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Della posizione delle JBL 4350
e della loro amplificazione
Una fotografia che ho recentemente pubblicato su Facebook ha suscitato un certo scalpore; si trattava della posizione dei diffusori JBL 4350B, nella mia stanza d'ascolto.
La differenza con la precedente collocazione è l'altezza dei diffusori, che da terra passano ad essere montati su supporti alti 40 cm. Non ci preoccupiamo, in questa sede, degli immancabili giudizi sul suono delle fotografie, che non turbano certamente i sonni del sottoscritto, che ha invece l'abitudine di mettere sempre le proprie orecchie tra un suono e la descrizione dello stesso. L'inizio del mio ultra decennale rapporto con le 4350B le vedeva in altro ambiente, molto più piccolo e a distanza di ascolto ravvicinata, la minima prescritta da JBL e cioè circa 2,5 metri. In tale ambiente, i diffusori erano utilizzati senza lenti acustiche, sui supporti che fanno da protagonisti in quest'articolo, e con un leggero orientamento (toe-in) verso il punto d'ascolto. Per un po' di tempo, tutte le prove che avevo effettuato (spesso in collaborazione con l'amico Domenico, delle cui orecchie mi fido a volte quanto le mie, a volte di più, a volte di meno - dipende dal fatto che mi dica o meno quello che voglio sentirmi dire) hanno dimostrato che di meglio non era possibile ottenere. Una volta cambiato l'ambiente d'ascolto, e passate le JBL in un locale da 66 mq, progettato per accogliere l'impianto, le cose sono ovviamente cambiate. A parità di elettroniche - la qual cosa parrebbe poco significativa, ma vedrete che non è così. Dopo un po' di ascolti, ho ritenuto opportuno togliere i supporti dai diffusori e, col tempo, anche di montare le lenti acustiche. Le JBL sono finite quanto più vicine possibile al muro di fondo, con un leggerissimo puntamento verso il punto d'ascolto - adesso a circa 6 metri di distanza - e, appunto, sul pavimento. Nessun problema di eccesso di bassi, checché ne dicano i "giudici fotografici", ai quali ricordo che, anzi, un woofer vicino al pavimento non avrà problemi di cancellazioni dovuti ad interazioni nocive col pavimento stesso. La prova di quanto sto affermando è nel fatto che TUTTI i subwoofer del mondo devono funzionare appoggiati a terra e che praticamente tutti i grandi diffusori da pavimento hanno i woofer posizionati il più possibile in basso (come esempio contrario ricordo solo Dynaudio Consequence). Quindi: posto che i problemi di risonanze e cancellazioni in gamma bassa si debbono quasi totalmente alle misure delle stanze ed alla posizione d'ascolto, per qualche anno le 4350 hanno lavorato nelle condizioni di cui sopra, con mia (e non solo mia, lasciatemi dire) massima soddisfazione. E qui casca l'asino: "a parità di elettroniche", come ho scritto prima. Perché nell'audio, si sa, qualcuno o qualcosa deve sempre metterci lo zampino. Nel mio caso, lo zampino ce l'ha messo l'Audionet Humboldt (cliccate il link per leggere la recensione). C'è poco da fare, non è questione di giudizio effimero da sopraggiunta novità, il suono del mio impianto è cambiato. E' cambiato dallo scorso Aprile, da quando il nuovo integrato è entrato definitivamente in sala d'ascolto, e quindi ci ho messo un po' di tempo prima di prendere qualche provvedimento. Di indole sono piuttosto pigro e l'idea di mettere nuovamente sui supporti i diffusori da 120 kg cad. non mi entusiasmava. Inoltre, la mia esperienza m'insegna che ogni cambiamento dev'essere ben metabolizzato, prima di lasciare che ci conduca altrove. Quali i problemi, se di problemi si può parlare? Uno era preesistente: l'immagine un po' bassina, ma non me n'ero mai preoccupato, è un parametro tra gli ultimi che prendo in considerazione nell'ascolto di musica. La variazione dal punto di vista timbrico invece ha riguardato, sebbene non in misura fastidiosa, la gamma bassa. L'Audionet ha un'autorità ed una spinta in basso che la precedente amplificazione non aveva. Questa cosa non era affatto fastidiosa, anzi sembrava dare un tocco di "cattiveria" in più alla musica, quando richiesto. Ribadisco che sto parlando di gamma bassa, non di medio-bassa, e quindi nessun problema di "rigonfiamenti" di corde delle chitarre o di violoncelli stile contrabbasso... Niente di tutto ciò. Ma il tarlo della perfettibilità è proprio di chi ha un hobby, ed ecco che, appena finite le vacanze estive, uno dei miei pochi neuroni ancora in piena attività, si è messo in movimento... "e se provassi a rimettere le bestie sui supporti?" Inutile che vi dica che ho seguito il maledetto neurone ribelle ed un giorno ho precettato mio fratello (per aiutarmi a sollevare i mostri) e mia figlia (con l'incarico di posizionare i supporti sotto di essi). "Più difficile a dirsi che a farsi", aggiungerei, se non fosse che la mia schiena mi ha presentato il conto per un paio di giorni, ma ce l'abbiamo fatta. Col terrore di dover fare marcia indietro in caso di fallimento dell'operazione. Dopo qualche giorno di ascolti, il risultato è il seguente: immagine un pochino più alta, com'era scontato, ma solo un poco, malgrado le trombe e relative lenti si trovino più alte del punto d'ascolto. Meglio così, che le esagerazioni non sono mai gradite. Gamma bassa: si è abbastanza alleggerito e schiarito il medio-basso, che per raggiungere quella che mi piacerebbe definire "perfezione", forse necessiterebbe di supporti alti la metà, ma non sono ancora certo sia utile. Avvicinare, ieri sera, i diffusori alla parete di fondo (li avevo allontanati di una trentina di centimetri) ha aiutato a far tornare a galla i contrabbassi e le risonanze più gravi dei timpani. Il basso profondo resta impressionante, anche perché coadiuvato brillantemente dal solito subwoofer Velodyne. Un lavoro un po' più lungo mi aspetta con l'orientamento verso il punto di ascolto, ma già una decina di gradi in più rispetto alla posizione precedente, sembra un ottimo affare, e non credo resti molto da sistemare. In ogni caso, il timbro della gamma media ed alta pare essersi affinato, aver guadagnato in presenza ma non in intensità di emissione rispetto al resto delle frequenze, mantenendo l'equilibrio già tanto apprezzato. Difficile da mettere in parole, spero di essermi spiegato. Un filo di precisione in più al centro, ma senza le innaturali esagerazioni audiofile (vi ricordo che io faccio riferimento sempre e solo alla musica acustica dal vivo), non guasta, e me lo godo. Si sono appena un po' ridotte le influenze delle pareti laterali, senza restringere di un millimetro la larghezza della scena. Perché vi racconto questa storiella? Per ribadire, se ancora ce ne fosse bisogno, di non giudicare mai il suono di un impianto da una fotografia, contrariamente a quanto vediamo fare ogni giorno sui social network, ma anche di lavorare sul posizionamento del vostro impianto il più possibile. Potreste scoprire di avere ancora qualcosa da "spremere", a costo zero, soprattutto se cambiate qualche componente nella catena audio. La cosa importante è fare piazza pulita di tutte quelle leggende metropolitane incancrenitesi in tanti anni di letture, e che spesso sono sbagliate. Anche le regole prestabilite che si leggono in giro, tipo "rapporti aurei" e cose simili, possono risultare inesatte. Se guardate i vari schemi, infatti, vi accorgerete che sono tutti calcolati in base a volumi vuoti. Se le vostre stanze sono arredate, e normalmente lo sono, le cose cambiano sensibilmente, perché spezzate le superfici, in tutte le direzioni. Ricordate: anche i migliori esperti vi possono dare, a distanza, solo delle indicazioni di massima. Ma nella vostra stanza d'ascolto ci siete voi, e solo voi potete conoscerla a fondo. Usate i consigli come punto di partenza, ma poi siete voi a dover lavorare per affinare le prestazioni del vostro impianto. A volte, un po' di buona volontà e di pazienza possono farvi risparmiare un bel po' di soldi, che finirebbero in acquisti inutili, quando non dannosi. Angelo Jasparro |