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MSB The Analog DAC

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Non ci sono dubbi: i convertitori digitale/analogico sono gli apparecchi del momento: nascono come i funghi ed invadono le case degli appassionati di audio. Fino a pochi anni fa, il convertitore separato era dedicato all’incontentabile che voleva migliorare le caratteristiche del suo lettore CD o che desiderava un due telai, monomarca o di produttori diversi. Il vero successo dei convertitori separati è arrivato grazie all’enorme sviluppo del “Computer Audio” (scusate ma “musica liquida” è una definizione, tra l’altro tutta italiana, che non sopporto). Sono ormai centinaia gli apparecchi che permettono di trasformare in segnale analogico quello che esce dai nostri computer. So che dovrei lasciare le idee personali fuori da queste recensioni ma non riesco a non dirvi che, personalmente, non sopporto di ascoltare musica dal computer. I motivi sono molteplici e li accenno brevemente; alcuni sono strettamente personali, altri sono oggettivi. Passo tutta la giornata davanti ad un PC, quando stacco per mettermi davanti all’impianto, preferirei non trovarmi un altro monitor davanti agli occhi. Inoltre i comuni PC o Laptop hanno ventole rumorose e l’idea di farmi realizzare un PC dedicato, senza ventola di raffreddamento, non mi sfiora neanche lontanamente. Inoltre, vedere la gente che si scambia interi Hard Disk come figurine, stipati di Terabyte di musica comprata (o rubata) a peso, mi fa abbastanza schifo. La Musica è un’opera d’arte, più o meno valida, e come tale desidererei fosse trattata. Una volta al massimo si contavano i titoli, ora si contano i byte. Sarò vecchio ed antiquato ma non voglio abituarmi a quest’andazzo. Conosco gente che ha i computer strapieni di musica ma non ne conosce il contenuto. Si collezionano dati, non note musicali. Ecco, io con questa gente non riesco a stabilire un rapporto, non voglio averci niente a che fare. Nel tempo, ho acquistato un po’ di musica in rete e qualcos’altro arriva da compilation dimostrative dei siti che vendono musica on-line e mi faccio bastare ciò che ho, giusto per poter provare gli apparecchi.

Devo evidentemente riconoscere che i files ad alta risoluzione suonano enormemente meglio del CD Red Book (non ci vuole molto, si sa) ma, per quanto mi riguarda, se mi mettete in mano un SACD o un defunto DVD Audio, io sono già molto contento. Per non parlare dell’analogico. Anche perché, come prevedibile, siamo arrivati alla corsa ai formati. I 32 bit/384 Khz sembrano ormai alla portata di tutti, salvo che poi non ci sono a disposizione files da riprodurre. E mi chiedo per quali motivi si debba arrivare a tanto, se non per occupare più memoria di massa sui computer e chiedere più denaro per la vendita dei files. Confesso la mia inadeguatezza davanti a cotanta tecnologia: oltre i 24/88.2 per me non ci sono miglioramenti sensibili. Insomma, non vorrei che davvero si arrivasse a trattare la Musica come software da computer, che ogni giorno diventa più famelico di spazi e velocità dei processori. Non è il mio mondo, non mi appartiene. Vorrei anche aggiungere che questa corsa al Computer Audio ha complicato enormemente la vita agli appassionati. Leggo sui forum, di persone che si lamentano per le tarature dei sistemi analogici e poi lottano contro i software di riproduzione, i driver da aggiungere, la programmazione delle schede audio, i problemi coi sistemi operativi e chi più ne ha più ne metta. Pochi sono quelli che riescono a convincersi di aver regolato tutto nel modo migliore e la maggior parte resta col dubbio di non aver fatto tutto come si deve e di non uscire col segnale digitale migliore possibile. Tocca fare un corso di informatica e forse non è ancora sufficiente. Mah … Ad onor del vero devo però ammettere che un file ad alta risoluzione, trattato da un ottimo convertitore (e quello che stiamo valutando è strepitoso), non teme più l’analogico ed anzi, è immune dai noti difetti derivanti dall’ascolto del vinile.

Veniamo adesso al convertitore in questione, che abbiamo provato sia utilizzando la meccanica del nostro dCS Puccini, sia come convertitore del computer. 
MSB è nata nel 1986 in California e, da allora, progetta e realizza i suoi prodotti nella sede sulla Monterey Bay. Oltre a produrre col proprio marchio, realizza apparecchi audio ad alta tecnologia per Clienti in tutto il mondo. Da qualche anno, il nome MSB è balzato prepotentemente sulla ribalta in tutto il mondo, grazie a prodotti per il trattamento del segnale digitale che hanno fatto parlare con toni entusiastici sia i critici audio che gli appassionati. Siamo quindi ben contenti di poterne analizzare un esemplare presso la nostra sala d’ascolto, con la necessaria concentrazione e, grazie alla pazienza del Distributore, tutto il tempo che desideriamo. Dal momento dell’arrivo a quello del reso, sono passate oltre tre settimane, nelle quali abbiamo potuto decisamente approfondire la conoscenza del “The Analog DAC”, uno degli ultimi prodotti sfornati dalla Casa californiana e del quale si dice molto bene. Noi ci fidiamo molto dei nostri colleghi ma siamo più contenti se possiamo giudicare gli apparecchi dopo averli ascoltati nei nostri impianti. Descriviamo quindi il DAC e le sue caratteristiche principali. Si tratta di un apparecchio dalle forme molto originali; è molto sottile, misura meno di 3 cm ed è realizzato da un unico blocco di alluminio fresato dal pieno. Poggia su 4 punte molto acuminate ed è dotato di sottopunte, così da non danneggiare il piano di appoggio. Le forme sono sinuose ed originali. Nei quattro alloggiamenti delle punte, che sporgono dal telaio, vi sono anche le sedi coniche per eventuali altri apparecchi MSB che si potranno sovrapporre al DAC. La parte superiore dell’esemplare in prova è provvista di un controllo di volume rotativo che, al suo interno, alloggia un interruttore per la selezione manuale degli ingressi. Con questa opzione, il DAC può funzionare da preamplificatore per una sorgente analogica addizionale. Alla sua sinistra, il display che indica alternativamente l’ingresso selezionato ed il volume di uscita. La regolazione può anche avvenire tramite telecomando in dotazione. Il pannello posteriore vede il connettore d’ingresso per l’alimentazione, fornita da un alimentatore base, il parallelepipedo che vedete in foto, o da uno opzionale con la stessa forma e dimensioni del DAC. Vi sono poi gli ingressi analogici RCA ed uno digitale, a scelta tra una ottica/coassiale, una XLR, una Pro I2S o una USB a 384 Khz. In opzione, si possono avere sino a 3 ingressi digitali a scelta. I colori disponibili sono il nero ed un bianco opaco (Matte white) che sembra quasi argento. Le caratteristiche di questa macchina sono notevoli: Processamento digitale ad 80 bit, Tecnologia di Clock proprietaria Femto Second, DAC a discreti con frequenza massima di campionamento di 384 KHz.Ci sembra giusto far notare che i moduli opzionali possono essere aggiunti con la massima facilità anche dall’utente, senza necessità di assistenza particolare.
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L’MSB è stato inserito nel seguente impianto:
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Scan Tech Lyra Helikon, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD dCS Puccini+U-Clock Puccini, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA,
Vovox Initio, MIT cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500. 
 
Da buon tradizionalista quale sono, comincio gli ascolti utilizzando la meccanica del dCS ed uscendo in digitale verso il convertitore. Scaldo impianto e orecchie con “Tunnel Of Love” di Bruce Springsteen (CBS), giusto due giorni prima di presenziare ad un suo concerto live a Milano. La musica “arriva” in pieno, con tutto il suo carico di emozioni. E se arriva, vuol dire che nessun tramite la disturba e che siamo decisamente
partiti col piede giusto. Passo a qualcosa di ben registrato, il CD “Siria” di Antonio Placer (Harmonia Mundi). Bastano le prime note per capire il livello stratosferico di questo DAC. La voce di Placer è ben presente nello spazio tra i diffusori e mostra particolari forse anche sconosciuti fino a questo momento. Chitarre e contrabbasso sono riprodotti con una qualità eccezionale. L’ascolto del CD Telarc “Basie’s Bag”, suonato dalla Count Basie Orchestra diretta da Frank Foster, mi catapulta direttamente tra il pubblico dell’Orchestra Hall di Detroit, verso il fondo della sala. Nessun suono della Big Band va perduto, mentre gli strumenti godono del tipico amalgama dovuto alle registrazioni effettuate con pochi - ma sapientemente piazzati - microfoni. 
Il pianoforte di Pogorelich nel CD “Klaviersonaten KV 283& 331” di Mozart (DG), si rivela molto equilibrato in
tutte le porzioni della tastiera e dinamico come ci si aspetta, grazie all’impressionante tecnica del musicista croato.
Dopo decine di dischi ascoltati con enorme soddisfazione, tocca caricarsi la croce sulle spalle e procedere al collegamento del PC. Dopo aver litigato per qualche ora con computer e software (perché le cose non funzionano mai al primo colpo e c’è sempre qualcosa di diverso rispetto alle procedure dei manuali?), finalmente il segnale che esce dal PC è inviato correttamente ai diffusori. L’Analog DAC riconosce al volo le frequenze di campionamento dei file d’origine e tutto scorre liscio come l’olio. I dubbi ai quali accennavo all’inizio, che riguardano eventuali errori di configurazione, svaniscono al primo ascolto. Un suono così, sembra impossibile da migliorare; software di gestione audio, cavo USB o qualsiasi altra variabile vorrete prendere in considerazione. Il file (che tristezza, però …) di Béla Bartòk, Concerto For Orchestra, Sz 116 (APEX), eseguito dalla Royal Stockholm Philharmonic Orchestra, colpisce per la sensazione di silenzio tra le note, che non si vorrebbe fosse disturbata dal pur leggero rumore della ventola del PC portatile che funge da sorgente. Dinamica e velocità fulminea dei transienti connotano la prima traccia, che è l’introduzione al Concerto. ll respiro dell’orchestra è palpabile e la sensazione di suono digitale si riduce ad un nonnulla. Ma il vero salto di qualità si ottiene con un file dell’etichetta 2L “The Nordic Sound”, appartenente ad una raccolta di brani dimostrativi che anche voi potete scaricare gratuitamente dal sito della Casa. Si tratta di pezzi classici, campionati a 24/96 Khz ma registrati in DXD 24/352,8 Khz. Il suono gode di una levigatezza sconosciuta al digitale come l’abbiamo sempre ascoltato e la gamma bassa, che a mio parere è quella che ha sempre sofferto di più dalla conversione in digitale Red Book, è ora assimilabile a quella di un analogico di alta classe. Di recente mi è capitato di nuovo di ascoltare, seppure brevemente, i Canti Gregoriani, presso l’Abbazia di Chiaravalle. Ebbene: il brano “Crux Fidelis”, registrato da 2L ed eseguito dal Consortium Vocale, riporta ad un coro vero, sebbene il tipo di ripresa non sia in questo caso dotata dei riverberi della Chiesa milanese, probabilmente anche a causa di un posizionamento abbastanza ravvicinato dei microfoni, nella norvegese Ringsaker Church. La 2L registra davvero a livelli superbi ed il brano “Confutatis” dal Requiem di Sigurd Islandsmoen lo testimonia con forza, mentre gli archi in “String Quartet in D, Op. 76 No.5” di Haydn sono al limite della perfezione. Appuntiti ma mai oltre il lecito i violini, turgido il basso del violoncello. Un basso che solo una buona riproduzione analogica o, appunto, il digitale ad alta risoluzione può offrire.
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24 bit/96 Khz è anche la registrazione di “Big Band Bond”, un disco di Marco Lincetto che, per svariati motivi, non amo in modo particolare (e lui lo sa) ma che, si deve riconoscere, in alta risoluzione e soprattutto con questo MSB acquista una luce nuova. Il fatto che abbia preso subito il telecomando per alzare il volume, è sintomatico. Globalmente, la riproduzione è di quelle che danno un senso ad un impianto audio di alta qualità. Il risalto dato da Marco Lincetto alla voce dell’ottima Fabiana Martone è pienamente condivisibile. Passo alla 2° Sinfonia di Brahms, da un file Pentatone a 24/88.2, nel quale Marek Janowsky dirige la Pittsburgh Symphony Orchestra. Cerco, con molta difficoltà, di contenere il trasporto conseguente a cotanta opera d’arte musicale e di mantenere intatte le mie capacità critiche. Un pensiero si affaccia alla mente: “Per quale motivo desiderare di più?” Pretendere di andare oltre tanta bellezza sembrerebbe quasi un peccato, un limite da non valicare per non rovinare un risultato globale da antologia della musica e della sua riproduzione. Un ascolto da fuoriclasse, credetemi. Il meraviglioso Terzo Movimento della 3° Sinfonia di Brahms chiude i miei ascolti, mentre noto un’attenzione ai particolari da parte dell’MSB, che lo colloca decisamente nell’Olimpo dei migliori, senza discussione.

Il suono di questo convertitore è estremamente piacevole, con una gamma media in leggerissima evidenza. Forse grazie a questo particolare, l’emozione derivante dalla riproduzione musicale da parte del The Analog DAC è irraggiungibile da parte di quasi tutti gli omologhi che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare in tanti anni di attività.

Il prezzo è elevato ma, paragonandolo alla concorrenza, non troppo. Se dovete acquistare un convertitore, non fatevi sfuggire l’ascolto di questo MSB, o potreste pentirvene a lungo.


Angelo Jasparro  
Distributore: Mondo audio
Prezzo: 7950 euro
Opzioni: Secondo ingresso digitale: 1150 euro
Controllo di volume 1150 euro
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