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Sanremo ai tempi di... Sanremo

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Non ho mai scritto ufficialmente di Sanremo, che io ricordi. Do alla manifestazione la giusta importanza, e non credo meriti il clamore eccessivo, in bene o in male, che si scatena ogni anno.

Non entro nel merito dei brani proposti, però mi stavo chiedendo una cosa: per tanti anni il Festival è stato accusato di essere uno spettacolo superato, senza futuro, per un pubblico di anziani o, al massimo, di mezza età.
Da almeno un paio d'anni, e segnatamente questa volta, il target è stato svecchiato all'improvviso. Amadeus, che è tutto tranne che uno stupido, ha imposto una sterzata violentissima ad uno show che era rimasto praticamente ai tempi di Baudo, riempiendo la categoria "campioni" di giovani pressoché ignoti a persone dai 30 anni in su. Ha lasciato qualche vecchio nome "di lusso", soprattutto tra gli ospiti, giusto per rendere la transizione più potabile.

Questo spiega, in sintesi, per quale motivo noi "diversamente giovani" non ci abbiamo capito quasi niente. E, spesso, non abbiamo apprezzato.
Le valanghe di televoti pare siano arrivate principalmente da giovani, infatti. Non tocchiamo il discorso case discografiche più o meno televotanti, che non vorremmo farci del male. Saremo pure in epoca Covid, ma la vita ci preme ancora un pochino.

In definitiva: non potendo avere la botte piena e la moglie ubriaca, bisognava scegliere tra vecchi e giovani. Si sono scelti i giovani, probabilmente a ragione. Sono loro il pubblico del presente e del futuro, mentre quelli come me, ed anche qualcuno di voi lettori, nel futuro conteranno sempre meno.

Hanno vinto i Maneskin? Bene. Il loro pezzo, a me, non è piaciuto, ma loro sono bravini. Li preferivo in versione "Marlena in tutte le salse", ma al pubblico piacciono anche così. Inutile rompere le scatole ad un ventenne ricordandogli che una volta esistevano i Led Zeppelin, non se ne cava un ragno dal buco. Adesso è l'epoca dei Maneskin e ce ne faremo una ragione. C'è in giro gente più brava? Ma certo che c'è! C'è sempre nella vita, qualcuno più bravo, ma evidentemente ci vuole anche il "fattore C", che tutti conosciamo, anche se raramente ne usufruiamo. Nostro malgrado.

La musica cambia. Anzi, è già cambiata, e forse potremmo anche rallegrarci del fatto che oltre il RAP/TRAP e triccheballacche, ai quali auguro rapido decesso, esistano ancora schitarrate distorte a rallegrare le nostre serate. 

E' vero Rock... non è vero Rock... Cosa cambia? Appiccichiamo etichette imbecilli fin da quando eravamo adolescenti e non abbiamo ancora capito l'inutilità delle stesse. I Rocker, i Mod... e giù botte e Vespe scassate. Venditti il cantautore degli intellettuali, Battisti quello dei figli di papà, lotte cruente tra fan dei Beatles e quelli degli Stones... 
Non ci sentiamo un po' ridicoli? Dai, ditemi di sì.

Questa non è una difesa dei Maneskin, beninteso, che quando vedo 3 ventenni presentarsi su un palco truccati da donna (la quarta è già donna, non serve cambiarle i connotati), con le unghie pitturate, camicette trasparenti e corsetti della prima metà del secolo scorso, a fatica trattengo conati di vomito.
Ma oggi le cose vanno così: ci sarà un "consulente d'immagine" della Casa Discografica (il nome non serve, tanto ormai tra le Major è rimasta solo questa) che ha previsto tutto fino nei minimi particolari. Se voi foste il Sig. Maneskin, davanti alla scelta tra fare il pagliaccio ben retribuito e con una carriera foriera di soddisfazioni, facendo quello che sognate di fare da sempre, e l'oblìo eterno, cosa scegliereste?
Loro hanno scelto; ai giovani piace così, i produttori si fregano le mani felici, che ormai personaggi simili sono sempre più rari, sulla piazza.

E non invochiamo, per cortesia, la creatività. Gli ultimi veri esempi della suddetta sono andati perduti negli anni '80, probabilmente.
Orietta Berti è stata brava? Ma certo, canta ancora benissimo, anche se la voce un po' cede, ma anche il suo brano non ha aggiunto nulla alla storia della musica.


Non facciamo gli errori dei nostri nonni prima, e dei nostri genitori poi.

Ai tempi nei quali si componevano le Opere liriche, nessuno assisteva alle rappresentazioni in teatro con l'atteggiamento religioso di adesso. La gente mangiava, beveva, scherzava, intanto che i poveretti suonavano e cantavano, per lo più ignorati o presi a pomodorate dai buzzurri loggionisti.

La musica da camera si suonava anche per rallegrare i pasti dei signori dell'epoca, figuriamoci che attenzione potessero prestare ai malcapitati musicisti.

Vogliamo parlare del Jazz, nato nei bordelli, musica "maledetta" per gentaglia perduta?

Ma anche il Rock dei drogati capelloni non era proprio benvoluto dalle persone mature, negli anni '70. Alcuni pensavano fosse la musica di Satana.

Potremmo anche parlare di Peter Gabriel e Renato Zero, che si travestivano in mille modi ed avevano un enorme seguito. Portavano un messaggio diverso rispetto a quello di Achille Lauro che, detto per inciso, mi disturba terribilmente?
Si, vero, ma i tempi erano diversi, oggi i loro "insegnamenti" suonerebbero stantii.


Il sottoscritto, vecchio dinosauro che spera di non estinguersi a breve, se dovesse scegliere tra un concerto dei Maneskin ed uno dei Marillion (primo nome che mi viene in mente di un gruppo Rock in attività), sceglierebbe il secondo, evidentemente. Ma non certo per andare a scoprire chissà quali nuove trovate musicali, che non arriverebbero. 

Vivere di nostalgie è sempre una pessima idea, ma per fortuna l'arte fa eccezione. Si può vivere di Pink Floyd ancora oggi, senza farsi del male. 
I ragazzi di oggi vivranno di Maneskin tra 40 anni?
Io non ci sarò, però magari tra 20 si, e ne riparleremo.

Coraggio, abbiamo la fortuna di poter scegliere tra secoli di musica, lasciamo che i nostri giovani prendano la loro strada. 


Scrivere certe cose mi costa un po', la mia prima reazione è stata decisamente di rifiuto, ma bisogna cercare di aprire un po' i propri orizzonti.

Si è salvato qualcuno tra i concorrenti di quest'anno? Non ne sono certo, diversamente dal solito ho seguito solo l'ultima sera, e quindi non ho avuto la possibilità di "metabolizzare" le canzoni.
Così, senza pretesa di critica informata, direi che mi ha divertito la canzone degli Extraliscio, molto curata anche negli arrangiamenti.

Al di sopra di ogni critica l'Orchestra.

Pensiamo alla salute.


Angelo Jasparro

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