Auditorium di Milano Concerto del 10 dicembre 2016 “1946. Il Jazz invade l’Europa” Paolo Tomelleri e la sua Big Band
Auditorium di Largo Mahler non è solo Musica classica.
E’ anche educazione musicale per i più piccoli; è colonne sonore suonate dall’Orchestra di Milano Giuseppe Verdi con le immagini del film che scorrono sul grande schermo. Auditorium è cultura, a trecentosessanta gradi.
Quindi è anche Jazz; ed in questa particolare occasione sono stati eseguiti brani notissimi della swing era; musiche che hanno accompagnato la liberazione dalla Seconda Guerra Mondiale da parte degli “americani”, che hanno portato con loro quello stile che rappresentava sia una ventata di freschezza per nel mondo musicale, che nella vita quotidiana di buona parte dei Paesi liberati; non solo dell’Italia, dunque, ma anche della Germania stessa.
Musiche indimenticabili, che ognuno di noi, giovani compresi, ha nelle orecchie. Chi non conosce In The Mood, o Moonlight Serenade, o American Patrol, A String Of Pearls? Chi non conosce Glenn Miller o Woody Herman, piuttosto che Harry James?
In programma c’erano anche composizioni di musicisti italiani, che hanno saputo assorbire molto bene la lezione dei “bianchi” del jazz, come Pippo Barzizza o Gorni Kramer. E che dire, poi, dei nostri cantanti “swing”, come Natalino Otto o Alberto Rabagliati? Qualche titolo? Ba ba baciami piccina, Mille lire al mese, Ho un sassolino nella scarpa.
La Big Band del Maestro Paolo Tommelleri ha regalato due ore di musiche indimenticabili, eseguite benissimo, con interventi di improvvisazione da parte soprattutto di sax, tromba o trombone. Bravissimi tutti, piacevolissimo il M° Tommelleri e le storielle che via via, tra un brano e l’altro, raccontava per intrattenere il pubblico e per introdurre i vari brani. Ricordi giovanili, aneddoti, battute spiritose; ovviamente il tutto al di là della facilità estrema nel domare il suo clarinetto.
La serata è finita con i dovuti canti natalizi (il periodo lo impone; Santa Claus Is Coming To Town, Have Yourself A Merry Little Christmas e White Christmas) ove la cantante Celeste Castelnuovo ha per qualche attimo fatto dimenticare i possibili paragoni che la storia della musica ha ormai imposto alle nostre orecchie (si parla di calibri quali Ella Fitzgerald, Frank Sinatra e Bing Crosby; e scusare se è poco!). E’ stata piacevolmente se stessa, senza enfasi, senza scimmiottamenti.
Un gran bel concerto.
Segnate in agenda per il prossimo dicembre 2017; ci sarà la probabile replica che noi stiamo già aspettando.