Russel K Red 100
Russell K è un marchio affacciatosi recentemente sul mercato nostrano, grazie al distributore italiano Mondo Audio. Tuttavia il progettista Russell Kauffman non è nome nuovo, ma è invece ben noto nell’ambiente dell’audio mondiale.
Il signor Kauffman vanta collaborazioni di prestigio con marchi quali B&W e Morel. Per Morel, ad esempio, ha curato il progetto del sistema Fat Lady che ho ascoltato attentamente qualche anno addietro; un sistema molto interessante, da alcuni ritenuto un po’ “crudo” nel suono, ma in realtà virato verso quel suono privo di indebite risonanze che è appannaggio anche di altri marchi (non solo le Nautilus di B&W, ma anche i sistemi della Vivid, tanto per far due nomi). Qualcuno si chiederà se quella sonorità severa delle Fat Lady la si ritrovi anche nell’ascolto delle Red 100 in prova e posso sin d’ora sbilanciarmi rispondendo con un “si”.
Il progetto delle casse acustiche Russell K punta su una particolarità. Il signor Kauffman sostiene che il materiale smorzante presente nei sistemi di altoparlanti comporti la perdita di alcuni particolari del suono riprodotto, andando ad influire anche sull’efficienza, che con la presenza di materiale smorzante finisce con l’abbassarsi. Ed infatti le Russell K sono completamente vuote al loro interno; nessuna lana di roccia o altro, ma le sole pareti di legno. Peraltro la mancanza di materiale smorzante permette di giocare con le risonanze del mobile, in modo che si accordino meglio con gli altoparlanti. A questo scopo le Red 100 hanno pareti di spessore diverso; quella anteriore è infatti di maggior spessore (19 mm) rispetto alle laterali (16 mm).
Per quanto riguarda il crossover, i componenti utilizzati sono il minimo indispensabile; uno sul percorso di ognuno degli altoparlanti, con frequenza di taglio a 2.200 Hz.
Gli altoparlanti utilizzati sono un woofer da 16 cm di diametro, in carta trattata e un tweeter da 2,5 cm a cupola morbida. Ottimi i morsetti posteriori che accettano ogni terminazione, trattenendo anche le forcelle in modo eccellente. Un po’ ottimistica mi è invece parsa la risposta in frequenza che parla di un minimo di 30 Hz che però all’ascolto latitano. La gamma bassa è caricata in bass reflex con sbocco sulla parete anteriore della cassa acustica.
Con fierezza, si dichiara che le casse sono progettate in Gran Bretagna e realizzate in Europa (mi par giusto; ci sono produttori USA che fanno altrettanto, una su tutte Magneplanar e quindi, perché noi europei dovremmo esser da meno?).
La finitura che vedete in foto non è lo standard, ma è una delle tante finiture disponibili (bellissima, peraltro, con il legno lasciato opaco e con le venature ben in vista). Si possono scegliere anche diversi look, attingendo alle opzioni che si possono rilevare sul sito del produttore (http://www.russellk.co.uk/ nella sezione “customizer”). Il prezzo cambia e lo potrete rilevare dal listino pubblicato sul sito del distributore italiano (http://www.mondoaudio.it/files/manufacturers/Listino_Russell%20K.pdf).
Veniamo al risultato una volta inserite le Russell K nel mio impianto, che è quello consueto, composto da giradischi Bauer DPS2, braccio Morch DP6, fonorivelatore Lyra Kleos e pre-fono American Hybrid Technology –P; giradischi Thorens TD150, bracci SME 3009 Improved, Denon DL 304 e pre-fono Lehmann Black Cube; l’insostituibile preamplificatore Lavardin C62; finali il Bryston 2B-LP e il Wyred4Sound ST 250, con una predilezione in questa prova per il Bryston che si è rivelato sufficiente ed il cui suono sembrava sposare meglio le caratteristiche delle Russel K.
Il signor Kauffman vanta collaborazioni di prestigio con marchi quali B&W e Morel. Per Morel, ad esempio, ha curato il progetto del sistema Fat Lady che ho ascoltato attentamente qualche anno addietro; un sistema molto interessante, da alcuni ritenuto un po’ “crudo” nel suono, ma in realtà virato verso quel suono privo di indebite risonanze che è appannaggio anche di altri marchi (non solo le Nautilus di B&W, ma anche i sistemi della Vivid, tanto per far due nomi). Qualcuno si chiederà se quella sonorità severa delle Fat Lady la si ritrovi anche nell’ascolto delle Red 100 in prova e posso sin d’ora sbilanciarmi rispondendo con un “si”.
Il progetto delle casse acustiche Russell K punta su una particolarità. Il signor Kauffman sostiene che il materiale smorzante presente nei sistemi di altoparlanti comporti la perdita di alcuni particolari del suono riprodotto, andando ad influire anche sull’efficienza, che con la presenza di materiale smorzante finisce con l’abbassarsi. Ed infatti le Russell K sono completamente vuote al loro interno; nessuna lana di roccia o altro, ma le sole pareti di legno. Peraltro la mancanza di materiale smorzante permette di giocare con le risonanze del mobile, in modo che si accordino meglio con gli altoparlanti. A questo scopo le Red 100 hanno pareti di spessore diverso; quella anteriore è infatti di maggior spessore (19 mm) rispetto alle laterali (16 mm).
Per quanto riguarda il crossover, i componenti utilizzati sono il minimo indispensabile; uno sul percorso di ognuno degli altoparlanti, con frequenza di taglio a 2.200 Hz.
Gli altoparlanti utilizzati sono un woofer da 16 cm di diametro, in carta trattata e un tweeter da 2,5 cm a cupola morbida. Ottimi i morsetti posteriori che accettano ogni terminazione, trattenendo anche le forcelle in modo eccellente. Un po’ ottimistica mi è invece parsa la risposta in frequenza che parla di un minimo di 30 Hz che però all’ascolto latitano. La gamma bassa è caricata in bass reflex con sbocco sulla parete anteriore della cassa acustica.
Con fierezza, si dichiara che le casse sono progettate in Gran Bretagna e realizzate in Europa (mi par giusto; ci sono produttori USA che fanno altrettanto, una su tutte Magneplanar e quindi, perché noi europei dovremmo esser da meno?).
La finitura che vedete in foto non è lo standard, ma è una delle tante finiture disponibili (bellissima, peraltro, con il legno lasciato opaco e con le venature ben in vista). Si possono scegliere anche diversi look, attingendo alle opzioni che si possono rilevare sul sito del produttore (http://www.russellk.co.uk/ nella sezione “customizer”). Il prezzo cambia e lo potrete rilevare dal listino pubblicato sul sito del distributore italiano (http://www.mondoaudio.it/files/manufacturers/Listino_Russell%20K.pdf).
Veniamo al risultato una volta inserite le Russell K nel mio impianto, che è quello consueto, composto da giradischi Bauer DPS2, braccio Morch DP6, fonorivelatore Lyra Kleos e pre-fono American Hybrid Technology –P; giradischi Thorens TD150, bracci SME 3009 Improved, Denon DL 304 e pre-fono Lehmann Black Cube; l’insostituibile preamplificatore Lavardin C62; finali il Bryston 2B-LP e il Wyred4Sound ST 250, con una predilezione in questa prova per il Bryston che si è rivelato sufficiente ed il cui suono sembrava sposare meglio le caratteristiche delle Russel K.

Prima di tutto va segnalato che anche avvicinando i diffusori alla parete posteriore, il comportamento non cambia granché; la prestazione in basso rimane sostanzialmente la stessa, con un leggero rigonfiamento se si sta sotto i 50 cm di distanza. Poiché la prestazione, appunto, non varia granché, la vicinanza della parete posteriore rende la scena più ampia e quindi la consiglierei.
Ciò detto, credo di aver ascoltato una delle più credibili riproduzioni della Passione Secondo San Matteo che mi sia capitato di ascoltare; timbri splendidi, dinamica più che sufficiente, un effetto di ambiente molto veritiero. Ogni singola voce sembra mantenere il suo timbro, la sua identità.
Gli strumenti sono disposti nella scena con molta precisione, anche se non chirurgica (che peraltro è falsa se teniamo quale riferimento la musica dal vivo).
La sensazione di verità delle voci è piuttosto spinta; ascoltando la Tosca di Puccini, nella registrazione Philips diretta da Colin Davis, la voce di Montserrat Caballé è ricca di sfumature, si riesce perfino a percepire il movimento di collo e bocca per raggiungere le note acute. Chiaramente non si deve forzare troppo con il volume, altrimenti la gamma medioalta e quella alta tendono a prendere il sopravvento; ma se si mantiene un volume come se si fosse a una decina di file di distanza dal palcoscenico, l’inganno è notevole.
E analogo effetto hanno sortito i Vier Letzte Lieder di Richard Strauss cantati dall’immensa (mia personale opinione, ma ascoltatala dal vivo, quella voce sembrava non aver limiti) Jessye Norman; anche qui bellissimi voce, legni, archi, con qualche esagerazione appena negli ottoni e una gamma bassa non troppo sottolineata.
Ciò detto, credo di aver ascoltato una delle più credibili riproduzioni della Passione Secondo San Matteo che mi sia capitato di ascoltare; timbri splendidi, dinamica più che sufficiente, un effetto di ambiente molto veritiero. Ogni singola voce sembra mantenere il suo timbro, la sua identità.
Gli strumenti sono disposti nella scena con molta precisione, anche se non chirurgica (che peraltro è falsa se teniamo quale riferimento la musica dal vivo).
La sensazione di verità delle voci è piuttosto spinta; ascoltando la Tosca di Puccini, nella registrazione Philips diretta da Colin Davis, la voce di Montserrat Caballé è ricca di sfumature, si riesce perfino a percepire il movimento di collo e bocca per raggiungere le note acute. Chiaramente non si deve forzare troppo con il volume, altrimenti la gamma medioalta e quella alta tendono a prendere il sopravvento; ma se si mantiene un volume come se si fosse a una decina di file di distanza dal palcoscenico, l’inganno è notevole.
E analogo effetto hanno sortito i Vier Letzte Lieder di Richard Strauss cantati dall’immensa (mia personale opinione, ma ascoltatala dal vivo, quella voce sembrava non aver limiti) Jessye Norman; anche qui bellissimi voce, legni, archi, con qualche esagerazione appena negli ottoni e una gamma bassa non troppo sottolineata.

Interessante poi il confronto che ho fatto tra la registrazione dell’Oiseau de Feu di Stravinskij nella registrazione DGG con Boulez sul podio e quella Decca con Dorati.
La prima registrazione sembra offrire tanta dinamica, ma ad un ascolto attento (che le Russell K permettono) ci si rende conto come nei momenti di massimo contenuto energetico gli strumenti si confondano tra di loro, perdendo di intelligibilità e mostrino anche una buona dose di distorsione; l’esecuzione Decca invece è molto più naturale e non c’è mai nessun accenno di distorsione o confusione.
Leggo spesso che la DGG Boulez è da considerarsi un riferimento, ma temo che chi lo scrive lo faccia o per partito preso o perché evidentemente è talmente innamorato di Boulez e della sua esecuzione da non riuscire a comprendere i limiti della registrazione che, pur godibile, è ben lontana da un ideale di perfezione.
Per quanto riguarda i limiti delle Russell K, la gamma bassa, per quanto faccia, non riesce a stare al passo con le gamme superiori; le gamme superiori sono di classe elevata, peraltro totalmente prive di grana, mentre la gamma bassa è normale per un progetto di queste dimensioni. Quindi è corta, va in affanno quando le si chiede di riprodurre le grosse percussioni ed è congrua con quel che l’ascoltatore si vede davanti (in fondo i woofer sono piccoli e la foto con una cassa posta sopra le mie Davis, fa capire che la differenza di litraggio è tanta).
D'altro canto, dopo la santificazione dei diffusori piccoli, c’è stato un fiorire di diffusori di grandi dimensioni (molti anche piuttosto efficienti e con trombe per il medio/acuto) e qualche ragione ci sarà pure. E’ vero che i diffusori piccoli creano meno problemi nell’integrazione con l’ambiente d’ascolto, ma è anche vero che pur ben settati, piccoli sono e piccoli restano; e non ci si può attendere l’Inno alla Gioia in formato “reale”. Né si può pretendere di ascoltare la potenza della Terza Sinfonia di Saint-Saëns che in due diffusori così proprio non ci sta (al di là del fatto che trovare una registrazione valida di quella composizione è difficile, posto che anche la Telarc che ho usato non è proprio “l’assoluto”).
La prima registrazione sembra offrire tanta dinamica, ma ad un ascolto attento (che le Russell K permettono) ci si rende conto come nei momenti di massimo contenuto energetico gli strumenti si confondano tra di loro, perdendo di intelligibilità e mostrino anche una buona dose di distorsione; l’esecuzione Decca invece è molto più naturale e non c’è mai nessun accenno di distorsione o confusione.
Leggo spesso che la DGG Boulez è da considerarsi un riferimento, ma temo che chi lo scrive lo faccia o per partito preso o perché evidentemente è talmente innamorato di Boulez e della sua esecuzione da non riuscire a comprendere i limiti della registrazione che, pur godibile, è ben lontana da un ideale di perfezione.
Per quanto riguarda i limiti delle Russell K, la gamma bassa, per quanto faccia, non riesce a stare al passo con le gamme superiori; le gamme superiori sono di classe elevata, peraltro totalmente prive di grana, mentre la gamma bassa è normale per un progetto di queste dimensioni. Quindi è corta, va in affanno quando le si chiede di riprodurre le grosse percussioni ed è congrua con quel che l’ascoltatore si vede davanti (in fondo i woofer sono piccoli e la foto con una cassa posta sopra le mie Davis, fa capire che la differenza di litraggio è tanta).
D'altro canto, dopo la santificazione dei diffusori piccoli, c’è stato un fiorire di diffusori di grandi dimensioni (molti anche piuttosto efficienti e con trombe per il medio/acuto) e qualche ragione ci sarà pure. E’ vero che i diffusori piccoli creano meno problemi nell’integrazione con l’ambiente d’ascolto, ma è anche vero che pur ben settati, piccoli sono e piccoli restano; e non ci si può attendere l’Inno alla Gioia in formato “reale”. Né si può pretendere di ascoltare la potenza della Terza Sinfonia di Saint-Saëns che in due diffusori così proprio non ci sta (al di là del fatto che trovare una registrazione valida di quella composizione è difficile, posto che anche la Telarc che ho usato non è proprio “l’assoluto”).

In una delle ultime manifestazioni di settore ho acquistato una produzione Velut Luna con musiche di Chopin eseguite dal M° Massimo Gon. A mio avviso è un “must have” perché si tratta di una registrazione assolutamente eccellente, con una dinamica prorompente; l’ascolto fatto con il mio impianto, ma ancor più con quello di Angelo Jasparro nella sua nuova e più grande sala, riportano lo strumento a dimensioni pressoché reali davanti all’ascoltatore.
Devo dire che la riproduzione di questa registrazione con le Russel K è stata convincente; ovviamente la mano sinistra è privata di buona parte della sua potenza (e nella registrazione la potenza non manca), ma non mancano né la dinamica che è ottima in relazione agli altoparlanti, né la riproposizione scenica e neppure il timbro proprio dello strumento.
Segnalo che in alcune condizioni la gamma acuta potrà sembrare anche troppo brillante; in realtà è perché non è controbilanciata da una gamma bassa potente e comunque è un’attitudine che andrà valutata impianto per impianto perché se usate un’amplificazione dal suono caldo, le Russell K non vi parranno certo troppo spinte in alto. Essendo casse piuttosto neutre, sono parecchio rivelatrici di quel che si associa loro. La prova fatta in comparazione dei miei due set-up analogici è stata sufficiente a chiarire il grado di trasparenza di queste casse acustiche; precisissimo il set-up “grande” e un po’ meno preciso e romantico il set-up “piccolo” ed alla fine preferibile proprio il secondo che meno andava ad esagerare il comportamento delle Russel K (e che peraltro, in una idea di economia generale dell’impianto, mi sembra più adeguato rispetto al sistema grande).
Devo dire che la riproduzione di questa registrazione con le Russel K è stata convincente; ovviamente la mano sinistra è privata di buona parte della sua potenza (e nella registrazione la potenza non manca), ma non mancano né la dinamica che è ottima in relazione agli altoparlanti, né la riproposizione scenica e neppure il timbro proprio dello strumento.
Segnalo che in alcune condizioni la gamma acuta potrà sembrare anche troppo brillante; in realtà è perché non è controbilanciata da una gamma bassa potente e comunque è un’attitudine che andrà valutata impianto per impianto perché se usate un’amplificazione dal suono caldo, le Russell K non vi parranno certo troppo spinte in alto. Essendo casse piuttosto neutre, sono parecchio rivelatrici di quel che si associa loro. La prova fatta in comparazione dei miei due set-up analogici è stata sufficiente a chiarire il grado di trasparenza di queste casse acustiche; precisissimo il set-up “grande” e un po’ meno preciso e romantico il set-up “piccolo” ed alla fine preferibile proprio il secondo che meno andava ad esagerare il comportamento delle Russel K (e che peraltro, in una idea di economia generale dell’impianto, mi sembra più adeguato rispetto al sistema grande).

Il comportamento in gamma bassa è stato di aiuto ascoltando il fin troppo noto Time Out del Dave Brubeck Quartet che, nella versione su lacche a 45 giri della Classic Records, ha un basso piuttosto scomposto (probabilmente nelle registrazioni normali poi fatte girare sul mercato avevano fatto una sorta di equalizzazione che nelle lacche non c’è). Con le Red 100 il basso torna a condizioni più normali, non è particolarmente profondo, ma sostiene bene sia il sax di Paul Desmond che la batteria (che in questo disco non ha una dinamica travolgente) e il piano di Brubeck.
Diverso il discorso con altri dischi più recenti, come il CD Tourist dei St Gemain (Blue Note) in cui la gamma acuta è già insistente in fase di registrazione; a volume alto qualche traccia di fatica d’ascolto si ingenera. Oppure l’ascolto di Master Blaster di Stevie Wonder che manca un po’ di impatto nella gamma bassa, ma che mantiene la bellezza e naturalezza delle voci.
Quanto alla potenza, visto che l’efficienza non viene dichiarata, i 60 W per canale del Bryston si sono rivelati sufficienti in tutte le occasioni, anche quando ho voluto esagerare con Nightbirds di Labelle (che contiene l’originale di Lady Marmalade); ho raggiunto presto pressioni elevate e senza che le due spie del finale mi avvertissero di essere arrivati al clipping.
Oggi esistono buone amplificazioni già a 500 € (inutile girarci intorno; è vero e lo sappiamo tutti che l’Alta Fedeltà di prezzo modesto ha avuto un impulso verso livelli più alti); non dico di usare quelle, che le Russel K meritano di più, ma voglio dire che non sarà necessario raggiungere amplificazioni costose per poter avere le prestazioni che queste casse possono dare; a condizione, lo ripeto, di non pretendere di sentir tremare le pareti quando ascoltate la pedaliera dell’organo a canne o di non saltare sul divano ad ogni colpo di grancassa. Questa è una prestazione negata a due woofer così piccoli; ma forse ho ripetuto per l’ennesima volta la solita ovvietà.
Il costo: 1.990,00 € la coppia nella bella finitura legno da me provata. Sta più o meno nel novero dei buoni diffusori, di quelli che si comprano per tenerli a lungo. Peraltro queste Russel K vanno verso quell’attitudine che a me piace molto, ovvero suonare bene anche a volumi bassi, quelli che solitamente, per chi vive in appartamento (cosa piuttosto usuale qui in Italia; magari negli Stati Uniti c’è più gente che abita in villetta singola), sono i volumi che si possono tenere la sera, dopo aver cenato, quando la voglia di ascoltare buona musica si fa sentire maggiormente.
I piedistalli, da 60 cm di altezza, potranno essere anche di quelli riempibili ad libitum; quelli troppo pesanti e sordi tendono ad influenzare la riproduzione della gamma acuta. Non resta che fare una prova nel negozio in cui si farà l’acquisto.
Un prodotto nuovo, serio, che suona bene, sincero nel mostrare pregi e limiti; e su tutto, tanta buona Musica.
Domenico Pizzamiglio
Produttore: Russell K
Distributore per l'Italia: Mondo Audio
Prezzo: euro 1.990,00
Diverso il discorso con altri dischi più recenti, come il CD Tourist dei St Gemain (Blue Note) in cui la gamma acuta è già insistente in fase di registrazione; a volume alto qualche traccia di fatica d’ascolto si ingenera. Oppure l’ascolto di Master Blaster di Stevie Wonder che manca un po’ di impatto nella gamma bassa, ma che mantiene la bellezza e naturalezza delle voci.
Quanto alla potenza, visto che l’efficienza non viene dichiarata, i 60 W per canale del Bryston si sono rivelati sufficienti in tutte le occasioni, anche quando ho voluto esagerare con Nightbirds di Labelle (che contiene l’originale di Lady Marmalade); ho raggiunto presto pressioni elevate e senza che le due spie del finale mi avvertissero di essere arrivati al clipping.
Oggi esistono buone amplificazioni già a 500 € (inutile girarci intorno; è vero e lo sappiamo tutti che l’Alta Fedeltà di prezzo modesto ha avuto un impulso verso livelli più alti); non dico di usare quelle, che le Russel K meritano di più, ma voglio dire che non sarà necessario raggiungere amplificazioni costose per poter avere le prestazioni che queste casse possono dare; a condizione, lo ripeto, di non pretendere di sentir tremare le pareti quando ascoltate la pedaliera dell’organo a canne o di non saltare sul divano ad ogni colpo di grancassa. Questa è una prestazione negata a due woofer così piccoli; ma forse ho ripetuto per l’ennesima volta la solita ovvietà.
Il costo: 1.990,00 € la coppia nella bella finitura legno da me provata. Sta più o meno nel novero dei buoni diffusori, di quelli che si comprano per tenerli a lungo. Peraltro queste Russel K vanno verso quell’attitudine che a me piace molto, ovvero suonare bene anche a volumi bassi, quelli che solitamente, per chi vive in appartamento (cosa piuttosto usuale qui in Italia; magari negli Stati Uniti c’è più gente che abita in villetta singola), sono i volumi che si possono tenere la sera, dopo aver cenato, quando la voglia di ascoltare buona musica si fa sentire maggiormente.
I piedistalli, da 60 cm di altezza, potranno essere anche di quelli riempibili ad libitum; quelli troppo pesanti e sordi tendono ad influenzare la riproduzione della gamma acuta. Non resta che fare una prova nel negozio in cui si farà l’acquisto.
Un prodotto nuovo, serio, che suona bene, sincero nel mostrare pregi e limiti; e su tutto, tanta buona Musica.
Domenico Pizzamiglio
Produttore: Russell K
Distributore per l'Italia: Mondo Audio
Prezzo: euro 1.990,00