THE VARIO'S Angelo
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
Charles Bukowski
Charles Bukowski, un ardito pensatore, la luce che squarcia il buio, mostrandoci la profondità della diversità, l'uomo che ha scelto di essere anomalo. Ho voluto citarlo proprio per sottolineare che non tutti amano percorrere le vie maestre, non tutti si inchinano all'ovvio e seguono le strade percorse dagli altri, si può giungere alla bellezza senza uniformarsi alle masse. E' vero, però, che uniformarsi è comodo, confortevole, rassicurante; ma è anche vero che per rimanere fuori dal coro ci vogliono gli attributi, il coraggio di essere se stessi e diversi, di faticare il doppio per ottenere quello che è giusto.
Voi direte, cari lettori, ma che c'entra con l'hi-fi ... eppure c'entra, soprattutto quando si scrive e si narra di due oggetti sonori "anomali" come le The Vario's Angelo.
Dicevo, anomali, in quanto frutto, dal punto di vista esteriore, della matita del loro creatore Camillo Di Rocco il quale, provenendo dal settore del design di moda, li ha concepiti, una intera linea di diffusori, senza lasciare imbrigliare la sua fantasia dai vetusti e retrivi canoni estetici di quel popolo di "tromboni" che siamo noi audiofili. Ecco che il design di questi diffusori è "estremo" avendo integrato un sontuoso progetto elettroacustico in un mobile dalle fattezze "umane", degli ominidi incrociati con dei volatili, colorati e gioiosi e di certo non "ignorabili" da alcuno.
Diffusori a 4 vie, unconventional, come riporta la bella placca posteriore.
Quando li ho ricevuti al mio studio, ricordo la data, 23 dicembre 2015, li abbiamo subito collegati e posizionati ad occhio e da subito hanno mostrato le loro potenzialità. Anche se, avendoli tenuti per 5 mesi, la prima impressione era solo una pallida idea di quello che poi ho "scoperto", visto che giorno per giorno essi sono stati protagonisti dei miei ascolti ed hanno visto l'avvicendarsi al loro pilotaggio di molte configurazioni diverse del mio impianto di studio.
Come anticipavo, un "sontuoso" progetto elettroacustico costituito da un woofer per la gamma bassa da 30 cm, alloggiato orizzontalmente all'interno della cassa acustica con un sistema passabanda del 6° ordine acustico, con doppio reflex a guadagno regolabile meccanicamente mediante elementi modulari che ne allungano i condotti.
La gamma da 120 Hz fino a 1800 Hz viene riprodotta da un altoparlante da 160 mm con cono in fibra di carbonio, alloggiato in un volume separato, caricato in bass-reflex, con un doppio condotto rivolto nella parte posteriore del mobile.
La gamma di frequenze oltre i 1800 Hz vengono riprodotte da un tweeter al neodimio a cupola morbida da 28mm, raffreddato a ferrofluido, posta in una unità a sé stante dalle fattezze ornitologiche e impilata sulla "testa" degli angeli mediante degli attacchi ad incastro.
Emissione posteriore in funzione di "ambienza" mediante unità tweeter a cupola morbida da 28mm, raffreddato a ferrofluido, alloggiato in un cavità indipendente e caricato con una corta tromba ad emissione asimmetrica. Gamma di frequenza oltre gli 8 KHz.
Charles Bukowski
Charles Bukowski, un ardito pensatore, la luce che squarcia il buio, mostrandoci la profondità della diversità, l'uomo che ha scelto di essere anomalo. Ho voluto citarlo proprio per sottolineare che non tutti amano percorrere le vie maestre, non tutti si inchinano all'ovvio e seguono le strade percorse dagli altri, si può giungere alla bellezza senza uniformarsi alle masse. E' vero, però, che uniformarsi è comodo, confortevole, rassicurante; ma è anche vero che per rimanere fuori dal coro ci vogliono gli attributi, il coraggio di essere se stessi e diversi, di faticare il doppio per ottenere quello che è giusto.
Voi direte, cari lettori, ma che c'entra con l'hi-fi ... eppure c'entra, soprattutto quando si scrive e si narra di due oggetti sonori "anomali" come le The Vario's Angelo.
Dicevo, anomali, in quanto frutto, dal punto di vista esteriore, della matita del loro creatore Camillo Di Rocco il quale, provenendo dal settore del design di moda, li ha concepiti, una intera linea di diffusori, senza lasciare imbrigliare la sua fantasia dai vetusti e retrivi canoni estetici di quel popolo di "tromboni" che siamo noi audiofili. Ecco che il design di questi diffusori è "estremo" avendo integrato un sontuoso progetto elettroacustico in un mobile dalle fattezze "umane", degli ominidi incrociati con dei volatili, colorati e gioiosi e di certo non "ignorabili" da alcuno.
Diffusori a 4 vie, unconventional, come riporta la bella placca posteriore.
Quando li ho ricevuti al mio studio, ricordo la data, 23 dicembre 2015, li abbiamo subito collegati e posizionati ad occhio e da subito hanno mostrato le loro potenzialità. Anche se, avendoli tenuti per 5 mesi, la prima impressione era solo una pallida idea di quello che poi ho "scoperto", visto che giorno per giorno essi sono stati protagonisti dei miei ascolti ed hanno visto l'avvicendarsi al loro pilotaggio di molte configurazioni diverse del mio impianto di studio.
Come anticipavo, un "sontuoso" progetto elettroacustico costituito da un woofer per la gamma bassa da 30 cm, alloggiato orizzontalmente all'interno della cassa acustica con un sistema passabanda del 6° ordine acustico, con doppio reflex a guadagno regolabile meccanicamente mediante elementi modulari che ne allungano i condotti.
La gamma da 120 Hz fino a 1800 Hz viene riprodotta da un altoparlante da 160 mm con cono in fibra di carbonio, alloggiato in un volume separato, caricato in bass-reflex, con un doppio condotto rivolto nella parte posteriore del mobile.
La gamma di frequenze oltre i 1800 Hz vengono riprodotte da un tweeter al neodimio a cupola morbida da 28mm, raffreddato a ferrofluido, posta in una unità a sé stante dalle fattezze ornitologiche e impilata sulla "testa" degli angeli mediante degli attacchi ad incastro.
Emissione posteriore in funzione di "ambienza" mediante unità tweeter a cupola morbida da 28mm, raffreddato a ferrofluido, alloggiato in un cavità indipendente e caricato con una corta tromba ad emissione asimmetrica. Gamma di frequenza oltre gli 8 KHz.
Tutti gli altoparlanti sono di produzione Morel.
Crossover a quattro rami:
Risposta in frequenza 20 - 20000hz
Cabinet realizzato interamente con macchine CNC di ultima generazione, utilizzando esclusivamente legno multistrato di betulla incollato a strati, dando così vita ad un mobile modellato esternamente ma sopratutto nelle geometrie interne e nei condotti di accordo. Il mobile può essere personalizzato sui fianchi scegliendo il rivestimento in tessuto oppure in pelle ecologica. I diffusori da me testati hanno il rivestimento in tessuto.
Il tutto per un peso di circa 80 kg. cadauno.
Vengono consegnati con alcuni accessori, fra cui gli elementi modulari per la variazione della lunghezza del condotto reflex (utilissimi per adattarli all'ambiente d'ascolto per le frequenze basse) ed una base in legno da porre a pavimento.
Il posizionamento ottimale dei diffusori nella stanza del mio studio, adibita a sala d'ascolto wife proof (anche se mia moglie non è assolutamente anti audiofilia, è lei stessa audiofila, anzi meglio, musicofila), è stato abbastanza lungo, non fosse altro che essa stessa (la stanza) doveva ancora disvelare la sua natura, visto che mi sono ritrasferito al mio studio (dopo una ristrutturazione) solo nel mese di ottobre 2015 e la sala è stata dotata di impianto elettrico indipendente solo nel mese di novembre. La stanza è di dimensioni rettangolari, 6 metri per 5,50 circa, con volte a crociera alte circa 5 metri.
La posizione ottimale si è raggiunta distanziando i diffusori dalle parete posteriore di circa 1 metro, 1 metro e 20 cm circa dalle pareti laterali, inclinati verso il punto d'ascolto, posizionato a circa 2 metri e 80, di 15/20 gradi. In questa ricerca del posizionamento ottimale si sono rivelati fondamentali gli elementi modulari a corredo per variare la lunghezza del condotto reflex posto alla base dei diffusori, preso atto che i gli angeli sono dotati di un basso "importante" e molto esteso.
La morsettiera di collegamento all'amplificatore è predisposta per il biwiring, biamping, con quattro morsetti di pregiata fattura idonei ad ogni sorta di terminazione, banane, forcelle e cavo spellato.
Alle sedute di ascolto hanno partecipato anche i miei amici audiofili più cari ed una svariata moltitudine di persone, visto che quasi ogni sabato e domenica mattina, al mio studio si svolgono incontri fra appassionati.
Nel corso della lunga convivenza con questi diffusori ho assistito ad una vera e propria evoluzione del suono da loro riprodotto, che andava man mano strutturandosi, sempre in meglio, sia perché il mio impianto ha subito varie trasformazioni, sia perché si sono letteralmente rodati, fino a "sciogliersi" completamente. All'inizio della convivenza il basso appariva un po' troppo abbondante, ma in seguito, complice il corretto posizionamento, il rodaggio, il tuning sul condotto d'accordo reflex e lo studio del posizionamento del tappeto (in verità è un tappeto enorme - copre quasi completamente il pavimento della stanza), dapprima sotto i diffusori e poi posizionato ad una distanza di circa 1 metro, lasciando i diffusori a contatto con il pavimento sulla loro base lignea, il basso è divenuto corretto, esteso, articolato e dinamico.
L'impianto da me utilizzato è così composto, nella ultima configurazione :
sorgente: pc dedicato, Intel i5 quad core di ultima generazione, SSD, Win10 ottimizzato, JRiver 21, 8 Tera di musica in formati ad alta definizione, DSD e lossless;
DAC: M2tech Young DSD con alimentatore lineare dedicato custom made del caro amico Graziano Pintauro;
cavo USB: custom made dal caro amico Pino Moschetta con alimentazione a batteria del chip USB;
preamplificatore: Classè Audio SIX L
finale: NAD 208 (250+250 Watt)
Per le prove ho utilizzato un ottimo set completo di cavi di segnale, potenza e alimentazione (sul DAC) in alluminio, realizzati dall'appassionato autocostruttore Loris Botteon, nonchè i miei fidi Art Millenium 4000 di segnale, Analog Research Silver Raincoat (sul finale) e Lapp Ollflex (sul pc e pre) di alimentazione. Fase elettrica sempre accuratamente verificata.
Ho dato in pasto a queste casse acustiche ogni sorta di musica ed ogni sorta di elettroniche, facendole suonare, fra le altre, con il mio finale Krell KSA 100, con i miei finali mono a valvole Esoteric Audio Research 509, con il mio integrato valvolare Raysonic Sp 88, con un pre Audio Research Sp 9 MKII dell'amico Marco Panza, con il mio pre valvolare Tube Technologies The Seer, con pre e finale Conrad Johnson Premier 17LSII e MV60 del caro amico Beppe Catapano ed altre elettroniche che non menziono.
C'è un termine che viene spesso utilizzato nell'audiofilia che letteralmente aborro, un termine che spesso viene utilizzato dai soloni e dai "talebani" dell'audio a sproposito, quando, non sapendo cosa riferire in ordine al suono di un impianto o di un componente, si riempiono la bocca pronunciando la parolina magica, id est, trasparenza. Dicevo, io aborro questo termine perché non significa nulla o forse significa troppo, ma in questo caso mi sento obbligato ad utilizzarlo, riempiendomi empiamente la bocca dell'odiato aggettivo.
Dunque, come suonano le Angelo ? Trasparenti ... ecco l'ho detto, anzi l'ho scritto. Sciagura, vergogna, me tapino !!!!
Ma trasparenti come, in che senso? Non certo nel senso comunemente abusato, ovvero quella presunzione che alcuni hanno di sapere cosa ci sia inciso nei nostri amati supporti musicali, tanto che si riempiono la bocca di questo termine per significare che "l'attrezzo" di cui sproloquiano riproduca fedelmente il contenuto del disco, del file musicale, della incisione, se non addirittura la fedeltà all'evento reale.
Per le Angelo, invece, è diverso. Sono trasparenti nel senso che rivelano ogni modifica, seppur minima, del set-up d'ascolto. Sono la "Cartina di Tornasole" per individuare e mettere a nudo la qualità di ciò che si da loro in pasto. Attraverso le Angelo si individuano le caratteristiche soniche di qualsiasi componente, cavo, accessorio che si è aggiunto o sostituito all'impianto posto a monte. In questo sono trasparenti, melius, sono rivelatrici, spietatamente senza indulgere in leziosità, senza coprire con la propria personalità le deficienze dell'impianto.
Sono, nel senso più aulico del significato, diffusori spietati ed è questo l'elemento caratterizzante della loro personalità, dell'idea posta alla base del progetto. Alcuni potrebbero obiettare che però tale connotato possa essere inteso quale mancanza della menzionata personalità, quando invece essi dovrebbero essere, per coloro i quali si reputano audiofili, il condensato dell'idea dell'alta fedeltà, un diffusore a gamma intera che nulla toglie e nulla aggiunge al messaggio musicale che giunge ai suoi morsetti. Il terminale del famoso ideale del "filo con guadagno".
Ecco che con le Angelo al mio studio con gli amici più cari si sono svolte prove in batteria di DAC, di cavi, di alimentazioni dedicate per i DAC, ed anche la demo dei prodotti Merging il 9/10 gennaio 2016 con una cinquantina di ospiti ...
Dicevo, sono rivelatrici e mettono in evidenza ogni lacuna di quanto posto a monte, per esempio, con la loro presenza ho potuto constatare quanto nefasto effetto si abbia non appena la tensione elettrica si discosti dai 220 Volt, visto che da me nel pomeriggio, a causa dell'apertura dei negozi, la tensione tende ad abbassarsi notevolmente, sino a scendere a 206/207 Volt. Infatti capita che gli ascolti esaltanti della mattina o tarda serata non si replichino in pari misura nel pomeriggio quando tutte le vetrine dei negozi, insegne e interni sono illuminati (il mio studio è ubicato, ahimè, nella strada principale dello shopping della mia città). Proprio in occasione della demo Merging ho preso maggiore contezza di tale problematica, quando nel pomeriggio del sabato ho verificato che l'impianto suonava nettamente peggio della mattina.
Crossover a quattro rami:
- passa basso del 2° ordine elettrico – frequenza di taglio 120 Hz;
- passa banda asimmetrico del 1/2° ordine – frequenza di intervento 120-1800 Hz;
- passa alto tweeter frontale del 2° ordine elettrico – frequenza di lavoro da 1800 Hz;
- passa alto tweeter posteriore del 1° ordine elettrico - frequenza di lavoro oltre 8 KHz.
- Impedenza max 11 Ohm – min 4 Ohm – nominale 8 Ohm.
Risposta in frequenza 20 - 20000hz
Cabinet realizzato interamente con macchine CNC di ultima generazione, utilizzando esclusivamente legno multistrato di betulla incollato a strati, dando così vita ad un mobile modellato esternamente ma sopratutto nelle geometrie interne e nei condotti di accordo. Il mobile può essere personalizzato sui fianchi scegliendo il rivestimento in tessuto oppure in pelle ecologica. I diffusori da me testati hanno il rivestimento in tessuto.
Il tutto per un peso di circa 80 kg. cadauno.
Vengono consegnati con alcuni accessori, fra cui gli elementi modulari per la variazione della lunghezza del condotto reflex (utilissimi per adattarli all'ambiente d'ascolto per le frequenze basse) ed una base in legno da porre a pavimento.
Il posizionamento ottimale dei diffusori nella stanza del mio studio, adibita a sala d'ascolto wife proof (anche se mia moglie non è assolutamente anti audiofilia, è lei stessa audiofila, anzi meglio, musicofila), è stato abbastanza lungo, non fosse altro che essa stessa (la stanza) doveva ancora disvelare la sua natura, visto che mi sono ritrasferito al mio studio (dopo una ristrutturazione) solo nel mese di ottobre 2015 e la sala è stata dotata di impianto elettrico indipendente solo nel mese di novembre. La stanza è di dimensioni rettangolari, 6 metri per 5,50 circa, con volte a crociera alte circa 5 metri.
La posizione ottimale si è raggiunta distanziando i diffusori dalle parete posteriore di circa 1 metro, 1 metro e 20 cm circa dalle pareti laterali, inclinati verso il punto d'ascolto, posizionato a circa 2 metri e 80, di 15/20 gradi. In questa ricerca del posizionamento ottimale si sono rivelati fondamentali gli elementi modulari a corredo per variare la lunghezza del condotto reflex posto alla base dei diffusori, preso atto che i gli angeli sono dotati di un basso "importante" e molto esteso.
La morsettiera di collegamento all'amplificatore è predisposta per il biwiring, biamping, con quattro morsetti di pregiata fattura idonei ad ogni sorta di terminazione, banane, forcelle e cavo spellato.
Alle sedute di ascolto hanno partecipato anche i miei amici audiofili più cari ed una svariata moltitudine di persone, visto che quasi ogni sabato e domenica mattina, al mio studio si svolgono incontri fra appassionati.
Nel corso della lunga convivenza con questi diffusori ho assistito ad una vera e propria evoluzione del suono da loro riprodotto, che andava man mano strutturandosi, sempre in meglio, sia perché il mio impianto ha subito varie trasformazioni, sia perché si sono letteralmente rodati, fino a "sciogliersi" completamente. All'inizio della convivenza il basso appariva un po' troppo abbondante, ma in seguito, complice il corretto posizionamento, il rodaggio, il tuning sul condotto d'accordo reflex e lo studio del posizionamento del tappeto (in verità è un tappeto enorme - copre quasi completamente il pavimento della stanza), dapprima sotto i diffusori e poi posizionato ad una distanza di circa 1 metro, lasciando i diffusori a contatto con il pavimento sulla loro base lignea, il basso è divenuto corretto, esteso, articolato e dinamico.
L'impianto da me utilizzato è così composto, nella ultima configurazione :
sorgente: pc dedicato, Intel i5 quad core di ultima generazione, SSD, Win10 ottimizzato, JRiver 21, 8 Tera di musica in formati ad alta definizione, DSD e lossless;
DAC: M2tech Young DSD con alimentatore lineare dedicato custom made del caro amico Graziano Pintauro;
cavo USB: custom made dal caro amico Pino Moschetta con alimentazione a batteria del chip USB;
preamplificatore: Classè Audio SIX L
finale: NAD 208 (250+250 Watt)
Per le prove ho utilizzato un ottimo set completo di cavi di segnale, potenza e alimentazione (sul DAC) in alluminio, realizzati dall'appassionato autocostruttore Loris Botteon, nonchè i miei fidi Art Millenium 4000 di segnale, Analog Research Silver Raincoat (sul finale) e Lapp Ollflex (sul pc e pre) di alimentazione. Fase elettrica sempre accuratamente verificata.
Ho dato in pasto a queste casse acustiche ogni sorta di musica ed ogni sorta di elettroniche, facendole suonare, fra le altre, con il mio finale Krell KSA 100, con i miei finali mono a valvole Esoteric Audio Research 509, con il mio integrato valvolare Raysonic Sp 88, con un pre Audio Research Sp 9 MKII dell'amico Marco Panza, con il mio pre valvolare Tube Technologies The Seer, con pre e finale Conrad Johnson Premier 17LSII e MV60 del caro amico Beppe Catapano ed altre elettroniche che non menziono.
C'è un termine che viene spesso utilizzato nell'audiofilia che letteralmente aborro, un termine che spesso viene utilizzato dai soloni e dai "talebani" dell'audio a sproposito, quando, non sapendo cosa riferire in ordine al suono di un impianto o di un componente, si riempiono la bocca pronunciando la parolina magica, id est, trasparenza. Dicevo, io aborro questo termine perché non significa nulla o forse significa troppo, ma in questo caso mi sento obbligato ad utilizzarlo, riempiendomi empiamente la bocca dell'odiato aggettivo.
Dunque, come suonano le Angelo ? Trasparenti ... ecco l'ho detto, anzi l'ho scritto. Sciagura, vergogna, me tapino !!!!
Ma trasparenti come, in che senso? Non certo nel senso comunemente abusato, ovvero quella presunzione che alcuni hanno di sapere cosa ci sia inciso nei nostri amati supporti musicali, tanto che si riempiono la bocca di questo termine per significare che "l'attrezzo" di cui sproloquiano riproduca fedelmente il contenuto del disco, del file musicale, della incisione, se non addirittura la fedeltà all'evento reale.
Per le Angelo, invece, è diverso. Sono trasparenti nel senso che rivelano ogni modifica, seppur minima, del set-up d'ascolto. Sono la "Cartina di Tornasole" per individuare e mettere a nudo la qualità di ciò che si da loro in pasto. Attraverso le Angelo si individuano le caratteristiche soniche di qualsiasi componente, cavo, accessorio che si è aggiunto o sostituito all'impianto posto a monte. In questo sono trasparenti, melius, sono rivelatrici, spietatamente senza indulgere in leziosità, senza coprire con la propria personalità le deficienze dell'impianto.
Sono, nel senso più aulico del significato, diffusori spietati ed è questo l'elemento caratterizzante della loro personalità, dell'idea posta alla base del progetto. Alcuni potrebbero obiettare che però tale connotato possa essere inteso quale mancanza della menzionata personalità, quando invece essi dovrebbero essere, per coloro i quali si reputano audiofili, il condensato dell'idea dell'alta fedeltà, un diffusore a gamma intera che nulla toglie e nulla aggiunge al messaggio musicale che giunge ai suoi morsetti. Il terminale del famoso ideale del "filo con guadagno".
Ecco che con le Angelo al mio studio con gli amici più cari si sono svolte prove in batteria di DAC, di cavi, di alimentazioni dedicate per i DAC, ed anche la demo dei prodotti Merging il 9/10 gennaio 2016 con una cinquantina di ospiti ...
Dicevo, sono rivelatrici e mettono in evidenza ogni lacuna di quanto posto a monte, per esempio, con la loro presenza ho potuto constatare quanto nefasto effetto si abbia non appena la tensione elettrica si discosti dai 220 Volt, visto che da me nel pomeriggio, a causa dell'apertura dei negozi, la tensione tende ad abbassarsi notevolmente, sino a scendere a 206/207 Volt. Infatti capita che gli ascolti esaltanti della mattina o tarda serata non si replichino in pari misura nel pomeriggio quando tutte le vetrine dei negozi, insegne e interni sono illuminati (il mio studio è ubicato, ahimè, nella strada principale dello shopping della mia città). Proprio in occasione della demo Merging ho preso maggiore contezza di tale problematica, quando nel pomeriggio del sabato ho verificato che l'impianto suonava nettamente peggio della mattina.
Ora, quello che sorprende di questi diffusori è la disinvoltura con la quale essi innalzano il loro rendimento man mano che si innalza la qualità del set-up di riproduzione musicale, sembra non abbiano limiti in fatto di risoluzione, assenza di grana, estensione, coerenza, tenuta in potenza e capacità di dipanare grandi quantità di informazioni musicali ed ambientali, anche quando si riproduce la grande orchestra a volumi realistici.
Lo stage, una volta trovato il posizionamento corretto, è sempre ampio, alto e profondo e capace di portare l'ascoltatore nel luogo in cui si è realizzata la registrazione. La scansione dei piani sonori, id est il collocamento spaziale degli strumenti e interpreti nelle tre dimensioni, è sempre corretta ricostruendo in maniera credibile il palcoscenico virtuale.
Tale caratteristica si esalta con le registrazioni ricche di informazioni ambientali, come per esempio all'ascolto dell'album di Eduardo Paniagua Group "Danzas Medievales Españolas" edito dalla MA Recordings nel 1995 e registrato in una antica cattedrale, oppure nell'ascolto del brano di David Lang ed intepretato da Maya Beiser "World to come IV". Gli echi, i riverberi ambientali, il decadimento armonico delle note vengono riprodotti in maniera coinvolgente proiettando l'ascoltatore in presenza dell'evento live.
Le "pedalate" d'organo a canne de "My hart's in The Highlands" di Arvo Part vengono riprodotte in maniera plausibile e realistica senza fatica alcuna.
Pure nel rock e nel pop non palesano alcun disagio, le incisioni dei Radiohead, per dare un'idea, costruite con sovraincisioni estreme di effetti e voci, rendono alla meglio.
Così come il dipanarsi nella musica elettronica delle complesse trame sonore per il trip-hop, l'industrial rock e la drone music. Il tutto, ovviamente, sempre che la catena a monte (corrente elettrica permettendo) sia all'altezza del compito.
Con il Jazz e la classica si esaltano letteralmente come quando nella riproduzione dell'introduzione del Macbeth di Giuseppe Verdi, quella diretta da Chailly, lasciano senza fiato per la coerenza, la facilità e immanenza con cui riproducono la grande orchestra, gli ottoni, gli archi, i legni, le pelli.
Meraviglioso il rendimento con le moderne registrazioni in alta definizione e DSD, per esempio con la musica rinascimentale e barocca proposta dalla Alia Vox in SACD con l'immarcescibile ed onnipresente Jordi Savall.
Nella interpretazione della Royal Concertgebouw Orchestra, diretta da Mariss Jansons dei celeberrimi "Quadri di una esposizione" di Mussorgsky, incisa in SACD ibrido dalla RCO, le frequenze più basse sono molto intelligibili e chiare e i violini hanno un tono realistico come mai udito prima, merito della bella incisione ma anche della capacità delle Angelo di riprodurre qualsiasi frequenza udibile senza drammatiche perdite.
Altrettanto sulle voci, si scoprono particolari nuances che con altri diffusori restano occultate e magari rese grossolanamente. Molto naturale, di dimensioni realistiche, il pianoforte reso per intero a partire dalla prima ottava e fino all'ultima, a tal punto che ogni intenzione dell'esecutore e variazioni di intensità sono palesi e chiare (Tsuyoshi Yamamoto disvela, per esempio, la sua natura di gran "pestatore"). Realistiche nella riproposizione le dimensioni degli strumenti e della voce dell'esecutore (sempre per le buone registrazioni ovviamente - quelle effettuate con il microfono "infilato in gola" del/la cantante continuano a giganteggiare).
E' chiaro però che le migliori prestazioni si ottengono con le migliori registrazioni, perché come ho detto le Angelo non perdonano nulla, non ammiccano, non indulgono, sono semplicemente trasparenti (aridaje). Altrettanto non perdonano grossolane lacune delle elettroniche poste al loro comando. Se proprio dovessi esprimere un consiglio relativamente a quest'ultime mi sento di consigliare amplificazioni a stato solido da almeno 100 Watt, correntose, e con un alto fattore di smorzamento, dovendo pur sempre pilotare un wooferone da 30 cm.
In tale ottica esaltante è stata la prova con il mio glorioso finale Krell KSA 100 (una prova in solitario per mezza giornata - avendolo sottratto all'impianto a transistor di casa - una faticaccia!) che ha dimostrato una capacità di controllo eccezionale e la timbrica deliziosa e grana finissima che ho sempre amato. Anche con il mio sottovalutato NAD 208 (slew rate maggiore di 200) le Angelo mostrano prestazioni di grande rilievo, solo di poco inferiori a quelle del Krell in fatto di grana e controllo del basso.Con le valvole il discorso cambia. Ho provato la soluzione full Conrad Johnson con il pre e finale dell'amico Beppe.
A basso volume l'ascolto è stato gradevole, connotato dal calore termoionico e la piacevolezza conseguente, ma alzando il volume la magia veniva meno, perdendo il finale MV60 la capacità di controllare le basse frequenze (per inciso, in ogni caso, va riferito che il finale immediatamente dopo è stato rivalvolato nelle preamplificatrici che avevano palesato una certa "stanchezza").
Una sorpresa è stato il mio integrato Raysonic Sp 88, di soli 35 Watt dichiarati a canale con un push-pull di 7591, il quale ha dimostrato maggiore capacità di controllo del woofer rispetto al CJ, avendo come limite un accennato "indurimento" delle medio alte frequenze ad alto volume, ma essendo più che sufficiente a normali volumi condominiali.
Con gli EAR 509 di Tim de Parravicini è un altro discorso ancora, sono valvolari ma si comportano quasi come dei transistor, ottimo risultato sotto ogni aspetto, controllo, potenza, dinamica, assenza di grana e timbrica rigorosa.
Insomma le Angelo sono diffusori universali che possono suonare con tante tipologie diverse di amplificazioni purchè di qualità e adeguata portata di corrente e fattore di smorzamento.Sono diffusori definitivi attorno ai quali e per mezzo dei quali si può costruire un impianto definitivo. Non hanno limiti palesi di tenuta in potenza, non hanno altresì problemi di timbrica, non sono mai affaticanti; quando le Angelo suonano male la causa è di certo da rinvenirsi in altri lidi; quando "strillano", come ho appurato, dipende dai limiti di altri componenti, dell'ambiente, dell'impianto elettrico, della registrazione; quando si scompongono, idem.
Se si da loro "pappa" buona (buone elettroniche e buone incisioni) e si posizionano a dovere, ricambiano le attenzioni con prestazioni eccellenti e soprattutto emozioni.
In conclusione le Angelo sono state all'altezza delle mie aspettative, superandole in scioltezza, di certo non sono regalate ma valgono tutti gli euro che costano, sempre a mio modesto parere, al punto da essere addirittura convenienti in relazione alla loro qualità intrinseca al confronto con la concorrenza di pari o superiore costo da me ascoltata. Per quanto riguarda i difetti, se di difetti possiamo parlare, gli unici che ho riscontrato sono relativi al peso, pesano tantissimo (a causa del no-compromise mobile in multistrato di betulla) e spostarle richiede la presenza di almeno un'altra persona quando si vuole procedere a trovare la collocazione ottimale. Da soli ci si può limitare a spostarle lateralmente sulla loro base di legno e vedere l'effetto che fa all'ascolto.
Necessitano di ambienti medio grandi e aria attorno, in una stanza 4x3, per esempio, le sconsiglierei. Dal punto di vista estetico è chiaro che non lasciano indifferenti. Solo audiofili dalla personalità non omologata le gradiscono, mentre altri "tromboniferi" preferiscono solcare le strade consuete, magari facendosi irretire dai soliti noti che offrono, anche a prezzi spropositati, laccature ed essenze lignee in comuni simil parallelepipedi.
Lo stage, una volta trovato il posizionamento corretto, è sempre ampio, alto e profondo e capace di portare l'ascoltatore nel luogo in cui si è realizzata la registrazione. La scansione dei piani sonori, id est il collocamento spaziale degli strumenti e interpreti nelle tre dimensioni, è sempre corretta ricostruendo in maniera credibile il palcoscenico virtuale.
Tale caratteristica si esalta con le registrazioni ricche di informazioni ambientali, come per esempio all'ascolto dell'album di Eduardo Paniagua Group "Danzas Medievales Españolas" edito dalla MA Recordings nel 1995 e registrato in una antica cattedrale, oppure nell'ascolto del brano di David Lang ed intepretato da Maya Beiser "World to come IV". Gli echi, i riverberi ambientali, il decadimento armonico delle note vengono riprodotti in maniera coinvolgente proiettando l'ascoltatore in presenza dell'evento live.
Le "pedalate" d'organo a canne de "My hart's in The Highlands" di Arvo Part vengono riprodotte in maniera plausibile e realistica senza fatica alcuna.
Pure nel rock e nel pop non palesano alcun disagio, le incisioni dei Radiohead, per dare un'idea, costruite con sovraincisioni estreme di effetti e voci, rendono alla meglio.
Così come il dipanarsi nella musica elettronica delle complesse trame sonore per il trip-hop, l'industrial rock e la drone music. Il tutto, ovviamente, sempre che la catena a monte (corrente elettrica permettendo) sia all'altezza del compito.
Con il Jazz e la classica si esaltano letteralmente come quando nella riproduzione dell'introduzione del Macbeth di Giuseppe Verdi, quella diretta da Chailly, lasciano senza fiato per la coerenza, la facilità e immanenza con cui riproducono la grande orchestra, gli ottoni, gli archi, i legni, le pelli.
Meraviglioso il rendimento con le moderne registrazioni in alta definizione e DSD, per esempio con la musica rinascimentale e barocca proposta dalla Alia Vox in SACD con l'immarcescibile ed onnipresente Jordi Savall.
Nella interpretazione della Royal Concertgebouw Orchestra, diretta da Mariss Jansons dei celeberrimi "Quadri di una esposizione" di Mussorgsky, incisa in SACD ibrido dalla RCO, le frequenze più basse sono molto intelligibili e chiare e i violini hanno un tono realistico come mai udito prima, merito della bella incisione ma anche della capacità delle Angelo di riprodurre qualsiasi frequenza udibile senza drammatiche perdite.
Altrettanto sulle voci, si scoprono particolari nuances che con altri diffusori restano occultate e magari rese grossolanamente. Molto naturale, di dimensioni realistiche, il pianoforte reso per intero a partire dalla prima ottava e fino all'ultima, a tal punto che ogni intenzione dell'esecutore e variazioni di intensità sono palesi e chiare (Tsuyoshi Yamamoto disvela, per esempio, la sua natura di gran "pestatore"). Realistiche nella riproposizione le dimensioni degli strumenti e della voce dell'esecutore (sempre per le buone registrazioni ovviamente - quelle effettuate con il microfono "infilato in gola" del/la cantante continuano a giganteggiare).
E' chiaro però che le migliori prestazioni si ottengono con le migliori registrazioni, perché come ho detto le Angelo non perdonano nulla, non ammiccano, non indulgono, sono semplicemente trasparenti (aridaje). Altrettanto non perdonano grossolane lacune delle elettroniche poste al loro comando. Se proprio dovessi esprimere un consiglio relativamente a quest'ultime mi sento di consigliare amplificazioni a stato solido da almeno 100 Watt, correntose, e con un alto fattore di smorzamento, dovendo pur sempre pilotare un wooferone da 30 cm.
In tale ottica esaltante è stata la prova con il mio glorioso finale Krell KSA 100 (una prova in solitario per mezza giornata - avendolo sottratto all'impianto a transistor di casa - una faticaccia!) che ha dimostrato una capacità di controllo eccezionale e la timbrica deliziosa e grana finissima che ho sempre amato. Anche con il mio sottovalutato NAD 208 (slew rate maggiore di 200) le Angelo mostrano prestazioni di grande rilievo, solo di poco inferiori a quelle del Krell in fatto di grana e controllo del basso.Con le valvole il discorso cambia. Ho provato la soluzione full Conrad Johnson con il pre e finale dell'amico Beppe.
A basso volume l'ascolto è stato gradevole, connotato dal calore termoionico e la piacevolezza conseguente, ma alzando il volume la magia veniva meno, perdendo il finale MV60 la capacità di controllare le basse frequenze (per inciso, in ogni caso, va riferito che il finale immediatamente dopo è stato rivalvolato nelle preamplificatrici che avevano palesato una certa "stanchezza").
Una sorpresa è stato il mio integrato Raysonic Sp 88, di soli 35 Watt dichiarati a canale con un push-pull di 7591, il quale ha dimostrato maggiore capacità di controllo del woofer rispetto al CJ, avendo come limite un accennato "indurimento" delle medio alte frequenze ad alto volume, ma essendo più che sufficiente a normali volumi condominiali.
Con gli EAR 509 di Tim de Parravicini è un altro discorso ancora, sono valvolari ma si comportano quasi come dei transistor, ottimo risultato sotto ogni aspetto, controllo, potenza, dinamica, assenza di grana e timbrica rigorosa.
Insomma le Angelo sono diffusori universali che possono suonare con tante tipologie diverse di amplificazioni purchè di qualità e adeguata portata di corrente e fattore di smorzamento.Sono diffusori definitivi attorno ai quali e per mezzo dei quali si può costruire un impianto definitivo. Non hanno limiti palesi di tenuta in potenza, non hanno altresì problemi di timbrica, non sono mai affaticanti; quando le Angelo suonano male la causa è di certo da rinvenirsi in altri lidi; quando "strillano", come ho appurato, dipende dai limiti di altri componenti, dell'ambiente, dell'impianto elettrico, della registrazione; quando si scompongono, idem.
Se si da loro "pappa" buona (buone elettroniche e buone incisioni) e si posizionano a dovere, ricambiano le attenzioni con prestazioni eccellenti e soprattutto emozioni.
In conclusione le Angelo sono state all'altezza delle mie aspettative, superandole in scioltezza, di certo non sono regalate ma valgono tutti gli euro che costano, sempre a mio modesto parere, al punto da essere addirittura convenienti in relazione alla loro qualità intrinseca al confronto con la concorrenza di pari o superiore costo da me ascoltata. Per quanto riguarda i difetti, se di difetti possiamo parlare, gli unici che ho riscontrato sono relativi al peso, pesano tantissimo (a causa del no-compromise mobile in multistrato di betulla) e spostarle richiede la presenza di almeno un'altra persona quando si vuole procedere a trovare la collocazione ottimale. Da soli ci si può limitare a spostarle lateralmente sulla loro base di legno e vedere l'effetto che fa all'ascolto.
Necessitano di ambienti medio grandi e aria attorno, in una stanza 4x3, per esempio, le sconsiglierei. Dal punto di vista estetico è chiaro che non lasciano indifferenti. Solo audiofili dalla personalità non omologata le gradiscono, mentre altri "tromboniferi" preferiscono solcare le strade consuete, magari facendosi irretire dai soliti noti che offrono, anche a prezzi spropositati, laccature ed essenze lignee in comuni simil parallelepipedi.
Il gentil sesso le ama a prescindere dal loro rendimento acustico, mi è capitato di ospitare allo studio alcune mie amiche e colleghe che se ne sono innamorate per la loro originalità e per l'innovativo design, alcune addirittura pensavano si trattasse di sculture.
Dunque le Angelo, viste le loro prestazioni, potrebbero essere la quadratura del cerchio per il tanto temuto (da noi audiofili) wife acceptance factor, il "famigerrimo" WAF, soprattutto se inserite in ambienti domestici moderni e raffinati.
Se siete in procinto di acquistare nuovi diffusori in quel range di prezzo, per lo meno un ascolto delle Angelo è doveroso, esse costituiranno il metro su cui confrontare ogni alternativa disponibile ed, inoltre, sono Made in Italy, il che non guasta assolutamente.
Enjoy.
Vince Genovese
Produttore: THE VARIO'S
Prezzo al pubblico: € 7.948,30 euro
Dunque le Angelo, viste le loro prestazioni, potrebbero essere la quadratura del cerchio per il tanto temuto (da noi audiofili) wife acceptance factor, il "famigerrimo" WAF, soprattutto se inserite in ambienti domestici moderni e raffinati.
Se siete in procinto di acquistare nuovi diffusori in quel range di prezzo, per lo meno un ascolto delle Angelo è doveroso, esse costituiranno il metro su cui confrontare ogni alternativa disponibile ed, inoltre, sono Made in Italy, il che non guasta assolutamente.
Enjoy.
Vince Genovese
Produttore: THE VARIO'S
Prezzo al pubblico: € 7.948,30 euro