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Stromae a Milano
Milano, 15 Dicembre 2014
Forum di Assago

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Stromae è un fenomeno mondiale. Trasversale. Colpisce giovani e vecchi, uomini e donne, bianchi e neri. Stromae parla un linguaggio che tutti comprendono, malgrado l’idioma francese ormai un po’ desueto; anzi, lui lo ha resuscitato portandolo a quella dignità che fu di Ives Montand, di Georges Brassens, dell’immensa, stupenda, indimenticabile Edith Piaf.

Stromae è un attore. Lo abbiamo visto ieri sera mentre cantava Formidable, o mentre era chiuso nel playbox prima di cantare Papaoutai. Si muove sul palcoscenico come una pantera, o come un guerriero Zulu, o come un Watusso. Ma accenna passi di danza come fosse la Pavlova. Ma non è un ballerino; è un animale da palcoscenico che cattura l’attenzione sia per la sua fisicità, così alto e magro, per gli occhi chiari, inusuali in una persona di colore, che quando volge lo sguardo verso di te, si illuminano, sia perché ha un atteggiamento naturale, da bravo ragazzo che si diverte e vuol far divertire; e per la mimica facciale, che muta ogni secondo, senza mai essere uguale.

Stromae è uomo di cultura. Te lo dicono i suoi testi. Te lo dice la sua semplicità (eppure avrebbe tutte le ragioni per “tirarsela”). Lo dice la sua musica, con continui richiami a quella terra africana dalla quale proveniva suo padre, ruandese, ma arricchita da sonorità hip-hop. Lo dicono i suoi testi, mai sciocchi, tesi ad appiattire e ad annientare certi inutili luoghi comuni. Te lo dice il dolore per la mancanza di un padre, forse morto ucciso, che pure lui canta su un ritmo forsennato, ma mai esagerato; come se il dolore lo si potesse sempre stemperare con quel qualcosa che la vita ogni giorno ti regala.

Stromae è un cantante. E mi si permetta di dire che Stromae è un grandissimo cantante; ha una tecnica stupefacente. Lo vedi che prende quel minimo di fiato, comprime il diaframma e canta, perfettamente intonato, in tutte le posizioni immaginabili, anche quando balla come un perfetto africano. In due ore e mezzo di concerto si è scoordinato una sola volta per non più di quattro/cinque secondi e perché non aveva la base. Per il resto è un piacere ascoltarlo.

Il concerto è stato ovviamente un successo perché con quelle premesse non poteva essere diversamente.  
Questo ragazzo belga (che, ridendo, assume che tutto al mondo sia originario del Belgio), mezzo bianco e mezzo nero, che gioca sull’ambiguità sessuale annientandola, che si trasforma dalla moglie frustrata di Tous les mêmes allo splendido ubriaco di Formidable, senza nessuna difficoltà, che diffonde messaggi positivi a tutti quanti, sta travolgendo il mondo. L’intelligenza paga, da sempre; e lui manda il messaggio positivo di un ragazzo che ti dice “niente droga, niente sotterfugi, vivi la vita per come è”.

Un bellissimo concerto. In attesa della prossima dose di positività.

Mi perdonerete se non posto foto; ma sono stato troppo concentrato per perdermi in fotogrammi che sono poi inutili, perché nulla aggiungerebbero a quanto ho scritto.

Un gros merci Stromae; à bientôt !



Domenico Pizzamiglio

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