Yamaha CD-S3000 e Yamaha A-S3000
Non tutti sanno che la storia di Yamaha è cominciata dalla produzione di strumenti musicali. Era il lontano 1887 (due secoli fa!) quando Torakusu Yamaha ha costruito il suo primo harmonium. Poco più di 10 anni dopo inizia a produrre pianoforti verticali e a metà del secolo scorso la Società era quotata alla Borsa di Tokyo. Pochi anni dopo, dopo aver fondato la Yamaha Music School, si è cimentata nei suoi primi apparecchi audio hi-fi. Le moto sono arrivate subito dopo.
Chi di noi si interessa di alta fedeltà già dagli anni '70 non può aver dimenticato le amplificazioni CA-1000, B-1, C-2, o i diffusori della serie NS.
Per anni Yamaha non ha avuto paura di confrontarsi coi nomi più esoterici dell'alta fedeltà mondiale. Poi, per imperscrutabili motivi, ha abbandonato il mercato hi-end per dedicarsi al consumer di fascia bassa o all'audio-video, anche di alto livello.
Improvvisamente, negli ultimi anni, Yamaha ha mostrato i muscoli, così come ha fatto anche Pioneer, tornando a credere con convinzione nel mercato dell'alta fedeltà stereofonica. E noi cosa possiamo fare, se non rallegrarci del fatto che le multinazionali rientrino nel nostro mercato dalla porta principale?
E' da notare che Yamaha sta invadendo i negozi di hi-fi italiani. E' più facile elencare i nomi di coloro che non trattano gli apparecchi di questo famoso marchio, piuttosto che parlare di quelli che li hanno in magazzino ed in dimostrazione ai clienti. Inoltre, a proposito di politiche commerciali aggressive, si noti che, nel periodo in cui scriviamo queste righe, quasi ogni fine settimana si tiene un evento Yamaha nel Nord Italia. Sappiamo anche che, una volta finito il tour in questi lidi, le dimostrazioni continueranno a tenersi anche nel resto del Paese.
Chi di noi si interessa di alta fedeltà già dagli anni '70 non può aver dimenticato le amplificazioni CA-1000, B-1, C-2, o i diffusori della serie NS.
Per anni Yamaha non ha avuto paura di confrontarsi coi nomi più esoterici dell'alta fedeltà mondiale. Poi, per imperscrutabili motivi, ha abbandonato il mercato hi-end per dedicarsi al consumer di fascia bassa o all'audio-video, anche di alto livello.
Improvvisamente, negli ultimi anni, Yamaha ha mostrato i muscoli, così come ha fatto anche Pioneer, tornando a credere con convinzione nel mercato dell'alta fedeltà stereofonica. E noi cosa possiamo fare, se non rallegrarci del fatto che le multinazionali rientrino nel nostro mercato dalla porta principale?
E' da notare che Yamaha sta invadendo i negozi di hi-fi italiani. E' più facile elencare i nomi di coloro che non trattano gli apparecchi di questo famoso marchio, piuttosto che parlare di quelli che li hanno in magazzino ed in dimostrazione ai clienti. Inoltre, a proposito di politiche commerciali aggressive, si noti che, nel periodo in cui scriviamo queste righe, quasi ogni fine settimana si tiene un evento Yamaha nel Nord Italia. Sappiamo anche che, una volta finito il tour in questi lidi, le dimostrazioni continueranno a tenersi anche nel resto del Paese.
Noi abbiamo chiesto e subito ottenuto di provare il lettore digitale top di gamma. Quale gradita sorpresa, insieme col lettore ci è arrivato anche l'amplificatore integrato in cima al listino.
Non ho difficoltà ad ammettere che subisco fatalmente il fascino di questi due apparecchi, il cui design pesca a piene mani da quello, pulito e serio, degli apparecchi degli anni '70. Il discorso vale soprattutto per l'integrato, che i lettori CD allora non esistevano.
Cominciamo quindi dall'amplificatore, munito di un bel frontale in alluminio e, soprattutto, di due splendidi Vu-meter illuminati in giallo, ad accompagnare i piccoli (per fortuna) LED, che invece virano più sul color ocra. Da sinistra, troviamo per primo un interruttore a levetta che comanda l'accensione e messa in stand-by dell'apparecchio. Segue l'uscita cuffia con presa jack ed un interruttore rotativo che regola, da -6 dB a +12 dB la potenza di uscita, poi regolata finemente col controllo di volume, così da adattarsi anche alle cuffie più ostiche. Una breve prova con la mia AKG da 600 Ohm ha dimostrato che la capacità di pilotaggio è sufficiente anche per lei. Segue poi il controllo per le uscite degli altoparlanti. Fino a 2 coppie o una in bi-wiring, come recita espressamente la serigrafia. Poi troviamo il selettore per la modalità dei Vu-meter: spenti (giammai!), misurazione di picco o media. Seguono, udite udite, i controlli di tono, ed il balance, regolabili tramite le stesse, bellissime manopole degli amplificatori Yamaha d'antan. Continuiamo con un potenziometro che vi permetterà di scegliere gli ingressi tra: diretto, per usare l'integrato come solo finale di potenza, 2 ingressi linea sbilanciati, 2 bilanciati, altri 2 sbilanciati ed il phono. Bella notizia, quest'ultima, anche perché vi è la possibilità, tramite un interruttore a levetta, di scegliere tra MM ed MC. Ultimo interruttore, quello del mute. La parte superiore del pannello ospita la grande finestra dei Vu-meter ed il controllo del volume.
Non ho difficoltà ad ammettere che subisco fatalmente il fascino di questi due apparecchi, il cui design pesca a piene mani da quello, pulito e serio, degli apparecchi degli anni '70. Il discorso vale soprattutto per l'integrato, che i lettori CD allora non esistevano.
Cominciamo quindi dall'amplificatore, munito di un bel frontale in alluminio e, soprattutto, di due splendidi Vu-meter illuminati in giallo, ad accompagnare i piccoli (per fortuna) LED, che invece virano più sul color ocra. Da sinistra, troviamo per primo un interruttore a levetta che comanda l'accensione e messa in stand-by dell'apparecchio. Segue l'uscita cuffia con presa jack ed un interruttore rotativo che regola, da -6 dB a +12 dB la potenza di uscita, poi regolata finemente col controllo di volume, così da adattarsi anche alle cuffie più ostiche. Una breve prova con la mia AKG da 600 Ohm ha dimostrato che la capacità di pilotaggio è sufficiente anche per lei. Segue poi il controllo per le uscite degli altoparlanti. Fino a 2 coppie o una in bi-wiring, come recita espressamente la serigrafia. Poi troviamo il selettore per la modalità dei Vu-meter: spenti (giammai!), misurazione di picco o media. Seguono, udite udite, i controlli di tono, ed il balance, regolabili tramite le stesse, bellissime manopole degli amplificatori Yamaha d'antan. Continuiamo con un potenziometro che vi permetterà di scegliere gli ingressi tra: diretto, per usare l'integrato come solo finale di potenza, 2 ingressi linea sbilanciati, 2 bilanciati, altri 2 sbilanciati ed il phono. Bella notizia, quest'ultima, anche perché vi è la possibilità, tramite un interruttore a levetta, di scegliere tra MM ed MC. Ultimo interruttore, quello del mute. La parte superiore del pannello ospita la grande finestra dei Vu-meter ed il controllo del volume.
A proposito di controlli: bello il telecomando. Il corpo è in plastica ma la piastra superiore è di alluminio. Resta così abbastanza leggero ma l'impressione di solidità è salva, come l'ergonomia, decisamente curata. Passando al retro, troviamo due sezioni. Quella inferiore prevede le prime due coppie di morsetti, belli, massicci ed di design proprietario, per i diffusori. Seguono un Link Control per altri apparecchi della Casa, le prese per un telecomando a filo, una denominata trigger, la vaschetta IEC senza il connettore di terra. Poi gli altri 4 morsetti d'uscita. La parte superiore ospita tutti gli ingressi, gli interruttori per l'inversione di fase sui collegamenti bilanciati e persino gli attenuatori per ridurre di 6 dB la sensibilità degli ingressi (sempre per quelli bilanciati), se necessario.
La costruzione interna dell'amplificatore è, in tempi di economie di scala, quasi commovente. I circuiti stampati ricordano quelli degli anni '70, con le loro grosse resistenze montate in verticale, quasi a sbeffeggiare l'uso attuale dei componenti SMD. Il telaio è estremamente rigido e studiato per essere isolato dalle vibrazioni.
Il pannello superiore, facilmente rimovibile tramite poche viti, è spesso 6 mm e realizzato in alluminio amagnetico. Originali i piedini, che vi permetteranno di scegliere tra 3 diverse configurazioni quella che preferite e sono regolabili singolarmente in altezza, per evitare che l'apparecchio non sia in piano. Il peso è notevole: 25 Kg.
Il circuito di amplificazione è totalmente bilanciato e fa uso di MOSFET per gli stadi finali. Era da tempo che non ne vedevamo, vero? Questione di costi, ovviamente.
Il controllo del volume è digitale e permette regolazioni micrometriche, come abbiamo avuto occasione di verificare.
L'amplificazione dello stadio phono è interamente a discreti.
Il pannello superiore, facilmente rimovibile tramite poche viti, è spesso 6 mm e realizzato in alluminio amagnetico. Originali i piedini, che vi permetteranno di scegliere tra 3 diverse configurazioni quella che preferite e sono regolabili singolarmente in altezza, per evitare che l'apparecchio non sia in piano. Il peso è notevole: 25 Kg.
Il circuito di amplificazione è totalmente bilanciato e fa uso di MOSFET per gli stadi finali. Era da tempo che non ne vedevamo, vero? Questione di costi, ovviamente.
Il controllo del volume è digitale e permette regolazioni micrometriche, come abbiamo avuto occasione di verificare.
L'amplificazione dello stadio phono è interamente a discreti.
Veniamo al lettore digitale. Macchina intelligente, legge i SACD, i CD-R ed RW, WMA, MP3. L'ingresso USB accetta files PCM fino a 24/192 kHz e DSD.
Ha una meccanica strepitosa ed il cassettino che fuoriesce per accogliere il supporto ottico è realizzato in metallo. Il rumore basso e sordo che si apprezza in chiusura, dà un senso di robustezza che sconfina nell'impressione di un lusso che, in tempi di bassa qualità percepita, colpisce e convince. Anche qui il frontale è realizzato con un pannello di alluminio di 6 mm di spessore e fiancate nere e lucide come un pianoforte … Yamaha.
Cominciamo dal frontale, anche in questo caso dominato dal marchio col simbolo storico dei 3 diapason incrociati. Per primo, l'interruttore a levetta off/stand-by, seguito dai tasti per il Pure Direct (spegne il display ed i circuiti digitali non necessari), Source, per selezionare gli ingressi digitali ed utilizzare la sezione DAC del lettore, Layer per scegliere tra lo strato CD e quello SACD dei dischetti ibridi, una serie di piccoli e mai fastidiosi LED giallo ocra che segnalano strato in lettura ed ingressi selezionati ed altri 5 tasti per le classiche funzioni di riproduzione. In centro, più in alto, l'elegante ma piccolo display. Per leggere alcune indicazioni bisogna avvicinarsi molto ed anche i classici numeri della traccia e tempo, oltre i 2 metri di distanza diventano praticamente invisibili a chiunque.
Subito sotto, il sottile cassettino ed il tasto per la sua apertura.
Ha una meccanica strepitosa ed il cassettino che fuoriesce per accogliere il supporto ottico è realizzato in metallo. Il rumore basso e sordo che si apprezza in chiusura, dà un senso di robustezza che sconfina nell'impressione di un lusso che, in tempi di bassa qualità percepita, colpisce e convince. Anche qui il frontale è realizzato con un pannello di alluminio di 6 mm di spessore e fiancate nere e lucide come un pianoforte … Yamaha.
Cominciamo dal frontale, anche in questo caso dominato dal marchio col simbolo storico dei 3 diapason incrociati. Per primo, l'interruttore a levetta off/stand-by, seguito dai tasti per il Pure Direct (spegne il display ed i circuiti digitali non necessari), Source, per selezionare gli ingressi digitali ed utilizzare la sezione DAC del lettore, Layer per scegliere tra lo strato CD e quello SACD dei dischetti ibridi, una serie di piccoli e mai fastidiosi LED giallo ocra che segnalano strato in lettura ed ingressi selezionati ed altri 5 tasti per le classiche funzioni di riproduzione. In centro, più in alto, l'elegante ma piccolo display. Per leggere alcune indicazioni bisogna avvicinarsi molto ed anche i classici numeri della traccia e tempo, oltre i 2 metri di distanza diventano praticamente invisibili a chiunque.
Subito sotto, il sottile cassettino ed il tasto per la sua apertura.
Dei piedini abbiamo già parlato prima e quindi passiamo al retro, che non riserva particolari sorprese. Le due uscite bilanciate e sbilanciate, gli ingressi USB, ottico e coassiale, uscite ottica e coassiale, vaschetta IEC senza terra, collegamenti proprietari per altri apparecchi Yamaha. Il telecomando è uguale a quello dell'amplificatore ed anzi, con uno solo si comandano i due apparecchi. Il peso del lettore raggiunge quasi i 20 Kg. Davvero tanti.
I due Yamaha sono stati inseriti contemporaneamente nel seguente impianto:
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD Oppo 105 D, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavo USB MIT SL-Matrix USB, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
I due Yamaha sono stati inseriti contemporaneamente nel seguente impianto:
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD Oppo 105 D, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavo USB MIT SL-Matrix USB, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
Dopo qualche giorno di “acclimatamento”, nel quale gli apparecchi mi hanno fatto compagnia, magari con qualche disco nuovo, ho cominciato con gli ascolti critici. Memore ma anche incredulo alla lettura su un qualche forum di uno che aveva confrontato gli stati CD e SACD con uno Yamaha 2100 (non tanto dissimile dal 3000 anche come prestazioni) senza percepire differenza alcuna, ho voluto come prima cosa fare questo test, usando il SACD “Oblivion” (Foné), nel quale Salvatore Accardo suona le musiche del grande Astor Piazzolla. Parto dallo strato SACD, ascolto un brano, cambio strato passando al CD, faccio ripartire il brano e … suona meglio! Com'è possibile? Migliore la definizione della gamma bassa, più aria tra gli strumenti, soundstage più ampio e profondo … Sono diventato matto? Riascolto lo strato SACD, ancora il CD … stesso risultato. Alzo le pigre chiappe dal divano, mi avvicino al lettore e guardo i LED accesi. Svelato l'arcano; quando pensavo di ascoltare il SACD ascoltavo il Red Book, e viceversa. Una prova in cieco al contrario, praticamente. Rassicurato dalla mia indipendenza di giudizio ed aggiunta una tacca sull'albero degli audiofili sordi che non percepiscono le evidenti differenze tra bassa ed alta risoluzione, posso procedere verso un futuro radioso e felice (quando scrivo non uso faccine, vedete voi …).
Questa coppia di elettroniche si lascia ascoltare … Eccome! Se penso che sul suono Yamaha si legge spesso che sia duro, troppo aperto in alta frequenza, estremamente “elettronico”, mi chiedo come l'azienda giapponese abbia fatto a rivoluzionare così il suono dei suoi apparecchi. Perché queste due macchine, insieme, suonano piuttosto sul versante ambrato del colore della musica.
La gamma bassa è molto profonda, morbida e calda, quella media ricca di sfumature e sonorità naturali. La gamma acuta non la si nota, tanto naturale appare. Mai sentita una nota o una percussione acuta sopra le righe. Una coppia davvero affiatata e progettata in sinergia per non sfigurare nei salotti più esigenti. I Vu-meter danzanti dell'amplificatore, poi, sono sempre una piacevole distrazione. Trasmettono la “vita” della musica. Dispiace dover separare i due apparecchi ma l'idea originaria era quella di provare il solo lettore digitale ed approfondiremo la sua conoscenza con la mai amplificazione di riferimento, per non introdurre troppe variabili.
Sgombriamo subito il campo da possibili fraintendimenti: il suono ambrato e dal basso morbido al quale ho fatto accenno, è responsabilità esclusiva dell'amplificatore.
Il lettore digitale ha un suono … che non c'è. Difficile ascoltare qualcosa di così lineare, senza forzature utili solo a far piacere il risultato a coloro che conoscono poco la musica dal vivo.
Questa coppia di elettroniche si lascia ascoltare … Eccome! Se penso che sul suono Yamaha si legge spesso che sia duro, troppo aperto in alta frequenza, estremamente “elettronico”, mi chiedo come l'azienda giapponese abbia fatto a rivoluzionare così il suono dei suoi apparecchi. Perché queste due macchine, insieme, suonano piuttosto sul versante ambrato del colore della musica.
La gamma bassa è molto profonda, morbida e calda, quella media ricca di sfumature e sonorità naturali. La gamma acuta non la si nota, tanto naturale appare. Mai sentita una nota o una percussione acuta sopra le righe. Una coppia davvero affiatata e progettata in sinergia per non sfigurare nei salotti più esigenti. I Vu-meter danzanti dell'amplificatore, poi, sono sempre una piacevole distrazione. Trasmettono la “vita” della musica. Dispiace dover separare i due apparecchi ma l'idea originaria era quella di provare il solo lettore digitale ed approfondiremo la sua conoscenza con la mai amplificazione di riferimento, per non introdurre troppe variabili.
Sgombriamo subito il campo da possibili fraintendimenti: il suono ambrato e dal basso morbido al quale ho fatto accenno, è responsabilità esclusiva dell'amplificatore.
Il lettore digitale ha un suono … che non c'è. Difficile ascoltare qualcosa di così lineare, senza forzature utili solo a far piacere il risultato a coloro che conoscono poco la musica dal vivo.
Andiamo per ordine e cominciamo gli ascolti con Mozart – Klaviersonaten KV 263 & KV 331 – Fantasie KV 397 (DG), eseguito da Ivo Pogorelich.
Si percepisce immediatamente l'ottima dinamica del pianoforte suonato magistralmente e, quando richiesto, con forza dal pianista croato. Il timbro dello strumento è corretto e rende giustizia alla registrazione, pressoché perfetta. Questi di Yamaha fanno pianoforti tra i migliori al mondo, sapranno pure come riprodurli, no?
Il SACD di Franco Battiato “Last Summer Dance” (Columbia) contiene alcune linee di basso e batteria molto difficili da dipanare e con le quali molti impianti hanno miseramente fallito. Il nostro Yamaha si comporta magnificamente, estraendo con facilità tutto ciò che è contenuto nel SACD, tanto che decido di ascoltarli (sono due) fino alla fine.
E' qui dove mi rendo conto che quella leggera enfasi in gamma bassa era dovuta esclusivamente all'impronta data dall'amplificatore e che il lettore digitale non aggiunge davvero nulla di suo alla registrazione.
Fresco di ascolto dal vivo del “Concierto de Aranjuez” di Rodrigo, prendo il CD DG eseguito dai Berliner Philharmoniker diretti da Reinhard Peters. Molto credibile la disposizione dell'orchestra nello spazio dietro i diffusori e, in larghezza, oltre gli stessi. La chitarra è ben presente davanti agli altri strumenti ed il suo suono struggente è riproposto dallo Yamaha intatto nei colori e nelle dinamiche. Sarà perche in Yamaha si producono ottime chitarre?
Il “Solomon” di Händel (SACD Carus) gode di una splendida ripresa dal vivo nella Frauenkirche Dreden della Festspielorchester Göttingen, diretta da Nicholas McGegan. Basta chiudere gli occhi per trovarsi al cospetto della piccola orchestra, dei cantanti solisti e del coro. Questo lettore digitale riesce a non farmi rimpiangere il mio precedente riferimento, dal prezzo 5 volte superiore. Mi ha restituito l'entusiasmo, che da tempo non provavo più, di ascoltare il suono digitale molto bene, con un investimento ragionevole. Ed è per questo motivo che ho deciso di approfondire gli ascolti e parlarvene. Vi svelerò un mio piccolo segreto: se quando comincio gli ascolti di un nuovo apparecchio, soprattutto se digitale, mi rilasso dopo pochi minuti e mi godo la musica senza cominciare a cercare difetti o punti di forza, significa che abbiamo fatto centro. Nel caso di questo CD-S3000 sono bastati davvero pochi istanti perché mi potessi ritrovare in questa condizione.
Ascolto i normali CD, coi difetti che la codifica Red Book comporta, mi sono trovato a riflettere sugli algoritmi che i produttori di lettori digitali di altissimo livello, quelli dotati di convertitori proprietari, adottano per mascherare i limiti del CD. Sorge persino il dubbio che vengano create distorsioni di ordine pari, così da mascherare gli artefatti digitali, “analogizzando” il suono con aggiunte al segnale inventate di sana pianta, seppure ad esso correlate. Nel caso di questo Yamaha, il problema non si pone. Il convertitore Sabre 9018 svolge il suo lavoro, senza nulla inventare e gli stadi di uscita, realizzati con componenti discreti, restituiscono suoni equilibrati e privi di dannose colorazioni. In questo modo, se state ascoltando un CD, sentirete con la qualità 16/44.1, senza abbellimenti innaturali; se state ascoltando un SACD capirete subito quanto senso abbia ancora adesso questo formato; se ascoltate DSD o PCM ad alta risoluzione attraverso la porta USB, delizierete in ugual modo le vostre esigenti orecchie.
Il forte fruscio di fondo del master non disturba affatto l'ascolto del CD di Miles Davis “Sketches of Spain” (Columbia Legacy), bellissimo disco dove Davis si cimenta con gli spettacolari arrangiamenti di Gil Evans del Concierto de Aranjuez di Rodrigo. Lo so, è la seconda volta in questa recensione che cito il pezzo di Rodrigo ma a volte capita di analizzare uno stesso brano con arrangiamenti diversi, quindi mi perdonerete. Il lettore Yamaha segue fedelmente le notevoli escursioni dinamiche che la band imprime alla musica e riesce molto bene nell'intento di non ammassare i fiati, che invece suonano scanditi con precisione. L'arpa e le piccole percussioni in sottofondo restano perfettamente intelligibili. A proposito: la gamma degli strumenti a fiato prodotti da Yamaha è vastissima.
Potrei parlarvi di come suona la batteria ma preferisco dirvi che tra le batterie migliori al mondo vi sono le … Yamaha.
Il funzionamento della parte “solo DAC” è perfetto. Gli utenti Windows devono scaricare gratuitamente dal sito Yamaha il driver Steinberg USB e, seguite passo passo le semplici istruzioni, vedranno che il lettore riconoscerà immediatamente il flusso digitale inviato dal PC, senza alcuna difficoltà.
La qualità di riproduzione va di pari passo con la risoluzione di ciò che darete in pasto alla porta USB del lettore.
Credo si sia capito chiaramente quanto mi sia piaciuto questo CD-S3000. Più volte mi sono chiesto (e poco sotto avrete la risposta) se sia davvero una buona idea spendere cifre molto superiori, a fronte di incrementi qualitativi scarsamente quantificabili.
Se non avete a disposizione la cifra richiesta per il suo acquisto, valutate il fratello minore, il 2100, che a livello sonoro si avvicina molto al 3000.
Qualunque sia la vostra scelta tra le due, vi garantisco che vivrete felici per anni.
Aspettavate una risposta? Ho deciso di comprarlo. Il colore? Argento.
Angelo Jasparro
Produttore e distributore: Yamaha Corporation
Si percepisce immediatamente l'ottima dinamica del pianoforte suonato magistralmente e, quando richiesto, con forza dal pianista croato. Il timbro dello strumento è corretto e rende giustizia alla registrazione, pressoché perfetta. Questi di Yamaha fanno pianoforti tra i migliori al mondo, sapranno pure come riprodurli, no?
Il SACD di Franco Battiato “Last Summer Dance” (Columbia) contiene alcune linee di basso e batteria molto difficili da dipanare e con le quali molti impianti hanno miseramente fallito. Il nostro Yamaha si comporta magnificamente, estraendo con facilità tutto ciò che è contenuto nel SACD, tanto che decido di ascoltarli (sono due) fino alla fine.
E' qui dove mi rendo conto che quella leggera enfasi in gamma bassa era dovuta esclusivamente all'impronta data dall'amplificatore e che il lettore digitale non aggiunge davvero nulla di suo alla registrazione.
Fresco di ascolto dal vivo del “Concierto de Aranjuez” di Rodrigo, prendo il CD DG eseguito dai Berliner Philharmoniker diretti da Reinhard Peters. Molto credibile la disposizione dell'orchestra nello spazio dietro i diffusori e, in larghezza, oltre gli stessi. La chitarra è ben presente davanti agli altri strumenti ed il suo suono struggente è riproposto dallo Yamaha intatto nei colori e nelle dinamiche. Sarà perche in Yamaha si producono ottime chitarre?
Il “Solomon” di Händel (SACD Carus) gode di una splendida ripresa dal vivo nella Frauenkirche Dreden della Festspielorchester Göttingen, diretta da Nicholas McGegan. Basta chiudere gli occhi per trovarsi al cospetto della piccola orchestra, dei cantanti solisti e del coro. Questo lettore digitale riesce a non farmi rimpiangere il mio precedente riferimento, dal prezzo 5 volte superiore. Mi ha restituito l'entusiasmo, che da tempo non provavo più, di ascoltare il suono digitale molto bene, con un investimento ragionevole. Ed è per questo motivo che ho deciso di approfondire gli ascolti e parlarvene. Vi svelerò un mio piccolo segreto: se quando comincio gli ascolti di un nuovo apparecchio, soprattutto se digitale, mi rilasso dopo pochi minuti e mi godo la musica senza cominciare a cercare difetti o punti di forza, significa che abbiamo fatto centro. Nel caso di questo CD-S3000 sono bastati davvero pochi istanti perché mi potessi ritrovare in questa condizione.
Ascolto i normali CD, coi difetti che la codifica Red Book comporta, mi sono trovato a riflettere sugli algoritmi che i produttori di lettori digitali di altissimo livello, quelli dotati di convertitori proprietari, adottano per mascherare i limiti del CD. Sorge persino il dubbio che vengano create distorsioni di ordine pari, così da mascherare gli artefatti digitali, “analogizzando” il suono con aggiunte al segnale inventate di sana pianta, seppure ad esso correlate. Nel caso di questo Yamaha, il problema non si pone. Il convertitore Sabre 9018 svolge il suo lavoro, senza nulla inventare e gli stadi di uscita, realizzati con componenti discreti, restituiscono suoni equilibrati e privi di dannose colorazioni. In questo modo, se state ascoltando un CD, sentirete con la qualità 16/44.1, senza abbellimenti innaturali; se state ascoltando un SACD capirete subito quanto senso abbia ancora adesso questo formato; se ascoltate DSD o PCM ad alta risoluzione attraverso la porta USB, delizierete in ugual modo le vostre esigenti orecchie.
Il forte fruscio di fondo del master non disturba affatto l'ascolto del CD di Miles Davis “Sketches of Spain” (Columbia Legacy), bellissimo disco dove Davis si cimenta con gli spettacolari arrangiamenti di Gil Evans del Concierto de Aranjuez di Rodrigo. Lo so, è la seconda volta in questa recensione che cito il pezzo di Rodrigo ma a volte capita di analizzare uno stesso brano con arrangiamenti diversi, quindi mi perdonerete. Il lettore Yamaha segue fedelmente le notevoli escursioni dinamiche che la band imprime alla musica e riesce molto bene nell'intento di non ammassare i fiati, che invece suonano scanditi con precisione. L'arpa e le piccole percussioni in sottofondo restano perfettamente intelligibili. A proposito: la gamma degli strumenti a fiato prodotti da Yamaha è vastissima.
Potrei parlarvi di come suona la batteria ma preferisco dirvi che tra le batterie migliori al mondo vi sono le … Yamaha.
Il funzionamento della parte “solo DAC” è perfetto. Gli utenti Windows devono scaricare gratuitamente dal sito Yamaha il driver Steinberg USB e, seguite passo passo le semplici istruzioni, vedranno che il lettore riconoscerà immediatamente il flusso digitale inviato dal PC, senza alcuna difficoltà.
La qualità di riproduzione va di pari passo con la risoluzione di ciò che darete in pasto alla porta USB del lettore.
Credo si sia capito chiaramente quanto mi sia piaciuto questo CD-S3000. Più volte mi sono chiesto (e poco sotto avrete la risposta) se sia davvero una buona idea spendere cifre molto superiori, a fronte di incrementi qualitativi scarsamente quantificabili.
Se non avete a disposizione la cifra richiesta per il suo acquisto, valutate il fratello minore, il 2100, che a livello sonoro si avvicina molto al 3000.
Qualunque sia la vostra scelta tra le due, vi garantisco che vivrete felici per anni.
Aspettavate una risposta? Ho deciso di comprarlo. Il colore? Argento.
Angelo Jasparro
Produttore e distributore: Yamaha Corporation