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PJ Harvey - White Chalk
Island Records

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Nel malsano intento di, in fin dei conti, scrivere della musica che mi piace, non posso tacere e mantenere riserbato contegno di un disco che ha toccato particolarmente le mie corde.
Si tratta dell'album "White Chalk" della mia beniamina P.J. Harvey, Polly Jean Harvey, cantautrice made in Dorset. Un disco nel quale prevale una nota di intimistica confessione, in cui, senza orpelli e  giustificazioni, l'autrice si mostra nuda ed esprime il suo sentire, "tormentato e tormentoso" (così come definì Enzo Ferrari il pilota argentino Carlos Reutemann).
E' un album nel quale il vissuto ed il sentito della protagonista prendono il sopravvento su qualsiasi intenzione di voler piacere al pubblico; un album, a mio modo di vedere, composto per se stessa, cedendo alla impellente necessità di esprimere il dolore, lo sconforto ed il rimpianto. Nel contesto della sua produzione musicale questa opera si colloca, nel 2007, a distanza di quasi tre anni dal precedente e spensierato "Uh Huh Her", come elemento di rottura e verità. Dove non ha bisogno di istrionici comportamenti e travestimenti per catalizzare l'attenzione, nè tantomeno ha bisogno di ricorrere a testi provocatori ed ambigui.
Fanno parte di questo album, che io possiedo nella edizione statunitense, 11 brani, ognuno nella sua singolarità, una perla. Composto per voce e piano, la voce predomina sugli arrangiamenti, quantunque di pregevole fattura ed articolati, visto l'utilizzo di strumenti acustici ed elettronici, per la maggior parte suonati dalla stessa P.J. Una voce che sommessamente intriga e strazia, che, partendo da note acute, diviene man mano profondamente rivelatrice dello stato d'animo dell'autrice, da poco reduce dalla rottura con l'uomo della sua vita e dalla perdita dell'amata nonna.

Un disco da ascoltare e metabolizzare con attenzione, sempre che si gradisca un genere di musica tendenzialmente malinconico. Buona la registrazione, anche se non audiophile, con buona scansione dei piani sonori, ovvero, almeno nel mio impianto, con un suono mai piatto ed impastato.
Tra i brani dell'album segnalo "Before Departure", la lettera d'addio di un suicida, "The Mountain", con un crescendo musicale e vocale, la straziante "To talk to You" dedicata alla nonna scomparsa, "The piano" con il suo scarno testo pieno di significati.
Ancora in catalogo si può trovare anche in edizione vinilica.  


Vince Genovese



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