Lector ZAX 70
Lector è un marchio italiano molto apprezzato. All'estero, però.
Appunto; è italiano ma è apprezzato più all'estero che nel proprio paese. Una di quelle stranezze tutte italiche che non trovano nessuna plausibile spiegazione, se non nella nostra cronica esterofilia (dalla quale, beninteso, nemmeno chi scrive è immune; quantomeno nel dominio delle auto).
Esterofilia che vediamo anche nelle giovani generazioni che nel cuore hanno BMW, Audi, Mercedes, Volkswagen, Mini, ma non Fiat o Alfa o Lancia; o che all'italico vino preferiscono la birra prodotta chissà dove e chissà come; o che magari cenano con Sushi o Sashimi o Tempura, piuttosto che con i nostri Carpacci di pesce crudo; al di là del fatto che fatico sempre più a comprendere come nei nuovi menu ci siano cose improponibili (tutte nel “loro”; la tinca nel “suo” brodetto; il broccolo nella “sua” foglietta; lo spinacio con la “sua” cotoletta e altre amenità del genere) col risultato che le classiche tagliatelle al ragù non le si trovano più, se non in Emilia (per tacere di trippa e frattaglie varie delle quali, per narrazioni sui forum nazionali, si sia che io sia ghiotto oltre che cuciniere).
Quindi Lector, qui da noi, ha un po' la sorte delle tagliatelle nei menu, ovvero è poco presente; mentre se vi fate un giro in qualche fiera estera e la prima che mi viene in mente è quella di Monaco di Baviera, troverete il lettore di dischetti argentati CDP 7T, ora alla sua terza versione, in svariate stanze. Questo per me significa che al di là di finiture non da strapparsi i capelli (per chi li ha; io li persi anni fa), Claudio Romagnoli sa costruire i suoi apparecchi che suonano generalmente da bene a molto bene. Che le finiture non siano quelle di altri apparecchi tedeschi o americani lo sa Romagnoli stesso, ma è una scelta per mantenere bassi o comunque sopportabili i costi dei suoi apparecchi. Prova ne sia il preamplificatore Zoe che al costo dell'usato di un preamplificatore di altro marchio, molto probabilmente statunitense, si prende anche la libertà di suonare bene.
La mia esperienza personale con Lector ha origine circa dodici anni fa, quando ho acquistato un integrato ibrido VFI 70, pagato circa 800 €. Pilotava, con buon suono e buone capacità dinamiche, una coppia di Magneplanar MG 1.6 in un ambiente non proprio piccolo (38 mq); ma era proprio il timbro che ora della fine appariva essere la caratteristica che più colpiva perché pur essendo, come da tradizione Lector, non particolarmente “sparato” in alto, non mancava di essere informativo il giusto. Ricordo che i primi ascolti, quando lo portai a casa, furono con musiche per pianoforte e il piccolo ampli Lector, oltre a dare un buon peso allo strumento, restituiva una timbrica sana per tutta la larghezza della tastiera. Visto il costo, era piuttosto sorprendente.
Come noto conosco un po' di negozianti milanesi e non mi è quindi stato difficile provare anche lo Zoe, il finale da 200 Watt VM 200 e un pre-fono, ritrovando quella sonorità morbida e suadente, ma – ripeto e ribadisco – comunque informativa, caratteristica del marchio.
E non scappa da quel suono questo ZAX 70 che costa peraltro meno di 1000 € e che “porta a spasso” casse anche piuttosto inefficienti grazie alla sua quantità di Watt. Come da tradizione della casa, è ben fatto e ben rifinito, pur senza esagerare con pannelli da cinque centimetri di spessore (ma il pannello frontale di plexiglas è comunque spesso 1 cm). Il design di questo ZAX 70 è frutto di una collaborazione tempo addietro richiesta al noto designer Livio Cucuzza (mi fa sorridere l'ufficialità di certe citazioni; “noto designer” riferito a Livio che è un amico che abitava pure non distante da casa mia e che spesso veniva a casa ad ascoltar musica, mi “fa strano”) il quale, come è noto tra noi amici, ama il nero e quindi non ha proposto modifiche cromatiche all'ormai consueta livrea, appunto nera, dei Lector.
Il nostro integrato, telecomandabile, è dotato di due manopole sull'anteriore (volume motorizzato e selettore ingressi, anch'esso motorizzato); sul lato sinistro il pulsante di accensione e dietro la presa per l'alimentazione con l'apposita vaschetta IEC che vi permetterà di usare il cavo che avete e vorrete accoppiargli, gli ingressi in numero di 5, il tape out e il tape in, l'uscita pre e i connettori per i cavi che portano il segnale agli altoparlanti e che accettano ogni tipo di terminazione.
Il cabinet con i lati stondati dà all'apparecchio un'estetica leggermente “old style” molto piacevole, almeno a gusto di chi scrive.
Appunto; è italiano ma è apprezzato più all'estero che nel proprio paese. Una di quelle stranezze tutte italiche che non trovano nessuna plausibile spiegazione, se non nella nostra cronica esterofilia (dalla quale, beninteso, nemmeno chi scrive è immune; quantomeno nel dominio delle auto).
Esterofilia che vediamo anche nelle giovani generazioni che nel cuore hanno BMW, Audi, Mercedes, Volkswagen, Mini, ma non Fiat o Alfa o Lancia; o che all'italico vino preferiscono la birra prodotta chissà dove e chissà come; o che magari cenano con Sushi o Sashimi o Tempura, piuttosto che con i nostri Carpacci di pesce crudo; al di là del fatto che fatico sempre più a comprendere come nei nuovi menu ci siano cose improponibili (tutte nel “loro”; la tinca nel “suo” brodetto; il broccolo nella “sua” foglietta; lo spinacio con la “sua” cotoletta e altre amenità del genere) col risultato che le classiche tagliatelle al ragù non le si trovano più, se non in Emilia (per tacere di trippa e frattaglie varie delle quali, per narrazioni sui forum nazionali, si sia che io sia ghiotto oltre che cuciniere).
Quindi Lector, qui da noi, ha un po' la sorte delle tagliatelle nei menu, ovvero è poco presente; mentre se vi fate un giro in qualche fiera estera e la prima che mi viene in mente è quella di Monaco di Baviera, troverete il lettore di dischetti argentati CDP 7T, ora alla sua terza versione, in svariate stanze. Questo per me significa che al di là di finiture non da strapparsi i capelli (per chi li ha; io li persi anni fa), Claudio Romagnoli sa costruire i suoi apparecchi che suonano generalmente da bene a molto bene. Che le finiture non siano quelle di altri apparecchi tedeschi o americani lo sa Romagnoli stesso, ma è una scelta per mantenere bassi o comunque sopportabili i costi dei suoi apparecchi. Prova ne sia il preamplificatore Zoe che al costo dell'usato di un preamplificatore di altro marchio, molto probabilmente statunitense, si prende anche la libertà di suonare bene.
La mia esperienza personale con Lector ha origine circa dodici anni fa, quando ho acquistato un integrato ibrido VFI 70, pagato circa 800 €. Pilotava, con buon suono e buone capacità dinamiche, una coppia di Magneplanar MG 1.6 in un ambiente non proprio piccolo (38 mq); ma era proprio il timbro che ora della fine appariva essere la caratteristica che più colpiva perché pur essendo, come da tradizione Lector, non particolarmente “sparato” in alto, non mancava di essere informativo il giusto. Ricordo che i primi ascolti, quando lo portai a casa, furono con musiche per pianoforte e il piccolo ampli Lector, oltre a dare un buon peso allo strumento, restituiva una timbrica sana per tutta la larghezza della tastiera. Visto il costo, era piuttosto sorprendente.
Come noto conosco un po' di negozianti milanesi e non mi è quindi stato difficile provare anche lo Zoe, il finale da 200 Watt VM 200 e un pre-fono, ritrovando quella sonorità morbida e suadente, ma – ripeto e ribadisco – comunque informativa, caratteristica del marchio.
E non scappa da quel suono questo ZAX 70 che costa peraltro meno di 1000 € e che “porta a spasso” casse anche piuttosto inefficienti grazie alla sua quantità di Watt. Come da tradizione della casa, è ben fatto e ben rifinito, pur senza esagerare con pannelli da cinque centimetri di spessore (ma il pannello frontale di plexiglas è comunque spesso 1 cm). Il design di questo ZAX 70 è frutto di una collaborazione tempo addietro richiesta al noto designer Livio Cucuzza (mi fa sorridere l'ufficialità di certe citazioni; “noto designer” riferito a Livio che è un amico che abitava pure non distante da casa mia e che spesso veniva a casa ad ascoltar musica, mi “fa strano”) il quale, come è noto tra noi amici, ama il nero e quindi non ha proposto modifiche cromatiche all'ormai consueta livrea, appunto nera, dei Lector.
Il nostro integrato, telecomandabile, è dotato di due manopole sull'anteriore (volume motorizzato e selettore ingressi, anch'esso motorizzato); sul lato sinistro il pulsante di accensione e dietro la presa per l'alimentazione con l'apposita vaschetta IEC che vi permetterà di usare il cavo che avete e vorrete accoppiargli, gli ingressi in numero di 5, il tape out e il tape in, l'uscita pre e i connettori per i cavi che portano il segnale agli altoparlanti e che accettano ogni tipo di terminazione.
Il cabinet con i lati stondati dà all'apparecchio un'estetica leggermente “old style” molto piacevole, almeno a gusto di chi scrive.
Lo ZAX 70, con una potenza dichiarata e di puro stato solido (l'amplificatore non è ibrido, come da tradizione Lector) di 70 Watt per canale su un carico di 8 ohm che diventano 130 su 4 ohm, è stato inserito nel mio impianto dove ha sostituito il preamplificatore Lavardin C62 e il finale di potenza Bryston 2B LP. Invariato il sistema analogico, ovvero giradischi DPS Der Plattenspieler di Bauer Audio con braccio Morch DP8, testina XYZ R1000 Airy SH e pre-fono American Hybrid Technology -P, mentre alle casse acustiche consuete, le Davis Acoustics Monitor One, sono state affiancate le PSB Alpha B1 con l'aggiunta dei supertweeter TakeT Batpure, oltre ad un paio di Pro-Ac Tablette Ten.
Questo amplificatore sembra nato apposta per casse acustiche di piccolo litraggio o medio litraggio, magari a due vie, come le due (PSB e Pro-Ac) prevalentemente utilizzate (ma è stato utilizzato anche da Angelo per pilotare le casse da lui importate e per quel che ho sentito, i risultati ottenuti nella stanza di Angelo con le Pylon Audio sono stati equiparabili a quelli da me ascoltati – vedi P.S.).
Dà pienezza alla gamma bassa (eccellente il connubio con le Tablette) e permette ascolti di lunga durata grazie al fatto che pur non togliendo informazioni, riesce a non essere mai fastidioso. E qui mi tocca di riprendere il solito discorso che tanto fa arrabbiare molti miei amici, ovvero il riferimento con la musica dal vivo; ascoltare un coro ben registrato, come nella registrazione del Dies Irae Polacco di Penderecki, su etichetta Naxos, come se lo si ascoltasse da una decima/quindicesima fila è meglio che ascoltare un suono che “mi piace”. Poi magari qualcuno preferisce la prima fila, ma io che sto sempre a mezza sala mi sono ritrovato appieno con la riproduzione del piccolo Lector. A parte che per coloro che amano la musica contemporanea o solo vogliono conoscere l'espressività del cosiddetto genere classico contemporaneo, quel CD è molto utile, anche per valutare le capacità dinamiche e timbriche della ripresa che mi permetto di asserire essere una delle migliori mai ascoltate. Perentorie, per quanto scendono in basso i diffusori (ovviamente non con le Davis che giungevano ad essere propriamente “esplosive”), le percussioni, molto dinamiche e concrete; eccellente, soprattutto pensando al prezzo, la riproposizione della scena.
Molto bella la riproduzione dell'Apprendista Stregone di Paul Dukas (vinile Miller & Kreisel) con tutte le percussioni piccole ben riproposte, con ogni colpo diverso dal precedente. Il suono un po' “loudness” della registrazioni non viene mediato dall'amplificazione che lo lascia intatto; e nemmeno lo esagera. Ben restituiti i pieni orchestrali e molto ben distinti i vari colpi delle grandi percussioni. Corretto il suono dei violini.
Piacevole l'ascolto del vecchio “mono” di Miles Davis a titolo My Funny Valentine (a volte ci si deve concedere anche la “Grande Musica”, pur se la registrazione è monofonica e di decenni fa; sono dischi che in tanti abbiamo e quindi perché escluderli da una recensione indicando solo improbabili ed a volte estremamente noiose registrazioni audiofile?); anche i piatti della batteria, solo appena più allontanati del solito, mantengono una sonorità credibile. E anche l'LP Ella & Louis Again, altra registrazione gettonatissima e ben presente nelle discoteche musicofile, viene riproposto con sonorità piene e piacevoli e con Ella e Louis assolutamente credibili sia per timbro che per presenza.
Ed anche con generi più “calmi”, come ad esempio le opere per liuto di Bach eseguite da Jacob Lindberg su CD BIS, vengono riprodotti con una ottima dose di credibilità; così come i trii per violino, violoncello e pianoforte di Haydn (Philips, Beaux Arts Trio; un cofanetto da avere perché irradia calma e piacevolezza a piene mani, oltre ad essere ben registrato malgrado la non più tenera età) che paiono essere uno dei generi in cui questo amplificatore, malgrado il costo, riesce a dire la sua.
Questo amplificatore sembra nato apposta per casse acustiche di piccolo litraggio o medio litraggio, magari a due vie, come le due (PSB e Pro-Ac) prevalentemente utilizzate (ma è stato utilizzato anche da Angelo per pilotare le casse da lui importate e per quel che ho sentito, i risultati ottenuti nella stanza di Angelo con le Pylon Audio sono stati equiparabili a quelli da me ascoltati – vedi P.S.).
Dà pienezza alla gamma bassa (eccellente il connubio con le Tablette) e permette ascolti di lunga durata grazie al fatto che pur non togliendo informazioni, riesce a non essere mai fastidioso. E qui mi tocca di riprendere il solito discorso che tanto fa arrabbiare molti miei amici, ovvero il riferimento con la musica dal vivo; ascoltare un coro ben registrato, come nella registrazione del Dies Irae Polacco di Penderecki, su etichetta Naxos, come se lo si ascoltasse da una decima/quindicesima fila è meglio che ascoltare un suono che “mi piace”. Poi magari qualcuno preferisce la prima fila, ma io che sto sempre a mezza sala mi sono ritrovato appieno con la riproduzione del piccolo Lector. A parte che per coloro che amano la musica contemporanea o solo vogliono conoscere l'espressività del cosiddetto genere classico contemporaneo, quel CD è molto utile, anche per valutare le capacità dinamiche e timbriche della ripresa che mi permetto di asserire essere una delle migliori mai ascoltate. Perentorie, per quanto scendono in basso i diffusori (ovviamente non con le Davis che giungevano ad essere propriamente “esplosive”), le percussioni, molto dinamiche e concrete; eccellente, soprattutto pensando al prezzo, la riproposizione della scena.
Molto bella la riproduzione dell'Apprendista Stregone di Paul Dukas (vinile Miller & Kreisel) con tutte le percussioni piccole ben riproposte, con ogni colpo diverso dal precedente. Il suono un po' “loudness” della registrazioni non viene mediato dall'amplificazione che lo lascia intatto; e nemmeno lo esagera. Ben restituiti i pieni orchestrali e molto ben distinti i vari colpi delle grandi percussioni. Corretto il suono dei violini.
Piacevole l'ascolto del vecchio “mono” di Miles Davis a titolo My Funny Valentine (a volte ci si deve concedere anche la “Grande Musica”, pur se la registrazione è monofonica e di decenni fa; sono dischi che in tanti abbiamo e quindi perché escluderli da una recensione indicando solo improbabili ed a volte estremamente noiose registrazioni audiofile?); anche i piatti della batteria, solo appena più allontanati del solito, mantengono una sonorità credibile. E anche l'LP Ella & Louis Again, altra registrazione gettonatissima e ben presente nelle discoteche musicofile, viene riproposto con sonorità piene e piacevoli e con Ella e Louis assolutamente credibili sia per timbro che per presenza.
Ed anche con generi più “calmi”, come ad esempio le opere per liuto di Bach eseguite da Jacob Lindberg su CD BIS, vengono riprodotti con una ottima dose di credibilità; così come i trii per violino, violoncello e pianoforte di Haydn (Philips, Beaux Arts Trio; un cofanetto da avere perché irradia calma e piacevolezza a piene mani, oltre ad essere ben registrato malgrado la non più tenera età) che paiono essere uno dei generi in cui questo amplificatore, malgrado il costo, riesce a dire la sua.
Insomma, con circa un migliaio di euro, vi portate a case un amplificatore integrato di buon suono che vi farà ascoltare musica senza che vi venga voglia di dire “OK, i timpani mi si sono fritti e adesso spengo”; le caratteristiche timbriche dell'amplificatore sembrano dedicate al jazz per piccoli gruppi, alle voci, al lied, ai quartetti d'archi; ma poi c'è la potenza e la capacità di pilotaggio che “vi fregano” e quindi finirete con l'ascoltarci tutto. Magari non con casse acustiche da decine di migliaia di euro che sono assolutamente fuori target; ma con casse acustiche e sorgenti (magari proprio un lettore di CD o un DAC Lector) di prezzo adeguato, senza svenarvi, comporrete un sistema in grado di soddisfarvi a lungo.
E per concludere, riprendendo il discorso culinario contenuto nell'introduzione a questo scritto; se siete di quelli che non amano il piatto mezzo vuoto, triste, con due pezzetti di pesce che poi vi costano magari 30 euro in un ristorante di gran nome, ma preferite le tagliatelle con il ragù a un prezzo decisamente più onesto, questo ampli potrebbe fare per voi.
Domenico Pizzamiglio
P.S.: Ho fatto cenno qui sopra alle Pylon Audio distribuite da Angelo Jasparro. Come saranno i rapporti su quel prodotto lo ha già scritto Angelo nel suo editoriale; lui li distribuisce e io non c'entro nulla. Ma, come esperienza insegna, a volte è meglio ribadire quanto già affermato: le distribuisce un mio Amico e quindi io non ne parlo perché molti penserebbero che se ne parlo bene è perché voglio favorire un amico e il suo business (accaduto con Goldmund; peccato che quando li ho recensiti io, il mio amico Pietro nemmeno pensasse di distribuirli e la distribuzione è iniziata quasi due anni dopo la mia recensione. Ma ora sono limitato e non posso provarli per evitare di ingenerare chiacchiericcio). E mi vedrò costretto a non recensire prodotti concorrenti perché anche in quel caso, se evidenziassi qualcosa che non va, sentirei già la calunnia (che non è un venticello, soprattutto quando è destituita da ogni fondamento) “ecco, ne parla male perché il suo amico importa un prodotto concorrente e lo vuole favorire”.
E' una cosa molto brutta, quella di pensare che tutti siano “marci”, ma, come si sa, il sospetto di commistioni è sempre in agguato e personalmente mi innervosisce per tanto quanto è facile che sorga, anche se chi mi conosce sa benissimo che non guardo in faccia a nessuno, ma solo al prodotto che ho davanti e non al suo produttore o distributore (che può cambiare dall'oggi al domani; ma ve lo immaginate che non appena fu pubblicata una recensione positiva di un prodotto distribuito da un distributore con il quale ho interrotto i rapporti, mi hanno chiamato alcuni per sapere se li avessi ricuciti? Ma come, mi conoscete personalmente e pensate che io scriva bene solo per compiacere il distributore? Ma per favore! Quel prodotto oggi lo ha lui, ma domani magari no. E comunque no, i rapporti non sono ricuciti e il prodotto recensito va proprio come ho scritto). E tanto meno rendo la vita facile al mio editore che per andar d'accordo con me, non mi deve correggere nemmeno una virgola e sottostare alle mie regole; se lo fa (e posso garantire che una virgola mi basta), chiude. Con me, l'editore, per sua sfortuna, non la vince; se mi vuole, mi prende per come sono. Inutile che contro di me invochi il “codice deontologico” che peraltro conosco bene anch'io. Si, lo so; ho un pessimo carattere e sono anche un rompiballe! Ma mi piaccio così e non mi voglio cambiare.
Sito del produttore: www.lector-audio.it/
Costo € 970,00