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Spirit Torino Radiante
Tanto tempo fa, ai gloriosi tempi dell'alta fedeltà degli anni '70, le mode nell'audio non esistevano. Gli impianti erano composti da una sorgente analogica, amplificazione e diffusori. Stop. Non si parlava di cavi, di accessori più o meno miracolosi, di fine tuning (che brutta espressione) e di mille altre amenità. Si collegavano tra loro i tre componenti, si cercava possibilmente una collocazione ai diffusori che non fosse il buttarli in orizzontale su una libreria a 2 metri di altezza, o attaccati alla parete di fondo, appoggiati al pavimento. Malgrado ciò, ci godevamo i nostri Pink Floyd, Miles Davis e persino Mozart. Certo, rispetto al compatto di Selezione o ai portatili giapponesi stile Bronx, era un gran bel sentire ... ah, giusto, ora che ci penso, esistevano anche le cuffie! Eh, già. Le si usava molto nel campo del professionale. Chi lavorava in radio o in TV, chi faceva il DJ, chi suonava la batteria sulla riproduzione dei dischi, chi voleva ascoltare musica e non voleva disturbare il fratello che dormiva fino a tardi al mattino (chi vi sta scrivendo era in queste due ultime condizioni). A parte i casi personali, c'erano appassionati di musica che gradivano ascoltare musica a tutte le ore e, condividendo magari lo spazio con genitori o consorti, erano costretti alla cuffia per non disturbare. Il mercato delle cuffie, quindi, era limitato più al settore professionale, con escursioni nel campo amatoriale.
Tutto questo discorso servirebbe a dimostrare che il prepotente ritorno delle cuffie non è una moda passeggera, come qualcuno afferma, sulla base del fatto che, in effetti, da qualche anno il settore dell'audio, che alle mode pareva refrattario, soffre anch'esso di questo fenomeno. Riflussi analogici a volte (a volte, ribadisco) privi di senso, esplosioni di DAC, elucubrazioni sui software di riproduzione audio da PC, elaborazioni elettroniche del suono (ormai i DSP ve li tirano dietro a costo quasi zero), accessori di tutti i generi al limite del vero esoterismo, forse creati da santoni e guaritori, e via discorrendo. Non se ne può più. L'unica cosa che dovrebbe davvero tornare di moda, e cioè l'ascolto di musica dal vivo, latita sempre di più, come testimoniano i teatri e le sale da concerto spesso vuote, frequentate solo da anziani che da un anno all'altro sono sempre di meno, per motivi naturali. Beh, lasciamo stare le polemiche e torniamo alle cuffie. Negli ultimi anni, c'è stato un vero e proprio boom di questo mercato, nel quale si sono lanciati tutti. Vi svegliate una mattina indecisi su cosa fare da grandi? Facile! Una bella azienda di cuffie! Ora: bisogna riconoscere che i numeri sono diventati notevoli, sopratutto a causa del modo di fruire la musica che ha preso tanto piede negli ultimi anni. La musica adesso ci segue a mezzo smartphone o piccoli riproduttori digitali nel quali possiamo stipare anche grosse discoteche, grazie a memorie di massa sempre più capienti ed economiche. Come sono lontani i tempi dei Walkman, quando ci dovevamo portare dietro le cassette o, peggio ancora, dei riproduttori portatili di cassette, ancora più ingombranti e di qualità davvero scarsina. La gente, adesso, ascolta musica da quando esce di casa a quando rientra, con l'insopportabile interruzione dovuta al lavoro, tra un trasferimento e l'altro ... E siccome ascoltiamo musica, in qualche modo dobbiamo farla pervenire alle orecchie, senza frantumare l'anima a tutti coloro che ci circondano. Il solo modo che abbiamo è utilizzando delle cuffie. Ce ne sono di vari tipi: intraurali, sovraurali, aperte, chiuse, con filo, Bluetooth ... e di tutte le qualità, da quelle fornite con lo smartphone, a quelle molto costose. Tutto ciò deve avere in qualche modo trascinato anche il mercato delle cuffie di alta/altissima qualità, quasi sempre ad elevata impedenza e bassa sensibilità, che devono essere amplificate bene e con potenza ragguardevole, per poter suonare come si deve. Non si spiegherebbe altrimenti questa vera o propria esplosione di oggetti che non possono essere utilizzati con la musica portatile, ma devono essere collegati ad amplificatori, sia a stato solido che a valvole, che non si possono certo trasportare mentre si passeggia o si corre. Sono sorte anche mostre internazionali specializzate, spesso agganciate alle tradizionali fiere di hi-fi, dedicate alla passione per le cuffie. Veniamo adesso alla nostra Radiante, che ho chiesto in prova in quanto unico modello di tipo chiuso prodotto da Spirit Torino. Non ho mai nascosto la mia preferenza per le cuffie di tipo chiuso, per un motivo molto semplice: sono le uniche che permettono di isolare dai rumori esterni e, contemporaneamente, di non disturbare chi ci sta vicino. Gli ascolti cominciano col SACD MFSL "Cafè Blue" di Patricia Barber. Premesso che la registrazione ha di suo un basso un po' troppo pronunciato, per essere veramente naturale, con le Radiante il suono della parte bassa dello spettro è sempre chiaro e sotto ferreo controllo. Gli attacchi delle corde della chitarra elettrica sembrano provenire direttamente dal suo amplificatore, mentre ogni più piccola nuance dei colpi sulle congas è ben avvertibile. Il rullante della batteria, nel brano Mourning Grace parte in pianissimo con le ghost notes* appena accennate, eppure non ne perdiamo una, in questo ascolto, diversamente con quanto accade normalmente utilizzando i diffusori, che tendono a nasconderle un po'. Gli attacchi dei tamburi, ovviamente più violenti e netti di quelli della chitarra ai quali accennavo prima, sono veloci a sufficienza per fornire una buona sensazione di credibilità al suono tutto. Passo alla Sinfonia n. 49 di Haydn, diretta da Pier Carlo Orizio (CD Amadeus), anche per prepararmi alla sua esecuzione dal vivo, alla quale assisterò tra pochi giorni, all'Auditorium di Milano. Molto interessante il risultato che si ottiene con questa cuffia, che riesce a far quasi dimenticare che ho due altoparlanti che emettono i suoni direttamente nelle orecchie, e da una buona sensazione di spazialità nell'arco dei 180 gradi sopra la testa. Bello il suono del clavicembalo, e ben integrato nell'emissione globale dell'orchestra. I bassi sono autorevoli, forse un filino in primo piano, ma questa è una caratteristica che noto, in generale, con tutte le cuffie, e nient'affatto sgradevole. Gli archi sono sempre equilibrati e non stridono mai oltre il lecito. Le Radiante, in pratica, rendono ottima giustizia alla registrazione di questa splendida Sinfonia. Resto sulla musica classica col SACD Chandos "Janacek - Orchestral Works Vol. 2", suonato dalla Bergen Philharmonic Orchestra, diretta da Edward Gardner, ed ascolto il mio amato "Taras Bulba". In questo brano, l'organo arriva praticamente all'infrasuono, ed è incredibile l'effetto che queste cuffie riescono a riprodurre. Se è vero che inevitabilmente manca la sensazione fisica dell'aria che vibra, le orecchie percepiscono senza difficoltà le vibrazioni delle note gravi, il basso numero di cicli per secondo, che sono riprodotti senza apprezzabili distorsioni. Le Radiante trattano le note più acute con piacevole dolcezza, scongiurando la fatica d'ascolto, anche dopo ore ed ore di utilizzo. E chi ha usato a lungo le cuffie, sa che non è un risultato alla portata di tutti. I timpani, suonati in fortissimo nell'ultimo movimento, sono veloci e dinamici, precisi come nella realtà. L'ascolto generale è, allo stesso tempo, corretto e spettacolare. Passo a Paolo Conte, "Una faccia in prestito" (CD East West). L'ascolto, in questo caso, è piuttosto "intimistico", ed apprezzo una voce con una nota di calore data dal medio-basso leggerissimamente avanzato, ed un acuto appena smussato nella parte superiore. Tutti ben chiari e godibili gli strumenti utilizzati nei complessi arrangiamenti utilizzati in queste composizioni del cantautore astigiano. In conclusione, cosa aggiungere? Siamo al cospetto di una cuffia di grande qualità sonora e costruttiva, che non ha alcun timore reverenziale verso i migliori marchi mondiali. Il suo suono è, allo stesso tempo, carico di dettagli ma mai affaticante, grazie ad un'impostazione a tinte morbide, gradevolissime e mai fuori luogo. Se siete a caccia di cuffie su questa cifra, non potete fare a meno di ascoltare le Radiante o, se preferite, qualche modello aperto di Spirit Torino nella stessa fascia di mercato. Angelo Jasparro *Una veloce spiegazione di ciò che sono le ghost notes, s'impone. Avete presente quando il batterista colpisce il rullante, che è il tamburo che si trova proprio davanti a lui? Di solito da un colpo secco e poi vedete che spesso (non sempre) la bacchetta compie vari rimbalzi poco avvertibili, controllati dalla mano sinistra del batterista. Durante quei rimbalzi si producono dei suoni di intensità molto inferiore, ma sempre udibili, tecnico del suono permettendo, che riempiono gli spazi apparentemente vuoti tra un colpo e l'altro. Produttore: Spirit Torino Prezzo al febbraio 2020: euro 2.250,00 |