North Star Design Supremo
Si può dire che seguiamo North Star dagli esordi, verso la fine degli anni '90, quando l'azienda pisana progettò e mise in commercio il suo primo convertitore, il Model 3. Da allora, in seguito alla vera e propria esplosione commerciale avvenuta col DAC “Model 192”, l'ing. Giuseppe Rampino, proprietario dell'azienda e progettista delle elettroniche che portano il marchio North Star, non ha mai smesso di sviluppare elettroniche, dedicandosi anche ad amplificazioni, lettori CD integrati, pre phono. Ma è nella corsa alle ultime tecnologie digitali che North Star è protagonista nel mondo, coi suoi progetti sempre aggiornati a quanto di meglio si possa ottenere. Giuseppe Rampino è persona da conoscere e con la quale scambiare quattro chiacchiere. Un progettista atipico, in un mondo dove ognuno afferma di essere il migliore, spesso una spanna sopra tutti i concorrenti. Chi ha inventato questo … chi ha inventato quello … chi ha sviluppato tecnologie proprietarie che neanche la NASA per lo Space Shuttle …
Rampino no, lui risponde alle vostre domande a voce bassa, mentre guarda con orgoglio l'interno dell'apparecchio che ha sottomano, come se potesse essere l'apparecchio stesso a parlare di sé, senza necessità che il suo papà aggiunga nulla. Vi dirà quali sono le tecnologie applicate, vi farà presente gli stadi d'uscita a discreti (nel caso del Supremo), la tecnologia SMD delle schede elettroniche, l'alimentazione … Da buon ingegnere, difficilmente ne decanterà il suono e lascerà che siano le vostre orecchie a giudicarlo. Non vi dirà neanche che i suoi apparecchi sono storicamente contraddistinti da un favorevole rapporto qualità/prezzo, tanto è sicuro che ve ne accorgerete da soli.
Gli americani, che notoriamente nel marketing sono spesso geniali, su alcuni loro prodotti appongono la dicitura “Proudly Made in the USA” (orgogliosamente prodotto negli USA). Mi piacerebbe che la stessa cosa, riportata in Italia, fosse stampata sulla scatola e sul retro di quest'apparecchio, che una volta aperto fornisce l'idea di un'ingegnerizzazione perfetta ed una realizzazione industrializzata al massimo, in forte contrasto con altre macchine che, spesso, sembrano (o sono) davvero fatte in cantina. Questo Supremo sembra rappresentare il famoso “anello mancante” tra l'elettronica di consumo di massa e quella realizzata da un artigianato estremamente evoluto e dotato di tutte le tecnologie produttive necessarie oggi per prosperare in un mercato sempre più competitivo ed esigente.
E' da poco nato il “Supremo” che, come il nome lascia presagire, è il top tra i convertitori dell'azienda pisana e lo ascoltiamo per voi.
Vediamo cosa è in grado di fare, dando un'occhiata alle caratteristiche dichiarate dal costruttore, riportando un estratto della brochure:
La sezione analogica è particolarmente ben curata ed utilizza componenti discreti con transistor accoppiati ed a basso rumore, mentre il convertitore è un pregiato ESS Sabre ES9018 in configurazione doppio bilanciato.
L'alimentazione per la porta USB è separata dal resto. Inoltre, sono impiegati due trasformatori toroidali separati per le sezioni digitale ed analogica.
Cosa è in grado di fare questo convertitore è presto detto: praticamente tutto. Le frequenze accettate in ingresso vanno da 16/44.1 a 32/384, oltre al DSD nativo x64 – x128. Segnaliamo, prima di andare “in stampa”, che è ora disponibile un upgrade che permette di accettare, attraverso l'ingresso USB, anche i file DSD x256, ma solo con Sistemi Operativi Windows. Si tratta della semplice sostituzione di un chip. Ovviamente, le macchine nuove, saranno aggiornate prima di uscire dalla fabbrica.
L'apparecchio si presenta con l'estetica ormai classica per North Star: un frontale in alluminio satinato con un'estetica non propriamente originale e le due finestre asimmetriche che contengono i due display, indicanti l'ingresso selezionato e la frequenza di campionamento in ingresso. Inoltre, sempre sullo spesso pannello frontale, troviamo il tasto di accensione (con un LED rosso che si accende quando in stand-by) e due tasti che selezionano l'ingresso da utilizzare e permettono di scorrere le opzioni disponibili, delle quali parleremo tra poco. Il pannello posteriore vede i due ingressi coassiali, due ingressi ottici, uno bilanciato AES/EBU, uno USB, un I2S che accetta anche segnali DSD, le uscite analogiche bilanciate e sbilanciate, la presa di rete ed il tasto di accensione.
Dicevamo prima delle possibilità di programmazione, che comprendono la possibilità di scegliere tra due filtri PCM, 4 filtri DSD, la fase del segnale (0-180°) e l'ampiezza della banda PLL di aggancio del segnale.
Col DAC è fornito il CD contenente i driver per l'installazione su Sistemi Windows, mentre per Mac non serve alcun driver.
Il manuale d'istruzioni è esemplare e spiega passo a passo “come se aveste 6 anni” ciò che dovete fare per estrarre l'audio correttamente dal vostro computer, e per vari programmi di riproduzione delle vostre librerie audio. In pratica, l'ideale per coloro che, come il sottoscritto, appena entrano in un forum dove si parla di computer audio si perdono tra mille acronimi e se ne escono prima di subire attacchi di panico.
So che dovrei vergognarmi ma non ho neanche la voglia di capire come funzionano Foobar o JRiver, non so come creare layout, finestre, copertine dei dischi … niente. Prendo un brano nel PC, uso il tasto “Play”, ascolto e tanto basta. Per il resto … vinili, CD, SACD. Per ora, uso la computer audio solo per le recensioni e, quando ho dei dubbi su qualche configurazione, chiamo il produttore del DAC e mi lascio guidare da lui che sicuramente sa come sfruttare al meglio i suoi prodotti. Quelli che passano le loro giornate a smanettare computer, schede, HD, sistemi operativi e chi più ne ha più ne metta, li lascio volentieri al loro destino. A me l'impianto serve per ascoltare musica, non per esercitarmi con l'informatica. E nel poco tempo libero che mi resta mi piace mettere il naso fuori di casa, uscire con la mia compagna o gli amici, prendere la moto e viaggiare senza meta per intere giornate.
Rampino no, lui risponde alle vostre domande a voce bassa, mentre guarda con orgoglio l'interno dell'apparecchio che ha sottomano, come se potesse essere l'apparecchio stesso a parlare di sé, senza necessità che il suo papà aggiunga nulla. Vi dirà quali sono le tecnologie applicate, vi farà presente gli stadi d'uscita a discreti (nel caso del Supremo), la tecnologia SMD delle schede elettroniche, l'alimentazione … Da buon ingegnere, difficilmente ne decanterà il suono e lascerà che siano le vostre orecchie a giudicarlo. Non vi dirà neanche che i suoi apparecchi sono storicamente contraddistinti da un favorevole rapporto qualità/prezzo, tanto è sicuro che ve ne accorgerete da soli.
Gli americani, che notoriamente nel marketing sono spesso geniali, su alcuni loro prodotti appongono la dicitura “Proudly Made in the USA” (orgogliosamente prodotto negli USA). Mi piacerebbe che la stessa cosa, riportata in Italia, fosse stampata sulla scatola e sul retro di quest'apparecchio, che una volta aperto fornisce l'idea di un'ingegnerizzazione perfetta ed una realizzazione industrializzata al massimo, in forte contrasto con altre macchine che, spesso, sembrano (o sono) davvero fatte in cantina. Questo Supremo sembra rappresentare il famoso “anello mancante” tra l'elettronica di consumo di massa e quella realizzata da un artigianato estremamente evoluto e dotato di tutte le tecnologie produttive necessarie oggi per prosperare in un mercato sempre più competitivo ed esigente.
E' da poco nato il “Supremo” che, come il nome lascia presagire, è il top tra i convertitori dell'azienda pisana e lo ascoltiamo per voi.
Vediamo cosa è in grado di fare, dando un'occhiata alle caratteristiche dichiarate dal costruttore, riportando un estratto della brochure:
La sezione analogica è particolarmente ben curata ed utilizza componenti discreti con transistor accoppiati ed a basso rumore, mentre il convertitore è un pregiato ESS Sabre ES9018 in configurazione doppio bilanciato.
L'alimentazione per la porta USB è separata dal resto. Inoltre, sono impiegati due trasformatori toroidali separati per le sezioni digitale ed analogica.
Cosa è in grado di fare questo convertitore è presto detto: praticamente tutto. Le frequenze accettate in ingresso vanno da 16/44.1 a 32/384, oltre al DSD nativo x64 – x128. Segnaliamo, prima di andare “in stampa”, che è ora disponibile un upgrade che permette di accettare, attraverso l'ingresso USB, anche i file DSD x256, ma solo con Sistemi Operativi Windows. Si tratta della semplice sostituzione di un chip. Ovviamente, le macchine nuove, saranno aggiornate prima di uscire dalla fabbrica.
L'apparecchio si presenta con l'estetica ormai classica per North Star: un frontale in alluminio satinato con un'estetica non propriamente originale e le due finestre asimmetriche che contengono i due display, indicanti l'ingresso selezionato e la frequenza di campionamento in ingresso. Inoltre, sempre sullo spesso pannello frontale, troviamo il tasto di accensione (con un LED rosso che si accende quando in stand-by) e due tasti che selezionano l'ingresso da utilizzare e permettono di scorrere le opzioni disponibili, delle quali parleremo tra poco. Il pannello posteriore vede i due ingressi coassiali, due ingressi ottici, uno bilanciato AES/EBU, uno USB, un I2S che accetta anche segnali DSD, le uscite analogiche bilanciate e sbilanciate, la presa di rete ed il tasto di accensione.
Dicevamo prima delle possibilità di programmazione, che comprendono la possibilità di scegliere tra due filtri PCM, 4 filtri DSD, la fase del segnale (0-180°) e l'ampiezza della banda PLL di aggancio del segnale.
Col DAC è fornito il CD contenente i driver per l'installazione su Sistemi Windows, mentre per Mac non serve alcun driver.
Il manuale d'istruzioni è esemplare e spiega passo a passo “come se aveste 6 anni” ciò che dovete fare per estrarre l'audio correttamente dal vostro computer, e per vari programmi di riproduzione delle vostre librerie audio. In pratica, l'ideale per coloro che, come il sottoscritto, appena entrano in un forum dove si parla di computer audio si perdono tra mille acronimi e se ne escono prima di subire attacchi di panico.
So che dovrei vergognarmi ma non ho neanche la voglia di capire come funzionano Foobar o JRiver, non so come creare layout, finestre, copertine dei dischi … niente. Prendo un brano nel PC, uso il tasto “Play”, ascolto e tanto basta. Per il resto … vinili, CD, SACD. Per ora, uso la computer audio solo per le recensioni e, quando ho dei dubbi su qualche configurazione, chiamo il produttore del DAC e mi lascio guidare da lui che sicuramente sa come sfruttare al meglio i suoi prodotti. Quelli che passano le loro giornate a smanettare computer, schede, HD, sistemi operativi e chi più ne ha più ne metta, li lascio volentieri al loro destino. A me l'impianto serve per ascoltare musica, non per esercitarmi con l'informatica. E nel poco tempo libero che mi resta mi piace mettere il naso fuori di casa, uscire con la mia compagna o gli amici, prendere la moto e viaggiare senza meta per intere giornate.
Scusate la digressione, torniamo subito al nostro Supremo, che ho inserito nel seguente impianto:
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD dCS Puccini+U-Clock Puccini, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavo USB MIT SL-Matrix USB, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
Comincio subito con uno dei miei riferimenti: “The Ghost of Tom Joad”, a risoluzione CD. Molto bene il basso, preciso e pulito. La voce, rispetto al riferimento, è leggermente arretrata e l'immagine solo un po' meno ampia in larghezza. In questa recensione faremo spesso i confronti col dCS Puccini, titolare nel mio impianto. E' evidente che questo North Star non può che piazzarsi un po' più in basso ma, come vedremo durante lo svolgimento degli ascolti, il gradino che separa i due lettori non è così alto come la differenza di prezzo farebbe supporre. Ricordo che per acquistare il dCS Puccini + U-Clock ci vogliono circa 7 (sette!) Supremo.
Torniamo a noi ed al Vespro della Beata Vergine di Monteverdi diretto da Gardiner (Archiv). I complessi cori risultano ben scanditi ma non perfetti, mentre le singole voci e l'equilibrio tra gli strumenti sono ottimi. I riverberi della Basilica di San Marco a Venezia sono perfetti e senza difficoltà ci proiettano verso la rappresentazione originale. Immergendoci nell'emozione. Nel “Duo Seraphim”, la riproduzione delle voci è pressoché indistinguibile da quella del Puccini. Le sottili differenze si limitano a far percepire i due cantanti appena più vicini del solito ed il liuto in sottofondo sembra suonare appena un po' meno forte.
“Siria”, il CD di Antonio Placer (Harmonia Mundi), ci permette di ascoltare una chitarra perfettamente ripresentata, dolce come dev'essere quando lo strumento è dotato di corde in Nylon. Anche sulla voce, nessun appunto ci sentiamo di muovere.
Nel risultato globale possiamo appuntare giusto un senso di leggere “sfocatura”. Che questa possa essere dovuta ad un jitter magari superiore a quello del Puccini dotato di clock esterno, è plausibile ma non abbiamo alcuna sicurezza in merito. Possiamo solo arguire che l'effetto dell'U-Clock, che da solo costa quasi come due Supremo e che è ben udibile all'ascolto, non sia alla portata di DAC progettati e realizzati con budget ben inferiori.
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD dCS Puccini+U-Clock Puccini, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavo USB MIT SL-Matrix USB, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
Comincio subito con uno dei miei riferimenti: “The Ghost of Tom Joad”, a risoluzione CD. Molto bene il basso, preciso e pulito. La voce, rispetto al riferimento, è leggermente arretrata e l'immagine solo un po' meno ampia in larghezza. In questa recensione faremo spesso i confronti col dCS Puccini, titolare nel mio impianto. E' evidente che questo North Star non può che piazzarsi un po' più in basso ma, come vedremo durante lo svolgimento degli ascolti, il gradino che separa i due lettori non è così alto come la differenza di prezzo farebbe supporre. Ricordo che per acquistare il dCS Puccini + U-Clock ci vogliono circa 7 (sette!) Supremo.
Torniamo a noi ed al Vespro della Beata Vergine di Monteverdi diretto da Gardiner (Archiv). I complessi cori risultano ben scanditi ma non perfetti, mentre le singole voci e l'equilibrio tra gli strumenti sono ottimi. I riverberi della Basilica di San Marco a Venezia sono perfetti e senza difficoltà ci proiettano verso la rappresentazione originale. Immergendoci nell'emozione. Nel “Duo Seraphim”, la riproduzione delle voci è pressoché indistinguibile da quella del Puccini. Le sottili differenze si limitano a far percepire i due cantanti appena più vicini del solito ed il liuto in sottofondo sembra suonare appena un po' meno forte.
“Siria”, il CD di Antonio Placer (Harmonia Mundi), ci permette di ascoltare una chitarra perfettamente ripresentata, dolce come dev'essere quando lo strumento è dotato di corde in Nylon. Anche sulla voce, nessun appunto ci sentiamo di muovere.
Nel risultato globale possiamo appuntare giusto un senso di leggere “sfocatura”. Che questa possa essere dovuta ad un jitter magari superiore a quello del Puccini dotato di clock esterno, è plausibile ma non abbiamo alcuna sicurezza in merito. Possiamo solo arguire che l'effetto dell'U-Clock, che da solo costa quasi come due Supremo e che è ben udibile all'ascolto, non sia alla portata di DAC progettati e realizzati con budget ben inferiori.
Come con tutti gli altri DAC che stiamo provando in questo periodo (ed altri ne arriveranno), la differenza tra i file a 24/96 e 24/352 (DXD) è molto evidente. I secondi suonano più definiti, con maggiore aria tra gli strumenti. C'è un senso di rilassatezza maggiore negli ascolti, come se il nostro cervello dovesse lavorare meno per ricostruire il senso di verosimiglianza del messaggio che riceve. O, se volete, come se gli stadi d'uscita del DAC faticassero meno ad emettere suoni di alta qualità.
L'Allegro del Violin Concerto in D Major di Mozart (2L) suona estremamente naturale, senza artefatti digitali. Devo dire che noto chiaramente, a qualche anno di distanza dall'ultimo apparecchio North Star ascoltato con attenzione, un miglioramento molto sensibile sul fronte meramente musicale. Mentre la cura della riproduzione dei dettagli più minuti non ha mai fatto difetto alle macchine toscane, a suo tempo notai la mancanza di quel “guizzo” che poteva accontentare anche l'orecchio più esigente. Ebbene, questo “guizzo” è finalmente arrivato e l'ing. Rampino ha partorito un DAC senza timori reverenziali nei confronti di colleghi spesso più “ricchi e famosi”.
Restiamo ancora sui file ad alta risoluzione di 2L e possiamo facilmente verificare che la differenza tra i 96 kHz ed i 352 nel brano “Colorazione” è ancora una volta chiaramente percepibile. Se si passa dalla seconda alla prima è immediato, per sottrazione, il calo di prestazione. Gli strumenti a percussione che caratterizzano il brano, sembrano avvicinarsi tra loro nello spazio, quasi ammassandosi, ed anche la dinamica sembra perdere qualcosa, sebbene i numeri non lo farebbero pensare. E' probabilmente una sensazione data dalla perdita di “aria” tra gli strumenti e da un senso di realtà inferiore.
L'ascolto del brano “You Look Good To Me” del trio di Oscar Peterson (24/352), inizia con pianoforte e contrabbasso e quest'ultimo è suonato con l'archetto. L'illusione di essere presente all'evento è quasi spudorata. Anche più avanti, quando la batteria accompagna “spazzolando” gli altri due strumenti, ascoltiamo un suono che non vorremmo più interrompere.
Ci lasciano solo leggermente perplessi i piatti della batteria ma a causa della registrazione e non certo del DAC.
Avviso: se cercate un DAC/equalizzatore, vi toccherà rivolgervi altrove.
Solo ascoltando parti molto complesse come ad esempio l' “Ave Maris Stella” dal Vespro della Beata Vergine di Monteverdi (Gardiner – Archiv) si nota, rispetto al dCS, un punta di innaturale durezza sui cori, ma ricordo che stiamo confrontando due macchine che appartengono a fasce di mercato lontanissime.
La risposta in frequenza è bene estesa ed il modo di trattare il segnale musicale rispecchia quello cui tutte le macchine da musica dovrebbero tendere: neutralità ed elevata risoluzione allo stesso tempo. La qual cosa sembrerebbe facile, in teoria.
In pratica, pochi riescono ad ottenere questo risultato e di solito lo fanno a costi inaccessibili per i comuni mortali.
Questo North Star Supremo, a 3.000 euro, è davvero un grande affare, se posto a confronto con DAC dalle stesse prestazioni, strumentali o musicali. E' aggiornato alle tecnologie più avanzate ed è prodotto da un'azienda stabile, ben conosciuta sui mercati internazionali e ben distribuita ed assistita in tutto il mondo.
Considerato tutto ciò, e reduce da ascolti davvero soddisfacenti, non posso che consigliarvi caldamente il suo acquisto.
Angelo Jasparro
Produttore: North Star Design
Distributore: Audio Graffiti
Prezzo: euro 3.000,00
L'Allegro del Violin Concerto in D Major di Mozart (2L) suona estremamente naturale, senza artefatti digitali. Devo dire che noto chiaramente, a qualche anno di distanza dall'ultimo apparecchio North Star ascoltato con attenzione, un miglioramento molto sensibile sul fronte meramente musicale. Mentre la cura della riproduzione dei dettagli più minuti non ha mai fatto difetto alle macchine toscane, a suo tempo notai la mancanza di quel “guizzo” che poteva accontentare anche l'orecchio più esigente. Ebbene, questo “guizzo” è finalmente arrivato e l'ing. Rampino ha partorito un DAC senza timori reverenziali nei confronti di colleghi spesso più “ricchi e famosi”.
Restiamo ancora sui file ad alta risoluzione di 2L e possiamo facilmente verificare che la differenza tra i 96 kHz ed i 352 nel brano “Colorazione” è ancora una volta chiaramente percepibile. Se si passa dalla seconda alla prima è immediato, per sottrazione, il calo di prestazione. Gli strumenti a percussione che caratterizzano il brano, sembrano avvicinarsi tra loro nello spazio, quasi ammassandosi, ed anche la dinamica sembra perdere qualcosa, sebbene i numeri non lo farebbero pensare. E' probabilmente una sensazione data dalla perdita di “aria” tra gli strumenti e da un senso di realtà inferiore.
L'ascolto del brano “You Look Good To Me” del trio di Oscar Peterson (24/352), inizia con pianoforte e contrabbasso e quest'ultimo è suonato con l'archetto. L'illusione di essere presente all'evento è quasi spudorata. Anche più avanti, quando la batteria accompagna “spazzolando” gli altri due strumenti, ascoltiamo un suono che non vorremmo più interrompere.
Ci lasciano solo leggermente perplessi i piatti della batteria ma a causa della registrazione e non certo del DAC.
Avviso: se cercate un DAC/equalizzatore, vi toccherà rivolgervi altrove.
Solo ascoltando parti molto complesse come ad esempio l' “Ave Maris Stella” dal Vespro della Beata Vergine di Monteverdi (Gardiner – Archiv) si nota, rispetto al dCS, un punta di innaturale durezza sui cori, ma ricordo che stiamo confrontando due macchine che appartengono a fasce di mercato lontanissime.
La risposta in frequenza è bene estesa ed il modo di trattare il segnale musicale rispecchia quello cui tutte le macchine da musica dovrebbero tendere: neutralità ed elevata risoluzione allo stesso tempo. La qual cosa sembrerebbe facile, in teoria.
In pratica, pochi riescono ad ottenere questo risultato e di solito lo fanno a costi inaccessibili per i comuni mortali.
Questo North Star Supremo, a 3.000 euro, è davvero un grande affare, se posto a confronto con DAC dalle stesse prestazioni, strumentali o musicali. E' aggiornato alle tecnologie più avanzate ed è prodotto da un'azienda stabile, ben conosciuta sui mercati internazionali e ben distribuita ed assistita in tutto il mondo.
Considerato tutto ciò, e reduce da ascolti davvero soddisfacenti, non posso che consigliarvi caldamente il suo acquisto.
Angelo Jasparro
Produttore: North Star Design
Distributore: Audio Graffiti
Prezzo: euro 3.000,00