IKEDA 9TS
Ebbene si, cari lettori che ci seguite sempre più numerosi, Audio-activity torna sul ”luogo del delitto” e ben volentieri vi parla ancora di una testina Ikeda, questa volta in anteprima mondiale. Infatti, potete vedere dalle fotografie che si tratta dell'esemplare col numero di matricola 001. Andiamo con ordine e seguiamo l'ordine canonico delle solite recensioni. Non pensiamo sia il caso di tornare a parlarvi del produttore giapponese, visto che l'abbiamo già fatto poche settimane fa e per questo vi rimandiamo alla pagina che tratta della 9TT.
Lasciateci però dire che la soddisfazione di ascoltare le sempreverdi testine fonografiche, di qualsiasi livello di qualità siano, è sempre molta. Il nostro mestiere è quello di parlarvi di tutte le tipologie di apparecchi ma, potendo scegliere, ci si diverte di più con una testina, piuttosto che con un lettore digitale, per esempio. Malgrado in apparenza le differenze realizzative tra le testine di mezzo mondo appaiano poco significative, ogni produttore lascia in esse la sua firma sonora ben chiara. Tagli della puntina, materiali impiegati per il cantilever o per il corpo della testina, avvolgimenti realizzati con rame più o meno puro, geometrie di progetto, portano a differenze immediatamente riconoscibili tra i vari marchi e, cosa non infrequente, tra diversi esemplari della stessa Casa produttrice. V'era dunque la curiosità di capire cosa avesse potuto fare Ikeda con un modello che costa poco più della metà della 9TT, che abbiamo provato con esito estremamente lusinghiero ma con qualche distinguo dovuto all'estrema specializzazione dovuta al forte carattere di quel modello.
Lasciateci però dire che la soddisfazione di ascoltare le sempreverdi testine fonografiche, di qualsiasi livello di qualità siano, è sempre molta. Il nostro mestiere è quello di parlarvi di tutte le tipologie di apparecchi ma, potendo scegliere, ci si diverte di più con una testina, piuttosto che con un lettore digitale, per esempio. Malgrado in apparenza le differenze realizzative tra le testine di mezzo mondo appaiano poco significative, ogni produttore lascia in esse la sua firma sonora ben chiara. Tagli della puntina, materiali impiegati per il cantilever o per il corpo della testina, avvolgimenti realizzati con rame più o meno puro, geometrie di progetto, portano a differenze immediatamente riconoscibili tra i vari marchi e, cosa non infrequente, tra diversi esemplari della stessa Casa produttrice. V'era dunque la curiosità di capire cosa avesse potuto fare Ikeda con un modello che costa poco più della metà della 9TT, che abbiamo provato con esito estremamente lusinghiero ma con qualche distinguo dovuto all'estrema specializzazione dovuta al forte carattere di quel modello.
La prima cosa che distingue questa TS, è il colore: un bel verde smeraldo, che conferisce un tocco di vivacità a tutto l'impianto, spesso mortificato dai neri o dagli argento che, francamente, avrebbero anche un po' stufato. Poi le caratteristiche tecniche, molto simili a quelle della sorella maggiore, a parte la tensione di uscita, qui quasi doppia, ed il taglio del diamante.
Eccole al completo:
Output Voltage: 0.35mVrms (1kHz 35.4mm/sec., at 45°peak)
Coil Impedance: 6.0 ohms (1kHz)
Appropriate Stylus Force: 2.0 grams ±0.2 grams
Frequency Response: 10Hz ~ 45kHz
Channel Separation: over 27dB (1kHz)
Channel Balance: within 1.0dB (1kHz)
Stylus Chip: Oval-shaped solid Diamond
Cantilever: Double layered duralumin pipe.
Weight: 10 grams
Compliance: 7 x 10-6cm/dyne
Eccole al completo:
Output Voltage: 0.35mVrms (1kHz 35.4mm/sec., at 45°peak)
Coil Impedance: 6.0 ohms (1kHz)
Appropriate Stylus Force: 2.0 grams ±0.2 grams
Frequency Response: 10Hz ~ 45kHz
Channel Separation: over 27dB (1kHz)
Channel Balance: within 1.0dB (1kHz)
Stylus Chip: Oval-shaped solid Diamond
Cantilever: Double layered duralumin pipe.
Weight: 10 grams
Compliance: 7 x 10-6cm/dyne
La 9TS è stata inserita nel seguente impianto:
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD dCS Puccini+U-Clock Puccini, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, cavi phono: LAT International XLR, Extremephono Crimson RCA, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavo USB MIT SL-Matrix USB, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
La prima cosa da dire è che per questa prova abbiamo avuto l'occasione di amplificare l'Ikeda con un pre phono d'eccezione: il Lamm LP2, che il distributore italiano ha voluto prestarci, convinto della sinergia tra i due componenti. Brevemente, dopo aver ascoltato il Lamm anche con la Lyra Kleos, possiamo tracciare un ritratto abbastanza preciso delle qualità sonore del pre phono americano il quale, munito delle valvole NOS fornite di serie, ha sfoderato un suono “romantico”, con gli acuti leggermente in secondo piano, a fronte di una gamma media da sogno, come solo da alcuni progetti particolarmente pregiati si riesce ad ottenere. Anche i toni bassi, sebbene chiaramente provenienti da tubi a vuoto, sono risultati particolarmente affascinanti. Unica avvertenza, dovuta all'impedenza di uscita piuttosto alta, è quella di collegare il Lamm ad un preamplificatore con un'impedenza d'ingresso minima di 50 kOhm, pena mortificare il suono proveniente dal vostro giradischi, come mi è accaduto utilizzando l'ingresso CD del mio pre MBL, che misura 20 kOhm. Dopo essermi chiesto il perché di un suono così moscio, privo di dinamica e di gamma acuta, mi sono degnato di leggere le caratteristiche del Lamm ed ho facilmente risolto, grazie agli altri ingressi linea dell'MBL.
Come conseguenza di questo gradito prestito, la testina Ikeda è stata ascoltata lungamente col Lamm e col mio pre phono di riferimento, così da raccogliere più dati possibili e poter redigere una prova d'ascolto particolarmente accurata.
Ad impianto ben caldo (il Lamm abbisogna di almeno mezz'ora di preaccensione, mentre l'Einstein, che è a stato solido, non ha neanche l'interruttore per spegnerlo), cominciamo alla grande col Charles Mingus di “The Black Saint And The Sinner Lady” (Impulse!). Il contrabbasso non sembra perfettamente controllato ma è molto godibile e la gamma media del Lamm, della quale abbiamo parlato prima, è alimentata dall'ottimo segnale della 9TS. L'impronta valvolare è precisa, con acuti luminosi e vellutati. Sempre grazie al leggero roll-off in gamma alta, spariscono i fruscii dovuti allo scorrimento della testina nel solco e persino gran parte dei rumori impulsivi dovuti a polvere o altre imperfezioni del vinile, mentre la testina traccia senza difficoltà anche i brani provvisti di trame strumentali complesse. Ricordiamo che, in questo disco, la band conta 11 elementi, 7 dei quali suonano strumenti a fiato. Quando suonano tutti assieme la complessità del segnale è notevole. L'atmosfera che scaturisce dall'accoppiata Ikeda-Lamm è quella di un fumoso locale Jazz americano degli anni 60 e si smette presto di chiedersi se vi siano difetti o caratterizzazioni nel suono; il bersaglio è stato abilmente centrato e noi siamo là, davanti alla band e tanto basta. Cambiando stadio phono per passare allo stato solido, il suono si apre con decisione, si apprezza qualche particolare in più in gamma medio-alta ma … una parte dell'atmosfera precedente svanisce, come una bolla di sapone che scoppia. Più concretezza, a scapito della possibilità di sognare. Possiamo mai dirvi noi di Audio-activity.com quale sia la soluzione ideale? Per quanto riguarda chi vi scrive, ci vorrebbero entrambi i preamplificatori, da utilizzare a seconda dello stato d'animo del momento. Il Lamm accarezza la musica, interpretandola, l'Einstein è uno strumento di precisione. Sono certo che capirete la similitudine, che non vuole sminuire nessuna delle due macchine, che peraltro hanno un costo abbastanza vicino tra loro.
Memore di quanto ho scritto nella recensione dell'IKEDA 9TT, metto alla prova anche la sorella minore con “Made in Japan” dei Deep Purple … corpo di mille balene! … questa 9TS sembra fatta da Ritchie Blackmore in persona! - “Facile” – direte voi - “disco registrato in Giappone, testina giapponese, 2+2 fa 4” … Inutile fare gli spiritosi, sarebbe troppo facile, anche la 9TT è fatta in Giappone e dalla stessa gente, ma non suona questo disco allo stesso modo. Rinuncio a capire, alzo il volume e per stasera mi godo il doppio vinile e smetto di scarabocchiare il mio block notes.
Jon and Vangelis. “The Friends of Mr. Cairo” (Polydor) è un gran bel disco, a mio parere. La voce in falsetto di Jon Anderson è, in quest'occasione, in buona evidenza e l'ampia estensione in frequenza dei suoni elettronici dell'incredibile Vangelis è ottimamente riproposta. Ci piace segnalare che, anche in questo disco prodotto dal musicista greco, la copertina recita: “Produced, Arranged and Performed by Vangelis”. Già, ancora una volta è lui a suonare tutti gli strumenti.
Per inciso, questa IKEDA è abbastanza veloce nel riscaldarsi e suonare al massimo delle sue possibilità ma una decina di minuti dovete darglieli, mi raccomando. A freddo, tende a “picchiare” un po' in gamma media. Mi ricorda un po' quello che succedeva con la Lyra Helikon, che però a freddo mancava anche della gamma bassa e beneficiava di 20 minuti di riscaldamento.
Cambiamo genere e passiamo a Claudio Monteverdi “Il Combattimento di Tancredi e Clorinda”, dai “Madrigali Guerrieri e Amorosi” (Cycnus), registrato nella Cattedrale di Lugano (CH) nel lontano 1961 dalla Società Cameristica diretta da Edwin Loehrer. La naturalezza delle voci bianche è palpabile e gli strumenti hanno il giusto peso mentre accompagnano le voci recitanti, senza mai primeggiare su di esse, così come avviene durante l'ascolto dal vivo. La dinamica è ben equilibrata e la testina non sembra nascondere neanche i dettagli d'ambienza più minuti, restituendo fedelmente anche il respiro dell'orchestra, senza il quale qualsiasi esecuzione sembra falsa, costruita in studio a forza di tagli di editing. Un ascolto davvero ipnotico, interrotto solo dal rumore della testina giunta a fine disco.
I difficili cori del “Miserere” di Arvo Part (ECM) sono dipanati senza difficoltà ed il basso profondo del pedale d'organo non mette minimamente in difficoltà la verde testina.
Le atmosfere oniriche di “Rubycon” dei Tangerine Dream (Virgin Records) godono della grazia accompagnata, quando necessario, dalla forza richiesta nella composizione. Appena in evidenza, a tratti, la gamma media, a scapito di quella immediatamente superiore, la qual cosa potrebbe risultare di gran pregio in determinate configurazioni. Del resto, l'impronta della famiglia IKEDA prima o poi sarebbe dovuta saltar fuori.
Provvidenzialmente bassa, in tutti i dischi, la sensibilità alle imperfezioni del solco, a tutto vantaggio del silenzio e della microdinamica. La gamma bassa sembra invece scendere senza limiti e costrizioni. Se da un lato risulta un pelo meno frenata di quella della Lyra Kleos (che costa circa 1000 euro di più), dall'altro in alcuni frangenti appare essere più completa. Parliamo di leggere sfumature, che dobbiamo cercare giusto per “sporcare il foglio”, altrimenti dovremmo scrivere solo che la testina suona bene e punto.
Il soundstage ha le corrette dimensioni e la sensazione di essere trasportati nell'evento originale si è palesata più volte, coi giusti dischi.
In conclusione, viene naturale il paragone con la sorella maggiore che abbiamo provato pochi mesi fa. Normalmente si tende ad affermare che il prodotto più costoso, soprattutto se all'interno della stessa casa produttrice, debba essere sempre e comunque migliore. In questo caso, mi permetto un distinguo.
Se rileggete la prova della 9TT vedrete che noi di Audio-activity.com non siamo riusciti a definirla precisamente “universale”. Faceva alcune cose in modo straordinario, altre non così bene e non la si consigliava per tutti i generi musicali. Questa 9TS, invece, sebbene non così “magica” in gamma media, ha il pregio di essere molto valida con qualsiasi disco e genere musicale la si metta alla prova.
Personalmente, sarei quasi tentato di consigliarvene l'acquisto ad occhi chiusi, che a questo prezzo le alternative altrettanto valide sono poche … pochissime … nessuna?
Angelo Jasparro
Informazioni importanti sulla garanzia qui
Distributore: DNAUDIO
Prezzo: 1.780,00 euro
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD dCS Puccini+U-Clock Puccini, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, cavi phono: LAT International XLR, Extremephono Crimson RCA, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavo USB MIT SL-Matrix USB, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
La prima cosa da dire è che per questa prova abbiamo avuto l'occasione di amplificare l'Ikeda con un pre phono d'eccezione: il Lamm LP2, che il distributore italiano ha voluto prestarci, convinto della sinergia tra i due componenti. Brevemente, dopo aver ascoltato il Lamm anche con la Lyra Kleos, possiamo tracciare un ritratto abbastanza preciso delle qualità sonore del pre phono americano il quale, munito delle valvole NOS fornite di serie, ha sfoderato un suono “romantico”, con gli acuti leggermente in secondo piano, a fronte di una gamma media da sogno, come solo da alcuni progetti particolarmente pregiati si riesce ad ottenere. Anche i toni bassi, sebbene chiaramente provenienti da tubi a vuoto, sono risultati particolarmente affascinanti. Unica avvertenza, dovuta all'impedenza di uscita piuttosto alta, è quella di collegare il Lamm ad un preamplificatore con un'impedenza d'ingresso minima di 50 kOhm, pena mortificare il suono proveniente dal vostro giradischi, come mi è accaduto utilizzando l'ingresso CD del mio pre MBL, che misura 20 kOhm. Dopo essermi chiesto il perché di un suono così moscio, privo di dinamica e di gamma acuta, mi sono degnato di leggere le caratteristiche del Lamm ed ho facilmente risolto, grazie agli altri ingressi linea dell'MBL.
Come conseguenza di questo gradito prestito, la testina Ikeda è stata ascoltata lungamente col Lamm e col mio pre phono di riferimento, così da raccogliere più dati possibili e poter redigere una prova d'ascolto particolarmente accurata.
Ad impianto ben caldo (il Lamm abbisogna di almeno mezz'ora di preaccensione, mentre l'Einstein, che è a stato solido, non ha neanche l'interruttore per spegnerlo), cominciamo alla grande col Charles Mingus di “The Black Saint And The Sinner Lady” (Impulse!). Il contrabbasso non sembra perfettamente controllato ma è molto godibile e la gamma media del Lamm, della quale abbiamo parlato prima, è alimentata dall'ottimo segnale della 9TS. L'impronta valvolare è precisa, con acuti luminosi e vellutati. Sempre grazie al leggero roll-off in gamma alta, spariscono i fruscii dovuti allo scorrimento della testina nel solco e persino gran parte dei rumori impulsivi dovuti a polvere o altre imperfezioni del vinile, mentre la testina traccia senza difficoltà anche i brani provvisti di trame strumentali complesse. Ricordiamo che, in questo disco, la band conta 11 elementi, 7 dei quali suonano strumenti a fiato. Quando suonano tutti assieme la complessità del segnale è notevole. L'atmosfera che scaturisce dall'accoppiata Ikeda-Lamm è quella di un fumoso locale Jazz americano degli anni 60 e si smette presto di chiedersi se vi siano difetti o caratterizzazioni nel suono; il bersaglio è stato abilmente centrato e noi siamo là, davanti alla band e tanto basta. Cambiando stadio phono per passare allo stato solido, il suono si apre con decisione, si apprezza qualche particolare in più in gamma medio-alta ma … una parte dell'atmosfera precedente svanisce, come una bolla di sapone che scoppia. Più concretezza, a scapito della possibilità di sognare. Possiamo mai dirvi noi di Audio-activity.com quale sia la soluzione ideale? Per quanto riguarda chi vi scrive, ci vorrebbero entrambi i preamplificatori, da utilizzare a seconda dello stato d'animo del momento. Il Lamm accarezza la musica, interpretandola, l'Einstein è uno strumento di precisione. Sono certo che capirete la similitudine, che non vuole sminuire nessuna delle due macchine, che peraltro hanno un costo abbastanza vicino tra loro.
Memore di quanto ho scritto nella recensione dell'IKEDA 9TT, metto alla prova anche la sorella minore con “Made in Japan” dei Deep Purple … corpo di mille balene! … questa 9TS sembra fatta da Ritchie Blackmore in persona! - “Facile” – direte voi - “disco registrato in Giappone, testina giapponese, 2+2 fa 4” … Inutile fare gli spiritosi, sarebbe troppo facile, anche la 9TT è fatta in Giappone e dalla stessa gente, ma non suona questo disco allo stesso modo. Rinuncio a capire, alzo il volume e per stasera mi godo il doppio vinile e smetto di scarabocchiare il mio block notes.
Jon and Vangelis. “The Friends of Mr. Cairo” (Polydor) è un gran bel disco, a mio parere. La voce in falsetto di Jon Anderson è, in quest'occasione, in buona evidenza e l'ampia estensione in frequenza dei suoni elettronici dell'incredibile Vangelis è ottimamente riproposta. Ci piace segnalare che, anche in questo disco prodotto dal musicista greco, la copertina recita: “Produced, Arranged and Performed by Vangelis”. Già, ancora una volta è lui a suonare tutti gli strumenti.
Per inciso, questa IKEDA è abbastanza veloce nel riscaldarsi e suonare al massimo delle sue possibilità ma una decina di minuti dovete darglieli, mi raccomando. A freddo, tende a “picchiare” un po' in gamma media. Mi ricorda un po' quello che succedeva con la Lyra Helikon, che però a freddo mancava anche della gamma bassa e beneficiava di 20 minuti di riscaldamento.
Cambiamo genere e passiamo a Claudio Monteverdi “Il Combattimento di Tancredi e Clorinda”, dai “Madrigali Guerrieri e Amorosi” (Cycnus), registrato nella Cattedrale di Lugano (CH) nel lontano 1961 dalla Società Cameristica diretta da Edwin Loehrer. La naturalezza delle voci bianche è palpabile e gli strumenti hanno il giusto peso mentre accompagnano le voci recitanti, senza mai primeggiare su di esse, così come avviene durante l'ascolto dal vivo. La dinamica è ben equilibrata e la testina non sembra nascondere neanche i dettagli d'ambienza più minuti, restituendo fedelmente anche il respiro dell'orchestra, senza il quale qualsiasi esecuzione sembra falsa, costruita in studio a forza di tagli di editing. Un ascolto davvero ipnotico, interrotto solo dal rumore della testina giunta a fine disco.
I difficili cori del “Miserere” di Arvo Part (ECM) sono dipanati senza difficoltà ed il basso profondo del pedale d'organo non mette minimamente in difficoltà la verde testina.
Le atmosfere oniriche di “Rubycon” dei Tangerine Dream (Virgin Records) godono della grazia accompagnata, quando necessario, dalla forza richiesta nella composizione. Appena in evidenza, a tratti, la gamma media, a scapito di quella immediatamente superiore, la qual cosa potrebbe risultare di gran pregio in determinate configurazioni. Del resto, l'impronta della famiglia IKEDA prima o poi sarebbe dovuta saltar fuori.
Provvidenzialmente bassa, in tutti i dischi, la sensibilità alle imperfezioni del solco, a tutto vantaggio del silenzio e della microdinamica. La gamma bassa sembra invece scendere senza limiti e costrizioni. Se da un lato risulta un pelo meno frenata di quella della Lyra Kleos (che costa circa 1000 euro di più), dall'altro in alcuni frangenti appare essere più completa. Parliamo di leggere sfumature, che dobbiamo cercare giusto per “sporcare il foglio”, altrimenti dovremmo scrivere solo che la testina suona bene e punto.
Il soundstage ha le corrette dimensioni e la sensazione di essere trasportati nell'evento originale si è palesata più volte, coi giusti dischi.
In conclusione, viene naturale il paragone con la sorella maggiore che abbiamo provato pochi mesi fa. Normalmente si tende ad affermare che il prodotto più costoso, soprattutto se all'interno della stessa casa produttrice, debba essere sempre e comunque migliore. In questo caso, mi permetto un distinguo.
Se rileggete la prova della 9TT vedrete che noi di Audio-activity.com non siamo riusciti a definirla precisamente “universale”. Faceva alcune cose in modo straordinario, altre non così bene e non la si consigliava per tutti i generi musicali. Questa 9TS, invece, sebbene non così “magica” in gamma media, ha il pregio di essere molto valida con qualsiasi disco e genere musicale la si metta alla prova.
Personalmente, sarei quasi tentato di consigliarvene l'acquisto ad occhi chiusi, che a questo prezzo le alternative altrettanto valide sono poche … pochissime … nessuna?
Angelo Jasparro
Informazioni importanti sulla garanzia qui
Distributore: DNAUDIO
Prezzo: 1.780,00 euro