ZYX Omega Diamond
Un ascolto di livello assoluto (per pochi, purtroppo …)
Accidenti! L’ascolto di questa testina, che in Italia costa quanto un’auto di media cilindrata, non me lo aspettavo proprio. Ma a volte capita anche di avere certe fortune e di queste fortune vien la voglia di fare una condivisione con altri, oppure scriverne una vera e propria recensione. Come in questo caso.
Il marchio giapponese ZYX offre un’ampia gamma di testine che partono – a listino italiano - dal costo di circa 1.300 euro per la Bloom, modello entry level, passando per le 100 nelle varie versioni – con bobine in rame o in argento (ne ho avuta una con le bobine in argento, anche se marcata Kuzma: ottima; mi si è ammalorata causa un guasto elettrico che ha bruciato una bobina e “ancor me ne dolgo”), le 1000 ed infine le Omega, la cui Diamond qui in esame rappresenta il top del catalogo.
La Omega Diamond utilizza il consueto posizionamento delle bobine Real Stereo ed è anch’essa sottoposta al trattamento criogenico a – 196 gradi. Il corpo è parzialmente aperto sui lati, evidentemente per limitare il rientro di vibrazioni. Il cantilever è in diamante (si chiama appunto Diamond) e lo stilo ha un taglio Micro-Ridge di dimensioni veramente ridotte. La sfera posta anteriormente, non amovibile ed in lapislazzuli, ha il compito di abbassare e stabilizzare il baricentro del corpo testina, un po’ come avviene con le Shun Mook che però sono in legno. I terminali posteriori, invece che essere dorati, sono in oro puro. La superficie superiore ha una placca metallica per un miglior accoppiamento con il braccio. Il peso non è particolarmente ridotto, come è invece abitudine di ZYX, ma si attesta su 7.8 gr che unitamente alla cedevolezza media (15 la orizzontale e 12 la verticale) consigliano l’utilizzo di bracci di massa media intorno ai 10 gr (tipo il Rega 1000 – snobbato, erroneamente, da molti - o lo Sme IV e V). Infatti è stata montata sulla canna Red del Morch che ben si è adattata a sostenerla e a farla lavorare correttamente.
Per l’interfacciamento elettrico non credo sia necessario ricorrere ad un trasformatore esterno perché l’uscita non è bassissima (0,24 mV a 3,54 cm/sec); non ho avuto alcun problema con il mio stadio attivo American Hybrid Technology sul quale ho settato il carico di 500 ohm che ho sempre trovato congruo con le varie ZYX passate per casa (RS 30, Bloom e Fuji 100 marcata Kuzma). Anche in questo caso quell’impedenza è parsa quella che non soffoca la dinamica della testina e che permette una risposta in frequenza che pare ben lineare.
Il marchio giapponese ZYX offre un’ampia gamma di testine che partono – a listino italiano - dal costo di circa 1.300 euro per la Bloom, modello entry level, passando per le 100 nelle varie versioni – con bobine in rame o in argento (ne ho avuta una con le bobine in argento, anche se marcata Kuzma: ottima; mi si è ammalorata causa un guasto elettrico che ha bruciato una bobina e “ancor me ne dolgo”), le 1000 ed infine le Omega, la cui Diamond qui in esame rappresenta il top del catalogo.
La Omega Diamond utilizza il consueto posizionamento delle bobine Real Stereo ed è anch’essa sottoposta al trattamento criogenico a – 196 gradi. Il corpo è parzialmente aperto sui lati, evidentemente per limitare il rientro di vibrazioni. Il cantilever è in diamante (si chiama appunto Diamond) e lo stilo ha un taglio Micro-Ridge di dimensioni veramente ridotte. La sfera posta anteriormente, non amovibile ed in lapislazzuli, ha il compito di abbassare e stabilizzare il baricentro del corpo testina, un po’ come avviene con le Shun Mook che però sono in legno. I terminali posteriori, invece che essere dorati, sono in oro puro. La superficie superiore ha una placca metallica per un miglior accoppiamento con il braccio. Il peso non è particolarmente ridotto, come è invece abitudine di ZYX, ma si attesta su 7.8 gr che unitamente alla cedevolezza media (15 la orizzontale e 12 la verticale) consigliano l’utilizzo di bracci di massa media intorno ai 10 gr (tipo il Rega 1000 – snobbato, erroneamente, da molti - o lo Sme IV e V). Infatti è stata montata sulla canna Red del Morch che ben si è adattata a sostenerla e a farla lavorare correttamente.
Per l’interfacciamento elettrico non credo sia necessario ricorrere ad un trasformatore esterno perché l’uscita non è bassissima (0,24 mV a 3,54 cm/sec); non ho avuto alcun problema con il mio stadio attivo American Hybrid Technology sul quale ho settato il carico di 500 ohm che ho sempre trovato congruo con le varie ZYX passate per casa (RS 30, Bloom e Fuji 100 marcata Kuzma). Anche in questo caso quell’impedenza è parsa quella che non soffoca la dinamica della testina e che permette una risposta in frequenza che pare ben lineare.
Purtroppo non è agevole la dimatura; il “naso” anteriore rende abbastanza difficoltoso reperire il punto esatto in cui cade la puntina e comunque la sfera è abbastanza grossa ed interdice la vista del cantilever. Mi è corsa in aiuto la dima del Dr. Feickert che permette anche di reperire la distanza esatta dal fulcro del braccio, così da permettere comunque una dimatura corretta. Un’ulteriore lavoro fine effettuato “ad orecchio” è consigliabile – micrometrici aggiustamenti fatti a mano, con l’orecchio teso sino a ridurre ogni pur minimo accenno di incertezza nel tracciamento.
Peso di lettura 2 gr. Non cambia molto andando oltre, ma questo è il dato “medio” dichiarato dal produttore ed a lui mi sono poi affidato. Parallelismo assoluto: non scherziamo, perché quando si ha a che fare con prodotti di questo livello, o li si mettono in condizione di dare il meglio, o val più la pena lasciar perdere.
Il montaggio sul braccio è facilitato dal fatto che i dadi che si vedono in foto sono parte del corpo della testina e quindi si deve solo aver cura di avvitare le due viti: il che permette il montaggio con maggior tranquillità. C’è poi un salva puntina duro da mettere e togliere, ma che nelle operazioni preliminari serve a mantenere la debita calma.
Il giochino costa un botto: 24.500,00 euro è il listino del distributore italiano. Non faccio considerazioni in merito al prezzo: da tempo le testine top hanno prezzi da gioielleria e quindi mi rifiuto di giudicare perché prima di tutto fatico a comprendere di mio (lo so, questa posizione è avversata da molti che vogliono sognare, ma in ogni caso davanti a certi costi qualche perplessità c’è), ma soprattutto perché quando si capita su questi prodotti fatti col contagocce, diventa difficile dare una valutazione. Quindi, chi se la può permettere, se la permetterà e un “beato lui” nasce spontaneo dal cuore. Certo è che il prezzo conta nel momento in cui la si monta; va bene, ha la conchiglia che protegge lo stilo, non si devono fare manovre funamboliche per mettere il dado sotto la vite, ma ad un certo punto la conchiglia la si deve togliere per iniziare a lavorare con lo stilo libero. La consueta confezione famiglia di Kleenex ha aiutato nell’asciugare le copiose gocce di sudore che fluivano dalla fronte durante le varie regolazioni di dimatura, impostazione del peso, regolazione dell’azimuth e VTA.
Peso di lettura 2 gr. Non cambia molto andando oltre, ma questo è il dato “medio” dichiarato dal produttore ed a lui mi sono poi affidato. Parallelismo assoluto: non scherziamo, perché quando si ha a che fare con prodotti di questo livello, o li si mettono in condizione di dare il meglio, o val più la pena lasciar perdere.
Il montaggio sul braccio è facilitato dal fatto che i dadi che si vedono in foto sono parte del corpo della testina e quindi si deve solo aver cura di avvitare le due viti: il che permette il montaggio con maggior tranquillità. C’è poi un salva puntina duro da mettere e togliere, ma che nelle operazioni preliminari serve a mantenere la debita calma.
Il giochino costa un botto: 24.500,00 euro è il listino del distributore italiano. Non faccio considerazioni in merito al prezzo: da tempo le testine top hanno prezzi da gioielleria e quindi mi rifiuto di giudicare perché prima di tutto fatico a comprendere di mio (lo so, questa posizione è avversata da molti che vogliono sognare, ma in ogni caso davanti a certi costi qualche perplessità c’è), ma soprattutto perché quando si capita su questi prodotti fatti col contagocce, diventa difficile dare una valutazione. Quindi, chi se la può permettere, se la permetterà e un “beato lui” nasce spontaneo dal cuore. Certo è che il prezzo conta nel momento in cui la si monta; va bene, ha la conchiglia che protegge lo stilo, non si devono fare manovre funamboliche per mettere il dado sotto la vite, ma ad un certo punto la conchiglia la si deve togliere per iniziare a lavorare con lo stilo libero. La consueta confezione famiglia di Kleenex ha aiutato nell’asciugare le copiose gocce di sudore che fluivano dalla fronte durante le varie regolazioni di dimatura, impostazione del peso, regolazione dell’azimuth e VTA.
Fatto tutto, asciugato per bene tutto il sudore e calmatomi, ho controllato rapidamente. Velocità del giradischi: giusta. Peso di lettura: giusto. Pre-fono, pre e finale sono accesi … Devo scegliere il primo disco. Veloce partenza dalla lettera A e giunto alla H, decido: G.F. Haendel, musiche di scena per l’Alceste, Academy of Ancient Music con solisti su Oiseau Lyre. Decido poi di partire da un brano morbido e suadente, il Gentle Morpheus, cantato da Emma Kirkby (per cui nutro una sorta di venerazione: donna piccola, ma di carattere e cultrice e propalatrice di uno stile di canto che nessuno ha mai saputo copiare). La sua voce è splendida, ben riproposta, con anche qualche piccolo difetto di emissione ma con acuti immacolati: i famosi acuti della Kirkby. L’accompagnamento è tutto di soli archi: i violini sono aperti ma mai aspri, ben collocati nella scena. Colpiscono gli archi gravi che finalmente hanno il vero sapore degli archi bassi ascoltati dal vivo, potenti, profondi, ma senza fastidiose code che li appesantiscono e anche rugosi al punto giusto. Il suono del contrabbasso è “carnoso”, corretto. Colpisce poi l’equilibrio timbrico: leggendo gli strumentisti presenti alla registrazione – Oiseau Lyre in questo era molto precisa, al contrario di altri che non dicono alcunché su musicisti e strumenti – si ha la netta impressione che nella realtà il suono sarebbe stato quello, con il giusto apporto per ogni singola sezione strumentale. La scena, poi, è quella tipica di ZYX, ovvero ben distribuita ed anche piuttosto ampia: vero è che nelle registrazioni multi microfoniche la scena è ricreata ad arte dal tecnico del suono, ma con la Omega Diamond, quando c’è ed è stata “introdotta” in modo credibile, la scena risulta ben restituita: né troppo profonda, né troppo larga, né questo né quello: è corretta e basta.
Seconda scelta, J. S. Bach, Cantata BWV 78, Philippe Herreweghe su Harmonia Mundi. Esecuzione che consiglio, soprattutto per il duetto soprano/contralto “Wir eilen”. Nel coro iniziale ci sono interventi di corno, posti in fondo alla scena: giuro e mi vergogno un po’ di scriverlo, ma è la prima volta che me ne accorgo così chiaramente (che ci fossero, lo sapevo: ho la partitura). I particolari sciorinati da questa Omega Diamond sono tanti, nessuno spinto in avanti, tutti perfettamente fusi tra di loro: ma particolare su particolare sembra sempre più di essere spinti verso la sala in cui la registrazione è stata fatta. Peraltro è proprio nei momenti più complessi che questa testina magnifica le sue doti: non si perde mai un particolare, non c’è mai il benché minimo accenno di confusione; nessuna incertezza nel fluire della dinamica, di rara naturalezza. Le differenze d’uscita tra i due canali paiono essere veramente infime, tanto ben distribuiti sono gli strumenti all’interno della scena. Nel duetto qui sopra citato soprano e contralto hanno ciascuno la propria posizione che però non risulta puntiforme, ma anzi sono due fonti sonore piuttosto ampie come correttamente capita dal vivo (aridanghete, con sto rompiscatole che continua a correlare l’audio con la musica dal vivo: ma io musico nacqui e musico morrò). Naturali e veritieri violoncello e contrabbasso, ben distribuiti nello spazio. Questa registrazione l’avevo già citata nella prova della Decca apparsa tempo addietro su AS, in particolare relativamente allo spostamento verso il canale di destra di alcune consonanti nell’aria del tenore, su una parola tedesca (beherzt), mentre il tenore canta in centro alla scena: come non accadeva con la Decca, così non accade con la ZYX (mentre purtroppo accade con le mie Transfiguration, Denon e Ortofon). Anche qui, le infime differenze d’uscita tra un canale e l’altro danno il loro effetto.
Scelgo poi di ascoltare qualcosa di più impegnativo. I Quadri di un’esposizione di Mussorgski, su Telarc nella direzione di Maazel. Questa registrazione non difetta certo di dinamica né di una bella riproposizione scenica, come anche veritiero è il timbro dei legni; ma nemmeno la Omega Diamond riesce a togliere l’effetto loudness sulla parte bassa dello spettro audio. In compenso, però, ogni suono in quella regione è perfettamente distinguibile, pur in un amalgama omogeneo. Nel finale, La grande porta di Kiev, nel crescendo finale, gli archi tendono spesso a scomparire quasi, nascosti sotto i perentori ottoni ed alle truculente percussioni. Con la Omega Diamond no: come ho scritto sopra, è proprio nei messaggi più complessi che si sente la differenza di classe di questa testina. Non scappa nulla, non c’è mai la benché minima sensazione di cattivo tracciamento, tutto resta perfettamente comprensibile: performance abbastanza impressionante che mi ha ricordato la Lyra Olympos (che però ha una risposta in frequenza più spinta verso l’alto), la Air Tight Supreme (che ha una facilità d’emissione simile) e la Goldenote Tuscany (altra campionessa del tracciamento che però nei massimi contenuti energetici tende a scomporsi se confrontata con la Omega Diamond).
L’ascolto delle “mitiche” Suites di Gustav Holst su Telarc (è una hit per chi, come me, è sulla cinquantina) rivela colpi di grancassa rapidissimi nei tempi di attacco e giustamente più lenti nel decadimento. Il colore dei fiati della banda che esegue le partiture è ricco di sfumature. Permane un accenno di sottolineatura delle frequenze acute proprio della registrazione, ma la Omega Diamond è una testina fedele e tende a nascondere poco di quel che c’è nei solchi (e qui chiudo la sezione “Amarcord” della mia recensione; ovvero, “i vinili della gioventù”).
La partitura di Richard Strauss Ein Heldenleben, su DGG, diretta da Karajan (parlo del vinile originale di DGG e non delle copie realizzate su alta grammatura in tempo recenti), pur con i limiti dinamici delle registrazioni di anni fa, restituisce una tavolozza timbrica di rara bellezza e veridicità. Come sempre conquistano la grande facilità nel seguire i segnali più complessi, gli intervalli dinamici, anche i più infimi, che sono restituiti sempre senza nessuno stress per chi ascolta; la disposizione degli strumenti è poi in una scena che pare sempre tutta abitata, senza fastidiosi, anche piccoli, buchi.
Ecco; un punto importante è questa continua ricerca, che alla fine si fa, di registrazioni difficili, quelle cose che quando molti audiofili le vedono già pensano al mistracking. La facilità nel gestire anche le più ampie dinamiche da parte di questa Omega Diamond è comune a ben poche; la semplicità con la quale anche i segnali più complessi vengono restituiti è notevole. In pratica non ci sono partiture che riescano a metterla in difficoltà, non ci sono registrazioni che lo possano fare. Tutto viene letto senza problemi e restituito con una particolare attenzione ad ogni minimo particolare. E il “proprietario” (anche se temporaneamente, come lo son stato io) cerca le cose più cattive. Il Daphnis et Chloe di Ravel è un banco di prova non indifferente. L’esecuzione di Maazel su London è attendibile timbricamente e anche dinamicamente, a parte qualche fenomeno di compressione: quel che colpisce nell’ascolto con questa Omega Diamond è il fatto che ogni strumento mantenga perfettamente la sua identità, i suoi tempi di decadimento eppure il tutto resti perfettamente naturale, come in realtà dovrebbe essere. E poi la cosiddetta microdinamica: mai come in questo caso mi era capitato di sentire alcuni singoli strumenti in ogni sezione (tipicamente gli archi) emergere per piccoli attimi rispetto agli altri. Capita spesso, anche dal vivo, che qualche strumentista suoni leggermente più forte rispetto agli altri; con la Omega Diamond si percepiscono facilmente questi particolari, senza che ciò abbia nulla di chirurgico o di artificiale. Le Introduttioni Teatrali di Locatelli su Foné ripropongono questa situazione con grande facilità (a parte la bellezza della musica e la “vitalità” della registrazione – qui veramente pare di essere al cospetto dell’orchestra).
Certo è che se l’ascolto verte su dischi mal registrati o mal stampati, la nostra ZYX nulla farà se non restituire pari pari quel che c’è sul supporto. Ascoltare il primo LP degli Emerson Lake & Palmer è stato abbastanza “devastante”. So che non era una grande stampa, quella in mio possesso, ma che facesse così pena non lo ricordavo proprio. La gamma dinamica è ristrettissima e ora della fine sopraggiunge una sensazione di soffocamento, di mancanza d’aria, abbastanza pesante da sopportare; ma è la registrazione che dà questa sensazione e la testina non fa altro che il suo lavoro, con puntualità e precisione (se non sapessi che è un prodotto giapponese, per “carattere” potrei dire che è svizzera). Passando ad un altro disco poco noto (ovviamente è il contrario) Wish You Were Here dei Pink Floyd, la registrazione offre miglior qualità e lo si percepisce benissimo: l’ascolto si fa più rilassato e pur lontani dalla dinamica di alcune registrazioni più moderne, l’ascolto passa senza fatica alcuna. La cosa bella di questa testina è la precisione timbrica, che fa si che la chitarra di Gilmour abbia tante, tantissime sfumature e che le si percepiscano senza problema alcuno. Fatto salvo che poi, passando ad una registrazione più recente, Give Me The Night di George Benson, si abbia un risultato complessivamente appagante. Questo disco fu usato per lungo tempo dai critici di The Absolute Sound come loro riferimento tecnico: io lo guardavo con aria di sufficienza perché il brano Give Me The Night passava spesso in radio e pensavo ad un prodottino “simil disco music” e nulla più. Sbagliando valutazione, ovviamente, perché quando poi acquistai il disco, ci trovai quella “chicca” di Moody’s Mood, cantato da Benson insieme con una sensualissima Patty Austin e una registrazione che ancora oggi ha qualcosa da dire per naturalezza; e lo sanno bene i miei vicini di casa che hanno involontariamente goduto con me dell’ascolto di questa canzone. Anche qui sparisce ogni forma di durezza del suono che assume caratteristiche live che fanno solo piacere. Evito di raccontare l’ascolto di Synchronicity dei Police: non tanto per la tecnica in sé, che tutto sommato è funzionale al genere – poi era il suono che volevano i Police – quanto perché la musica mi ha preso un po’ troppo e mentre cantavo con Sting (ma io con voce di basso impostata per il classico: insomma, un duetto improponibile) e mi agitavo con lui, ho beccato una ginocchiata clamorosa contro il divano che mi ha subito riportato nella realtà, mentre la ZYX mi aveva un po’ trasportato nello studio di registrazione.
E poi questa spietata precisione porta veramente a dimenticarsi di ascoltare musica riprodotta. Vuoi perché il timbro è sempre preciso, vuoi per la dinamica corretta, vuoi per la mancanza di sforzo nella ricostruzione dovuta anche ad una restituzione della scena così naturale da far sì che ci si pongano meno domande del solito, a totale beneficio della rilassatezza.
Ho dimenticato di scrivere che l’impianto era il solito che utilizzo (si, sono statico; lo so. Ma non riesco a cambiare apparecchiature continuamente e anche quando lo faccio, nell’ambito di una recensione, devono essere apparecchiature che conosco bene, come in questo caso). Il DPS ora è nuovamente accoppiato con il braccio Mørch DP6 che è tornato nuovo e questo ha facilitato il compito di ‘monta e smonta’ perché di fatto ho solo montato la ZYX sulla canna Red rimasta libera. Oltre alla consueta amplificazione Spectral mi sono fatto prestare apparecchiature Audio Note, Bryston e ho aggiunto il mio piccolo NuForce e la mia seconda amplificazione di Olimpia Audio. Cavi? Anche troppi, volendo, visto che ai consueti NBS, XLO, cavi realizzati su mia specifica, YBA e i soliti che cito (fermi restando i Pearl di Black Noise di alimentazione) ho aggiunto i Nanotec (segnale e potenza) e i Precide ACE (di potenza) e un cavo di segnale nuovo a marca AS DS acquistabile solo online, in argento, di basso costo ma dall’ottimo suono.
Le testine erano le mie solite, con la compiacenza del proprietario della Olympos di Lyra che cito e che me la presta ogniqualvolta gliela chiedo.
Che dire per concludere? Una grande testina, costosa sicuramente, ma altrettanto sicuramente qualcosa che si discosta da altri prodotti di livello medio-alto e alto proprio per questa sua singolare capacità di non cedere mai e di restituire sempre un suono che non so definire altrimenti che “naturale”. Non “prenderà” al primo ascolto perché non ha una caratteristica che colpisca immediatamente, ma è proprio questa la cosa più difficile da metabolizzare e da sopportare quando se ne sarà andata da casa o quando le si vorrà trovare una concorrente. Se volete conoscere cosa c’è nei solchi dei vostri dischi e potete acquistarla, l’Omega Diamond è un ottimo viatico verso “la fine del gioco”.
Domenico Pizzamiglio
Produttore: ZYX
Distributore: High Fidelity Italia Srl
Prezzo: 24.500,00 €
Seconda scelta, J. S. Bach, Cantata BWV 78, Philippe Herreweghe su Harmonia Mundi. Esecuzione che consiglio, soprattutto per il duetto soprano/contralto “Wir eilen”. Nel coro iniziale ci sono interventi di corno, posti in fondo alla scena: giuro e mi vergogno un po’ di scriverlo, ma è la prima volta che me ne accorgo così chiaramente (che ci fossero, lo sapevo: ho la partitura). I particolari sciorinati da questa Omega Diamond sono tanti, nessuno spinto in avanti, tutti perfettamente fusi tra di loro: ma particolare su particolare sembra sempre più di essere spinti verso la sala in cui la registrazione è stata fatta. Peraltro è proprio nei momenti più complessi che questa testina magnifica le sue doti: non si perde mai un particolare, non c’è mai il benché minimo accenno di confusione; nessuna incertezza nel fluire della dinamica, di rara naturalezza. Le differenze d’uscita tra i due canali paiono essere veramente infime, tanto ben distribuiti sono gli strumenti all’interno della scena. Nel duetto qui sopra citato soprano e contralto hanno ciascuno la propria posizione che però non risulta puntiforme, ma anzi sono due fonti sonore piuttosto ampie come correttamente capita dal vivo (aridanghete, con sto rompiscatole che continua a correlare l’audio con la musica dal vivo: ma io musico nacqui e musico morrò). Naturali e veritieri violoncello e contrabbasso, ben distribuiti nello spazio. Questa registrazione l’avevo già citata nella prova della Decca apparsa tempo addietro su AS, in particolare relativamente allo spostamento verso il canale di destra di alcune consonanti nell’aria del tenore, su una parola tedesca (beherzt), mentre il tenore canta in centro alla scena: come non accadeva con la Decca, così non accade con la ZYX (mentre purtroppo accade con le mie Transfiguration, Denon e Ortofon). Anche qui, le infime differenze d’uscita tra un canale e l’altro danno il loro effetto.
Scelgo poi di ascoltare qualcosa di più impegnativo. I Quadri di un’esposizione di Mussorgski, su Telarc nella direzione di Maazel. Questa registrazione non difetta certo di dinamica né di una bella riproposizione scenica, come anche veritiero è il timbro dei legni; ma nemmeno la Omega Diamond riesce a togliere l’effetto loudness sulla parte bassa dello spettro audio. In compenso, però, ogni suono in quella regione è perfettamente distinguibile, pur in un amalgama omogeneo. Nel finale, La grande porta di Kiev, nel crescendo finale, gli archi tendono spesso a scomparire quasi, nascosti sotto i perentori ottoni ed alle truculente percussioni. Con la Omega Diamond no: come ho scritto sopra, è proprio nei messaggi più complessi che si sente la differenza di classe di questa testina. Non scappa nulla, non c’è mai la benché minima sensazione di cattivo tracciamento, tutto resta perfettamente comprensibile: performance abbastanza impressionante che mi ha ricordato la Lyra Olympos (che però ha una risposta in frequenza più spinta verso l’alto), la Air Tight Supreme (che ha una facilità d’emissione simile) e la Goldenote Tuscany (altra campionessa del tracciamento che però nei massimi contenuti energetici tende a scomporsi se confrontata con la Omega Diamond).
L’ascolto delle “mitiche” Suites di Gustav Holst su Telarc (è una hit per chi, come me, è sulla cinquantina) rivela colpi di grancassa rapidissimi nei tempi di attacco e giustamente più lenti nel decadimento. Il colore dei fiati della banda che esegue le partiture è ricco di sfumature. Permane un accenno di sottolineatura delle frequenze acute proprio della registrazione, ma la Omega Diamond è una testina fedele e tende a nascondere poco di quel che c’è nei solchi (e qui chiudo la sezione “Amarcord” della mia recensione; ovvero, “i vinili della gioventù”).
La partitura di Richard Strauss Ein Heldenleben, su DGG, diretta da Karajan (parlo del vinile originale di DGG e non delle copie realizzate su alta grammatura in tempo recenti), pur con i limiti dinamici delle registrazioni di anni fa, restituisce una tavolozza timbrica di rara bellezza e veridicità. Come sempre conquistano la grande facilità nel seguire i segnali più complessi, gli intervalli dinamici, anche i più infimi, che sono restituiti sempre senza nessuno stress per chi ascolta; la disposizione degli strumenti è poi in una scena che pare sempre tutta abitata, senza fastidiosi, anche piccoli, buchi.
Ecco; un punto importante è questa continua ricerca, che alla fine si fa, di registrazioni difficili, quelle cose che quando molti audiofili le vedono già pensano al mistracking. La facilità nel gestire anche le più ampie dinamiche da parte di questa Omega Diamond è comune a ben poche; la semplicità con la quale anche i segnali più complessi vengono restituiti è notevole. In pratica non ci sono partiture che riescano a metterla in difficoltà, non ci sono registrazioni che lo possano fare. Tutto viene letto senza problemi e restituito con una particolare attenzione ad ogni minimo particolare. E il “proprietario” (anche se temporaneamente, come lo son stato io) cerca le cose più cattive. Il Daphnis et Chloe di Ravel è un banco di prova non indifferente. L’esecuzione di Maazel su London è attendibile timbricamente e anche dinamicamente, a parte qualche fenomeno di compressione: quel che colpisce nell’ascolto con questa Omega Diamond è il fatto che ogni strumento mantenga perfettamente la sua identità, i suoi tempi di decadimento eppure il tutto resti perfettamente naturale, come in realtà dovrebbe essere. E poi la cosiddetta microdinamica: mai come in questo caso mi era capitato di sentire alcuni singoli strumenti in ogni sezione (tipicamente gli archi) emergere per piccoli attimi rispetto agli altri. Capita spesso, anche dal vivo, che qualche strumentista suoni leggermente più forte rispetto agli altri; con la Omega Diamond si percepiscono facilmente questi particolari, senza che ciò abbia nulla di chirurgico o di artificiale. Le Introduttioni Teatrali di Locatelli su Foné ripropongono questa situazione con grande facilità (a parte la bellezza della musica e la “vitalità” della registrazione – qui veramente pare di essere al cospetto dell’orchestra).
Certo è che se l’ascolto verte su dischi mal registrati o mal stampati, la nostra ZYX nulla farà se non restituire pari pari quel che c’è sul supporto. Ascoltare il primo LP degli Emerson Lake & Palmer è stato abbastanza “devastante”. So che non era una grande stampa, quella in mio possesso, ma che facesse così pena non lo ricordavo proprio. La gamma dinamica è ristrettissima e ora della fine sopraggiunge una sensazione di soffocamento, di mancanza d’aria, abbastanza pesante da sopportare; ma è la registrazione che dà questa sensazione e la testina non fa altro che il suo lavoro, con puntualità e precisione (se non sapessi che è un prodotto giapponese, per “carattere” potrei dire che è svizzera). Passando ad un altro disco poco noto (ovviamente è il contrario) Wish You Were Here dei Pink Floyd, la registrazione offre miglior qualità e lo si percepisce benissimo: l’ascolto si fa più rilassato e pur lontani dalla dinamica di alcune registrazioni più moderne, l’ascolto passa senza fatica alcuna. La cosa bella di questa testina è la precisione timbrica, che fa si che la chitarra di Gilmour abbia tante, tantissime sfumature e che le si percepiscano senza problema alcuno. Fatto salvo che poi, passando ad una registrazione più recente, Give Me The Night di George Benson, si abbia un risultato complessivamente appagante. Questo disco fu usato per lungo tempo dai critici di The Absolute Sound come loro riferimento tecnico: io lo guardavo con aria di sufficienza perché il brano Give Me The Night passava spesso in radio e pensavo ad un prodottino “simil disco music” e nulla più. Sbagliando valutazione, ovviamente, perché quando poi acquistai il disco, ci trovai quella “chicca” di Moody’s Mood, cantato da Benson insieme con una sensualissima Patty Austin e una registrazione che ancora oggi ha qualcosa da dire per naturalezza; e lo sanno bene i miei vicini di casa che hanno involontariamente goduto con me dell’ascolto di questa canzone. Anche qui sparisce ogni forma di durezza del suono che assume caratteristiche live che fanno solo piacere. Evito di raccontare l’ascolto di Synchronicity dei Police: non tanto per la tecnica in sé, che tutto sommato è funzionale al genere – poi era il suono che volevano i Police – quanto perché la musica mi ha preso un po’ troppo e mentre cantavo con Sting (ma io con voce di basso impostata per il classico: insomma, un duetto improponibile) e mi agitavo con lui, ho beccato una ginocchiata clamorosa contro il divano che mi ha subito riportato nella realtà, mentre la ZYX mi aveva un po’ trasportato nello studio di registrazione.
E poi questa spietata precisione porta veramente a dimenticarsi di ascoltare musica riprodotta. Vuoi perché il timbro è sempre preciso, vuoi per la dinamica corretta, vuoi per la mancanza di sforzo nella ricostruzione dovuta anche ad una restituzione della scena così naturale da far sì che ci si pongano meno domande del solito, a totale beneficio della rilassatezza.
Ho dimenticato di scrivere che l’impianto era il solito che utilizzo (si, sono statico; lo so. Ma non riesco a cambiare apparecchiature continuamente e anche quando lo faccio, nell’ambito di una recensione, devono essere apparecchiature che conosco bene, come in questo caso). Il DPS ora è nuovamente accoppiato con il braccio Mørch DP6 che è tornato nuovo e questo ha facilitato il compito di ‘monta e smonta’ perché di fatto ho solo montato la ZYX sulla canna Red rimasta libera. Oltre alla consueta amplificazione Spectral mi sono fatto prestare apparecchiature Audio Note, Bryston e ho aggiunto il mio piccolo NuForce e la mia seconda amplificazione di Olimpia Audio. Cavi? Anche troppi, volendo, visto che ai consueti NBS, XLO, cavi realizzati su mia specifica, YBA e i soliti che cito (fermi restando i Pearl di Black Noise di alimentazione) ho aggiunto i Nanotec (segnale e potenza) e i Precide ACE (di potenza) e un cavo di segnale nuovo a marca AS DS acquistabile solo online, in argento, di basso costo ma dall’ottimo suono.
Le testine erano le mie solite, con la compiacenza del proprietario della Olympos di Lyra che cito e che me la presta ogniqualvolta gliela chiedo.
Che dire per concludere? Una grande testina, costosa sicuramente, ma altrettanto sicuramente qualcosa che si discosta da altri prodotti di livello medio-alto e alto proprio per questa sua singolare capacità di non cedere mai e di restituire sempre un suono che non so definire altrimenti che “naturale”. Non “prenderà” al primo ascolto perché non ha una caratteristica che colpisca immediatamente, ma è proprio questa la cosa più difficile da metabolizzare e da sopportare quando se ne sarà andata da casa o quando le si vorrà trovare una concorrente. Se volete conoscere cosa c’è nei solchi dei vostri dischi e potete acquistarla, l’Omega Diamond è un ottimo viatico verso “la fine del gioco”.
Domenico Pizzamiglio
Produttore: ZYX
Distributore: High Fidelity Italia Srl
Prezzo: 24.500,00 €