NuForce HAP-100, NuForce STA-100, Audio Epilog Issa
E’ la prima volta che proviamo un’accoppiata amplificazione-diffusori e lo facciamo perché il distributore, comune ai due marchi, ha pensato di lanciare un’offerta, dopo aver scoperto il classico caso di unione di livello superiore alla somma dei singoli elementi. Capisco che nelle impressioni d‘ascolto, dove nulla è oggettivo e poco è matematico, l’affermazione suoni strana ma, da co-scopritore della cosa, posso solo pensarla in questo modo. Andiamo con ordine e cominciamo a parlare dell’amplificazione, prodotta dall’ormai celeberrima NuForce, azienda americana i cui progettisti sono dei pionieri della Classe D, avendo disegnato circuiti proprietari, invece di utilizzare i moduli prodotti da altre aziende. Tanta acqua è passata sotto i ponti da quando, tra i primi al mondo, ho potuto recensire i finali modello 8. Chi ha avuto l’occasione di leggere allora le mie note d’ascolto, ricorderà che non sono stato affatto tenero. Proprio non mi erano piaciuti, li ho trovati rumorosi. Non parlo di fruscio, che pure era presente, ma di un rumore di fondo, come di una distorsione dei silenzi, presente immediatamente prima e dopo l’emissione delle singole note musicali. Una caratteristica che si notava ascoltando suoni semplici, come un singolo tasto di pianoforte, ad esempio. Ciò che risultava strano è che molti audiofili invece erano entusiasti del suono di quei finali, tanto che già allora hanno sposato la filosofia del marchio e non l’hanno più abbandonata, dopo tanti anni. Evidentemente, ci suole una sorta di sensibilità particolare a quel tipo di difetto e non tutti l’abbiamo. Sarei tentato di aggiungere “per fortuna”. Per il resto, molte caratteristiche positive, in quei due piccoli apparecchi: peso e dimensioni ridottissime, consumi di corrente elettrica irrisori, velocità di risposta ai transienti, ottima dinamica, potenza e fattore di smorzamento molto elevati. Un ulteriore difetto era la sensibilità degli stadi di potenza al carico, che ne variava sensibilmente la risposta in frequenza.
Ma le tecnologie, si sa, quando sono giovani sono spesso immature e gli esempi sono sotto gli occhi di tutti, in qualsiasi campo. Allora, se ben ricordo, chiusi la recensione dicendo che, col tempo, la Classe D avrebbe risolto i suoi problemi e si sarebbe diffusa ben oltre T-Amp e giocattoli assimilabili. Sono stato facile profeta: NuForce ha prosperato, così come chi produce moduli in Classe D, per sé o OEM. Citiamo, per tutti, gli ICE-Power di B&O o gli Hypex. Frequenze di modulazione sempre più elevate e filtri di uscita con prestazioni superiori tendono ad avvicinare il rapporto segnare/rumore a quello delle tipologie di progetto più classiche. Tra poco sapremo anche cosa ne pensano le nostre “delicatissime” orecchie (spero si noti l’auto-ironia, senza la necessità delle antipatiche emoticons, bandite su Audio-activity). Parliamo quindi di questi due nuovissimi apparecchi californiani. Il preamplificatore HAP-100 è anche un ottimo amplificatore per cuffia e deriva dal più costoso P-20, Top di gamma di NuForce. Il controllo di volume è realizzato con una rete di resistenze, in modo di permettere regolazioni a passi di 1dB, in 100 passi. Il circuito è dichiarato “zero negative feedback”, mentre l’amplificatore per cuffia è in Classe A. Gli ingressi sono comandati da relè di alta qualità e l’alimentazione lineare è fornita da un trasformatore toroidale (vedi foto) ed una buona batteria di condensatori. Gli ingressi, solo sbilanciati, sono 4, mentre l’uscita, anch’essa sbilanciata, è una sola e può essere disattivata, se si utilizza l’uscita cuffia, tramite il telecomando. Un display digitale a tre caratteri, invisibile quando spento, ci informa in merito all’ingresso selezionato ed al livello di volume. Il finale stereo STA-100, è in grado di erogare 80 W per canale su 8 Ohm, che raddoppiano su 4. Come da tradizione, lavora in Classe D ed il suo circuito ha una frequenza di modulazione di 400 kHz ed alimentazione switching. Il peso delle due macchine è davvero irrisorio, circa 1,20 Kg cad. 
Parliamo ora dei diffusori Audio Epilog, provenienti dalla Croazia. Il modello Issa, tra i due da pavimento prodotti da AE, è il minore. Ha una linea slanciata, resa più leggera dallo smusso sotto il tweeter, che tra l’altro è fisicamente isolato dal resto del mobile. La finitura del modello che ci è arrivato, in nero satinato, è molto elegante ed è un perfetto esempio di come si possano fare economie senza scadere di qualità in modo percepibile. Si tratta di un due vie, formato da un tweeter a cupola morbida da 25 mm ed un woofer in fibra di vetro da 153 mm. Il carico è in bass reflex. Un crossover del primo ordine adotta condensatori Mundorf. La risposta in frequenza dichiarata è molto estesa: 30-30000 Hz +/- 3dB e forse un po’ ottimistica, sebbene potremo verificare all’ascolto una risposta in basso davvero sorprendente. La sensibilità è di 88 dB, su un impedenza di 8 Ohm. Le dimensioni sono piuttosto ridotte: 1060x205x205 mm ed il peso è di 20 Kg cad. Vengono fornite 4 grosse punte, da avvitare alla base dei diffusori. Passiamo all’ascolto? I componenti in prova sono entrati a far parte del seguente sistema: giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Scan Tech Lyra Helikon, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD dCS Puccini+U-Clock Puccini, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, MIT cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
La prima cosa che si nota è che il controllo di volume
sembra essere agire principalmente nella parte finale della corsa, se così
possiamo definirla. Una cosa intelligente, considerando il fatto che se si
usano diffusori dalla sensibilità elevata, è utile poter controllare bene il
volume a basso livello, soprattutto di notte. Il primo CD che ascolto è di Jan
Garbarek: “I Took Up the Runes” (ECM). Le percussioni appaiono subito concrete,
corpose e veloci nei transienti. Il sax è giustamente dinamico e ben impostato.
Alzando il volume si apprezza il ferreo controllo del finale sui diffusori,
tanto da far desiderare (erroneamente), un maggior peso in gamma profonda, col
rischio di esagerare. La pressione sonora intanto aumenta, ma senza
distorsione. Nell’insieme, il messaggio sonoro non evidenzia pecche particolari
e dall’amplificazione esce vera musica, invece dell’insieme di suoni
frammentati che avevo avuto occasione di sentire in alcuni vecchi Classe D.
Molto difficile, pensando al prezzo dei componenti che sto ascoltando, pensare
a come si potrebbe fare meglio. Niente suoni duri o forzati, niente suoni
innaturalmente morbidi, solo quello che c’è nella registrazione e questo è un
titolo di merito del quale credo pochi componenti in questa fascia di mercato possono
fregiarsi. Passo al cofanetto “Beethoven Complete Symphonies” dirette da Simon
Rattle (EMI Classics). Un recente acquisto, di quelli che riconciliano anche
col mercato discografico: 9 dischi per 10 euro. La Wiener Philharmoniker è
ampia e profonda e si ricava una sensazione di buon realismo, sebbene in scala,
com’è ovvio che sia. Sorprende la riproduzione di timpani e grancassa e viene
la tentazione di smontare il diffusore per vedere se c’è nascosto un woofer di
dimensioni maggiori. Dal canto loro, i piccoli (ma grandi) NuForce, prendono
per mano i diffusori e li controllano più che bene, inviando loro un segnale
musicale pulito, libero da distorsioni ed autoritario quando richiesto.
Proviamo ad ascoltare “A Momentary Lapse of Reason”, dei Pink Floyd. Nessun
appunto alla timbrica, mai sbilanciata in nessuna parte dello spettro audio e
che fa pensare ad una risposta in frequenza poco tormentata. Il timore iniziale
riguardava il basso ma presto viene dissipato da una prestazione più che
onorevole. Alle orecchie arriva quasi tutto e, soprattutto, ben integrato alla
gamma medio-bassa. Non c’è, né pretendiamo ci sia, lo spostamento d’aria
provocato dai grossi woofer dietro di loro ma continuiamo a guardare increduli
quei due piccoli coni compiere ampie escursioni mentre emettono pressioni
sonore insospettabili, senza apparentemente scomporsi. I NuForce pilotano
autorevolmente e deliziosamente i neri parallelepipedi, mentre le note di “On
The Turning Away” riempiono l’ambiente con la loro melodia particolarmente
azzeccata. La chitarra dell’assolo di Gilmour ha un suono realistico ed
emozionante, che trasmette fedelmente il mitico “lamento” del chitarrista
inglese, suono unico e riconoscibile tra mille altri. Molto interessante anche
l’oscuro lavoro dei tweeter; discreti, non particolarmente estesi in alto ma
capaci di fornire l’indispensabile “aria” alla musica e presentare al meglio i
particolari presenti nell’incisione, senza relegarli in secondo piano. “Kind Of
Blue at 50” è l’ennesima rimasterizzazione su CD del famoso disco di Miles
Davis del 1959. E’ un’edizione realizzata su 2 CD ed un DVD. Mark Wilder, il
sound engineer che ha ripreso il master originale, ha fatto un ottimo lavoro.
Anche l’accoppiata NuForce/AE non sfigura affatto, davanti a cotanta opera
d’arte, tecnica e musicale. Il pathos dell’esecuzione resta intatto, sebbene si
noti la mancanza, ovviamente, dell’impatto e dell’immediatezza propria di
impianti di costo e rango superiori. Orgoglioso di aver scoperto l’acqua calda,
proseguo godendomi il disco e le note di un contrabbasso suonato con maestria e
seguito dai diffusori croati senza alcuna difficoltà. Buona la posizione dei
musicisti nella scena sonora e molto credibile il suono del piatto ride della
batteria, solo un po’ addolcito ed arretrato. Una piacevole sensazione di
naturalezza colpisce sin dalle prime note del CD “Horn Concertos”, brani di
Antonio Rosetti per 2 corni, diretti da Johannes Moesus (CPO). Le Audio Epilog
trattano anche la musica da camera nel migliore dei modi, favorendo la
concentrazione verso la musica e facendo dimenticare l’impianto di
riproduzione. Sono anche abilissime nello scomparire dall’ambiente; nessun
suono proviene direttamente dagli altoparlanti. La potenza del piccolo finale
NuForce è sufficiente per ogni esigenza. La dinamica e, per contro, il
trattamento dei segnali di basso livello, non rappresentano certo un problema
per questo impianto. Molto positiva anche la prova dell’uscita cuffia, che ha
permesso alle mie ibride AKG K340 di esprimersi ottimamente, sebbene a volume
un po’ basso. Consiglio quindi l’utilizzo di cuffie a bassa impedenza, avendo
sperimentato che i 600 Ohm delle mie AKG sono un carico troppo elevato per il
preamplificatore americano.
E’ curioso: ho cominciato questa prova prevenuto, perché pensavo
che il distributore avesse formato quest’abbinata con fini esclusivamente
commerciali ma mi sono subito accorto che v’è invece una tale sinergia che
amplificatori e diffusori sembrano progettati dalle stesse orecchie.
Francamente, credo che per 3000 euro, cifra da considerarsi tutto sommato poco
elevata, sia difficile fare meglio. Un investimento intelligente. Aggiungete un
lettore multiformato Oppo da 600 euro e vivrete felici con la vostra musica
preferita per molti anni.
Angelo Jasparro Distribuiti da: MadForMusic Sas
Prezzo NuForce HAP-100: € 495,00 + IVA Prezzo NuForce STA-100: € 575,00 + IVA Prezzo Audio Epilog ISSA: € 1.645,00 + IVA Offerta per il pacchetto: € 2.300,00 + IVA Aggiornamento al Settembre 2013: La Serie NuForce recensita in questo articolo ha cambiato distributore per l'Italia, passando ad Audio Graffiti. Si consiglia quindi di verificare i prezzi attuali, che potrebbero essere variati. |
