Soundsmith Aida
Una graditissima sorpresa ...
Mi piace da morire New York, città energica ed energetica. Quando ci vado, vago per la città anche di notte; malgrado la mia non più tenera età, a New York mi sento un ragazzo che ha voglia di vivere il giorno e anche la notte.
Che c'entra New York? C'entra, c'entra. La testina (o fonorivelatore) di cui vi parlerò e le sue sorelle arrivano proprio da lì perché nella grande mela ha sede la Soundsmith, azienda che produce testine a ferro mobile ad alta e a bassa uscita, sicuramente ben considerate all'estero ma ancora non abbastanza note da noi. Qualcuno potrà storcere il naso perché solitamente le testine a ferro mobile costano relativamente poco, ma a tal proposito ricordo che anche Grado si era cimentata in testine di quella tipologia e ad alto costo. Che, poi, all'ascolto il costo sia giustificato, lo posso dire sin d'ora (e ricordo anche ai detrattori, coloro che “comunque le testine costano tanto”, che per dare una valutazione sul rapporto qualità/prezzo bisogna tener conto non già del lavoro e dei materiali – anche di quelli – ma al rapporto con il prezzo dei prodotti concorrenti).
Comunque sia, non è che detto che sono testine a ferro mobile sia stato detto tutto. Bisogna sottolineare che praticamente tutto il catalogo prevede la fornitura di ogni singolo modello con due diverse “compliance” così come si può prevedere la sostituzione del cantilever con uno diverso di maggior costo perché fatto di materiale più nobile (e rigido). Diciamo che quando una persona acquista una Soundsmith, prima individua il modello; poi sceglie la cedevolezza per poter meglio abbinarla al braccio posseduto; poi può scegliere anche che cantilever diverso e migliore. Non è esattamente uguale al comprare una testina che così è e così la devi prendere, quanto piuttosto un tentativo di avvicinare il prodotto alle esigenze del singolo individuo. Non male, direi.
Che c'entra New York? C'entra, c'entra. La testina (o fonorivelatore) di cui vi parlerò e le sue sorelle arrivano proprio da lì perché nella grande mela ha sede la Soundsmith, azienda che produce testine a ferro mobile ad alta e a bassa uscita, sicuramente ben considerate all'estero ma ancora non abbastanza note da noi. Qualcuno potrà storcere il naso perché solitamente le testine a ferro mobile costano relativamente poco, ma a tal proposito ricordo che anche Grado si era cimentata in testine di quella tipologia e ad alto costo. Che, poi, all'ascolto il costo sia giustificato, lo posso dire sin d'ora (e ricordo anche ai detrattori, coloro che “comunque le testine costano tanto”, che per dare una valutazione sul rapporto qualità/prezzo bisogna tener conto non già del lavoro e dei materiali – anche di quelli – ma al rapporto con il prezzo dei prodotti concorrenti).
Comunque sia, non è che detto che sono testine a ferro mobile sia stato detto tutto. Bisogna sottolineare che praticamente tutto il catalogo prevede la fornitura di ogni singolo modello con due diverse “compliance” così come si può prevedere la sostituzione del cantilever con uno diverso di maggior costo perché fatto di materiale più nobile (e rigido). Diciamo che quando una persona acquista una Soundsmith, prima individua il modello; poi sceglie la cedevolezza per poter meglio abbinarla al braccio posseduto; poi può scegliere anche che cantilever diverso e migliore. Non è esattamente uguale al comprare una testina che così è e così la devi prendere, quanto piuttosto un tentativo di avvicinare il prodotto alle esigenze del singolo individuo. Non male, direi.
La testina è stata inserita nel mio impianto così composto: giradischi DPS Der Plattenspieler di Bauer Audio con braccio Morch DP8, preamplificatore Lavardin C62 e amplificatore Bryston 2B-LP, casse acustiche Davis Acoustics Monitor One con supertweeters TakeT Batpure, cavi MIT di segnale e potenza, oltre ad altri cavi vari che non sto ad elencare.
Il pre-fono American Hybrid Technology -P si è così potuto riposare per un mesetto, visto che lui è un fono dedicato alle MC. Sono quindi entrati in scena il mio Lehmann Black Cube e il fono interno ad un preamplificatore Audio Note (UK) M2 che un conoscente mi presta gentilmente quando ho bisogno di un diverso riferimento.
Quindi, montata la testina (avuta già rodata) sulla canna rossa del braccio Mørch, ho iniziato i miei ascolti. Devo dire che il suono non era esattamente quello che mi aspettavo. Solitamente le testine magnetiche non hanno acuti sfavillanti, ma qui c'erano e il basso era poco presente. Il sospetto di aver sbagliato qualcosa mi ha assalito immediatamente e quindi mi sono messo a leggere il sito del produttore e leggendo ho scoperto che per il modello Aida la casa consiglia bracci di massa pari o inferiore a 12 grammi per il modello a media cedevolezza (quello in esame) e di massa pari o inferiore a 8 gr per il modello ad alta cedevolezza. Evidentemente la massa della canna rossa di Mørch era troppo bassa perché appesantitala utilizzando le viti in bronzo della Soundmith stessa (vedi apposito riquadro qui sotto) che pesano 6,14 gr, portando così la massa del braccio al valore massimo previsto (i 12 gr), il basso si è fatto più presente e la gamma acuta meno in evidenza.
Quel che è certo è che la gamma bassa di questa testina non è evidenziata ma certo nemmeno sottrattiva. C'è, c'è tutta ed è pure molto molto corretta. Tuttavia credo che la notevole capacità di tracciamento della testina (unitamente al corpo tetragono a risonanze varie) sia talmente elevata da togliere risonanze, piccole distorsioni, cosicché la gamma bassa finisca con l'essere di una precisione che potrei definire “assoluta”. Nelle grandi compagini sinfoniche non si ha mai la sensazione della benché minima forma di confusione in gamma bassa; si percepisce ogni singola nota, ogni singola variazione nella spinta dell'archetto sulle corde. Una fedeltà decisamente degna del nome di “alta” (e qui faccio incavolare i detrattori della mia mania di correlare la musica riprodotta con quella dal vivo; aggiungo che il basso è spesso nella giusta quantità che si percepisce in un concerto dal vivo, dove spesso violoncelli e contrabbassi sono ben meno presenti di quanto audiofilmente si pensa).
La gamma acuta non manca dell'estensione necessaria per una corretta definizione del timbro di ogni singolo strumento, come confermato dall'ascolto del Concerto di Capodanno 1979 (Boskoski, Decca) in cui tutte le percussioni metalliche hanno un “sapore” di vero ammaliante.
Mi sono accorto di quanto scrivo relativamente alla pulizia generale del suono, alla mancanza di esagerazioni sia in alto, che in mezzo, che in basso, quando ho estratto dalla discoteca le Quattro Stagioni di Vivaldi nell'esecuzione della Petite Bande diretta da Sigiswald Kuijken (RCA Seon). Timbri assolutamente corretti, un basso corposo ma mai oltre il necessario, scena molto ampia e con strumenti ben dislocati. A questa testina la dinamica non manca e anche il genere barocco se ne avvantaggia. Così come se ne avvantaggia la Fanfara dell'Uomo Comune, piuttosto che la Sagra della Primavera, o la Nona di Bruckner.
Tra le registrazioni più ostiche che ho in discoteca c'è il long playing con musiche di Chopin suonate da Malcom Frazer, vecchia ma “tosta” registrazione Telarc; il timbro del pianoforte, un Bösendorfer Imperial Grand, è stato reso in toto, con una mano sinistra profonda e potente ed una mano destra chiara e sempre tracciata in modo esemplare. A volume elevato pareva di avere lo strumento a pochi metri di distanza. Anche perché bisogna dire che il rumore di fondo è parecchio attenuato rispetto a quanto ascolto con la mia testina di riferimento (e con le MC in generale).
Quando mi trovo con testine che tracciano così bene, mi vien sempre voglia di estrarre dalla discoteca quelle registrazioni che danno problemi, a volte anche piccolissimi, come è il caso della Chléopatre di Hector Berlioz cantata della “immensa” Jessye Norman. Quando la Norman si definisce “la fille des Ptolomée” spara (è il caso di dirlo) un acuto di grande potenza (quella che aveva la Norman e poche altre prima e dopo di lei); solitamente c'è un leggero crepitio nel suono che dà l'impressione di distorsione da scorretto tracciamento, ma con la Soundsmith non c'è nulla di tutto ciò. La Aida è passata liscia anche su quei solchi e sempre stando con Jessie Norman, anche sui Vier letzte Lieder (Philips) che sui Lieder di Johannes Bramhs (DGG con Baremboin al pianoforte) con i quali non si è manifestato alcun problema nel restituire la potenza vocale del soprano americano.
Ascoltando le lacche di Classic Records (i quattro vinili a 45 giri nel cofanetto rosso) di Time Out del Dave Brubeck Quartet, può capitare di avere fastidiosi rimbombi della gamma bassa quando si ascolta il brano Take Five; paiono delle risonanze dell'ambiente stesso in cui è stata fatta la ripresa. Anche con la Soundsmith si sentono queste risonanze fastidiose, ma mentre con altre testine “sembra” che siano risonanze ambientali, con la Soundsmith se ne ha la quasi certezza. Ovviamente nulla da dire sul pianoforte tracciato benissimo, né sul sax con l'evidente soffiato di Desmond né sulla batteria che è giustamente molto lateralizzata e tale resta anche con la “concreta” Aida. Discutere del timbro di ogni singolo strumento mi pare inutile, visto che già sopra ho scritto che i timbri dell'Aida sono molto veritieri.
In tutti gli ascolti ho avuto impressione di un suono pulito, senza esagerazioni di sorta, piacevolmente libero e dinamico e capace anche di restituire una bella scena (ovviamente dipendente dalla registrazione). Quel che è certo è che la testina traccia tutti i solchi senza problemi (non ho provato la 1812 della Telarc, ma francamente non sento la mancanza della prova) e che per l'utente finale non obbliga ad avere un fono MC; ormai molti amplificatori hanno reintrodotto l'ingresso fono MM.
Insomma, questa testina mi è sembrata un gran bel prodotto. Non fa rimpiangere testine MC di pari costo.
Prima di provarla mi sono chiesto come mai una testina di questa tipologia costasse più di duemila euro; ma dopo averla provata non me lo sono chiesto più!
Domenico Pizzamiglio
Set di viti per fissaggio testina SOUNDSMITH EZ
Da tempo ci pensavo e visto che mi arrivava una testina del marchio, ho comprato il set di viti proposto dal marchio americano. Queste viti hanno la particolarità di avere una testa molto grande, zigrinata, che permette di stringerle senza bisogno né del mitico minuscolo cacciavite che scappa sempre dalle dita, né con il girabrugole. Sono comodissime; la dimatura si fa in pochi minuti, a condizione che vi sia sufficiente la loro lunghezza di solo 10 mm (e purtroppo non con tutte le testine è sufficiente). Nella confezione ne troverete quattro set, da quelle leggerissime in nylon (1,04 gr la coppia), a quelle di peso intermedio in alluminio (2,06 gr), fino a giungere a quelle più pesanti in bronzo (6,14 gr) e acciaio (6,30 gr). Ci sono anche quattro rondelle in nylon per non rovinare lo shell e i controdadi amagnetici. L'acquisto è consigliato sia per la comodità (estrema), sia per la finalità di poter aggiustare la massa del braccio attraverso il peso aggiuntivo costituito dalle EZ.
Sito del produttore: www.sound-smith.com
Sito del distributore italiano: www.audioreference.it
Prezzo di listino Soundsmith Aida € 2.095,00
Prezzo di listino set di viti EZ € 63,00
Il pre-fono American Hybrid Technology -P si è così potuto riposare per un mesetto, visto che lui è un fono dedicato alle MC. Sono quindi entrati in scena il mio Lehmann Black Cube e il fono interno ad un preamplificatore Audio Note (UK) M2 che un conoscente mi presta gentilmente quando ho bisogno di un diverso riferimento.
Quindi, montata la testina (avuta già rodata) sulla canna rossa del braccio Mørch, ho iniziato i miei ascolti. Devo dire che il suono non era esattamente quello che mi aspettavo. Solitamente le testine magnetiche non hanno acuti sfavillanti, ma qui c'erano e il basso era poco presente. Il sospetto di aver sbagliato qualcosa mi ha assalito immediatamente e quindi mi sono messo a leggere il sito del produttore e leggendo ho scoperto che per il modello Aida la casa consiglia bracci di massa pari o inferiore a 12 grammi per il modello a media cedevolezza (quello in esame) e di massa pari o inferiore a 8 gr per il modello ad alta cedevolezza. Evidentemente la massa della canna rossa di Mørch era troppo bassa perché appesantitala utilizzando le viti in bronzo della Soundmith stessa (vedi apposito riquadro qui sotto) che pesano 6,14 gr, portando così la massa del braccio al valore massimo previsto (i 12 gr), il basso si è fatto più presente e la gamma acuta meno in evidenza.
Quel che è certo è che la gamma bassa di questa testina non è evidenziata ma certo nemmeno sottrattiva. C'è, c'è tutta ed è pure molto molto corretta. Tuttavia credo che la notevole capacità di tracciamento della testina (unitamente al corpo tetragono a risonanze varie) sia talmente elevata da togliere risonanze, piccole distorsioni, cosicché la gamma bassa finisca con l'essere di una precisione che potrei definire “assoluta”. Nelle grandi compagini sinfoniche non si ha mai la sensazione della benché minima forma di confusione in gamma bassa; si percepisce ogni singola nota, ogni singola variazione nella spinta dell'archetto sulle corde. Una fedeltà decisamente degna del nome di “alta” (e qui faccio incavolare i detrattori della mia mania di correlare la musica riprodotta con quella dal vivo; aggiungo che il basso è spesso nella giusta quantità che si percepisce in un concerto dal vivo, dove spesso violoncelli e contrabbassi sono ben meno presenti di quanto audiofilmente si pensa).
La gamma acuta non manca dell'estensione necessaria per una corretta definizione del timbro di ogni singolo strumento, come confermato dall'ascolto del Concerto di Capodanno 1979 (Boskoski, Decca) in cui tutte le percussioni metalliche hanno un “sapore” di vero ammaliante.
Mi sono accorto di quanto scrivo relativamente alla pulizia generale del suono, alla mancanza di esagerazioni sia in alto, che in mezzo, che in basso, quando ho estratto dalla discoteca le Quattro Stagioni di Vivaldi nell'esecuzione della Petite Bande diretta da Sigiswald Kuijken (RCA Seon). Timbri assolutamente corretti, un basso corposo ma mai oltre il necessario, scena molto ampia e con strumenti ben dislocati. A questa testina la dinamica non manca e anche il genere barocco se ne avvantaggia. Così come se ne avvantaggia la Fanfara dell'Uomo Comune, piuttosto che la Sagra della Primavera, o la Nona di Bruckner.
Tra le registrazioni più ostiche che ho in discoteca c'è il long playing con musiche di Chopin suonate da Malcom Frazer, vecchia ma “tosta” registrazione Telarc; il timbro del pianoforte, un Bösendorfer Imperial Grand, è stato reso in toto, con una mano sinistra profonda e potente ed una mano destra chiara e sempre tracciata in modo esemplare. A volume elevato pareva di avere lo strumento a pochi metri di distanza. Anche perché bisogna dire che il rumore di fondo è parecchio attenuato rispetto a quanto ascolto con la mia testina di riferimento (e con le MC in generale).
Quando mi trovo con testine che tracciano così bene, mi vien sempre voglia di estrarre dalla discoteca quelle registrazioni che danno problemi, a volte anche piccolissimi, come è il caso della Chléopatre di Hector Berlioz cantata della “immensa” Jessye Norman. Quando la Norman si definisce “la fille des Ptolomée” spara (è il caso di dirlo) un acuto di grande potenza (quella che aveva la Norman e poche altre prima e dopo di lei); solitamente c'è un leggero crepitio nel suono che dà l'impressione di distorsione da scorretto tracciamento, ma con la Soundsmith non c'è nulla di tutto ciò. La Aida è passata liscia anche su quei solchi e sempre stando con Jessie Norman, anche sui Vier letzte Lieder (Philips) che sui Lieder di Johannes Bramhs (DGG con Baremboin al pianoforte) con i quali non si è manifestato alcun problema nel restituire la potenza vocale del soprano americano.
Ascoltando le lacche di Classic Records (i quattro vinili a 45 giri nel cofanetto rosso) di Time Out del Dave Brubeck Quartet, può capitare di avere fastidiosi rimbombi della gamma bassa quando si ascolta il brano Take Five; paiono delle risonanze dell'ambiente stesso in cui è stata fatta la ripresa. Anche con la Soundsmith si sentono queste risonanze fastidiose, ma mentre con altre testine “sembra” che siano risonanze ambientali, con la Soundsmith se ne ha la quasi certezza. Ovviamente nulla da dire sul pianoforte tracciato benissimo, né sul sax con l'evidente soffiato di Desmond né sulla batteria che è giustamente molto lateralizzata e tale resta anche con la “concreta” Aida. Discutere del timbro di ogni singolo strumento mi pare inutile, visto che già sopra ho scritto che i timbri dell'Aida sono molto veritieri.
In tutti gli ascolti ho avuto impressione di un suono pulito, senza esagerazioni di sorta, piacevolmente libero e dinamico e capace anche di restituire una bella scena (ovviamente dipendente dalla registrazione). Quel che è certo è che la testina traccia tutti i solchi senza problemi (non ho provato la 1812 della Telarc, ma francamente non sento la mancanza della prova) e che per l'utente finale non obbliga ad avere un fono MC; ormai molti amplificatori hanno reintrodotto l'ingresso fono MM.
Insomma, questa testina mi è sembrata un gran bel prodotto. Non fa rimpiangere testine MC di pari costo.
Prima di provarla mi sono chiesto come mai una testina di questa tipologia costasse più di duemila euro; ma dopo averla provata non me lo sono chiesto più!
Domenico Pizzamiglio
Set di viti per fissaggio testina SOUNDSMITH EZ
Da tempo ci pensavo e visto che mi arrivava una testina del marchio, ho comprato il set di viti proposto dal marchio americano. Queste viti hanno la particolarità di avere una testa molto grande, zigrinata, che permette di stringerle senza bisogno né del mitico minuscolo cacciavite che scappa sempre dalle dita, né con il girabrugole. Sono comodissime; la dimatura si fa in pochi minuti, a condizione che vi sia sufficiente la loro lunghezza di solo 10 mm (e purtroppo non con tutte le testine è sufficiente). Nella confezione ne troverete quattro set, da quelle leggerissime in nylon (1,04 gr la coppia), a quelle di peso intermedio in alluminio (2,06 gr), fino a giungere a quelle più pesanti in bronzo (6,14 gr) e acciaio (6,30 gr). Ci sono anche quattro rondelle in nylon per non rovinare lo shell e i controdadi amagnetici. L'acquisto è consigliato sia per la comodità (estrema), sia per la finalità di poter aggiustare la massa del braccio attraverso il peso aggiuntivo costituito dalle EZ.
Sito del produttore: www.sound-smith.com
Sito del distributore italiano: www.audioreference.it
Prezzo di listino Soundsmith Aida € 2.095,00
Prezzo di listino set di viti EZ € 63,00