Serena Fortebraccio - In a Shape of a Girl
La musica pop non necessariamente deve essere intesa come sinonimo di popolare nel senso deteriore del termine. Il pop può essere omologato e stantio come essere innovativo e creativo, come ogni genere di musica, lapalissiano. Dipende dal manico....
Senza ciurlare (nel manico) oltre, nell'ultimo ventennio una piccola (nelle dimensioni) genietta islandese ha manifestato il talento creativo e cristallino di cui è dotata, la ormai celeberrima BJORK (oltre 18 milioni di dischi venduti) eclettica e multiforme artista. Con la sua vena creativa, mai scontata, è riuscita ad appassionare un folta schiera di pubblico, magari anche una parte di coloro i quali mai si sarebbero sognati di trovarsi a "battere il piedino" per un brano pop, arrivando addirittura a trovare dichiarati estimatori anche fra altri artisti dello stesso campo. Proprio in detta schiera di ammiratori ed estimatori si annovera la giovane e brava SERENA FORTEBRACCIO, la quale, pugliese di Trani, dopo aver accumulato esperienze e formazione in campo lirico e jazzistico e come componente delle discretamente famose FARAUALLA (gruppo vocale femminile pugliese con un repertorio a cappella di grande spessore) è finalmente riuscita a realizzare il progetto di rendere nota al mondo la sua passione ed ammirazione per la vulcanica musa. In tale progetto l'intraprendente singer si è avvalsa della collaborazione di musicisti di grande bravura, qualità ed esperienza, Mirko Signorile al pianoforte, Giorgio Vendola al contrabbasso, Pippo D’Ambrosio alla batteria, Davide Viterbo al violoncello e Roberto Ottaviano al sax e clarino. Per inciso, rendere in maniera credibile un tributo a Bjork è impresa non da poco, in quanto il confronto con gli originali dei brani interpretati, in via di mera ipotesi, potrebbe risultare impietoso per avventati improvvisatori, essendo gli originali già estremamente "originali". Ma non è questo il caso. In questo disco, "In a shape of a girl", non v'è quasi nulla di scontato in relazione alla seminale primordiale edizione dei brani interpretati e gli arrangiamenti in chiave jazz sono davvero convincenti, oltre che essere estremamente raffinati e gradevoli. Tutto l'album è permeato di grande passione e di un accentuato lirismo, laddove la sottolineatura del testo passa attraverso una vocalità convincente ed il ricorso a strumenti acustici, archi e fiati. La voce della principale interprete è sempre a fuoco ed agilmente padrona della tessitura musicale, con, per me, chiari richiami ad un'altra grandissima interprete ed autrice come Maria Pia De Vito, che la nostra Serena annovera fra le sue elette frequentazioni professionali e formative. Nella abbondantissima produzione della tributata musa, Serena Fortebraccio seleziona alcuni celeberrimi brani, come “Venus as a Boy”, "Cover me", "Isobel", "Possibly maybe" e "Joga" ed altri meno noti, come il tradizionale islandese “Visur Vatnsenda Rosu”, autentica e meditabonda sinapsi con i desolati ed incontaminati paesaggi nordici, le cui atmosfere rarefatte Roberto Ottaviano sapientemente coglie con il proprio sax. Suggestivo anche l'arrangiamento di "Play dead" con richiami reggae e dissonanze jazzistiche. Un bel lavoro, consigliabile a coloro i quali vogliano avvicinarsi alla musica di Bjork senza allontanarsi dai propri gusti jazz oriented. Brava Serena, sentiremo certamente parlare di te. Il disco è anche ben registrato e non deluderà gli audiofili duri e puri. Vince Genovese |