oBravo HAMT-1
Come ho avuto occasione di dire in qualche prova precedente, le cuffie contendono ai convertitori Digitale/Analogico la palma di prodotti più “gettonati” di questi ultimi due o tre anni. Il motivo dell’esplosione improvvisa della moda dell’ascolto in cuffia mi è solo parzialmente chiaro, in tutta franchezza.
Certamente ha aiutato l’enorme diffusione della musica portatile, visto che ormai chiunque disponga di uno smartphone (e cioè la stragrande maggioranza della popolazione mondiale), si può portare in giro tutta la musica che desidera e, se si rende conto della pessima qualità dell’altoparlante fornito col telefono, passa all’ascolto in cuffia.
Il fatto che quasi tutti si accontentino delle pessime cuffiette fornite di serie, non impedisce a chi è sempre alla ricerca di nuove nicchie di mercato, di progettare e produrre cuffie di miglior qualità, posizionate in fasce di mercato che vanno dai 10 ai 400 euro (e proprio 400 euro costa la cuffietta in-ear che prossimamente recensiremo su queste pagine). Sappiamo perfettamente che esistono anche modelli ancora più costosi ma questi ultimi si rivolgono prettamente al mercato professionale e sono utilizzate come cuffie monitor nei concerti.
Nel settore cuffie sovraurali, troviamo di tutto e di più, ed a prezzi che da pochi euro, raggiungono vette di qualche migliaio di euro. Non che sia una novità, le Stax e le Jecklin Float esistono dalla notte dei tempi ed anche i modelli top di Sennheiser e AKG sono sempre stati abbastanza costosi.
Quello che colpisce è il fiorire di marchi nuovi, che producono solo cuffie, in ogni angolo del mondo. Nomi sconosciuti spuntano dal nulla e presentano prodotti notevoli, spesso a prezzi elevati, ponendosi nelle fasce superiori del mercato.
Tra questi marchi nuovi, troviamo oBravo Audio, la cui cuffia top di gamma, chiamata HAMT-1, proviamo per primi in Italia.
L’azienda è situata a Taiwan ed in effetti proprio nuova non si potrebbe definire, essendo stata fondata nel 2006. Risulta però che fino a poco fa si occupasse di oggetti più “consumer” e non propriamente hi-end. La produzione attuale prevede ben 10 modelli di cuffie.
oBravo presenta la cuffia con queste parole:
“Con la HAMT-1, abbiamo combinato na delle più avanzate tecnologie per i tweeter da cuffia, chiamata Air Motion Transformer (AMT), con altoparlanti dinamici in Neodimio, per fornire la migliore prestazione in gamma bassa della sua classe”.
Caratteristiche:
Presa in mano la cuffia, si nota la squisita fattura. Legno, metallo ed alcantara formano un trittico piacevole al tatto ed alla vista, che stride positivamente al confronto con prodotti analoghi ma realizzati in plebea plastica, anche per cuffie più costose di questa.
La contropartita è un peso notevole, che però sembra ridursi molto una volta indossata la cuffia, grazie al confort garantito dai morbidi cuscinetti, il cuoi contatto con la pelle risulta molto piacevole.
Considerata l'alta sensibilità dichiarata dal costruttore, decido per prima cosa di collegarla al mio smartphone LG G3 e devo dire che il risultato è andato oltre le mie aspettative. Se ci si accontenta di un volume medio e si ascolta in ambienti silenziosi, si riescono a pilotare anche senza l'interposizione di un amplificatore esterno. Ma siccome non credo che una cuffia così costosa sia dedicata ad ascolti di bassa qualità, provvedo subito a collegarla ad un amplificatore NuForce HA-200, gentilmente messoci a disposizione da Audiograffiti, che amplificherà il segnale proveniente dal lettore Yamaha CD-S3000.
Metto le cuffie sulle orecchie e … orrore! Solo un basso confuso e monocorde. Il resto, non pervenuto. Allarmato, scrivo al distributore italiano, anche se, visto che la cuffia era praticamente nuova, sospettavo già quale potesse essere la risposta: rodaggio. 200 ore!
Dopo estenuanti trattative per assicurarmi un congruo rimborso della bolletta della luce (il NuForce è in Classe A), lascio suonare le cuffie giorno e notte per una settimana. Le riprendo in mano ma la situazione, seppure migliorata, non è accettabile. Tanto, troppo basso, a coprire gamme media ed alta. Possibile? Tanto strombazzare l'adozione di un costoso tweeter di Heil e poi non farlo sentire? Prendo in mano lo scarno (troppo) foglietto con le istruzioni e decido di mettere mano alla curiosa mini-24 ore in plastica, contenente una chiave a brugola ed una nutrita serie di tappi in silicone di varie fogge.
Certamente ha aiutato l’enorme diffusione della musica portatile, visto che ormai chiunque disponga di uno smartphone (e cioè la stragrande maggioranza della popolazione mondiale), si può portare in giro tutta la musica che desidera e, se si rende conto della pessima qualità dell’altoparlante fornito col telefono, passa all’ascolto in cuffia.
Il fatto che quasi tutti si accontentino delle pessime cuffiette fornite di serie, non impedisce a chi è sempre alla ricerca di nuove nicchie di mercato, di progettare e produrre cuffie di miglior qualità, posizionate in fasce di mercato che vanno dai 10 ai 400 euro (e proprio 400 euro costa la cuffietta in-ear che prossimamente recensiremo su queste pagine). Sappiamo perfettamente che esistono anche modelli ancora più costosi ma questi ultimi si rivolgono prettamente al mercato professionale e sono utilizzate come cuffie monitor nei concerti.
Nel settore cuffie sovraurali, troviamo di tutto e di più, ed a prezzi che da pochi euro, raggiungono vette di qualche migliaio di euro. Non che sia una novità, le Stax e le Jecklin Float esistono dalla notte dei tempi ed anche i modelli top di Sennheiser e AKG sono sempre stati abbastanza costosi.
Quello che colpisce è il fiorire di marchi nuovi, che producono solo cuffie, in ogni angolo del mondo. Nomi sconosciuti spuntano dal nulla e presentano prodotti notevoli, spesso a prezzi elevati, ponendosi nelle fasce superiori del mercato.
Tra questi marchi nuovi, troviamo oBravo Audio, la cui cuffia top di gamma, chiamata HAMT-1, proviamo per primi in Italia.
L’azienda è situata a Taiwan ed in effetti proprio nuova non si potrebbe definire, essendo stata fondata nel 2006. Risulta però che fino a poco fa si occupasse di oggetti più “consumer” e non propriamente hi-end. La produzione attuale prevede ben 10 modelli di cuffie.
oBravo presenta la cuffia con queste parole:
“Con la HAMT-1, abbiamo combinato na delle più avanzate tecnologie per i tweeter da cuffia, chiamata Air Motion Transformer (AMT), con altoparlanti dinamici in Neodimio, per fornire la migliore prestazione in gamma bassa della sua classe”.
Caratteristiche:
- Il primo progetto di cuffia a due vie coassiali con l'utilizzo di un tweeter AMT ed un altoparlante dinamico in Neodimio, per fornire l'ascolto di un ampio soundstage ed una grande esperienza d'ascolto.
- Utilizzo di pregiata per una maggior durata dei cuscinetti.
- Facile da adeguare ai gusti d'ascolto col kit di accordatura TK-1.
- Cuffia leggera per un più facile uso in movimento.
- Frequency Response: 15Hz~45KHz
- Tweeter: 40mm Air Motion Transformer Tweeter
- Dynamic Driver: 57mm
- Impedance: 56 ohm
- Sensibility in dB: 105dB
- Weight: 540 g
Presa in mano la cuffia, si nota la squisita fattura. Legno, metallo ed alcantara formano un trittico piacevole al tatto ed alla vista, che stride positivamente al confronto con prodotti analoghi ma realizzati in plebea plastica, anche per cuffie più costose di questa.
La contropartita è un peso notevole, che però sembra ridursi molto una volta indossata la cuffia, grazie al confort garantito dai morbidi cuscinetti, il cuoi contatto con la pelle risulta molto piacevole.
Considerata l'alta sensibilità dichiarata dal costruttore, decido per prima cosa di collegarla al mio smartphone LG G3 e devo dire che il risultato è andato oltre le mie aspettative. Se ci si accontenta di un volume medio e si ascolta in ambienti silenziosi, si riescono a pilotare anche senza l'interposizione di un amplificatore esterno. Ma siccome non credo che una cuffia così costosa sia dedicata ad ascolti di bassa qualità, provvedo subito a collegarla ad un amplificatore NuForce HA-200, gentilmente messoci a disposizione da Audiograffiti, che amplificherà il segnale proveniente dal lettore Yamaha CD-S3000.
Metto le cuffie sulle orecchie e … orrore! Solo un basso confuso e monocorde. Il resto, non pervenuto. Allarmato, scrivo al distributore italiano, anche se, visto che la cuffia era praticamente nuova, sospettavo già quale potesse essere la risposta: rodaggio. 200 ore!
Dopo estenuanti trattative per assicurarmi un congruo rimborso della bolletta della luce (il NuForce è in Classe A), lascio suonare le cuffie giorno e notte per una settimana. Le riprendo in mano ma la situazione, seppure migliorata, non è accettabile. Tanto, troppo basso, a coprire gamme media ed alta. Possibile? Tanto strombazzare l'adozione di un costoso tweeter di Heil e poi non farlo sentire? Prendo in mano lo scarno (troppo) foglietto con le istruzioni e decido di mettere mano alla curiosa mini-24 ore in plastica, contenente una chiave a brugola ed una nutrita serie di tappi in silicone di varie fogge.
Con pazienza ed anche un po' di immaginazione scopro che il diffus … la cuffia, ha un sistema di carico delle basse frequenze accordabile.
Svito le brugole di ottima qualità che chiudono gli auricolari, facendo presa su sedi anch'esse metalliche e molto robuste. Il coperchio in legno si separa dal padiglione ed appare l'interno, che abbiamo fotografato per esemplificare l'operazione.
Svito le brugole di ottima qualità che chiudono gli auricolari, facendo presa su sedi anch'esse metalliche e molto robuste. Il coperchio in legno si separa dal padiglione ed appare l'interno, che abbiamo fotografato per esemplificare l'operazione.
Come potete vedere, ci sono 3 fori quasi ellittici, che possono ospitare i tappi di cui sopra, che sono di tre tipi. Due, di dimensioni diverse ma aperti su entrambi i lati, ed una serie di veri e propri tappi che possono essere montati su uno degli altri supporti, per garantire una chiusura pressoché stagna agli accordi.
Traumatizzato da quanto avevo appena ascoltato, adotto direttamente la soluzione estrema: tappo completamente tutti e tre i fori, non amo i compromessi.
Vi avverto: se non avete le manine di un bambino di 6 anni molto magro, farete una fatica tremenda a manovrare gli inserti, in così poco spazio. Io, dopo aver lottato per quasi mezz'ora, mi sono aiutato con la chiavetta, per spingerli di forza nel foro. Se esiste un modo più veloce o più pratico, a voi trovarlo.
Mi asciugo il sudore per non bagnare i cuscinetti, rimetto le cuffie ed alfin ci siamo! Ora si ragiona e si ascolta musica.
Faccio sul serio e comincio con l'Hilliard Ensemble e Jan Garbarek, nell'Officium (ECM), che sono curioso di ascoltare la ricostruzione dello spazio, noto tallone d'Achille di molte cuffie. Bene l'immagine, per cominciare, col sax ben centrato e che tende a riverberare sulla destra, come d'abitudine anche utilizzando diffusori di ottima qualità e ben posizionati nella stanza d'ascolto. Le voci del quartetto inglese, purtroppo oramai sciolto, sono posizionate lungo un arco che va da un canale all'altro. Dando una valida idea della posizione dei cantanti, nella propositura austriaca di St. Gerold. A tratti, il sax soprano di Garbarek sembra un po' carente di corpo ma, trattandosi si uno strumento dal suono di per sé piuttosto stridulo, a volte al limite del fastidioso, potrebbe essere più un'impressione che una certezza. Meglio va, infatti, col sax tenore.
Facciamo un passo indietro e riproviamo brevemente la cuffia con lo smartphone; molto coinvolgente si rivela l'ascolto dell'Allman Brothers Band (At Fillmore East), in SACD. Il passo in avanti della gamma bassa, rispetto anche a cuffie in-ear di chiara fama, è evidente e persino entusiasmante, a tratti. Con un po' più di potenza l'ascolto sarebbe perfetto. Per fortuna esistono piccoli amplificatori che possono risolvere il problema in poco ingombro.
Torniamo al nostro NuForce ed amplifichiamo a dovere le HAMT-1, mentre ascoltiamo la Rapsodia in Bliue di Gershwin (Telarc). Bene la dinamica, che in questa registrazione abbonda. Presente ed autorevole la gamma bassa, morbida ma mai fuori controllo (benedetti tappi!). Resta comunque sempre preponderante rispetto alla gamma media, un po' arretrata, col risultato di un suono dai colori caldi e suadenti, ma un po' privo di mordente. Cosa che, tra l'altro, riscontriamo come caratteristica della stragrande maggioranza delle cuffie, di qualsiasi livello siano. Ci torniamo più avanti. Globalmente, un suono molto piacevole e rilassante, ottimo dopo una dura giornata di lavoro.
Timpani e grancassa sono vicino alla perfezione, tenuto presente che stiamo ascoltando con delle cuffie.
Il Miserere di Gregorio Allegri (SACD Chandos) rende molto bene. Le voci bianche “graffiano” le orecchie, come ci si aspetta facciano. A tratti si percepisce un rumore di fondo a bassissima frequenza, che solitamente coi diffusori sfugge. Ottima l'ambienza, grazie alla ricostruzione di un soundstage credibile, senza grossi buchi al centro. Il suono concentrato nelle due orecchie, qui, è solo un lontano ricordo, fortunatamente.
C'è un CD (ma esiste anche il file in alta risoluzione su hdtracks.com), tra i tanti registrati e prodotti dall'amico Marco Lincetto di Velut Luna, che si intitola “Stop At The Devil's Crossroad”. E' una raccolta di brani Blues tradizionali americani, eseguiti da un gruppo italiano, a dispetto del nome: “Nik Lee & The Jungle Fellas”. Quest'esecuzione è godibile e col giusto “groove”. Vi scoprirete presto a seguirla con tutto il corpo. La registrazione è il meglio che possiate desiderare per questo genere musicale. Se gradite questo genere di musica, procuratevelo senza indugio, qui.
Le oBravo, anche con questo disco, ci restituiscono un basso possente e morbido. Ancora una volta, la gamma media è un po' arretrata e l'acuto ha un timbro diverso dal solito; in buona evidenza nella sua porzione superiore, pare mancare un po' di corpo in quella immediatamente sottostante. Anche le corde più sottili del dobro suonano più metalliche del dovuto. E' come se il tweeter fosse incrociato troppo in basso e non riuscisse ad esprimere il corpo necessario per una corretta riproduzione della gamma medioalta.
“Buena Vista Social Club” (CD World Circuit) è piuttosto ben registrato e le oBravo non mancano di mettere la cosa in evidenza. Anzi, sembrano nate apposta per valorizzare il timbro tipico delle registrazioni realizzate in Latinoamerica. Il pubblico, là, ha gusti leggermente diversi dai nostri, per quanto riguarda la riproduzione musicale ed ama un basso molto “maschio”, un sono rotondo e gonfio in basso. Le loro registrazioni suonano tutte, volutamente, così.
Siamo alle conclusioni e riprendo il discorso al quale avevo accennato prima. In questioo ultimi tempi ho avuto occasione di ascoltare molte delle cuffie di punta dei vari costruttori mondiali ed in tutte (salvo le elettrostatiche, però), trovo che il suono sia improntato ad una resa che tende ad accarezzare le orecchie. Ciò è comprensibile, visto che avere una gamma media ed alta troppo pronunciate, quando si ascoltano magari per ore, due altoparlanti attaccati alle orecchie, può trasformare un ascolto in una tortura.
Ecco, le oBravo HAMT-1 sembrano portare all'estremo questa caratteristica, dando un'impronta al suono, un colore che può piacere molto, che non contempla fatica di ascolto, ma che le allontana un po' dalla riproduzione fedele del suono, per come la intendo io.
Però, amici miei, ascoltarle per ore è davvero un piacere …
Angelo Jasparro
Produttore: oBravo Audio
Distributore: MondoAudio
Prezzo: 1790 euro
Traumatizzato da quanto avevo appena ascoltato, adotto direttamente la soluzione estrema: tappo completamente tutti e tre i fori, non amo i compromessi.
Vi avverto: se non avete le manine di un bambino di 6 anni molto magro, farete una fatica tremenda a manovrare gli inserti, in così poco spazio. Io, dopo aver lottato per quasi mezz'ora, mi sono aiutato con la chiavetta, per spingerli di forza nel foro. Se esiste un modo più veloce o più pratico, a voi trovarlo.
Mi asciugo il sudore per non bagnare i cuscinetti, rimetto le cuffie ed alfin ci siamo! Ora si ragiona e si ascolta musica.
Faccio sul serio e comincio con l'Hilliard Ensemble e Jan Garbarek, nell'Officium (ECM), che sono curioso di ascoltare la ricostruzione dello spazio, noto tallone d'Achille di molte cuffie. Bene l'immagine, per cominciare, col sax ben centrato e che tende a riverberare sulla destra, come d'abitudine anche utilizzando diffusori di ottima qualità e ben posizionati nella stanza d'ascolto. Le voci del quartetto inglese, purtroppo oramai sciolto, sono posizionate lungo un arco che va da un canale all'altro. Dando una valida idea della posizione dei cantanti, nella propositura austriaca di St. Gerold. A tratti, il sax soprano di Garbarek sembra un po' carente di corpo ma, trattandosi si uno strumento dal suono di per sé piuttosto stridulo, a volte al limite del fastidioso, potrebbe essere più un'impressione che una certezza. Meglio va, infatti, col sax tenore.
Facciamo un passo indietro e riproviamo brevemente la cuffia con lo smartphone; molto coinvolgente si rivela l'ascolto dell'Allman Brothers Band (At Fillmore East), in SACD. Il passo in avanti della gamma bassa, rispetto anche a cuffie in-ear di chiara fama, è evidente e persino entusiasmante, a tratti. Con un po' più di potenza l'ascolto sarebbe perfetto. Per fortuna esistono piccoli amplificatori che possono risolvere il problema in poco ingombro.
Torniamo al nostro NuForce ed amplifichiamo a dovere le HAMT-1, mentre ascoltiamo la Rapsodia in Bliue di Gershwin (Telarc). Bene la dinamica, che in questa registrazione abbonda. Presente ed autorevole la gamma bassa, morbida ma mai fuori controllo (benedetti tappi!). Resta comunque sempre preponderante rispetto alla gamma media, un po' arretrata, col risultato di un suono dai colori caldi e suadenti, ma un po' privo di mordente. Cosa che, tra l'altro, riscontriamo come caratteristica della stragrande maggioranza delle cuffie, di qualsiasi livello siano. Ci torniamo più avanti. Globalmente, un suono molto piacevole e rilassante, ottimo dopo una dura giornata di lavoro.
Timpani e grancassa sono vicino alla perfezione, tenuto presente che stiamo ascoltando con delle cuffie.
Il Miserere di Gregorio Allegri (SACD Chandos) rende molto bene. Le voci bianche “graffiano” le orecchie, come ci si aspetta facciano. A tratti si percepisce un rumore di fondo a bassissima frequenza, che solitamente coi diffusori sfugge. Ottima l'ambienza, grazie alla ricostruzione di un soundstage credibile, senza grossi buchi al centro. Il suono concentrato nelle due orecchie, qui, è solo un lontano ricordo, fortunatamente.
C'è un CD (ma esiste anche il file in alta risoluzione su hdtracks.com), tra i tanti registrati e prodotti dall'amico Marco Lincetto di Velut Luna, che si intitola “Stop At The Devil's Crossroad”. E' una raccolta di brani Blues tradizionali americani, eseguiti da un gruppo italiano, a dispetto del nome: “Nik Lee & The Jungle Fellas”. Quest'esecuzione è godibile e col giusto “groove”. Vi scoprirete presto a seguirla con tutto il corpo. La registrazione è il meglio che possiate desiderare per questo genere musicale. Se gradite questo genere di musica, procuratevelo senza indugio, qui.
Le oBravo, anche con questo disco, ci restituiscono un basso possente e morbido. Ancora una volta, la gamma media è un po' arretrata e l'acuto ha un timbro diverso dal solito; in buona evidenza nella sua porzione superiore, pare mancare un po' di corpo in quella immediatamente sottostante. Anche le corde più sottili del dobro suonano più metalliche del dovuto. E' come se il tweeter fosse incrociato troppo in basso e non riuscisse ad esprimere il corpo necessario per una corretta riproduzione della gamma medioalta.
“Buena Vista Social Club” (CD World Circuit) è piuttosto ben registrato e le oBravo non mancano di mettere la cosa in evidenza. Anzi, sembrano nate apposta per valorizzare il timbro tipico delle registrazioni realizzate in Latinoamerica. Il pubblico, là, ha gusti leggermente diversi dai nostri, per quanto riguarda la riproduzione musicale ed ama un basso molto “maschio”, un sono rotondo e gonfio in basso. Le loro registrazioni suonano tutte, volutamente, così.
Siamo alle conclusioni e riprendo il discorso al quale avevo accennato prima. In questioo ultimi tempi ho avuto occasione di ascoltare molte delle cuffie di punta dei vari costruttori mondiali ed in tutte (salvo le elettrostatiche, però), trovo che il suono sia improntato ad una resa che tende ad accarezzare le orecchie. Ciò è comprensibile, visto che avere una gamma media ed alta troppo pronunciate, quando si ascoltano magari per ore, due altoparlanti attaccati alle orecchie, può trasformare un ascolto in una tortura.
Ecco, le oBravo HAMT-1 sembrano portare all'estremo questa caratteristica, dando un'impronta al suono, un colore che può piacere molto, che non contempla fatica di ascolto, ma che le allontana un po' dalla riproduzione fedele del suono, per come la intendo io.
Però, amici miei, ascoltarle per ore è davvero un piacere …
Angelo Jasparro
Produttore: oBravo Audio
Distributore: MondoAudio
Prezzo: 1790 euro