ASSOCIAZIONE MOZART MILANO Concerto del 22 Marzo 2017 Chiesa di San Marco, Milano W.A. Mozart: Ouverture da Le Nozze di Figaro e Sinfonia n. 33 K 319 L.van Beethoven: Sinfonia n. 2 Op 36 Orchestra dell'Associazione Mozart di Milano Direttore Aldo Bernardi
L'Associazione Mozart Italia, priva di sostentamenti pubblici, fa pochi concerti all'anno; ma nella media, malgrado il poco tempo per provare e qualche défaillance tecnica da parte dell'orchestra, che in tre, massimo quattro prove, suona poi in pubblico capisaldi del patrimonio musicale sterminato lasciato da chi ci ha preceduto, il risultato è sempre degno di nota.
Prova ne siano, ad esempio, lo Stabat Mater di Rossini che pure è poco eseguito; fu una interessantissima esecuzione ed anche ben fatta. Ma non solo; basta che andiate a ritroso nel tempo con gli scritti di Audio-activity.com per averne contezza.
Il 22 marzo scorso, come scritto nel titolo e nella consueta collocazione della Chiesa di San Marco, a Milano, si è tenuto l'ultimo concerto della stagione 2016/2017. Inizio con l'Ouverture da Le Nozze di Figaro, di W.A. Mozart (mi sembra inutile scriverlo …), la sinfonia n. 33 sempre di Mozart e la Seconda di Beethoven. Chiaro che “il pezzo da novanta” fosse proprio la Seconda di Beethoven,ma è da dire che il resto non è stato un semplice contorno.
Tra le tante (direi troppe, visto che dallo scorso autunno ad oggi, penso di averla ascoltata dal vivo non meno di sei volte) l'esecuzione dell'Orchestra dell'Associazione Mozart di Milano è stata quella con il tempo più consono; d'accordo, renderla più rapida dà prova di grande perizia tecnica da parte degli orchestrali, ma come diceva il tale “tra un Largo e un Largo, c'è un Largo più giusto”, a dire che si può anche accelerare o rallentare appena, ma c'è una misura temporale di ogni battuta che dà maggiore bellezza alla musica. Ecco, questo quel che il M° Bernardi ha imposto all'orchestra; un tempo che in nulla ha sottratto bellezza al brano, ma ha tolto ogni forma di inutile isteria. D'altro canto i danni provocati da certe forme di “filologia” che, applicate inizialmente all'epoca barocca, si sono poi riflessi anche su musiche posteriori, sono evidenti a concerto, dove anche orchestre di provata qualità, poi cascano proprio su questa Ouverture.
Molto ben tenuti i tempi della Sinfonia mozartiana,in bilico tra quello che era un accenno all'eredità alla musica precedente, ma con già una chiara affermazione di quel che sarà il Mozart delle ultime (e, aggiungo io, bellissime) sinfonie. Qualche errore di troppo degli archi piccoli e qualche leggero scollamento che tuttavia non hanno intaccato più di tanto l'esecuzione.
E poi la Seconda di Beethoven, sinfonia nella quale inequivocabilmente Beethoven si afferma. In quella Sinfonia si scorge già tutto quello che sarà il Beethoven successivo che aveva scordato le lezioni dei suoi predecessori per trasportare la propria musica in una dimensione futura.
All'ascolto dell'esecuzione a concerto è parso chiaro che il M° Bernardi ha inteso chiarire proprio quel che qui sopra ho scritto; il piglio era degno di una Settima, anche se qualche piccolo rimasuglio di barocco rimane in alcuni abbellimenti scritti in partitura. Bellissimo il secondo movimento, dilatato, quasi inconsueto, ma magnetico.
Pubblico molto soddisfatto, tanto che è stato obbligatorio eseguire il richiesto bis, ovvero la ripetizione dell'Ouverture.
Aspettiamo ora di sapere quali saranno i concerti in previsione per la prossima stagione, sperando di trovarvi la Sesta di Beethoven o perché no la n. 38 “Praga” di Mozart.
Ringraziamo M° Bernardi e il Sig. Stefano Vaccaro dell'Associazione Mozart di Milano per il loro costante invito.