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Si stampi!
Ecco, ci siamo arrivati. Dopo gli anni 80, nei quali il vinile era dato per spacciato (e ricordo bene una frase scritta su una rivista dal mio amico Marco Lincetto, che cito a memoria: "Il vinile è morto ed io sarò felice di officiarne il funerale"), una pausa di una ventina d'anni nei quali siamo rimasti in pochi a crederci e ad acquistare dischi usati e qualche volta ristampe pagate a peso d'oro, ora siamo certi della resurrezione del disco nero.
Le prime etichette che ci hanno creduto sono state le famose "Indie", quelle piccole, sempre attente a cogliere ogni refolo di vento, con la speranza di trovare il modo di accrescere i propri fatturati. Poi, non molto tempo fa, sono apparsi anche nella Grande Distribuzione Organizzata dei piccoli scaffali carichi di ristampe in vinile di vecchi titoli, italiani e stranieri, ad opera di aziende specializzate ma col beneplacito (e spesso anche la collaborazione) delle major. Gli incrementi della richiesta mondiale si collocano ancora su piccoli numeri in assoluto ma su percentuali del 50% semestrale e la richiesta non accenna a calare. Anzi, si prevedono ulteriori incrementi. E tacciamo sul continuo aumento dei giradischi in produzione, che ormai vede persino il ritorno di alcune grandi multinazionali dell'elettronica che si chiamano Pioneer, Technics e Sony. Qualche vecchio trombone ha gettato per anni acqua sul fuoco scrivendo che la produzione dei macchinari per la stampa dei vinili era cessata da 30 anni e che quindi l'effimera ripresa non potesse essere seguita da sostanziali incrementi di produzione, utilizzando le vecchie e consunte presse di allora. Ovviamente, sarebbe bastato guardare pochi centimetri oltre il proprio naso, per immaginare che qualcuno, a fronte di una richiesta del mercato, avrebbe reagito. Questa volta il guizzo arriva dalla Germania, dove la NEWBILT machinery GmbH & Co. KG ha messo in produzione delle piccole e non eccessivamente costose presse manuali, anche dotate di estrusore, a richiesta. Seguono i video delle macchine in funzione, mentre il vinile (ma anche noi appassionati) festeggia un 2016 pieno di speranze. Angelo Jasparro |
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