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L'opinione di Andreas Koch
10 domande al progettista di Playback Designs

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AA: Vuole raccontarci qualcosa di Playback Designs?

AK: La mia più che trentennale esperienza di progettazione spazia dalle registrazioni professionali, alle conversioni analogiche e digitali, agli algoritmi di compressione, fino ai formati audio ad alta risoluzione per le elettroniche audio hi-fi. Ho maturato le mie esperienze lavorando con aziende del calibro di Studer, Dolby e Sony, acquisendo un'estesa conoscenza dell'industria dell'audio e delle sue tecnologie. Playback Designs mi ha dato l'opportunità di progettare prodotti che hanno beneficiato di questa vasta esperienza e di renderli realmente unici. Tutti i prodotti Playback Designs sono intrisi di tecnologie che ho creato e successivamente ottimizzato in anni di lavoro.

AA: Dove pensa si arriverà con le frequenze di campionamento in futuro? A chi giova questa corsa a risoluzioni sempre più elevate?

AK: A tutti noi piacciono le registrazioni analogiche, e possiamo dire che un segnale analogico è di base un segnale digitale con con campionamento infinito. Così risulta facile pensare che maggiore è la frequenza di campionamento, maggiore è la vicinanza all'analogico. Ma mentre nella precedente affermazione c'è molto di vero, la nostra conoscenza va oltre. La registrazione ad alte frequenze di campionamento, per esempio, non sostituisce l'accurato posizionamento dei microfoni o le normali buone tecniche di registrazione. Esistono molte ottime registrazioni a soli 44.1 kHz e ve ne sono molte di più che, malgrado le elevate frequenze di campionamento, suonano in modo veramente mediocre. Quindi dobbiamo continuare a preoccuparci delle registrazioni e delle tecniche di produzione, come abbiamo sempre fatto anche in passato.
Mentre i campionamenti superiori ai 44.1 kHz possono fare una differenza udibile, ancora più evidenti sono le differenze a fronte di campionamenti 2 o 4 volte superiori. Aumentandoli ancora le differenze si fanno più sottili - e solo per il PCM. In altri termini, si arriva ad un punto nel quale ci chiediamo se il prezzo da pagare per frequenze di campionamento ancora maggiori valga la pena. E questo prezzo è il raddoppio delle dimensioni del file e dei tempi di download ogni volta che si raddoppia la frequenza di campionamento.
La mia opinione è che conoscere la frequenza di campionamento di un brano sia solo parzialmente importante. E’ molto più importante conoscere come è stato registrato, da chi e quale equipaggiamento sia stato usato per la sua produzione. Queste cose influenzano il risultato più che la frequenza di campionamento.

AA: Pensa che la rinascita del DSD abbia un senso, ora che abbiamo il DXD?

AK: Se la meta è il raggiungimento delle più alte prestazioni sonore, non vedo un collegamento tra il DSD ed il DXD. Quest’ultimo è solo un PCM campionato a 352,8 kHz e siccome il DSD è un formato poco compatibile col PCM, io di solito preferisco le registrazioni convertite dall’analogico, piuttosto che dal PCM.
Purtroppo, non ci sono molte registrazioni e macchine per la produzione in DSD e per questo molti usano apparecchi che lavorano in PCM ad alte frequenze di campionamento per produrre DSD. Mentre ciò sacrifica alcune qualità del formato DSD, rende più efficiente la distribuzione delle registrazioni PCM, visto che il files in DSD sono di solito di dimensioni inferiori rispetto ai PCM ad altissima risoluzione.

AA: Leggiamo in giro di audiofili che diventano matti configurando PC che devono servire da sorgente per la computer music, software che vanno meglio per alcune cose e meno bene per altre, configurazione di sistemi operativi e schede ... Quanto c'è di necessario in tutto questo? Dobbiamo rimpiangere il vecchio lettore stand alone, che era plug and play e ci lasciava solo la preoccupazione del cavo di segnale?
Esiste una soluzione che vada bene per tutto e tutti?

AK: Il “tallone d’Achille” delle catene audio di riproduzione digitale casalinga è ancora il convertitore digitale/analogico. Alcuni di loro non sono abbastanza validi nell’isolare le sorgenti digitali dai sensibili circuiti analogici. Quando il problema è questo, evidentemente i diversi PC, software di riproduzione, alimentazioni, ecc., giocano un ruolo importante perchè tutti, in qualche modo, hanno un impatto sui circuiti analogici, dopo aver attraversato il convertitore D/A.
Quindi, vi sono convertitori che sono in grado di isolare meglio le sorgenti digitali, così da rendere meno importante ciò che si usa a monte, sia esso il PC, il software o altro.
Se avete grosse cifre da spendere, non investite in costosi hardware o software, fatelo per il convertitore o per tutto ciò che lo segue nella catena audio, fino ai diffusori.
Sfortunatamente, non esistono soluzioni a basso costo che accontentino tutti. Tutto dipende dal budget a disposizione e da quanto lontano volete arrivare.  La mia filosofia coi prodotti Playback Designs è sempre stata quella di offrire la più alta qualità possibile a prezzi ragionevoli. Se un cavo in argento o un contatto dorato non hanno giustificazioni scientifiche per certe applicazioni, non è necessario sprecare i soldi per spese non necessarie che porterebbero un beneficio infimo o addirittura nullo. Io non credo nelle tecnologie che non garantiscano prestazioni e servono solo ad aumentare il prezzo di vendita.

AA:  Ho letto sul suo sito che lei non crede alle diverse prestazioni dei cavi USB. Noi, fino ad oggi, abbiamo riscontrato alcune differenze. Quando abbiamo recensito il Playback Designs MPS-3 abbiamo usato un cavo di buona qualità e non ne abbiamo provati altri. Dice che quanto proveremo l'MPS-5 provare altri cavi risulterà inutile?

AK: Quando fate dei test di questo genere è importante che non li facciate su appareccxhi diversi. Sebbene l’MPS-3 e l’MPS-5 abbiano molti punti di contatto, non suonano allo stesso modo. Non posso parlare per le vostre orecchie, che sono sicuro siano molto sensibili. Sull’MPS-5, grazie all’interfaccia ottica USB-X, ho fatto un gran lavoro per separare galvanicamente il computer dal DAC. Ciò non significa che non sentirete differenze tra i cavi ma in caso ci siano, saranno minime.

AA: Che politica usa Playback Designs riguardo gli aggiornamenti? Fino a dove le macchine attuali possono essere sviluppate via software?

AK: Siccome io non uso circuiti integrati DAC di altri produttori o altri componenti con architetture fisse, ma piuttosto dei Gate Arrays completamente programmabili, posso facilmente cambiare le caratteristiche dei miei algoritmi con aggiornamenti software.
Tutti i miei progetti sono basati su questo concetto. Per esempio, l’MPS-5 che producevo nel 2008 assomiglia solo esternamente all’attuale. Il software viene aggiornato mediamente 3 o 4 volte all’anno ed alcuni di questi aggiornamenti hanno portato a miglioramenti di prestazioni molto significativi. Mentre l’hardware è progettato e prodotto, lo sviluppo del software continua per anni.

AA: Ha in programma nuovi modelli a breve? Se si, cosa dobbiamo aspettarci di nuovo?

AK: Abbiamo appena introdotto sul mercato il nuovo integrato DAC/preamplificatore/amplificatore IPS-3. E’ una soluzione completa in un unico telaio e va ad inserirsi tra il server e i diffusori: ingresso USB ed uscita per gli altoparlanti. Il progetto del DAC segue gli stessi principi ed architetture degli altri miei progetti. Preamplificatore e finale, comunque, sono piuttosto unici nel loro genere ed adottano molte tecnologie innovative, descritte in dettaglio nel nostro sito.

AA: Alcuni produttori puntano a ridurre il jitter tramite super-clock esterni dai costi stratosferici. PD invece non ha nulla di tutto ciò, eppure anche lei (a nostro parere giustamente) afferma di combatterlo. Ha un modo diverso di farlo?

AK: Durante gli anni ho sviluppato un algoritmo esclusivo indirizzato al jitter correlato alla musica. E’ il tipo di jitter che modula il suono ed è spesso creato da lunghi cavi di interconnessione o da generatori di clock esterni. Esiste anche in jitter non correlato alla musica, generato per la maggior parte da componenti elettronici e da fattori ambientali esterni.
Molti progettisti si affannano a combattere il jitter in termini assoluti, misurandolo e cercando di ridurlo a meno picosecondi possibili. Facendo ciò, riducono al minimo anche il jitter scorrelato e ciò crea effetti collaterali indesiderati.
Dobbiamo renderci conto che ogni segnale digitale è stato convertito dalla forma analogica a quella digitale. Qualunque jitter avesse il convertitore analogico/digitale utilizzato nella conversione in studio, è ormai incorporato nel segnale digitale della registrazione. Niente potrà rimuoverlo, fa parte del brano musicale. Un po’ di jitter scorrelato, nel convertitore D/A, può aiutare a cancellare gli effetti di questo jitter incorporato e spesso correlato alla musica.
Per questo motivo bisogna misurare il jitter lo spettro del jitter nel contesto musicale e non solo la deviazione assoluta del clock sull’asse del tempo.

AA: Col passare del tempo, abbiamo notato che le macchine di livello superiore hanno risolto molti dei problemi sonori che il CD Red Book ha presentato per anni e l'hanno fatto a caro prezzo, riducendo parzialmente il gap con l'alta risoluzione. Qual è il segreto?

AK: Sono d’accordo. Il CD, col suo limitato formato di codifica ha fatto molta strada e non abbiamo ancora finito di cercare ulteriori miglioramenti tramite nuovi algoritmi di decodifica digitale/analogica. Ma questi miglioramenti stanno diventando sempre più piccoli, ad indicare che ci stiamo avvicinando al massimo del potenziale del formato. E’ ora di passare ad un nuovo formato con un potenziale maggiore e che possa bastare per i prossimi decenni. I benefici iniziali potrebbero essere controversi ma coi nuovi algoritmi e le nuove tecnologie il nuovo formato migliorerà significativamente, visto che il potenziale è già parte del formato stesso.

AA: In chiusura, mi lasci dire una cosa: ho conosciuto il suo primo SACD player a Las Vegas, al T.H.E. Show del 2008, se ben ricordo e ne rimasi davvero colpito. In cosa differiva dall'attuale MPS-5?

AK: Grazie per l’apprezzamento. Mentre l’hardware è virtualmente lo stesso di allora, il software di oggi rassomiglia solo in minima parte a quello del 2008. Ad un certo punto ho riprogettato l’intera architettura del software per sfruttare un nuovo algoritmo che ho sviluppato per il controllo del clock. E’ stato aggiunto un filtro apodizzante per l’upsampling, oltre al supporto per l’alta risoluzione via USB ed a molti miglioramenti per il PCM ad alta risoluzione ed il DSD.


Intervista di Angelo Jasparro

Distributore per l'Italia Playback Designs: DNAUDIO
Sito Playback Designs: playbackdesigns. com

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