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Il "simaltrismo" audiofilo
"Benaltrismo" significa, secondo Garzanti: "tendenza a spostare l’attenzione dal problema in discussione ad altro che si addita come più importante o più urgente"
Da un po' di anni, questo atteggiamento si è diffuso a macchia d'olio, grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, ed è sintomo, a mio parere, di ignoranza generalizzata, o di interesse specifico. Nel caso del nostro hobby, mi sono modestamente permesso di creare il neologismo "simaltrismo", che meglio si attaglia a quanto andrò a spiegare. Come adattare la definizione "simaltrismo" alle discussioni sull'alta fedeltà? Se seguite i forum on-line, i social network o semplicemente discutete con amici appassionati di audio, avrete certamente subìto quest'esperienza. Ovviamente non ne siete stati protagonisti voi, ché i presenti sono sempre esclusi dal genere di discussione che oggi sto intavolando con voi. L'incapacità o l'impossibilità di discutere di un determinato tema, dovrebbe condurre il lettore/ascoltatore al silenzio, stimolandolo all'apprendimento, alla conoscenza. L'interesse al quale facevo riferimento, invece, è più prosaico. Anzi, per chiamare le cose col loro nome, meschino. Facciamo un esempio pratico, e mi terrò sulle generali, di un caso che mi è capitato di recente. Ho parlato pubblicamente di un apparecchio, una di quelle macchine per la riproduzione della musica molto costose, e con una reputazione a livello mondiale da far paura a molti concorrenti. Ed infatti: apriti cielo! Alcune persone chiedevano maggiori informazioni sull'oggetto in questione, altre, con originalità degna di monsieur De Lapalisse, o fantasia che persino Walt Disney sarebbe impallidito, si limitavano alle scontate battute sul fatto che con quei soldi si comprerebbero una Golf full optional, come se a noi interessasse la loro lista della spesa. Inoltre sono calati come falchi: concorrenti, tifosi interessati (agli sconti, di solito), semplici estimatori di altri marchi. In questo momento ci interessano proprio questi ultimi; i quali, senza timore della meschina (e due) figura in pubblico, affermano con malcelato senso di superiorità: "tsè, parli bene di Tizio solo perché non conosci Caio!". C'è sempre il simaltrista che: "Si, ma questo è migliore. Si, ma dovresti ascoltare quest'altro! Si, ma chi ha prodotto quell'apparecchio una volta ha detto che il coccodrillo bianco delle fogne di New York non esiste! Si, ma se gli fai l'inganno della cadrega ci casca!" Ecco, già in linea di principio, questa cosa fa girare i santissimi. Ho aperto una discussione su Tizio? Santo Dio, è per parlare di Tizio, non è così difficile arrivarci. Volete parlare di Caio? Aprite voi una discussione su Caio o chiedete a me di aprirla e sarò felice di farlo. Quando succedono queste cose mi viene sempre il dubbio di vivere in un mondo di persone strane, che non riesco a capire. E sarà un mio limite, lo riconosco. Mi sento quasi come il matto che vede tutti andare contromano in autostrada, mentre quello contromano è lui. Se così fosse, vi prego di continuare lo stesso a leggermi, anche solo per pietà verso l'amaro destino che mi ha colpito così duramente. Quegli altri, invece, quelli che non sopporto, sono quelli di prima, i meschini, che entrano a gamba tesa dandoti del pirla perché non hai ascoltato "Suonaben", "Suonastraben", "Nessunosuonamegliodime", ecc... E qui sviluppiamo meglio il discorso accennato in precedenza, che coinvolge traffichini, amici degli amici, cacciatori di sconti, uffici pubblicitari camuffati da appassionati, influencer della domenica (quelli veri non si occupano di audio), operatori con i quali in passato hai avuto qualche screzio perché non hai accettato qualche assurda richiesta volta a spingere in modo particolare i loro prodotti... Adesso vi spiego su che basi decido di recensire un prodotto, così avrete le idee più chiare. La prima modalità prevede che il produttore/distributore mi chiami o mi mandi una mail offrendomi in prova una delle sue cose. Io valuto se m'interessa o meno, in base a parametri miei: interesse presunto dei lettori, popolarità del prodotto, prestazioni, affidabilità del proponente, ecc. La seconda, invece, è che sia io a chiedere il prodotto, sulla base degli stessi requisiti di prima, ma questa volta ci aggiungiamo la personale curiosità di ascoltare qualcosa che cattura la mia attenzione, per un motivo qualsiasi. In questi ultimi tempi, casualmente, due di quei "Caio" a cui facevo cenno prima, quelli dei "si ma...", hanno fatto cenno a prodotti che vorrei ascoltare e recensire da anni, ma che non mi mandano in prova. Le motivazioni sono diverse e nessuna, per salvaguardia della mia autostima, mi concerne direttamente. "Non ho un apparecchio pronto da darti", "non m'interessa il mercato italiano", e così via... Che faccio? Metto mano al portafoglio per dare soddisfazione al "compagnuccio della parrocchietta" che poi me ne chiederà conto su Facebook? Voglio anche avvisare tutte le persone in buona fede che mi leggono, e che proprio perché in buona fede sono propense a dare credito anche ai "simaltristi", che quando un operatore parla male di un concorrente, non merita alcuna fiducia da parte vostra. Anche il fatto che ogni tanto affiorino all'improvviso e con insolita insistenza, quando non addirittura aggressività, marchi o prodotti dei quali non si parlava da tempo, supportati da qualche elemento che passa le sue giornate a sponsorizzarli, di solito ci sono interessi nascosti che favoriscono questi comportamenti. Il mio auspicio, in conclusione, è quello che tutti di diano da fare per "rimanere sul pezzo". Se apro un post sulla BMW Serie 7, ad esempio, è perché voglio parlarvi di quella, inutile che veniate a dirmi che la Classe S di Mercedes è migliore, per tacere dell'Audi A8. Non è quello, il punto. Il punto è la BMW Serie 7. Se la conoscete, dite la vostra. Se non la conoscete e vi interessa saperne di più, leggete cosa vi dicono le persone che la conoscono. Se non vi interessa, passate oltre, magari cogliendo l'occasione per aprire un altro post sulla Classe S, o sull'Audi A8,nei quali io non interverrò, visto che non avrei niente da dire. Dite che ce la possiamo fare, prima o poi? Angelo Jasparro Febbraio 2021 |