|
|
Lucio Dalla
Legacy Edition
Spesso, quando si scrive per il pubblico, si è indecisi tra l'utilizzare la prima persona plurale, che fa più professionale, o quella singolare.
Questa volta userò la prima persona singolare, perché le righe che sto per scrivere mi coinvolgono direttamente, dovendo parlarvi di un artista che seguo ed amo da sempre ed al quale ho avuto la fortuna di stringere la mano una volta. Fresco di conferenza stampa nella sede milanese di Sony Music, eccomi a presentarvi "Lucio Dalla - Legacy Edition". Si tratta della ripubblicazione, nel quarantesimo anniversario dall'uscita, di uno dei dischi di maggior successo della lunga carriera dell'artista ("cantautore" è un termine che a mio parere gli va stretto) bolognese. Compositore brillantissimo ed eccellente clarinettista e sassofonista jazz, ha attraversato varie generazioni musicali e la sua carriera si è interrotta solo nell'anno 2012, quando ci ha lasciato all'improvviso a causa di un malore, durante un tour in Svizzera. "L'ultima luna", "Stella di mare", "La signora", "Milano", "Anna e Marco", "Tango", "Cosa sarà", "Notte", "L'anno che verrà". Riuscite ad immaginare una tale concentrazione di capolavori in un disco solo? Ecco, qui la trovate. Qui trovate la Storia della musica italiana ai massimi livelli. Inoltre, la presenza di Alessandro Colombini, produttore del disco, ha permesso a tutti i presenti di venire a conoscenza di alcuni aneddoti decisamente curiosi, sia riguardanti questa produzione che il mondo della musica in generale, dei quali magari parleremo in separata sede. Come molti della mia generazione, sono in possesso del vinile dell'epoca e mi sono chiesto cosa possa aggiungere, questa Legacy Edition, a quanto ci ritroviamo sugli scaffali. Adesso lo so e ve lo spiego molto volentieri. Prima cosa: il CD è stato rimasterizzato da Maurizio Biancani negli studi Fonoprint di Bologna, partendo dal nastro master originale, giunto dalla Germania, dove sono conservati tutti i master di Dalla e di molti altri musicisti, dopo la fusione BMG-Sony Music. Il master è stato immediatamente digitalizzato a 24 bit/192 kHz, e poi trasposto su vinile e su CD. Qualche audiofilo impenitente, o semplicemente curioso, si sarà chiesto come mai non si sia ricavata anche una lacca direttamente da analogico; mi sono fatto vostro portavoce ed ho posto questa domanda direttamente a Biancani, che mi ha risposto, prevedibilmente, che il nastro master doveva essere utilizzato una sola volta. I motivi sono presto sviscerati: dopo tanti anni in cui il nastro è rimasto avvolto su sé stesso, spesso sottoposto a sbalzi climatici, se dobbiamo leggerlo senza distruggerlo dobbiamo prima riscaldarlo ed asciugarlo in un forno. Fatta questa operazione, il nastro diventa più facilmente leggibile, ma anche molto fragile, in quanto fin troppo secco, col rischio di staccare la preziosa banda magnetica dal suo supporto. Ecco quindi la ragione per la quale per prima cosa si digitalizza il master, e poi ci si lavora su per tutto il tempo necessario senza timori di danneggiare alcunché. Se poi vogliamo dirla tutta, e da analogista convinto quale sono vi prego di credermi, un digitale alla risoluzione di 24/192 è praticamente indistinguibile dall'analogico, se proveniente dallo stesso master e "lavorato" dalle stesse mani. Quindi, soddisfatta la curiosità dei più tecnici, torniamo a parlare del disco, per ora solo in versione CD, in attesa che Sony Music ci faccia pervenire il vinile, per un confronto che mi incuriosisce un bel po'. A tal proposito segnalo che usciranno due versioni in vinile, tirate entrambe in 1000 copie: una che contempla il disco, 1 CD bonus coi 3 brani inediti dei quali diremo tra poco, ed un libretto di 12 pagine, mentre l'altra vede un vinile in "pasta bianca", definizione che mette fame, il CD rimasterizzato con le 3 tracce inedite ed il libretto di 12 pagine. Quest'ultima edizione sarà in vendita dal 6 dicembre, mentre tutte le altre saranno nei negozi il 25 di ottobre. Il normale CD include un libretto di 24 pagine con disegni e commenti di vari autori. Quali sono i 3 brani inediti dei quali vi ho parlato? La stupenda "Angeli" in versione studio, "Stella di mare" in un inglese inventato che sa più di grammelot che della reale lingua di Albione, e "Ma come fanno i marinai", incisa con Francesco de Gregori, della quale conoscevamo solo la versione dal vivo di "Banana Republic". Nel finale di "Stella di mare", noterete che Lucio Dalla più volte dice "Cresci Giovanni (e Giovanni suona più forte e raddoppia sul charleston), vai Giovanni!", incitando Giovanni Pezzoli, batterista degli Stadio, che già all'epoca lo accompagnavano ovunque, dandoci la sensazione di quanto all'epoca ci si divertisse a registrare i dischi, al contrario di oggi dove è già tanto se due musicisti si incontrano durante le registrazioni, che di solito ognuno incide la sua parte a casa propria, e poi ci pensa il computer a mettere tutto assieme. E, scusate lo spunto polemico, la differenza, in termini di freschezza e di passione, si sente ... Com'è che uno dei personaggi (non vi dico chi) che erano lì a spiegarci il lavoro fatto, ha detto, ad un certo punto? Ah, si, ricordo vagamente: "Il malefico digitale". Questo, ha detto. A proposito di "Angeli", bellissima canzone rimasta a suo tempo fuori dalle selezioni del disco, vi segnalo l'imperdibile video realizzato da Alessandro Baronciani e visibile a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=YkZDBhBKA0A Giusto per parlarvi dell'originalità di Dalla, delle sue invenzioni musicali, vorrei solo citare "L'ultima luna", che tutti conoscerete e che rompe di netto la tipica costruzione strofa - ritornello delle solite canzoni, col suo incedere suggestivo e libero dagli schemi dei suoi predecessori. Ma io vi conosco, cari lettori miei, e so che state aspettando di sapere come suona questo CD, se alla Fonoprint abbiano fatto un buon lavoro o se questa sia una delle tante rimasterizzazioni-fuffa che ci ammorbano da anni, a causa di una loudness war* che pare non finire mai. Premetto che il confronto si svolge rispetto al vinile dell'epoca, visto che non possiedo la versione in CD di questo disco, e che la produzione è stata curata con molta attenzione anche dal punto di vista audio, già all'epoca. Questo CD suona veramente bene. La gamma bassa è più profonda e precisa rispetto al vinile, mentre dal medio in su è stato fatto un lavoro di "pulizia" decisamente percepibile. La dinamica è di un ordine di grandezza superiore all'originale, con un risultato emozionante. Ma la cosa più incredibile è come si sentano più facilmente i piccoli arrangiamenti, quegli abbellimenti che i musicisti mettono anche quando non sono in partitura, gli accompagnamenti in sottofondo con le chitarre, ad esempio. A proposito: lo sapevate che a Dalla le chitarre piacevano poco? E' stato Colombini a convincerlo che se ne potesse fare buon uso anche nelle sue composizioni. Esistono suoni che erano nascosti nelle pieghe delle masterizzazioni precedenti, e che adesso sono stati riportate alla luce (anzi, alle orecchie), con un lavoro di sapiente restauro da Maurizio Biancani, al quale va tutta la mia stima per l'eccellente lavoro svolto. Adesso attendo il vinile, se Sony Music deciderà di farmelo avere, e poi vi parlerò anche di quello. In conclusione: tra l'immenso valore artistico di quest'opera e l'ottima registrazione, non posso che dirvi che questa Legacy Edition del disco Lucio Dalla non può mancare nella discoteca di ogni appassionato di musica. Di qualsiasi genere di musica. Angelo Jasparro * per i meno tecnici che ci leggeranno, spiego brevemente che per loudness war si intende la compressione della dinamica applicata, quasi sempre a seguito delle istruzioni di produttori e case discografiche, in modo da appiattire verso l'alto tutti i suoni di una musica, che quando la si ascolta alla radio in auto, o con lo smartphone, solo per il fatto di suonare più forte, sembra suonare meglio. |