EMMESpeakers Galileo Diamond
Tra la seconda metà del XVI Secolo e la prima metà del XVII, c'era uno scienziato, matematico, astronomo, che ne ha fatti tutti i colori. Tra le altre cose, ha inventato il cannocchiale ed ha litigato col Sant'Uffizio perché affermava che la Terra gira attorno al Sole e non viceversa. Risultato per aver contraddetto Aristotele: condannato al confino e costretto all'abiura. Meno male che nel 1992, Papa Giovanni Paolo II si è accorto dell'insignificante errore commesso dalla Chiesa di allora e l'ha riconosciuto ufficialmente. Dimenticavo il suo nome: Galileo Galilei, da Pisa, Toscana, Italia.
Un tipo piuttosto eccentrico, quindi, ma fin troppo intelligente per le persone dell'epoca. Non voglio sapere perché i Martinelli Brothers chiamino i loro diffusori come i personaggi che hanno fatto la storia d'Italia. E non solo, visto che la loro nuova creatura si chiama Copernicus. Restiamo sempre nel campo della scienza.
Le Da Vinci ce le siamo spupazzate e recensite ormai da tempo, con l'ottimo risultato che potete leggere seguendo il link.
Le Galileo sono praticamente le Da Vinci cresciute, che dal passeggino … ehm, dal supporto, poggiano direttamente sul pavimento. Raddoppiati i midrange e quadruplicati i woofer, entrano in una fascia di mercato che guarda la vera e propria hi-end, col loro prezzo che, a seconda delle versioni, va dai 30.000 ai 50.000 euro, circa. Alla fine dell'articolo specificheremo i prezzi validi in Europa per il modello in prova.
Di Emmespeakers abbiamo già parlato in altri due articoli, in occasione di altrettante recensioni. Corteggiavamo le Galileo da quando sono state presentate a Monaco l'anno scorso. L'attesa ci ha premiati; siamo infatti i primi a recensire la versione dotata di tweeter in diamante. Oggetto che, me lo si lasci dire, mi ha sempre colpito per un suo modo di porgere la gamma acuta molto particolare. Non intendo con ciò dire che sia colorato o che imponga una propria timbrica. Dico che ha una dolcezza nel suono, una “morbidezza” che sembra contrastare apertamente con la rigidità del materiale col quale è realizzata la cupola che, si sa, è il materiale più duro esistente in natura. Naturalmente parliamo di diamante sintetico, realizzato in modo interessante e ben spiegato dal produttore Accuton a questo link: http://bit.ly/1gGItcS
Il tweeter impiegato nelle Galileo è quello da 1.2”, molto più costoso di quello da 1” comunemente utilizzato ma anche in grado di sopportare frequenze di taglio più basse, grazie alla sua Fs inferiore di quasi 300 Hz.
Un tipo piuttosto eccentrico, quindi, ma fin troppo intelligente per le persone dell'epoca. Non voglio sapere perché i Martinelli Brothers chiamino i loro diffusori come i personaggi che hanno fatto la storia d'Italia. E non solo, visto che la loro nuova creatura si chiama Copernicus. Restiamo sempre nel campo della scienza.
Le Da Vinci ce le siamo spupazzate e recensite ormai da tempo, con l'ottimo risultato che potete leggere seguendo il link.
Le Galileo sono praticamente le Da Vinci cresciute, che dal passeggino … ehm, dal supporto, poggiano direttamente sul pavimento. Raddoppiati i midrange e quadruplicati i woofer, entrano in una fascia di mercato che guarda la vera e propria hi-end, col loro prezzo che, a seconda delle versioni, va dai 30.000 ai 50.000 euro, circa. Alla fine dell'articolo specificheremo i prezzi validi in Europa per il modello in prova.
Di Emmespeakers abbiamo già parlato in altri due articoli, in occasione di altrettante recensioni. Corteggiavamo le Galileo da quando sono state presentate a Monaco l'anno scorso. L'attesa ci ha premiati; siamo infatti i primi a recensire la versione dotata di tweeter in diamante. Oggetto che, me lo si lasci dire, mi ha sempre colpito per un suo modo di porgere la gamma acuta molto particolare. Non intendo con ciò dire che sia colorato o che imponga una propria timbrica. Dico che ha una dolcezza nel suono, una “morbidezza” che sembra contrastare apertamente con la rigidità del materiale col quale è realizzata la cupola che, si sa, è il materiale più duro esistente in natura. Naturalmente parliamo di diamante sintetico, realizzato in modo interessante e ben spiegato dal produttore Accuton a questo link: http://bit.ly/1gGItcS
Il tweeter impiegato nelle Galileo è quello da 1.2”, molto più costoso di quello da 1” comunemente utilizzato ma anche in grado di sopportare frequenze di taglio più basse, grazie alla sua Fs inferiore di quasi 300 Hz.
Riportiamo a seguire la presentazione delle Galileo scritta dal suo progettista:
"Con il progetto GALILEO abbiamo voluto portare il concetto DA VINCI alla sua massima espressione e, nonostante le dimensioni, GALILEO mantiene le caratteristiche principali del progetto da cui ha avuto origine.
Infatti a velocità, dettaglio, messa a fuoco ed ampio palcoscenico, già prerogative del diffusore DA VINCI, con la GALILEO, abbiamo aggiunto fisicità e tenuta in potenza di un diffusore full size.
Grazie al suo layout, la GALILEO mantiene il centro acustico entro 12 cm in tutta la risposta in frequenza. Ciò è senza dubbio un risultato impressionante in un diffusore da 150 cm di altezza.
Dotato di sette driver (un tweeted ceramico da 1,2”, con opzione in diamante, due mid-woofer ceramici da 5” e quattro woofer da 10” in alluminio sul retro), il cabinet ha richiesto uno studio approfondito in termini di controllo delle vibrazioni e onde stazionarie.
L’ottimo smorzamento è stato ottenuto grazie al metodo di produzione EMMESpeakers, a sovrapposizione di layer, introducendo nuove soluzioni come la discontinuità di forma e materiale e la variazione di massa e di assorbimento.
Anche la GALILEO impiega il sistema BSSE (Box Shaping per Sound Enhancement), di proprietà di EMMESpeakers, che riveste un ruolo primario nel fornire il tipico “sound” EMMESpeakers col suo caratteristico ed ampio palcoscenico acustico.
Come di consueto nei miei disegni, gli incroci acustici sono molto bassi (150 Hz e 1.5k), per “consegnare” al driver immediatamente più veloce la gestione del segnale.
Progettato per le ampi ambienti, Galileo è in grado di fornire una riproduzione “fisica”, profonda e senza compromessi, per chi ama immergersi nella evento sonoro con un emozionante realismo.
Lorenzo Martinelli"
"Con il progetto GALILEO abbiamo voluto portare il concetto DA VINCI alla sua massima espressione e, nonostante le dimensioni, GALILEO mantiene le caratteristiche principali del progetto da cui ha avuto origine.
Infatti a velocità, dettaglio, messa a fuoco ed ampio palcoscenico, già prerogative del diffusore DA VINCI, con la GALILEO, abbiamo aggiunto fisicità e tenuta in potenza di un diffusore full size.
Grazie al suo layout, la GALILEO mantiene il centro acustico entro 12 cm in tutta la risposta in frequenza. Ciò è senza dubbio un risultato impressionante in un diffusore da 150 cm di altezza.
Dotato di sette driver (un tweeted ceramico da 1,2”, con opzione in diamante, due mid-woofer ceramici da 5” e quattro woofer da 10” in alluminio sul retro), il cabinet ha richiesto uno studio approfondito in termini di controllo delle vibrazioni e onde stazionarie.
L’ottimo smorzamento è stato ottenuto grazie al metodo di produzione EMMESpeakers, a sovrapposizione di layer, introducendo nuove soluzioni come la discontinuità di forma e materiale e la variazione di massa e di assorbimento.
Anche la GALILEO impiega il sistema BSSE (Box Shaping per Sound Enhancement), di proprietà di EMMESpeakers, che riveste un ruolo primario nel fornire il tipico “sound” EMMESpeakers col suo caratteristico ed ampio palcoscenico acustico.
Come di consueto nei miei disegni, gli incroci acustici sono molto bassi (150 Hz e 1.5k), per “consegnare” al driver immediatamente più veloce la gestione del segnale.
Progettato per le ampi ambienti, Galileo è in grado di fornire una riproduzione “fisica”, profonda e senza compromessi, per chi ama immergersi nella evento sonoro con un emozionante realismo.
Lorenzo Martinelli"
Le Galileo sono state inserite nel seguente impianto:giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD Yamaha CD-S3000, lettore multimediale: Oppo 105 D, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavo USB MIT SL-Matrix USB, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
La prima cosa che si fa notare è la velocità dei midrange ceramici, che non può che ricordarmi quella dei driver a compressione dei miei diffusori di riferimento. Questa velocità da l'impressione, e me ne accorgo dai commenti di chi non è abituato ad ascoltare con questi tipi di altoparlanti, di insistere su determinati suoni, tanto da sembrare quasi una risonanza in gamma medio-alta. In effetti, basta poco perché l'orecchio si abitui e rendersi conto che sono i normali midrange a cono ad essere, spesso, un po' lenti, “gommosi”, se mi passate il termine. E mi torna alla mente il motivo per il quale, anni fa, avevo scelto per il mio impianto di riferimento le Avalon Opus Ceramique, tra le poche casse dinamiche a non farmi rimpiangere la trasparenza e velocità delle precedenti Martin Logan. Guardacaso, le Opus sono poi state sostituite dalla MBL 101D, anch'esse dotate di midrange non convenzionale, per approdare ai due fenomenali driver a compressione delle mie JBL4350B.
La prima cosa che si fa notare è la velocità dei midrange ceramici, che non può che ricordarmi quella dei driver a compressione dei miei diffusori di riferimento. Questa velocità da l'impressione, e me ne accorgo dai commenti di chi non è abituato ad ascoltare con questi tipi di altoparlanti, di insistere su determinati suoni, tanto da sembrare quasi una risonanza in gamma medio-alta. In effetti, basta poco perché l'orecchio si abitui e rendersi conto che sono i normali midrange a cono ad essere, spesso, un po' lenti, “gommosi”, se mi passate il termine. E mi torna alla mente il motivo per il quale, anni fa, avevo scelto per il mio impianto di riferimento le Avalon Opus Ceramique, tra le poche casse dinamiche a non farmi rimpiangere la trasparenza e velocità delle precedenti Martin Logan. Guardacaso, le Opus sono poi state sostituite dalla MBL 101D, anch'esse dotate di midrange non convenzionale, per approdare ai due fenomenali driver a compressione delle mie JBL4350B.
Oggi mi è stato consegnato un nuovo acquisto: il CD “Across the Borderline” di Willie Nelson. So che sono fuori moda, compro ancora i CD, ma restano talmente poche le gioie della vita, che questa non voglio togliermela. Mi emoziona di più aprire un CD che attaccare un Hard Disc al PC. Dunque: questo CD è inciso col solito, alto standard qualitativo del cantautore texano. Le voci dei vari duetti presenti nei brani sono materiche, presentate su un fondo musicale sempre equilibrato nei livelli e nella risposta in frequenza. Spiccano la dolcezza dei tweeter, che riproducono anche gli ultrasuoni ma lo fanno in modo estremamente corretto ed aggraziato allo stesso tempo, ed il basso profondo ma, nello stesso tempo, perfettamente controllato.
Se conoscete qualcuno che suoni il basso elettrico capite molto bene cosa intendo con “perfettamente controllato”. A qualcuno, pare, quest'espressione evoca un basso anemico. Ebbene, vi sbagliate. “Controllato” significa che non se ne va a passeggio per la vostra stanza e quella dei vicini di casa e, quindi, resta intelligibile e muore nell'aria con naturalezza, senza rimbalzare ovunque, dando l'impressione di non finire mai.
Tra le cose che ricordo con maggior piacere dell'epoca Avalon, v'è il suono delle percussioni. Le membrane ceramiche hanno una velocità sorprendente, eguagliata solo dai migliori drivers a compressione. Mentre faccio questo pensiero, mi affretto a mettere nel lettore CD il vecchio, caro, “Buena Vista Social Club” (World Circuit), che di percussioni non è certo avaro. Ritrovo subito il “sapore” delle pelli delle congas; maracas e güiro sono ben presenti ma mai sopra le righe, grazie al ferreo controllo del tweeter. Quest'ultimo, sembra non dover sottostare alle leggi della fisica, come se la cupola non fosse provvista di una propria massa. Non c'è, non lo si sente.
Le Galileo trasmettono intatta la magia e l'emozione della musica afro-cubana, della quale questo CD è valido rappresentante.
Se conoscete qualcuno che suoni il basso elettrico capite molto bene cosa intendo con “perfettamente controllato”. A qualcuno, pare, quest'espressione evoca un basso anemico. Ebbene, vi sbagliate. “Controllato” significa che non se ne va a passeggio per la vostra stanza e quella dei vicini di casa e, quindi, resta intelligibile e muore nell'aria con naturalezza, senza rimbalzare ovunque, dando l'impressione di non finire mai.
Tra le cose che ricordo con maggior piacere dell'epoca Avalon, v'è il suono delle percussioni. Le membrane ceramiche hanno una velocità sorprendente, eguagliata solo dai migliori drivers a compressione. Mentre faccio questo pensiero, mi affretto a mettere nel lettore CD il vecchio, caro, “Buena Vista Social Club” (World Circuit), che di percussioni non è certo avaro. Ritrovo subito il “sapore” delle pelli delle congas; maracas e güiro sono ben presenti ma mai sopra le righe, grazie al ferreo controllo del tweeter. Quest'ultimo, sembra non dover sottostare alle leggi della fisica, come se la cupola non fosse provvista di una propria massa. Non c'è, non lo si sente.
Le Galileo trasmettono intatta la magia e l'emozione della musica afro-cubana, della quale questo CD è valido rappresentante.
“The Moldau”, dal SACD Dvorak-Smetana (Sony), eseguito dalla Cleveland Orchestra diretta da George Szell, è un poema sinfonico che descrive in musica il fiume boero, con vigore e romanticismo allo stesso tempo. La registrazione è del 1963 e la trasposizione su SACD rende bene l'idea di quanto l'alta risoluzione digitale possa ben sostituire l'analogico. Le EMMESpeakers ci donano archi stupendi: ariosi, estesissimi in alto ma senza alcun cenno di indurimento, neanche ad alto volume. L'arpa, laggiù sulla sinistra, interviene con discrezione ma col “peso” che le compete nella grande orchestra. I contrabbassi, anche in pizzicato, sono presenti in giusta proporzione e, quando entrano i timpani, la mia stanza sembra tremare. L'immagine, sia in larghezza che in profondità, eccelle. Risulta anche chiaro, col procedere degli ascolti, che una metratura superiore a quella della mia stanza farebbe solo bene a questi diffusori.
E' nei segnali di più basso livello dove maggiormente spicca la capacità degli altoparlanti ceramici di non nascondere alcun suono o rumore di fondo, con una trasparenza quasi da monitor, all'interno di un suono globale che monitor non si può certo definire.
Già che ci sono, sempre da questo SACD mi ascolto anche la 7° di Dvorak, non famosa quanto la “Sinfonia dal Nuovo Mondo”, ma ugualmente interessante e piena di spunti notevoli. Se non fosse per la compressione dinamica dovuta alla registrazione ed al mastering, l'illusione di essere davanti all'orchestra sarebbe completa.
Ieri sera ho ascoltato dal vivo in una Chiesa qui a Milano il “Vespro della Beata Vergine” di Monteverdi. La tentazione di riascoltarlo in casa è irresistibile. Uso ancora una volta il CD Archiv con la direzione di Gardiner. Sto per affermare un'eresia: si è verificato uno tra quei pochi casi nei quali la musica riprodotta da un buon impianto supera in qualità ed impatto emozionale quella dal vivo. Sarà colpa della Chiesa, o magari della posizione di orchestra e coro (propendo per quest'ultima ipotesi) … fatto sta che più della metà di ciò che suonavano o cantavano andava perduta ed era un grosso sforzo mentale completarla a memoria.
Anni fa ho ascoltato il “Vespro” in altra Chiesa ed in altra esecuzione e le cose erano andate molto meglio. Serata sfortunata.
Si conferma comunque, anche in questo ascolto, l'estrema correttezza del timbro delle Galileo.
Tempo fa sono stato criticato da uno di quei classici “geni” da forum, per aver testato i bassi di un diffusore con woofer da 6” (se ben ricordo), usando la “Toccata e Fuga” di Bach, eseguita con un organo la cui canna maggiore è da 16'. Ora, se uno non ha abbastanza cervello per capire che se ho scritto, come ho scritto, che in quel diffusore i bassi scarseggiavano già così, per quale oscuro motivo dovevo torturare i poveri, piccoli altoparlanti, con le canne da 32'? Per farli a pezzi?
Oggi, essendoci la possibilità di ascoltare davvero le note inferiori, ne approfitto per ascoltare il CD “Mendelssohn – Complete Organ Music” eseguito da Giulio Piovani nel quale, per buona pace del nostro amico, si utilizza un organo con canne da 32'. E si sente, accidenti se si sente. Avete presente quel suono che è così basso in frequenza da non fare neanche più vibrare il vostro divano ma che vi spara onde di pressione nelle orecchie con oscillazioni così lente da poterle quasi contare?
Questi diffusori si sparano senza battere ciglio il “cannone” da 32' e se avete vicini di casa fate gli scongiuri perché vi attirerete qualche maledizione. Io vicini non ne ho, al massimo rompo le scatole a qualche sismografo, se ce n'è uno a portata di woofer.
In conclusione, mi sono trovato davanti due veri fuoriclasse. Fuoriclasse per il suono ma anche per la cura estetica e di finiture impiegata nella loro realizzazione.
Fuoriclasse che possono tranquillamente essere affiancati, come fascia di prezzo, ai migliori marchi del mondo. Ma il bello è che possono essere affiancati ai migliori marchi anche come suono. Se quindi volete uscire dai soliti schemi e pensate di valutare qualcosa di diverso, ora sapete a chi rivolgervi senza sbagliare.
Angelo Jasparro
Produttore: EMMESpeakers
Prezzo modello Galileo Diamond: da 46.380 euro a 50.200 euro, a seconda delle finiture richieste
E' nei segnali di più basso livello dove maggiormente spicca la capacità degli altoparlanti ceramici di non nascondere alcun suono o rumore di fondo, con una trasparenza quasi da monitor, all'interno di un suono globale che monitor non si può certo definire.
Già che ci sono, sempre da questo SACD mi ascolto anche la 7° di Dvorak, non famosa quanto la “Sinfonia dal Nuovo Mondo”, ma ugualmente interessante e piena di spunti notevoli. Se non fosse per la compressione dinamica dovuta alla registrazione ed al mastering, l'illusione di essere davanti all'orchestra sarebbe completa.
Ieri sera ho ascoltato dal vivo in una Chiesa qui a Milano il “Vespro della Beata Vergine” di Monteverdi. La tentazione di riascoltarlo in casa è irresistibile. Uso ancora una volta il CD Archiv con la direzione di Gardiner. Sto per affermare un'eresia: si è verificato uno tra quei pochi casi nei quali la musica riprodotta da un buon impianto supera in qualità ed impatto emozionale quella dal vivo. Sarà colpa della Chiesa, o magari della posizione di orchestra e coro (propendo per quest'ultima ipotesi) … fatto sta che più della metà di ciò che suonavano o cantavano andava perduta ed era un grosso sforzo mentale completarla a memoria.
Anni fa ho ascoltato il “Vespro” in altra Chiesa ed in altra esecuzione e le cose erano andate molto meglio. Serata sfortunata.
Si conferma comunque, anche in questo ascolto, l'estrema correttezza del timbro delle Galileo.
Tempo fa sono stato criticato da uno di quei classici “geni” da forum, per aver testato i bassi di un diffusore con woofer da 6” (se ben ricordo), usando la “Toccata e Fuga” di Bach, eseguita con un organo la cui canna maggiore è da 16'. Ora, se uno non ha abbastanza cervello per capire che se ho scritto, come ho scritto, che in quel diffusore i bassi scarseggiavano già così, per quale oscuro motivo dovevo torturare i poveri, piccoli altoparlanti, con le canne da 32'? Per farli a pezzi?
Oggi, essendoci la possibilità di ascoltare davvero le note inferiori, ne approfitto per ascoltare il CD “Mendelssohn – Complete Organ Music” eseguito da Giulio Piovani nel quale, per buona pace del nostro amico, si utilizza un organo con canne da 32'. E si sente, accidenti se si sente. Avete presente quel suono che è così basso in frequenza da non fare neanche più vibrare il vostro divano ma che vi spara onde di pressione nelle orecchie con oscillazioni così lente da poterle quasi contare?
Questi diffusori si sparano senza battere ciglio il “cannone” da 32' e se avete vicini di casa fate gli scongiuri perché vi attirerete qualche maledizione. Io vicini non ne ho, al massimo rompo le scatole a qualche sismografo, se ce n'è uno a portata di woofer.
In conclusione, mi sono trovato davanti due veri fuoriclasse. Fuoriclasse per il suono ma anche per la cura estetica e di finiture impiegata nella loro realizzazione.
Fuoriclasse che possono tranquillamente essere affiancati, come fascia di prezzo, ai migliori marchi del mondo. Ma il bello è che possono essere affiancati ai migliori marchi anche come suono. Se quindi volete uscire dai soliti schemi e pensate di valutare qualcosa di diverso, ora sapete a chi rivolgervi senza sbagliare.
Angelo Jasparro
Produttore: EMMESpeakers
Prezzo modello Galileo Diamond: da 46.380 euro a 50.200 euro, a seconda delle finiture richieste