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Metronome Technologie AQWO
Il settore dell’alta fedeltà, dopo la diatriba analogico/digitale, ora vive un altro dilemma: quale sorgente musicale digitale?
I sanguinosi scontri tra i sostenitori della musica “liquida” (definizione che continuo a non digerire) e quelli del classico lettore digitale si affrontano quotidianamente, dandosele di santa ragione, senza ovviamente arrivare ad una conclusione, come tifosi di squadre avversarie. E così è nata una generazione di nuovi “guru” che tutto sanno di computer, sistemi operativi, software di riproduzione dei file, e via discorrendo. Vi confesso che a volte, seguendo sui social network le loro discussioni, mi prende lo sconforto. Volete ascoltare musica proveniente dal PC, limitandovi a collegare un cavo USB al vostro fiammante DAC? Anatema, non sia mai! Intanto quale cavo USB? Mica bastava il casino dei cavi di segnale, di potenza e di alimentazione, no … anche i cavi USB suonano (e purtroppo vi devo confermare che è vero). E poi: quale PC usate? Sistema operativo? Avete disattivato accuratamente tutte le funzioni inutili (e quali sarebbero?) di Windows? Vi siete procurati un PC con l’alimentazione lineare, che quella switching disturba il suono? Quale player usate? Non penserete mica che Foobar e JRiver suonino uguali, vero? Insomma, siamo passati da coloro che “uno 0 è uno 0, un 1 è un 1, quindi il digitale è sempre quello”, alle “50 sfumature di zero”, senza fermate intermedie. Un casino, gente, un vero casino. E quelli come me che, a parte il vinile (orrore, con tutti i problemi che si porta dietro!), preferiscono utilizzare un CD (che ha sì delle limitazioni, ma dovute alla codifica digitale, non al mezzo in sé stesso) o, quando possibile, un SACD, che se ben realizzato, rappresenta lo stato dell’arte della riproduzione, al pari dell’analogico, ma senza i difetti del vinile, sono tacciati di essere dei dinosauri attaccati al passato. Confesso la mia profonda ignoranza informatica, confesso di utilizzare un Laptop HP Pavilion, costato all’epoca non pochissimo ed ancora veloce ed attuale coi suoi 12 GB di RAM ma … evidentemente incapace di trasmettere un semplice flusso di dati 16 BIT/44 kHz ad un DAC qualunque, visto che ogni volta che ho fatto delle prove, con vari lettori/DAC, ho sempre preferito il suono del CD a quello estratto dallo stesso dischetto ed inviato al DAC tramite computer. Quando ne parlo a qualche guru “liquido”, ottengo sempre la stessa risposta: “non hai settato bene il PC”. Non posso far altro che ribattere che del settaggio del PC non me ne può fregare di meno, oltre al fatto che la ricerca del Nirvana da parte dei liquidisti è continua e senza sosta, tanto da farmi sospettare che di tempo per godersi la musica ne abbiano davvero poco. I social “liquidi” (ci vuole una prostata buona, qui, o ci ritroveremo ad andare in bagno ogni 5 minuti di recensione) sono pieni di sensazionali scoperte quotidiane, ma anche di delusioni. Ciò di cui sono sicuro è che nessuno di costoro sarà mai convinto di ascoltare al 100% delle possibilità l’accrocchio che ha messo in piedi; un continuo lavorare per giungere ad una meta sconosciuta. Che tristezza … già mi demoralizzavo quando gli audiofili si azzuffavano su punte e piedini da mettere sotto ai lettori CD, figuriamoci adesso. E’ la solita, vecchia storia, di chi guarda la pagliuzza nell’occhio altrui, senza accorgersi della trave nel proprio … corpo. Riconosco peraltro la qualità dell’alta risoluzione, già a partire dai 24/48 kHz, che finalmente riesce ad evitare quella sensazione di “elettronico” insita nel CD Red Book. Sarei un uomo felice se ogni registrazione fosse disponibile in SACD ma la miopia delle Major, alla quale spesso si accompagna anche quella delle Indie, non ce l’ha permesso e forse non ce lo permetterà neanche in futuro. Quindi, allo stato delle cose, per ascoltare bene ci serve la risoluzione infinita dell’analogico o quella superiore ai classici 16 BIT/44.1 kHz. Entra perciò in campo il digitale su supporto SACD, DVD-Audio (morto e sepolto da tempo), BD Audio (che sembra sempre ai blocchi di partenza) o file. Col dubbio, nel caso di quest’ultima opzione, che se non abbiamo una fonte di assoluta fiducia, ci spaccino per alta risoluzione l’estrazione dei dati da un semplice CD. Insomma: “Nihil sub sole novum”, all’audiofilo piace complicarsi la vita, più che ascoltare musica. Lo testimonia anche il fatto che molti continuano a filosofeggiare tramite tastiera sul significato dell’espressione Alta Fedeltà, quando potrebbero, più semplicemente, trovare molte risposte andando a qualche concerto dal vivo.
Bene, torniamo a noi, che qui si deve parlare di una gran bella macchina da musica, il Metronome Technologie AQWO. Trattasi di lettore CD/SACD (e dopo la mia lunga introduzione spero abbiate compreso l’utilità di avere in casa questo tipo di apparecchio), ed anche di DAC aggiornato per accettare risoluzioni persino superiori a quelle che si trovano in commercio: 32/384 kHz in PCM e DSD 512. Un apparecchio che accontenta tutti, quindi, sebbene ad un prezzo non propriamente alla portata della maggior parte di noi.
Vi confesso che la prima cosa che mi ha incuriosito è stato il nome: AQWO, che con un lettore digitale non sembrerebbe avere alcuna assonanza. Ovviamente mi sbagliavo, ed una mail di Jean Marie Clauzel, Managing Partner di Metronome Technologie, ha dissipato la nebbia. Ero però sulla strada giusta, pensando alla possibile pronuncia di quello che sembrava un acronimo ma non lo è: “Akouo”, in greco, significa “sto ascoltando”, ed abbiamo brillantemente risolto il problema. Questo lettore è stato progettato da zero da Metronome, ed è il primo prodotto completamente nuovo da 5 anni a questa parte. L’unica cosa che ha in comune con gli altri apparecchi del marchio è il “savoir faire” Metronome, ma le tecnologie sono tutte nuove. E’ anche il primo lettore che non utilizza la meccanica Philips CDPro (che non è più in produzione), bensì una robusta D&M con caricamento dall’alto e clamp ferma disco in Delrin. L’idea di Metronome non era quella di sviluppare un lettore integrato con una coppia di ingressi digitali aggiunti, ma un vero e proprio ibrido lettore/DAC. Inoltre, in nome di una spiccata versatilità anche negli stadi di uscita, l’AQWO può disporre in opzione di una scheda di uscita a valvole, dotata di propria alimentazione separata. (Foto a sinistra) Il progetto prevede un’estrema cura delle alimentazioni, con regolazioni indipendenti per ogni componente ed un congruo numero di condensatori, al fine di fornire la necessaria riserva di corrente. I convertitori sono sempre AKM, come da tradizione per Metronome. In questo caso sono stati impiegati due AK4497, in configurazione bilanciata.
Il lettore si presenta molto bene. Linea pulita, leggermente incavata al centro, con un display davvero grande, 6,5” su un formato 21/9. Il pannello frontale, di massiccio alluminio, può essere silver o nero. Il display è “touch” e può sostituire in tutto e per tutto il bel telecomando fornito in dotazione. Ciò che il display mostra sono i classici comandi per la riproduzione, il numero della traccia, il tempo di riproduzione e, nella schermata successiva, il livello di uscita del segnale analogico, i colori che si possono scegliere per le scritte ed i 6 filtri da implementare in fase di riproduzione. Un’ulteriore pressione sul display permette di selezionare gli ingressi digitali, programmabili. Lasciatemi aggiungere che finalmente riesco a leggere un display, alla distanza di circa 5 metri che si interpone tra il mio punto d’ascolto e l’impianto. Nella parte superiore del lettore troviamo il pesante sportello che slitta verso la parte posteriore, permettendo l’accesso alla meccanica e quindi al carico del CD. I piedi d’appoggio dell’apparecchio sono 3, così da garantire una facile messa in piano. La parte posteriore prevede l’interruttore principale di alimentazione, la presa IEC, un ingresso USB SACD I2S, 2 ingressi digitali AES/EBU, 2 S/PDIF, 2 Toslink ed 1 USB. Le uscite analogiche sono sia bilanciate che sbilanciate, mentre quelle digitali sono AES/EBU, S/PDIF e Toslink. L’impianto nel quale abbiamo inserito il Metronome Technologie è il seguente:
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD Yamaha CD-S3000, lettore multimediale: Oppo 105 D, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B³, diffusori: JBL 4350B, subwoofer Velodyne SPL-1200, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, cavo phono Cammino PH B 2.2 Ref XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri autocostruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500. Nel brano “Gente” dal CD “Snob” di Paolo Conte (Platinum) si coglie immediatamente il modo di suonare la batteria di Daniele Di Gregorio, eccellente percussionista, che la suona … da percussionista, appunto. Charleston e rullante hanno lo stesso suono che ho potuto ascoltare dal vivo, al concerto di presentazione dell’opera. L’AQWO riesce a scavare perfettamente nell’anima dei musicisti e ci trasmette il loro lavoro senza mediarlo in alcun modo. L’Adagio di Samuel Barber (Argo), splendido CD che tutti dovremmo avere in casa, trasmette immediatamente un senso di rilassamento, di fluire calmo della musica, come un grande fiume in una calma giornata estiva. Le note più gravi sembrano scendere senza limiti o costrizioni, mentre gli archi restano sempre perfettamente intelligibili e timbricamente corretti. Tanto corretti che non si fa alcuna fatica a distinguere i violini dalle viole e queste ultime dai violoncelli, malgrado i violini siano posizionati anche sulla destra del palcoscenico virtuale. Nel CD di Bruce Springsteen “The Ghost Of Tom Joad” (Columbia), il basso sembra più autorevole del solito, tanto che, a volume molto sostenuto, sembra mettere in vibrazione l'intero ambiente d'ascolto. Il tutto senza inficiare in alcun modo le gamme medio bassa e media, che restano pulite, come testimoniato dalla chiarezza dei colpi di grancassa a sottolineare le note del basso elettrico. Passiamo ora a qualcosa in alta risoluzione, e precisamente il SACD della “Sinfonia delle Alpi” di Richard Strauss (Pentatone), nell’esecuzione della Pittsburgh Symphony Orchestra diretta da Marek Janowski. Nella traccia 9 “Sul pascolo di montagna” vi sono delle piccole percussioni che suonano in pianissimo là in fondo, sulla sinistra, che si sentono con una chiarezza esemplare grazie al Metronome. La disposizione dell’orchestra nella Heinz Hall di Pittsburgh (che vedete in foto poco sopra) è ben riportata in questa registrazione e nella riproduzione del lettore francese. Tra l’altro, il timbro degli strumenti, sommato all’acustica della sala di ripresa, ricorda molto da vicino i colori che si ascoltano all’Auditorium di Milano, altra sala dall’acustica molto buona. Rapito da tutto ciò, ne approfitto per godermi la Sinfonia fino alla fine, senza interromperla. E nel frattempo annoto che timpani e grancassa fanno tremare la mia stanza nel brano 19 (Tuono e tempesta), mentre gli ottoni urlano la furia degli elementi. Bellissima davvero anche questa prova del Metronome. Un pensiero mi sfiora, intanto che la musica prosegue: come si può ascoltare questa musica coi mini diffusori? Scaccio in fretta l’orrido pensiero e fingo indifferenza, almeno fino al pedale d’organo nell’ “Epilogo”, quando la musica stessa mi riporta alla realtà dei grossi woofer delle mie JBL 4350B, aiutati dal sub. Un po’ di Jazz con “Dedalo” del Gianluigi Trovesi Nonet (Enja). Questo CD contiene musica così varia da sfuggire alla catalogazione in un genere ben preciso. Ma spesso il Jazz è proprio così,e quindi ci adeguiamo. La registrazione è superlativa, decisamente poco compressa, e l’AQWO non si fa pregare, sfoderando un senso del ritmo ed una presenza a ricostruire un quadro a tinte naturali e vivide, senza tralasciare la più piccola minuzia nel segnale inciso, ed anzi integrandola nella complessità del messaggio musicale, così che si noti il giusto e non dia l’impressione di un dettaglio innaturale. Sarei tentato anche di parlarvi delle alte frequenze, ma qui entro in crisi, per il semplice motivo che gli alti sono … come piacciono a voi. Tra poco spiegherò meglio questa affermazione, che ha a che vedere anche col timbro della gamma media, soprattutto per quanto riguarda le voci. Passiamo poi al “Vespro della Beata Vergine” di Monteverdi (Archiv) diretto da Gardiner, la cui riproduzione delle voci è stata fortemente condizionata dai filtri ai quali abbiamo accennato in fase di descrizione del display. Approfondiamo un pochino l’uso dei filtri, anche perché nel manuale d’istruzioni del lettore non vi dicono nulla. Mi è tornato alla mente quello del mio ex lettore DCS, che a proposito dei filtri, presenti anche là, diceva in pratica di ascoltare e scegliere quello che si preferiva. Ci risiamo, qui è lo stesso caso, ma non ve lo dicono neanche. Sono quindi 6 i filtri a disposizione, che lavorano specificamente sui roll-off in gamma acuta. Posto che il loro intervento è anche ben udibile in gamma media, vediamo come li chiamano in Metronome: Sharp Roll-off, Slow Roll-off, Super Slow Roll-off. E questi sono i 3 nella parte superiore dell’elenco. In quella inferiore troviamo Short Delay Sharp Roll-off, Short Delay Slow Roll-off, Low Dispersion Short Delay. Premesso che tra quelli della parte superiore ed i corrispondenti inferiori (la foto sotto sarà più chiara), non ho colto differenze apprezzabili, nel passaggio tra i tre filtri in orizzontale, la differenza è invece molto sensibile. Con la musica classica mi sono trovato benissimo col primo più a sinistra, morbido e corretto timbricamente, col pop e rock con quello più a destra, più “cattivo” ed aperto in alto. Alla fine, salomonicamente, ho scelto quello in mezzo e mi sono messo il cuore in pace. Magari, nei vostri impianti, se più “aperti” o “chiusi” del mio, sceglierete filtri diversi. Poter scegliere è decisamente una cosa utile, avendo un riferimento abbastanza preciso in testa. In conclusione, posso tranquillamente affermare che quello che fa grande una macchina da musica non è tanto lo sviscerare particolari più o meno nascosti, cosa che pure questo AQWO fa in souplesse, quanto comporre un insieme che rende il messaggio musicale più coerente, meno “elettrico”, anche se non si comprende come e perché questo accada.
Inoltre, ancora una volta si conferma quando vado ripetendo, a voce o per iscritto, da tempo immemore, e cioè che un lettore digitale ha vita molto più dura con la corretta riproduzione di un CD Red Book, piuttosto che un SACD o un file ad alta risoluzione. Insomma, il classico sangue dalla rapa, nel caso del CD, si estrae con fatica, mentre con l’alta risoluzione abbiamo il classico grasso che cola. So che si usa commentare il prezzo, nelle conclusioni, ma cosa volete che vi dica … Il Metronome Technologie AQWO costa caro, come cari costano i concorrenti di caratteristiche e prestazioni assimilabili. A me è piaciuto molto, se mi stessi guardando attorno con un simile budget, ci farei un pensiero molto serio. Il marchio è conosciuto da anni nel mercato, l’azienda è rinomata, l'apparecchio è costruito con tutti i crismi per godere di un buon successo commerciale. Angelo Jasparro Produttore: Metronome Technologie Distributore: Madformusic Listino Settembre 2021 euro 15.990,00 stadio di uscita a valvole in opzione: euro 1.925,00 |