli attacchi, ma nulla che disturbasse la fruizione dello spettacolo. La perplessità conseguente ai ranghi ridotti dell'orchestra, a causa del distanziamento previsto dalle norme, è stata presto fugata. Quando c'è stato da suonare forte, l'orchestra ha superato sé stessa.
Stasera si replica, alle 19:30. Se avete tempo, andate su Vivaticket ed acquistate il vostro biglietto, che ne vale la pena.