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Respighi Drums
il grande artigianato italiano
Qualcuno si chiederà come mai un reportage da una fabbrica di batterie, in una rivista di hi-fi e musica ... ecco, la risposta è già implicita. Musica. Se vogliamo ascoltare musica, qualcuno la deve pur eseguire, e lo deve fare con strumenti musicali.
E siccome so per certo che una parte dei miei "venticinque lettori" è interessata alla musica, oltre che alle apparecchiature usate per ascoltarla, e a come si costruiscono gli strumenti musicali e le caratteristiche che questi ultimi devono avere per fornire buone prestazioni, oggi vi parlo delle batterie. Magari in futuro parleremo anche di altri strumenti, perché no, e magari ad opera di musicisti che li conoscono bene. Veniamo subito a questo reportage, con la speranza di suscitare il vostro interesse. "Liutaio ... una parola che sa di musica, anche soltanto a pronunciarla. Una professione antica, di chi ha dedicato la propria vita alla produzione di alcuni strumenti musicali; una professione che profuma di legni pregiati, che suona armoniosa, che evoca risonanze di casse armoniche ... ma anche una professione ancora attuale, sebbene scelta da pochi appassionati, a garanzia di vera passione. Nessuno, oggi, sceglierebbe di studiare da liutaio per diventare ricco. O forse neanche una volta, chissà. Fatto sta, che oggi esistono ancora scuole di questa affascinante professione, che permette di diventare costruttore di violini o di chitarre. Il che non c'entra proprio niente con le batterie o le percussioni in generale, ma solo in apparenza. Questa cosa, devo dire, mi ha incuriosito tanto da spingermi a contattare Respighi Drums, dopo aver visto qualche loro annuncio in rete ed essermi studiato un po' il loro sito. Daniele Accardo e Alessandro Respighi, giovani titolari dell'azienda sono appunto liutai inizialmente specializzati in chitarre... "pentiti". Metto l'espressione tra virgolette, che mi pare di aver capito che producono ancora qualche chitarra. Casualmente, come spesso accade, a seguito di una richiesta da parte di un amico, hanno cominciato a cimentarsi con un rullante. Da lì, ad approfondire gli studi sui fusti per batterie, il passo è stato breve. Ed altrettanto breve è stato quello che ha portato Alessandro e Daniele a costruire centinaia di tamburi, anche per musicisti di rilievo. E quindi, un batterista curioso come il sottoscritto, non poteva che andare a visitare di persona il luogo dove si producono tra le poche batterie davvero artigianali rimaste al mondo. Premetto, per chi non conoscesse come si realizza un tamburo di una batteria, che di solito le varianti si giocano sui vari tipi di legno, più o meno pregiati, si curvano i vari strati lignei, e poi si incollano tra loro, per realizzare un cilindro coi bordi smussati, ai quali si aggancia una "pelle" sintetica tramite cerchi, solitamente metallici, fermati da bulloni avvitati su meccaniche applicate al fusto. Ecco, più o meno è tutto qui. Ogni marchio sviluppa i propri prodotti, giocando sia sulla composizione dei fusti dei tamburi, che sulla qualità delle meccaniche. Le pelli sono uguali per tutti, i marchi che le producono sono pochi, e tra i vari marchi e modelli non ci sono grosse differenze qualitative o di costo. E qui arriviamo alla sapienza ed alla cura costruttiva di un liutaio: i fusti sono realizzati in modo completamente diverso dai prodotti commerciali: Respighi Drums vi fa i fusti dei tamburi con doghe orizzontali in legno massello! La motivazione è in apparenza semplice, e la lasciamo spiegare direttamente a loro: "I vantaggi sono molteplici e fanno la differenza. Infatti, una volta lavorate e sagomate con cura, le doghe vengono incollate a formare una serie di anelli che vengono poi a loro volta incollati tra di loro. Non ci sono incastri, non sono necessari cerchi di rinforzo (perché grazie a Dio non c’è nulla da rinforzare!). E soprattutto non sono presenti nel fusto tensioni di alcun tipo". Il vostro umile reporter non è un tecnico del settore, quindi prendo per buono quanto mi è stato detto. Però, immodestamente, mi pregio di poter giudicare il suono di un tamburo, sia perché sono quasi capace di picchiarci sopra, sia perché del suono e della musica ho fatto una ragione di vita. Ed allora vi racconto che basta sollevare il leggero fusto (si, perché il legno massello è leggero) di una grancassa, ancora nudo, senza meccaniche e senza pelli, percuoterlo con le nocche di una mano, per sentire la musica. Un suono grave, senza alcuna risonanza, una vera e propria carezza per le orecchie. Il solo ricordo di quel suono così armonioso, mi spingerebbe a tornare ad Albonese (PV), per poterne godere ancora. Siamo agli antipodi di quei suoni "secchi" ed impersonali di molte batterie commerciali, che ormai giocano i loro successi solo sulle finiture o sui legni esotici. Notevolissima la sensibilità di un rullante che ho avuto occasione di provare, ed interessante la possibilità di montare cordiere con tre leve, per poterne variare l'intervento alla bisogna. A proposito del tipo di legno impiegato, in questa pagina del sito, quelli di Respighi Drums vi spiegano esattamente le loro opinioni in merito e, a giudicare da ciò che ho visto e sentito, non posso che dare ragione ad Alessandro Respighi e Daniele Accardo. E dopo aver parlato di legni, non possiamo non accennare alle finiture che sono, in molti casi, letteralmente stratosferiche. Un tripudio di colori lignei, forniti dalle stesse essenze utilizzate, incastonature a formare disegni su richiesta dei committenti, laccature di altissima qualità e risultato estetico. Roba da comprarle anche solo per averle ogni giorno sotto gli occhi, come si fa coi mobili pregiati. Sotto alla galleria delle immagini che ho scattato io, vi ho messo qualche esempio di finiture di altissima classe realizzate da Respighi Drums. Ogni batteria, prima di essere prodotta, è concordata in ogni particolare, compresi colori e finiture. Possiamo affermare che ognuno può farsi realizzare uno strumento unico al mondo, ed in tempi di economia massificata come quella nella quale ci muoviamo, questa è cosa di gran conto. Altra cosa molto originale, è il modello Magtrioska - gioco di parole tra "magnetico" e "matrioska". Si tratta di una batteria che rende semplicissimo il trasporto dello strumento, grazie alla possibilità di "aprire" letteralmente il fusto, grazie a potenti magneti, per poter infilare uno dentro l'altro tutti i tamburi, così da avere un solo pezzo da trasportare. Che il suono non risenta negativamente di questa caratteristica, è cosa che posso testimoniare direttamente, avendolo ascoltato. Ecco il video esplicativo del sistema: In conclusione, aggiungo che sono stato davvero contento di questa visita, che mi aperto gli occhi su un mondo che sapevo esistere, ma non conoscevo così bene. Spero, con questo breve articolo, di aver in qualche modo fatto lo stesso con voi.
Qualcuno di voi si starà chiedendo quali possano essere i costi di queste, che non esiterei a definire, "opere d'arte". Impossibile quantificare così, sulla carta (anzi, sul monitor), viste le infinite possibilità realizzative, ma posso dirvi che, grazie alla vendita diretta, i prezzi sono allineati alla fascia media del mercato, quindi con un esborso non eccessivo, vi portate a casa uno strumento fatto apposta per voi, ed unico. Tutto questo ha una piccola contropartita: i tempi di attesa di circa 90 giorni. Attesa che sarà ben ripagata dallo strumento che vi porterete a casa, credetemi. Per conto mio, da quando sono stato ad Albonese, sto riempiendo il salvadanaio ... Angelo Jasparro Sito del produttore: Respighi Drums |